Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Treviso a cura dello SPI Cgil Treviso.
COMUNICATO STAMPA 24_07_2015La CGIL critica la normativa vigente in tema di immigrazione e diritto d’asilo. Dalla Libia in mano ai signori della guerra – spiega Nicola Atalmi - attraverso una vera e propria organizzazione malavitosa di trafficanti di esseri umani, arrivano anche tanti migranti economici che pagano cifre molto alte, subiscono depredazioni, rischiano la vita per cercare in Europa condizioni di vita migliori per sé e per la loro famiglia. Esattamente come hanno fatto i migranti veneti e italiani che non scappavano dalla guerra ma dalla miseria. Il rapporto tra quanti sono effettivamente profughi e quanti invece sono migranti economici non è di facile definizione si va da chi afferma che solo il 30% siano profughi a chi sostiene che lo siano il 60%. L’Italia – sottolinea Atalmi - è solo un Paese di transito anche per le perduranti condizioni di crisi economica”. “In un caso come nell’altro – continua Atalmi - è evidente che siamo di fronte a un secondo problema: una volta espletato l’esame in Commissione territoriale, ed eventualmente avuto l’esito del ricorso in Tribunale, possiamo aspettarci che vi sia comunque un numero consistente di migranti che si vedranno notificare un decreto di espulsione e parliamo di decine di migliaia di persone che se non vengono rimpatriate diventando clandestini.Purtroppo non solo queste persone non capiscono il rischio a cui stanno andando incontro – afferma Atalmi - non pare che neppure l’Europa e il nostro Paese si rendano conto delle dimensioni e dei risvolti di questa eventuale situazione”. “È evidente che è necessario cominciare a distinguere sul serio i richiedenti asilo dai migranti economici smettendola di applicare a entrambi la stessa normativa – conclude Atalmi - bisogna uniformare a livello europeo la legislazione sull’immigrazione creando canali di immigrazione legali e sicuri e alla pari bisogna accogliere e proteggere chi fugge da guerre e persecuzioni, creando condizioni di pace e sicurezza in quelle martoriate terre. In sostanza il contrario di quello che l’Europa ha fatto fino ad ora”. Ufficio stampa |
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