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Comunicati Stampa

OTTOBRE 2006

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA - 03/10/2006

Treviso, Calmaggiore

Per il segretario provinciale Barbiero la priorità rimane eliminare le spese improduttive.
Finanziaria, la Cgil chiede ai Comuni un confronto sui bilanci
.
Il sindacato sarebbe critico di fronte ad una operazione in cui si dà con una mano, quello dello Stato centrale, ma si toglie con l'altra, quella degli enti locali. Ugualmente è inaccettabile lo sciacallaggio politico: non staremo a guardare se qualcuno toccherà la spesa sociale per la convenienza di dimostrare le tesi dell'opposizione sulla manovra.

A fronte delle osservazioni critiche mosse da numerose Amministrazioni comunali, la Cgil trevigiana esprime preoccupazione per una situazione di stretta ai bilanci pubblici che finisca per vanificare gli effetti positivi della redistribuzione del reddito come prevista dalla manovra finanziaria elaborata dal Governo; altrettanto riterremo inaccettabile che qualcuno tenti di fare campagna politica sulla pelle dei cittadini, privandoli di servizi di alto valore sociale con il solo scopo di instillare nell'opinione politica la convinzione artificiosa che questa finanziaria colpisca il ceto medio.

Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero.
"La Cgil trevigiana, ha proseguito Barbiero, propone ai Comuni della Marca di intensificare il confronto e la contrattazione sociale. Vogliamo renderci disponibili ad affrontare un ragionamento schietto sul problema dei tagli ai trasferimenti e saremo naturalmente molto critici di fronte ad una operazione che dia con una mano, quella della rimodulazione del fisco, e che tolga con l'altra attraverso i tagli o l'aumento di tariffe o imposte locali. Ugualmente la Cgil di Treviso non starà per= a guardare di fronte all'azione di chi, facendo sciacallaggio sociale punta a tenere sotto scacco la qualità della vita delle famiglie attraverso tagli alle spese sociali, dalla scuola all'assistenza, per una questione di mera convenienza della propria parte politica".

Per contribuire ad una discussione concreta, fondata sulla realtà dei fatti e non sulle affermazioni di comodo, ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale, siamo pronti ad un confronto pubblico: invitiamo allora i Comuni, quelli guidati dal centrodestra come quelli in mano al centrosinistra o alla sola Lega Nord, ad aprire i libri dei propri bilanci.
Perché prima di tagliare, e in particolare prima di farlo sul sociale, sarebbe necessario verificare se, tra le pieghe delle uscite, vi siano o no spese improduttive, spese non necessarie, spese che se ridotte o eliminate produrrebbero un impatto insignificante sulla qualità della vita degli amministrati.
Credo che questa possa essere l'occasione giusta per far nascere un confronto sulla complessità del sistema istituzionale locale, per capire se tra i nostri 95 Comuni si possano o meno ingenerare collaborazioni sinergiche per attivare economia di scala; se si possa non tanto tagliare gli improduttivi, come sostiene Ichino, ma piuttosto trasformarli in produttivi, evitando anche costose terziarizzazioni, con il risultato di ottenere non solo risparmi di spesa ma anche un aumento dell'efficienza e della qualità dei servizi.

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO - 03/10/2006

Invito

INVITO
11 ottobre 2006, ore 16.00 in Vicolo tre Cime di Lavaredo, Visnadello (Villorba - Tv)
INAUGURAZIONE DEI NUOVI LOCALI DELLA SEDE DI VISNADELLO

COMUNICATO STAMPA - 16/10/2006

Trf

Durissima replica del segretario provinciale ai vertici di Unindustria e degli artigiani.
TFR, attacco della Cgil agli imprenditori: "Basta propaganda"
Barbiero: "Basta con le balle sul furto da parte dello Stato, c'è aria di collateralismo con l'opposizione fatto a colpi di disinformazione a danno dell'opinione pubblica. Le aziende dicano invece quanto costa alla collettività l'intervento del fondo di garanzia, che protegge i lavoratori delle realtà che falliscono dal rischio di perdere tutta la loro liquidazione"

"Basta con le balle sul furto del Tfr. Gli industriali e gli artigiani dicano invece ai lavoratori quanto costa alla collettività la loro insolvenza, che costringe lo Stato a pagare somme crescenti attraverso il fondo che garantisce il trattamento di fine rapporto a chi ha avuto la sfortuna di lavorare in una azienda fallita e che, ovviamente, le liquidazioni le ha perse tutte".
Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, che ha duramente contestato le prese di posizione dei vertici di Unindustria e delle associazioni artigiane sul trasferimento all'Inps di una quota del Tfr futuro, qualora non venga versato nei fondi pensione di riferimento, come previsto dalla nuova finanziaria.

"Fare movimentismo verbale per dare sostanza alla rivolta dei blocchi sociali che strizzano l'occhio al centrodestra è facile, ha detto Barbiero, più difficile è spiegare, innanzitutto ai lavoratori, come stanno realmente le cose.
Quello che le aziende non dicono è che la parte di Tfr che sarà destinato all'Inps riguarda il maturando e non il maturato, quindi il Tfr futuro e non quello già accantonato. Quello che le imprese non dicono è che nelle loro casse il Tfr dei lavoratori è tutto fuorché sicuro, altrimenti non si spiegherebbe perché la collettività attraverso il Fondo di garanzia istituito nel 1982 (fino ad allora il lavoratore perdeva in toto il TFR in caso di insolvenza), abbia dovuto sborsare, solo a Treviso, 5.820.800 euro nel 2004, 8.546.716 nel 2005 e 7.044.163 nei primi sei mesi del 2006 per pagare la liquidazione ai lavoratori di imprese fallite, dove con la massa monetaria e immobiliare era svanito anche questo pezzo di salario.

Nè dicono che, contrariamente alle disposizioni di legge, spesso il TFR viene liquidato in comode rate, dal momento che questi soldi dei lavoratori finiscono nel calderone contabile dell'impresa, che di fatto si finanzia a basso tasso d'interesse con un debito verso i dipendenti che non sa neppure se sarà in grado di onorare"
"Questo meccanismo, ha aggiunto il segretario della Cgil di Treviso, spiega perché sia fallita l'operazione del precedente governo per dare sistematicità alla previdenza complementare da alimentare proprio con il Tfr e spiega perché, dopo 5 anni, gli artigiani del Veneto facciano di tutto per non far partire il fondo di categoria. Cosa succederebbe se, come avviene in gran parte dei paesi europei, più del 90% dei lavoratori utilizzasse le liquidazioni per il secondo pilastro previdenziale?

E allora va detta la verità: in Italia il 15% dei dipendenti fa previdenza complementare con il Tfr e per questi lo spostamento non vale; al rimanente 85%, che ci si augura cambi idea e faccia decollare i fondi previdenziali, va detto che la quota residua dall'investimento per la pensione sarà al sicuro, perché il rendimento presso l'Inps sarà lo stesso, perché lo Stato non fallisce, perché fino ad oggi il Fondo di garanzia ha pagato fino all'ultimo centesimo, al contrario delle imprese".
"Siamo consapevoli, ha concluso Barbiero, che la coperta è corta e che le gambe da coprire sono tante. Proprio per questo la Cgil ha proposto che lo spostamento del Tfr, in attesa dell'avvio della previdenza complementare, sia una misura transitoria finalizzata allo start up delle opere pubbliche, compresi i cantieri per infrastrutture che gli imprenditori a ragione chiedono e che il precedente esecutivo aveva progettato senza copertura finanziaria.

Ma non siamo disponibili a questo gioco al massacro a colpi di propaganda fatto sulla pelle dei lavoratori. Un conto è aprire un confronto sui dati oggettivi, un altro è pulirsi la bocca sporcando quella degli altri. Riteniamo che sia opportuno che il Governo spieghi fino in fondo la questione alle le parti sociali; giudichiamo invece inutile, demagogica, dannosa e strumentale la minaccia di chi, come gli artigiani, sventola lo spauracchio della protesta di piazza fondata su argomentazioni del tutto irreali , illogiche e inconsistenti".
Ufficio Stampa

SETTIMANA CONTRO LA PRECARIETA' - 21/10/2006

Nidil

NIDIL (Nuove Identità di Lavoro) CGIL ha programmato, insieme alla Confederazione, una serie di iniziative, anche a livello territoriale, per mantenere alta la discussione in tema di lavoro flessibile e precario.
Dal 27 al 31 ottobre 2006 è stata proclamata, in tutti i territori, la "Settimana contro la precarietà", in concomitanza dell'anniversario della pubblicazione del decreto legislativo 276/03, cosiddetta legge Biagi che ancora produce effetti negativi nella condizione lavorativa di molte persone.

Nel Veneto tra le varie iniziative, una in particolare è di carattere regionale e nazionale che si terrà il 31 ottobre 2006 a Verona, il "nontiscordardime" con i Parlamentari veneti del centro-sinistra e la Sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi. L'iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare e ricordare ai parlamentari il loro impegno per modificare la legislazione sul lavoro nella direzione di una eliminazione della precarietà, in particolare per quanto riguarda i lavoratori parasubordinati (co.co.co.; co.pro.; associati in partecipazione,ecc.) "frontiera" estrema della precarietà, presentando loro anche le proposte di NIDIL CGIL.

Dal 16 al 18 novembre 2006 si terrà a Roma la prima Assemblea Nazionale dei rappresentanti eletti dai lavoratori atipici e precari del settore pubblico e privato, organizzata da NIDIL, assieme alla Confederazione e alle altre Categorie CGIL. Lo scopo è quello di dar voce ai lavoratori atipici stessi all'interno della CGIL e verso l'esterno, elaborando con essi le prossime proposte ed azioni.
NIdiL si batte per una effettiva "ricomposizione" del mondo del lavoro, mai così destrutturato come negli ultimi anni, sotto un unico comune denominatore: l'inclusione nel sistema dei diritti e delle tutele di tutti i lavoratori e lavoratrici e da cui invece oggi molti sono esclusi. Ci= attraverso il superamento dell'attuale legislazione sul lavoro (Legge 30 e dlgs 276/03), che sta provocando un'aumento del lavoro precario, mascherato da flessibilità, affinchè il contratto a tempo indeterminato ritorni ad essere la normale modalità di lavoro. Non solo attraverso la via legislativa ma anche con la contrattazione e la vertenzialità, spesso anticipatrice del legislatore.

L'azione di NIdiL, insieme alle altre Categorie della CGIL, è rivolta a dare rappresentanza a quelle persone che lavorano con contratti atipici, spesso in "solitudine", per avviare percorsi di stabilizzazione di tali lavoratrici e lavoratori ed allargando, al contempo, anche ad essi le tutele (malattia, maternità a rischio, riposo psico-fisico, ecc.) di cui a volte sono privi o rendendo esigibili in concreto diritti di cui alcune categorie di lavoratori (ad esempio a somministrazione) godono solo sulla carta ma spesso divengono inesigibili per la "debolezza" della loro posizione.

NIdiL, infine, rivendica un nuovo sistema di welfar, centrale e locale, che non escluda i lavoratori atipici dalla rete di protezioni sociali ma che consenta loro di far valere il proprio diritto di cittadinanza sociale. Ad esempio: sostegno al reddito, accesso al credito agevolato, garanzie per il futuro previdenziale nel sistema pubblico ed eventuali forme integrative che siano praticabili.
Per quanto riguarda la nostra realtà provinciale stiamo avviando un lavoro di monitoraggio per individuare la consistenza del ricorso al lavoro atipico e il rispetto delle norme di legge e delle direttive ministeriali.
NIDIL, CGIL di TREVISO

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina