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Comunicati Stampa

LUGLIO 2005

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA - 7/7/2005

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Studio della Camera del Lavoro provinciale di Treviso sullo stock delle imprese attive e sugli stati di crisi. Segnali negativi anche dal terziario. Nei primi 5 mesi del 2005 persi più del doppio dei posti di lavoro che si prevede ne verranno creati nel corso dell'anno. Occupazione, permane un quadro molto preoccupante.

Il segretario della Cgil provinciale Barbiero: "Non c'è un bicchiere mezzo vuoto, ma un bicchiere vuoto per tre quarti. Mille assunti non ridurranno la gravità della situazione".

"Mille assunti in più in tutto il 2005 sono un'inezia rispetto alle dimensioni della crisi in atto, tanto più che si tratta soltanto di previsioni che se si avverassero rappresenterebbero una goccia nel mare. Basti pensare che solo nei primi 5 mesi dell'anno abbiamo già perduto 2.245 posti di lavoro".

Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, commentando i dati diffusi ieri sulle previsioni nelle assunzioni in provincia di Treviso, incrociate con una rilevazione sulla consistenza dei settori produttivi e sugli stati di crisi condotta dall'Ufficio Studi della Camera del lavoro di Treviso.

I DATI SULLE IMPRESE
E' il commercio il settore che conta la maggiore consistenza di imprese attive. L'ultima rilevazione statistica, relativa al gennaio 2005, indica come il 28,5% delle imprese presenti sul territorio provinciale siano di natura commerciale, dato inferiore alla media nazionale (34,6%) e leggermente più bassa di quella veneta (29,5%) ma in salita, rispetto al 2003, dell'1,1%.
Segue il manifatturiero con il 20,4%, in calo dello 0,7% sul 2003 ma di molto superiore alla media nazionale (15,7%) e a quella veneta (18,8%).
I servizi alle imprese rappresentano il 22,1% delle attività, con una incidenza in calo dello 0,3% rispetto al 2003, ma l'indicazione, depurata dalle attività immobiliare, si riduce al 14%, con un +0,1% sul 2003.
A quota 18,9% (+0,3% rispetto ai dodici mesi precedenti) le costruzioni, 4,9% (+0,1%) per i pubblici esercizi, 5,1% (stabile) per i servizi alle persone.

Rispetto al numero assoluto di imprese per settore i servizi alle imprese segnano l'incremento percentuale maggiore tra il 2003 ed il 2004, con un +3,1%. Crescono anche le costruzioni (+3,9%), i pubblici esercizi (+3,3%), le attività immobiliari (+2,3%), i servizi alle persone (+2,2%). In calo invece l'industria manifatturiera, che segna una flessione pari all' 1,2%. Complessivamente, nel 2004, le imprese sono cresciute del 2,2%.

I DATI SULL'OCCUPAZIONE
Malgrado il leggero incremento nel numero di attività, il tasso di disoccupazione registrato nel 2004 è cresciuto al 4,1% ( quasi 4.000 i licenziamenti), con una tendenza a dicembre del 2005 verso un ulteriore salto al 4,6%.

Nei primi cinque mesi del 2005 2.245 lavoratori hanno perso il posto, con una indicazione preoccupante riguardante anche il terziario, il settore cioè che secondo UnionCamere dovrebbe assorbire la quasi totalità delle 1.000 nuove assunzioni attese nellanno i'n corso.

In particolare il commercio lamenta il 15,6% del totale di lavoratori coinvolti in stati di crisi economiche e occupazionali in corso nelle piccole e medie imprese (aggiornamento al giugno 2005) di tutti i settori, una percentuale seconda solo al metalmeccanico (19,25%). Il 3,63% dei lavoratori interessati alle procedure di crisi tra le pmi è occupato nei pubblici esercizi. Diversa la situazione nelle imprese medio grandi o grandi, dove la percentuale maggiori di lavoratori coinvolti in stati di crisi si registra nel tessile,abbigliamento,calzaturiero (42,71%) e nel metalmeccanico (29,28).

Complessivamente, tra piccole, medie e grandi imprese, le crisi nei settori del terziario e del commercio riguardano 252 addetti su un totale di 2.294 lavoratori, quasi l'11%.

L'ANALISI
Bassa capacità di assorbire occupazione dal terziario e dal commercio, crescita dei numeri assoluti di imprese in questi settori legata anche all'aumento delle ditte individuali, emorragia di posti di lavoro dall'industria scarsamente riassorbibili nel comparto dei servizi, riposizionamento del sistema economico incerto, frammentato, spontaneo e non progettato.

Queste le questioni fondamentali che zavorrano le prospettive di riprese dell'economia trevigiana. "Mettendo insieme il bacino di giovani che cercano la prima occupazione e i lavoratori alla ricerca di nuova occupazione si comprende come un livello pari ad un migliaio di posti di lavoro in più sia ben lontano dall'indicare una inversione di tendenza.

Anzi, il fatto che alla flessione occupazionale nel manifatturiero si aggiunga un decremento in settori come il commercio, i servizi del terziario e il turismo, aggiunge elementi di preoccupazione. Tanto più che la capacità di generare lavoro da parte del terziario non modifica in alcuna maniera la difficoltà legata dagli esuberi nell'industria, dal momento che i lavoratori espulsi dal manifatturiero non hanno le competenze per poter essere rioccupati nei servizi; inoltre il sistema integrato della formazione che le parti sociali e le categorie economiche richiedono alla Provincia di Treviso è ancora in fase di progettazione, mentre alla luce della recessione in corso e della necessità di ripartire verso prospettive di sviluppo il sistema economico dovrebbe poter già poter contare su una struttura di formazione e riqualificazione nuova e più avanzata.

Appare quindi evidente come i dati di UnionCamere non permettano neppure di guardare alla metà piena del bicchiere, che in realtà resterà vuoto per almeno due terzi. E questo senza contare la necessità di approfondire la qualità contrattuale dei nuovi assunti, su cui potrebbero pesare le gravi precarietà introdotte dalla Legge 30".

CGIL TREVISO Segreteria provinciale

COMUNICATO STAMPA Ssgreterie provinciali CGIL CISL UIL - 26/7/2005

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Nuovo sviluppo, in quattro punti la proposta di Cgil, Cisl e Uil. Identificare i settori su cui investire per il rilancio del sistema economico, ripensare la formazione, piano di marketing territoriale e welfare locale i capisaldi del documento definito dagli esecutivi unitari.

Barbiero (Cgil): "Situazione complessiva, dobbiamo proseguire sulla strada tracciata dall'accordo con Unindustria. Accelerare le iniziative attuative del Piano Strategico". Cecchetto (Cisl): "Dare risposta alle paure e alle incertezze dei lavoratori". Confortin (Uil): "Al 30 giugno di quest'anno persi 2.600 posti. Si esce dalla crisi solo attraverso un confronto tra parti sociali, associazioni di categoria e politica".

Attivare progettualità che consentano di identificare i settori su cui investire per permettere al sistema economico trevigiano di tornare competitivo;
ripensare il sistema della formazione a 360 gradi (alla luce non solo della necessità di riqualificare i lavoratori che perdono l'occupazione ma definendo anche quale tipo di sapere è utile predisporre per i giovani in considerazione delle trasformazioni in atto);
realizzare un'operazione di marketing strategico territoriale che promuova all'esterno l'immagine, le risorse e le opportunità offerte dalla Marca (spaziando dal comparto turistico a quello industriale);
mettere allo studio iniziative di attuazione di un welfare locale che rafforzi la componente difensiva e che, sulla falsa riga dei modelli anglosassoni, sia efficace nel promuovere il miglioramento delle condizioni di vita e di prosperità degli individui e delle famiglie.

Sono questi i quattro pilastri su cui si verrà elaborato il documento degli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, l'organismo che mette insieme le segreterie confederali e quelle generali delle categorie dei tre sindacati, riunitosi lunedì pomeriggio a Treviso.

"Da questo vertice, ha spiegato il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, è emersa la volontà di proseguire lungo il percorso di confronto tracciato con la sigla del patto con Unindustria, e questo sia a livello confederale che di categoria. Per quanto si sia consapevoli che la dialettica con gli industriali non esaurisce il ventaglio di azioni e iniziative è chiaro che una prospettiva di rilancio futuro del sistema economico, e quindi anche della qualità del lavoro, non pu= non passare per un serrato dibattito costruttivo tra le organizzazioni sindacali e quelle datoriali.

Sappiamo che la situazione è complessa: l'economia globale ci propone scenari che rivoluzionano il panorama economico a cui eravamo abituati; le modificazioni della struttura contrattuale cambiano la rappresentazione del mondo del lavoro e quindi anche la capacità di rappresentanza del sindacato; le tensioni internazionali agiscono come moltiplicatore della trasformazione degli equilibri anche economici.

In questo quadro il tessuto economico e produttivo trevigiano deve essere oggetto di una analisi profonda, che chiami in causa la responsabilità delle organizzazioni di rappresentanza nel guidare scelte virtuose per tutta la collettività. I quattro punti sono per noi un ordine del giorno prioritario in relazione alla struttura del Piano Strategico, rispetto al quale c'è condivisione sugli assi di intervento per quanto ci sentiamo di chiedere con urgenza di passare dalla lunga fase progettuale e di presentazione alla parte di attuazione".

"Una riunione importante che ci ha consentito di confrontare esperienze, sensibilità e punti di vista diversi rispetto alla crisi_trasformazione del sistema produttivo del nostro territorio, ha dichiarato Maurizio Cecchetto Segretario Generale Cisl Treviso, in cui abbiamo condiviso le premesse su cui impostare l'iniziativa sindacale verso le Associazioni datoriali e verso le Istituzioni locali.

Per il sindacato è urgente introdurre nel sistema produttivo locale una forte dose di progettualità capace di riprendere il controllo sullo sviluppo e dare risposte alle paure e alle incertezze dei lavoratori. Su molti temi c'è un'ampia condivisione; si tratta allora di stabilire dei traguardi, magari intermedi, e su questi concentrare l'attenzione, le risorse e l'iniziativa dei vari soggetti.

La gestione della formazione continua sarà un tassello prioritario perché è vicina all'azione contrattuale del sindacato, come lo sono pure i temi delle infrastrutture e dello stato sociale, a partire dagli ammortizzatori necessari per superare le difficoltà della crisi.

"Sullo sfondo, ha concluso il segretario generale della Cisl trevigiana,rimane la necessità di riaggiustare la cultura d'impresa, sia per favorire aggregazioni e crescita dimensionale, sia per migliorare le relazioni sindacali ed il rapporto tra impresa e società".

"Al 30 giugno di quest'anno il conto dei posti di lavoro perduti è salito a 2.600, ha detto il segretario generale della Uil provinciale di Treviso Antonio Confortin, e questo rende bene la portata della grande difficoltà che stiamo affrontando e che ha il nome della Filati del Montello, della Pagnossin, della Diadora e di tutto il mondo delle pmi che fino a pochi anni fa era invece il motore della crescita.
Per la prima volta il sistema economico e produttivo della Marca trevigiana si trova a fare i conti con una profonda fase di crisi, che pu= essere superata solo con un vasto accordo per un programma di rilancio fra le parti sociali, le associazioni di categorie e la politica. La convergenza emersa nel corso degli esecutivi unitari è comunque un segnale di grande forza da parte del sindacato, che non si ritrovava ad un tavolo di confronto così ampio da quasi due anni".

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina