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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Che significato ha l’ormai frequente sottolineatura, da parte delle associazioni datoriali e di esponenti politici di entrambi gli schieramenti, di una situazione economica di difficoltà per la provincia di Treviso?
Proprio ieri, il segretario della Cna (artigiani) di Castelfranco Veneto Mirco Casteller è intervenuto, su “La Tribuna”, per parlare di un miracolo economico smontato da numeri gonfiati.
Sono almeno quattro anni che la Cgil esprime preoccupazione per quello che abbiamo definito il “rischio declino”; e per almeno tre di questi quattro anni non solo siamo rimasti inascoltati, ma in molti, sul fronte industriale e governativo, ci hanno dato della “Cassandra”.
Sarebbe facile passare adesso all’incasso, magari anche con un po’ di soddisfazione, visto che nessuno ha più la forza e gli argomenti per nascondere l’elefante dietro ad un rametto.
Disoccupazione al 4,1%, sistema industriale in empasse perché inefficiente, collocato su tipologie produttive obsolete che subiscono la pressione dei paesi emergenti, deregolamentazione delle tipologie contrattuali attraverso l’uso di una flessibilità esasperata tutta puntata sulla riduzione del costo del lavoro piuttosto che sulla capacità di espansione in nuovi mercati, welfare insufficiente alla promozione di migliori condizioni sociali a sostegno dei giovani per formarsi su future opportunità di lavoro meno manifatturiere e più intellettuali. Sono questi i nodi con cui l’economia nazionale e della Marca devono confrontarsi.
Nel discorso del presidente Tomat alla recente assemblea di Unindustria non sono mancati i passaggi critici rivolti al Governo, che secondo Tomat avrebbe fatto poco per dotare le imprese di strumenti per la crescita. Condividiamo la tesi; e infatti abbiamo sempre detto che non era il Patto per l’Italia quello di cui avevamo bisogno, in particolare qui a Treviso, per vincere la sfida di “Quale sviluppo dopo lo sviluppo”.
Rimane da chiedersi perché, solo due anni fa, quando Confindustria e Governo condividevano a Parma un unico programma, a nessuno degli industriali sia venuto in mente di insistere sulle cose che oggi, a ragione, Tomat reclama, ma si sia preferito puntare sulla destrutturazione del contratto di lavoro e sull’attacco ai diritti dei lavoratori (art.18, Riforma Pensioni, Legge 30, ecc.) come se la ripresa della competitività passasse solo per la riduzione delle tutele nel mondo del lavoro.
Dal momento che non riesco ad immaginare uno strabismo così evidente nelle posizioni degli industriali, colgo nelle posizione di Unindustria Treviso, e a livello nazionale in quelle di Montezemolo, una discontinuità netta rispetto alla stagione del presidente D’Amato, e del suo vice, il trevigiano Tognana. E di questo la Cgil di Treviso non pu= che prenderne atto e incalzare il sistema economico e politico per conseguire in tempi rapidi gli interventi necessari a superare l’attuale situazione di crisi economica e occupazionale.
A Casteller, che chiede di immaginare un nuovo modello di crescita economica, rispondo dicendo che il sindacato unitariamente sta facendo la sua parte: abbiamo aperto un confronto serio e schietto con Unindustria, all’interno del quale ci siamo battuti per il coinvolgimento di tutte le categorie economiche, della Provincia e della Camera di Commercio, riscontrando purtroppo una difficoltà ad un confronto in grado di mettere assieme la molteplicità degli interessi rappresentati, che continuano a rimanere frammentati.
Il Patto territoriale per il lavoro, che verrà firmato nelle prossime settimane, è un primo passo nella direzione di attrezzarci per le sfide future, puntando sulla formazione, sulla riqualificazione, su un ruolo di governo del Pubblico nelle dinamiche del mondo del lavoro, con la collaborazione attiva delle parti sociali.
Al sistema delle imprese chiediamo per= di cambiare, di passare da un modello produttivo basato prevalentemente sulla quantità ad un modello improntato alla qualità, passare da aziende destinate alla delocalizzazione a imprese in grado di tornare a svolgere il ruolo di produttori di ricchezza e lavoro nel nostro territorio, premiando la fedeltà di chi continua ad aumentare il fatturato e la buona occupazione a Treviso. Lo sforzo di operare a valle con interventi sul welfare del lavoro non darà risultati se non muterà radicalmente il modo di fare industria.
Consideriamo sbagliato pensare che l’imposizione di dazi o le firme contro l’entrata della Turchia nell’Unione Europea siano le soluzioni per il futuro; piuttosto in quei paesi bisognerà far crescere i diritti e non andare, come fanno molte imprese, a cogliere solo le opportunità di sfruttamento.
Dobbiamo invece realizzare veri interventi di rilancio delle politiche industriali: fondi per l’innovazione, rafforzamento dei distretti, allargando la filiera delle aziende che si aggregano tra loro per aumentare le proprie capacità tecnologiche e produttive ed essere in grado di far crescere nuovi saperi e saper fare più qualificati e quindi meglio retribuiti; non sprecare risorse su risibili tagli delle tasse sulle persone fisiche o su interventi a pioggia per le imprese, affrontare realisticamente il nodo del cuneo fiscale sulle retribuzioni e sulle pensioni.
Se queste sono le prime cose su cui vogliono puntare le istituzioni locali, le categorie economiche e gli schieramenti politici , noi siamo pronti a fare la nostra parte per garantire gli interessi dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Paolino Barbiero
Segreteria Generale Cgil ProvincialeTreviso
In provincia di Treviso abbiamo un grave problema di civiltà nei confronti degli immigrati perchè devono attendere quasi un anno per il rinnovo del permesso di soggiorno e fare lunghe attese, anche dell'intera giornata, in condizioni disumane.
Come sindacati, associazioni varie abbiamo deciso di mettere in atto una serie di iniziative.
In particolare chiediamo a tutti l'impegno per la raccolta di firme per un appello rivolto al Prefetto e Questore di Treviso perchè venga decentrata ai comuni l'attività per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
Per questo chiediamo alle segreterie di tutte le categorie, ai servizi CGIL, ai delegati CGIL, alle RSU in tutti i posti di lavoro di organizzare la raccolta delle firme.
E' un'iniziativa importante per la nostra organizzazione, per rivendicare i diritti di tutti i cittadini anche stranieri e per affermare il valore della solidarietà come fondamento della nostra società.
E' anche prevista una grande manifestazione provinciale per il 28 maggio 2005 al pomeriggio della quale vi daremo informazioni più precise nei prossimi giorni.
Contiamo sull'impegno di tutti.
p. La Segreteria Provinciale CGIL _ Giancarlo Cavallin
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |