GENNAIO 2006
Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
COMUNICATO STAMPA _ 5/01/2006
Analisi della Camera del Lavoro di Treviso, verificando i propri dati con la rilevazione Istat dell'Ufficio Studi della Provincia di Treviso. Dal 1995 al 2003 declino senza inversione di tendenza che ha portato alla perdita di otto punti e mezzo.
Crolla il valore aggiunto della produzione industriale trevigiana.
Il segretario della Cgil Trevigiana Barbiero: "I dati rendono evidente quanto sia inutile e fuorviante pensare che basti lavorare di più. Manca una strategia di lungo periodo da parte dei capitani d'industria, di questo passo il manifatturiero della Marca è destinato a perdere quote di mercato e ridurre drasticamente gli occupati."
Otto punti e mezzo persi in valore aggiunto dal 1995 al 2003 (da 92,4 a 80, facendo 100 la media nazionale), una performance peggiore di quella del Veneto e del Nord Est. La crisi del sistema manifatturiero industriale trevigiano sta tutta in questi numeri negativi ed è indicativa di un declino legato alla tipologia delle produzioni.
E' quanto emerge da una ricerca condotta dall'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso sulla base delle ultime rilevazioni Istat sul valore aggiunto prodotto per unità di lavoro equivalente a tempo pieno. Lo studio mostra come il trend di riduzione del valore aggiunto sia rigida e caratterizzata da una curva discendente piuttosto pronunciata, che in otto anni non ha mai interrotto la tendenza.
"Sulla base di questi dati, ha dichiarato oggi il segretario della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, la discussione sul "lavorare di più" è perfettamente inutile e per giunta fuorviante. E' insensato illudersi di poter rimanere sul mercato aumentando la quantità della produzione senza porsi il problema sul "cosa si fa". La perdita di valore aggiunto, che comunque era già basso nel 1995, è infatti indicativa di beni e prodotti di scarso valore, su cui pesano in maniera rilevante il costo delle materie prime e il costo del lavoro.
Queste indicazioni, ha aggiunto Barbiero, ci portano ad una doppia preoccupazione: la prima è che se il declino del comparto industriale trevigiano continuerà a questo ritmo, entro pochi anni più che di riduzione dell'incidenza del manifatturiero rispetto all'intero sistema produttivo si dovrà parlare di forte recessione dell'industria dalla Marca. Del resto i dati sulle mobilità, la cassa integrazione, l'impennata della disoccupazione e le crisi d'azienda confermano che il trend è continuato anche nel 2004 e nel 2005, malgrado un riassestamento dell'export. La seconda è che appare chiaro che continuando a intestardirsi su queste produzioni a basso valore aggiunto e non potendo intervenire sul costo delle materie prime che sono in continua crescita,rimane solo la strada della drastica contrazione del costo del lavoro attraverso la delocalizzazione o con la precarizzazione dei rapporti e delle condizioni di lavoro, che determina per= il rischio di minare la coesione sociale. Questo significa che il capitalismo industriale trevigiano non è più in grado di generare prosperità nel territorio.
Per quanto le politiche economiche del governo non abbiano favorito l'innovazione,sottolinea il segretario della Cgil trevigiana,quella che manca è una visione strategica di lungo periodo da parte della borghesia industriale. Di fronte all'assenza di spinte verso un rinnovamento produttivo che offra valide alternative alla situazione attuale, le politiche di welfare attivo, che puntano alla rioccupazione degli esuberi dalle industrie in chiusura, sono destinate a fallire nel lungo periodo, dal momento che da un lato aumentano il numero dei licenziati, dall'altro diminuisce il numero delle imprese che possono riassorbirli. Pensare di traghettare figure operaie spesso con scarsa scolarizzazione verso il terziario è poi una pura illusione, tanto più che senza un secondario di qualità anche le attività di servizio economicamente più redditizie sono destinate a non decollare".
Ufficio Stampa
CONVEGNO "VERSO UN NUOVO WELFARE" _ 10/01/2006
I diritti di cittadinanza tra disponibilità di risorse e reale esigibilità
c/o Hotel Bolognese a Preganziol, ore 9.00 di martedì 10 gennaio 2006
La CGIL Camera del Lavoro di Treviso insieme a SPI CGIL e FLFP CGIL di Treviso, in collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova presentano una giornata di riflessione sulle scelte necessarie verso nuovo welfare.
Ore 9.00 Apertura lavori, presiede Pierluigi Cacco (Segretario Generale SPI CGIL Treviso)
Comunicazioni:
Ore 9.15 Comunicazione di Italo Improta (Segreteria SPI CGIL Treviso):
la società delle nuove debolezze
Ore 9.45 Comunicazione di Giancarlo Cavallin (Segreteria CGIL Treviso):
per uno stato sociale universale e solidaristico (dai bisogni alla ricerca delle risorse).
Relazioni:
- Ore 10.15 Gianmaria Gioga (Collaboratore Fondazione Zancan di Padova) : diritti possibili ed esigibili
- Ore 10.45 Margherita Miotto (Coordinatrice Forum 32): il ruolo pubblico nell'erogazione dei servizi
- Ore 11.15 Rina Biz (Presidente Cooperativa Sociale "Insieme si pu=" Treviso):il terzo settore fra contenimento dei costi e qualità dell'erogazione
- Ore 11.45 Giancarlo Da Lio (Segretaro Generale FP Treviso): il lavoro, i diritti e i doveri
- Ore 12.15 Interventi programmati e dibattito
- Ore 13.15 Conclusione, Paolino BARBIERO (Segretario Generale CGIL Treviso)
LETTERA ALLA TRIBUNA DI TREVISO _ 18/01/2006
Caro Bepi Covre,
con la solita verve sei riuscito a scrivere una appassionata difesa della Lega trevigiana e della sua lunga esperienza di governo in Provincia.
Una esperienza che io non giudico positivamente.
E lo dico il più possibile sulla base di riscontri oggettivi e non di valutazioni esclusivamente di natura politica.
Né personalmente, né tanto meno come segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, intendo liquidare, come dici tu, un movimento politico. La politica si giudica, si boccia o si promuove. Non si liquida, non si delegittima. A questo proposito ti vorrei sottolineare il grande rispetto con la platea del Congresso della Cgil, nella giornata di apertura, ha ascoltato l'intervento del presidente Vicario della Provincia di Treviso Leonardo Muraro. Un rispetto che è stato reciproco al di là delle notevoli differenze.
Sono onestamente sempre più infastidito dalla storiella della Cgil che fa politica, costola della sinistra, grimaldello sociale dell'opposizione al governo Berlusconi. Rivendico piuttosto l'essere un sindacato che non è solo soggetto contrattualista, ma anche comunità di valori. Una comunità che non teme di esprimerli, i propri valori di riferimento, e di cercare di vederli concretamente attuati nella realtà.
Avete, caro Bepi, sottovalutato i segnali della crisi che già c'erano nel 1996, perché avete preferito cavalcare l'onda elettorale dell'imprenditoria diffusa senza capire che le condizioni che hanno permesso lo sviluppo di quel tessuto d'impresa avevano la data di scadenza. E' una responsabilità che non vi va data in esclusiva, considerato che anche la classe imprenditoriale ha tranquillamente sottovalutato il futuro, pensando più al guadagno immediato che alla progettazione di un sistema capitalistico destinato a durare perché capace di leggere la realtà, le novità, gli sviluppi, ed essere pronto ad adeguarsi a nuove condizioni in maniera efficace ed efficiente.
Quel brodo primordiale, straordinario terreno di coltura per il sistema produttivo della nostra provincia, ha dissipato la propria ricchezza e le proprie potenzialità.
Non ha sviluppato organismi evoluti e complessi ma imprese nane, esposte alla tenaglia del credito, indifese di fronte al riallineamento della lira prima e all'introduzione dell'euro poi, passaggi che hanno fortunatamente dato al nostro indebitato paese un briciolo di equilibrio finanziario. Poi, con voi al governo, la competitività l'avete ricercata sbriciolando i diritti dei lavoratori nell'abbraccio con la Confindustria di
D'Amato e Tognana.
Caro Bepi, noi quel pericolo lo avevamo visto in anticipo. E lo avevamo denunciato. Ma quando, cinque anni fa, cominciammo a parlare di rischio declino per il paese, ci avete dato dei matti.
Forse in quell'ubriacatura anti Cgil vi siete persi qualche passaggio sulla delocalizzazione. Ma si pu= sempre rimediare.
Quanto all'immigrazione mi sembra banale e un po' sempliciotta la tesi contenuta nei tuoi passaggi. La prendo per una battuta perché ridurre il dramma di chi sfugge alla miseria e il problema dell'integrazione degli stranieri ad un circo mi sembra poco decoroso, per gli immigrati e per la tua vivace intelligenza.
Patto Strategico, Centro per l'Impiego, politiche di sviluppo. Riusciresti a fare la lista di interventi realizzati e riusciti?
Io non ci riesco. La Cgil, con Cisl e Uil, è partner della Provincia in molti degli assi strategici ma non vediamo risultati. I fatti dicono che ad oggi il Patto Strategico è rimasto un libro delle intenzioni, luccicante di parate e grandi presentazioni. E che l'unica vera attuazione restano le rotonde, e lo dico con tutta la dignità che merita un intervento di miglioramento della sicurezza della nostra rete stradale.
Non rivendico superiorità né morali né culturali anche se non mi tiro mai indietro dallo stigmatizzare certi vostri toni e certi vostri atteggiamenti. Hai ragione, fra poco si vota; e i prossimi 5 anni saranno decisivi per la nostra provincia. Per vincere una partita che è di tutti servirà di più rispetto a toni da battaglia di Lepanto contro gli islamici o al refrain anti immigrati, che compatta le vostre fila ma sposta poco rispetto ai problemi veri. Noi, con il massimo rispetto per il giudizio democratico che sarà espresso dall'elettorato, continueremo a pungolare la classe dirigente. E quando, secondo la nostra modesta opinione, la politica sbaglierà, chiederemo ancora qualche cosa di diverso.
Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso
COMUNICATO STAMPA _ 30/01/2006
Per il segretario generale della Cgil di Treviso utile e necessaria la proposta di Salvadori di aprire un confronto tra le parti economiche e sociali sul futuro dell'aerostazione.
Aeroporto, sì al confronto proposto da Unascom.
"Ci interessa che venga mantenuto un legame tra sviluppo delle attività ed economia del territorio della Marca. In questi anni sono stati ottenuti risultati importanti: il timore è che la gallina dalle uova d'oro finisca per essere utilizzate per fare un brodino magro".
Il segretario generale Paolino Barbiero riassume la posizione che la Cgil provinciale intende assumere relativamente al futuro dell'aeroporto di Treviso, su cui si profila da un lato la possibilità di una notevole espansione dei voli, dall'altro la possibile cessione a Save.
"Siamo tendenzialmente favorevoli, ha detto Barbiero, a tutte le operazioni che tendano a fortificare i soggetti qualificati dell'economia provinciale.
Riteniamo per= che l'aeroporto, il cui management in questi anni è riuscito ad ottenere importanti risultati, debba avere uno sviluppo che non sia slegato dalle necessità di crescita del territorio. Se le linee strategiche sono quelle
prefigurate da Ryan Air, è chiaro che l'aerostazione pu= essere considerata una possibile leva positiva di crescita economica. Agli azionisti trevigiani di Aertre chiediamo quindi in che misura la "liason" tra aerostazione e provincia verrebbe mantenuta anche dopo la cessione e quali patti di sindacato garantirebbero questa necessità, considerato che le notizie di questi giorni lasciano prefigurare un ingresso di Aertre nell'azionariato di Save con quote assolutamente residuali".
"Quello a cui le parti sociali sono interessate, sottolinea il segretario della Camera del Lavoro di Treviso, è una evoluzione che aggiunga economicità e occupazione in una logica di differenziazione e di specializzazione rispetto al Marco Polo di Venezia. Quello che non vorremmo è un aeroporto di Treviso le cui strategie siano svincolate dall'andamento e dai bisogni della
nostra economia e che facciano riferimento soltanto alle logiche del gruppo Save".
"In ogni caso, ha concluso Barbiero, rispetto ad uno sviluppo che faccia salire i passeggeri fino all'ambiziosa quota di 4 milioni all'anno prefigurata dal vettore low cost che opera a Treviso, dobbiamo verificare l'impatto che un tale aumento delle attività avrebbe sull'ambiente circostante all'aerostazione, e in particolare sull'ambiente urbano e sulla qualità della vita di chi vive vicino all'aeroporto.
Per mettere d'accordo esigenze di crescita del traffico e sicurezza e benessere del centro abitato si deve lavorare per trasformare le possibili criticità in fattori di vantaggio, anche con interventi di ridisegno e razionalizzazione della presenza abitativa, commerciale e delle infrastrutture, comprese quelle logistiche".
PIATTAFORME SULLO SVILUPPO E SUL WELFARE LOCALE _ 31/01/2006
Sono stati inviati ai Sindaci dei Comuni della provincia di Treviso le due "Piattaforme" sullo sviluppo e sul welfare locale.
Il primo documento, "Concertazione con i Comuni su welfare locale, territorio e fiscalità, in occasione della predisposizione dei bilanci preventivi 2006", ripropone il confronto sui servizi sociali che ormai è diventata una "buona pratica" in tutti i Comuni della Marca.
Una buona pratica che si è dimostrata utile per le scelte politiche ed amministrative, a volte difficili, che voi siete chiamati a fare ma anche utile a noi per capire le difficoltà che stanno investendo il welfare locale.
Una buona pratica che, come abbiamo riscontrato gli anni scorsi, richiede un'evoluzione verso sintesi a livello sovracomunale.
Il secondo, "Per uno sviluppo di Marca", sui temi della crisi-trasformazione che sta attraversando il nostro sistema produttivo ed in particolare il settore manifatturiero.
Con questa piattaforma poniamo l'obiettivo di riprendere in mano le redini dello sviluppo attraverso uno sforzo progettuale capace di attivare sinergie e concertazione tra i diversi soggetti.
Uno sforzo comune per ricreare condizioni di sviluppo per le imprese, opportunità e speranze per le persone, un futuro per il territorio.
Su questo documento avvieremo il confronto con tutti i soggetti istituzionali, datoriali e sociali; svilupperemo i contenuti del documento in sede di Piano strategico provinciale e nella contrattazione aziendale e territoriale. In questo quadro siamo interessati a discuterne con i Sindaci, preferibilmente a livello di zona (in termini da concordarsi).
Per impostare gli incontri a livello sovracomunale, sui due documenti, verrà chiesto l'aiuto delle Conferenze dei Sindaci (ambito Ulss), anche per definire gli ambiti più adatti.
Cgil Treviso - P. Barbiero
Cisl Treviso - M. Cecchetto
Uil Treviso - A. Confortin
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