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Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Treviso a cura dello SPI Cgil Treviso.

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INTERVENTO DI IVAN BERNINI  11_05_2015

Ivan Bernini

La corruzione e il malaffare, non possiamo far finta di nulla ma dobbiamo rialzarci dalla polvere.
L’illegalità diffusa prospera quando per indifferenza, pigrizia, o magari anche per rassegnazione e paura, facciamo finta di non vedere quello che succede intorno a noi, con la giustificazione che “tanto fanno tutti così” e che oggi vivere onestamente “non paga”.
Treviso si scopre più vulnerabile ed è per questo che bisogna cominciare a riconoscere i fenomeni che hanno attraversato il tessuto sociale della Marca, chiamandoli con il loro nome.

Continuando a rimuoverne l’origine, nella convinzione che illegalità e mafia, siano fenomeni esterni e distanti da noi, non faremo che alimentarli dandogli ulteriore linfa. Riconoscere che non c’è né una “alterità trevigiana” né una “alterità della società civile rispetto alla politica”, forse può essere il primo passo che ci conduca verso una diffusa cultura della legalità e della coscienza di bene comune.

I casi di corruzione, collusione, malaffare, non sono isolati ma si alimentano da relazioni multilaterali, tra il mondo dell’economia e della politica. La spudoratezza con la quale si utilizzano le risorse pubbliche, il senso di impunità che pervade i responsabili di tali azioni, non sarebbero possibili in assenza di reciprocità. Chi ha fatto gli affari con il potente di turno non è meno responsabile.
Chi dietro al ricatto dell’appalto e del lavoro ha acconsentito di “stare al gioco” è altrettanto responsabile. È complice.

Perché anche la rassegnazione, la disposizione ad accogliere senza reagire a fatti che appaiono inevitabili, può diventare complicità. Ed è forse la forma di complicità più drammatica, perché investe soprattutto i soggetti più deboli del sistema. Lo sanno bene quei lavoratori che dietro al ricatto occupazionale si rassegnano ad accettare qualsiasi condizione loro offerta perché senza reali alternative d’impiego. E che diventano a loro volta pedine di un meccanismo perverso che alimenta quell’illegalità alla quale non riescono a ribellarsi. Assecondandola e diventandone parte.
“La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere nella polvere” scriveva Paulo Coelho.
La provincia di Treviso e il Veneto hanno bisogno di rialzarsi. Noi la nostra parte la facciamo ogni giorno.

Ivan Bernini
Segretario generale FP CGIL Treviso

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