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Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Treviso a cura dello SPI Cgil Treviso.

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25 APRILE 2015, la resistenza oggi  

25 aprile

25 per 70 per 95, questa è la dimensione della nostra memoria, queste le misure di un patrimonio da valorizzare e tramandare.
25 perché il 25 aprile del 1945 ci siamo liberati dall’oscuro regime nazi-fascista che imprigionava il nostro Paese nella dittatura e nella guerra.
70 sono gli anni passati da allora e per questa ragione la ricorrenza è significativa e deve essere particolarmente rilevante e sentita dalle nostre Istituzioni, dalla politica, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni e dai cittadini del territorio.
Dunque 95, perché le celebrazioni devono avvenire in tutti i 95 comuni della Marca trevigiana.

Tutti noi poggiamo su quella data, nel nostro DNA riportiamo una grande ferita e una grande vittoria: abbiamo sconfitto il cancro del fascismo e siamo guariti a suon di democrazia.
Però troppo spesso scordiamo la nostra storia recente, ci immergiamo in tuffi nel lontano passato della Serenissima e dei Longobardi, trascurando e dando per scontato che le libertà che abbiamo conquistato oggi, e che giustamente riteniamo inviolabili ed erroneamente crediamo mai a rischio, sono il frutto di esperienze civili e politiche neppure vecchie cent’anni ma che hanno segnato la crescita e la maturità di una società pronta ad autodeterminarsi e democraticamente autoregolamentarsi.

Il Veneto, la provincia di Treviso, come le altre parti d’Italia hanno sofferto e non poco questo passaggio. Hanno visto cadere uomini, ideologie, spezzare vite e abolire diritti. Un periodo buio della nostra storia che però è servito a gettare le basi democratiche fondate sugli ideali di libertà e uguaglianza, racchiuse nella nostra Costituzione e nel nostro ordinamento democratico repubblicano.
L’ombra dell’uomo forte però è sempre uno spettro presente dietro le complessità dei problemi, dietro la povertà, dietro la paura delle diversità, dietro la corruzione, dietro la disoccupazione e l’incertezza nel futuro. Nel rispetto di coloro che nella resistenza hanno versato il proprio sangue per la libertà, dobbiamo stare in guardia ancora nel 2015, difendendoci dagli attacchi autoritari con le armi della cultura, della memoria, dell’esercizio continuo di una difficile politica democratica fatta di dialogo e confronto. Le nostre armi oggi sono allora la coesione sociale, la legalità, il rispetto delle Istituzioni, l’uguaglianza, le pari opportunità, il lavoro, lo sviluppo economico e sociale che offrono benessere e sicurezze. Far prevalere all’autoritarietà l’autorevolezza.

Ecco perché quella che irresponsabilmente per alcuni è una festa ipocrita, per me è baluardo di progresso.
Celebriamo la Liberazione nel segno dell’impegno e della speranza, nel realizzare quel sogno di società migliore che spinse gli italiani di allora, perché il nostro sistema territorio, la nostra comunità trevigiana viva una nuova fase di slancio sociale, civile ed economico.

Giacomo Vendrame
Segretario generale CGIL Treviso

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