FEBBRAIO 2006
Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
IMMIGRAZIONE: LA CGIL PUBBLICA UN LIBRO IN SEI LINGUE _ 15/02/2006
Un vademecum con tutte le informazioni utili.
Il volume è disponibile gratuitamente presso le sedi del sindacato e sarà distribuito nei luoghi di lavoro.
Cavallin (segreteria provinciale): "Uno strumento con cui vogliamo favorire il grado di integrazione degli stranieri, che passa anche attraverso la loro conoscenza e consapevolezza delle norme italiane". Con 70.000 residenti la provincia di Treviso è la prima nel Veneto per numero di cittadini provenienti da altri Paesi.
Le dimensioni del fenomeno immigrazione nella nostra Regione e in particolare in provincia di Treviso indicano che la società si caratterizzerà sempre più con un marcato carattere di multiculturalità. Occorre quindi utilizzare tutti gli strumenti utili per favorire processi di incontro e dialogo fra culture e religioni, in una logica secondo cui integrazione non è annullamento della propria cultura d'origine.
Lo ha detto oggi Giancarlo Cavallin, responsabile per le Politiche Sociali e l'Immigrazione della Camera del Lavoro di Treviso, presentando la guida "Migranti a Treviso", un vademecum in 6 lingue, compreso l'arabo, contenente informazioni utili per gli stranieri che soggiornano in provincia e realizzato dalla Cgil.
I cittadini migranti in Veneto, ha spiegato Cavallin, sono oggi il doppio rispetto ai livelli di soltanto quattro anni fa. Dei 260.000 migranti residenti,circa il 5,6% della popolazione totale veneta, circa 70.000 risiedono a Treviso che, per numero di presenze, è quindi la prima provincia in Veneto.
Questa guida muove dalla considerazione per cui la mancata integrazione degli immigrati produce, all'interno del corpo sociale, separatezza, disarticolazione, dominio e sudditanza. Fino ad oggi le leggi in materia di immigrazione, e in particolare la Bossi Fini, hanno guardato all'immigrazione come ad una minaccia e la hanno affrontata in maniera ostile ai migranti. La guida vuole offrire un contributo affinché gli stranieri abbiano a disposizione un patrimonio di conoscenza e consapevolezza della legislazione di base, dei loro diritti e dei loro doveri.
Anche a Treviso e nel territorio provinciale, ha concluso Cavallin, la comunità italiana si incontra e quindi si confronta con uomini e donne di cultura e religione diversa arrivati nel nostro paese spinti dal bisogno. La politica della Cgil, e quindi anche il senso di questa guida, è quello di garantire l'uguaglianza dei cittadini e il godimento pieno dei diritti da parte di tutti, nell'ambito di quel rispetto e di quella accettazione reciproci che sono le fondamenta di una integrazione che sia soprattutto il criterio per dare organicità alle politiche con cui disciplinare questa materia tanto delicata.
All'interno del volume, che può essere ritirato gratuitamente presso le sedi della Cgil e che verrà distribuito nei luoghi di lavoro, gli immigrati troveranno una guida esaustiva che spazia dai requisiti per ottenere il soggiorno o rinnovarlo alla sicurezza sociale, dal fisco ai diritti del lavoro e diritto allo studio, dal servizio sanitario nazionale alle norme che regolano l'accesso alla casa.
LETTERA ALLA TRIBUNA DI TREVISO _ 16/02/2006
Gentile direttore,
ho la sgradevole impressione che il dibattito sulla situazione economica nella nostra provincia rischi di ridursi a una sterile e controproducente contrapposizione tra chi sostiene che la crisi c'è e chi invece ritiene che la crisi non ci sia e che, piuttosto, il nostro modello economico stia attraversando una fase di trasformazione che non produce problemi collettivi, ma semmai solo problemi individuali.
Il "sentiment", come dicono gli esperti, sarebbe insomma diverso dalla realtà.
Personalmente non ritengo sia costruttivo limitarsi a gridare al lupo ma penso sia responsabile affrontare con coraggio i nodi della trasformazione, anche se questo è doloroso per le classi dirigenti, che temono solo di perdere il consenso.
Non è "sentiment", il fatto che, al 31 gennaio 2006 di quest'anno i lavoratori ancora iscritti nelle liste di mobilità erano 6.459. Questo dato pone la provincia di Treviso al primo posto, in Regione, per numero di licenziati a cui vanno sommati circa 5.000 persone in Cassa Integrazione Guadagni.
È oggettivo il fatto che la stragrande maggioranza di questi lavoratori provenga dal settore manifatturiero e che non abbia professionalità adeguate per essere rioccupata in altri comparti, se non con una profonda riqualificazione professionale.
Non è "sentiment" il fatto che a soffrire di più, negli ultimi mesi, siano le piccole imprese, quelle con meno di dieci dipendenti, che rappresentano circa il 70% del nostro tessuto produttivo e sono senza tutele reali sia l'imprenditore che i lavoratori.
Non è "sentiment" neppure il dato dell'Istat secondo cui la capacità di produrre valore aggiunto dell'industria trevigiana è tra le più basse in Italia, e che il recupero di produttività avviene attraverso uno spostamento all'estero che non è internazionalizzazione, ma pura e semplice delocalizzazione: cioè le nostre industrie recuperano capacità di competere solo contraendo il costo del lavoro.
Senza fare confusione, dal momento che la trasformazione investe il manifatturiero, il fenomeno di passaggio epocale da una economia all'altra riguarderà, prima o dopo, circa la metà dei lavoratori della Marca.
Come ci stiamo attrezzando a questo passaggio? Più che discutere su crisi o non crisi, mi pare che il punto sia individuare nuove prospettive produttive, economiche e sociali per dare una scossa di qualità alla politica industriale e del territorio.
Il sindacato, il mondo delle imprese, la politica e gli esperti hanno il compito di indicare soluzioni e discutere, guidati dall'etica della responsabilità, che ci impone di non mettere la testa sotto la sabbia, e di non modellare le statistiche a proprio vantaggio soprattutto quando si tratta di persone.
Non sono d'accordo con molte delle letture date in questi giorni sulla situazione perché la nostra percezione e il nostro lavoro quotidiano nel territorio ci portano ad altre conclusioni. Se da un lato, come qualcuno ammette a microfoni spenti, non bisogna calcare la mano sulle negatività per non spaventare troppo, dall'altra trovo poco utile sorvolare sulle difficoltà e generare illusioni, perché si rischia di sbagliare nella scelta delle priorità da favorire e sostenere.
A maggio si vota in provincia di Treviso. Se la capacità di analisi e proposta per uscire più temprati dalle trasformazioni in corso è quella mostrata dalla bagarre elettorale a cui stiamo assistendo tra Lega e PNE (Panto), con un centro sinistra che ha difficoltà a convincere, le speranze di rilancio dell'economia sarebbero decisamente flebili. Per questo motivo le categorie economiche e il Sindacato devono spingere la classe politica verso una idea responsabile di sviluppo locale.
Paolino Barbiero Segretario generale Cgil provinciale Treviso
COMUNICATO STAMPA _ 17/02/2006
Ricerca dell'Ufficio Studi. Aumentano i licenziamenti, si riduce la rioccupazione.
Treviso, record veneto di lavoratori in mobilità.
A gennaio 6.459 i lavoratori nelle liste. E' il livello più alto degli ultimi due anni. La Marca maglia nera in regione. Solo il 30% ritrova una occupazione. Aumenta il flusso in uscita dalle pmi e dall'artigianato. Nell'ultimo mese forte flessione anche nel commercio.
Si è ridotta al 30% la percentuale di lavoratori provenienti dalle liste di mobilità che ritrovano una occupazione nell'arco di dodici mesi in provincia di Treviso.
E' questo il risultato di una ricerca condotta dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso, realizzata utilizzando i dati dei Centri per l'Impiego e di Veneto Lavoro. Si è quindi ridotta la capacità del sistema economico di riassorbire manodopera in esubero, soprattutto per le qualifiche operaie.
Contemporaneamente, cresce il fenomeno delle espulsioni. Dallo studio emerge infatti che, al 31 gennaio del 2006, i lavoratori in mobilità nella Marca era 6.459, lo stock più alto degli ultimi due anni. Quello trevigiano, inoltre è il dato più negativo a livello Veneto.
Dalla scomposizione per età emerge che il 58% dei licenziati è over 40: il 31% ha tra i 40 e i 49 anni, il 27,01% ha tra i 50 e i 59 anni.
Secondo l'Ufficio Studi della Camera del Lavoro trevigiana, malgrado una lieve riprese della dinamica delle assunzioni registrata nelle ultime due settimane, la situazione potrebbe rimanere su livelli di preoccupazione, in particolare per quanto riguarda la piccola e media impresa industriale e l'impresa artigiana.
Una misurazione compiuta nel periodo compreso tra il 15 gennaio ed il 10 di febbraio ha infatti registrato 293 licenziamenti (contro i 157 dello stesso periodo del 2005), con netta prevalenza (205 lavoratori) di espulsioni dalle pmi e dall'artigianato. Nello stesso intervallo dello scorso anno i licenziati da questa tipologia di aziende erano stati 26.
Negativo il bilancio non solo per l'industria, ma anche per il commercio: poco più di una quarto delle mobilità gennaio_febbraio 2006 riguarda infatti questo settore (58 lavoratori, di cui 44 donne).
Nel periodo di analisi il commercio è andato peggio persino della metalmeccanica, comparto che per tutto il 2005 aveva registrato uno dei livelli più alti di licenziamenti.
Rallenta invece l'emorragia nel tessile, quasi certamente per un assestamento dopo le crisi degli ultimi tre anni.
1.954 sono i lavoratori trevigiani attualmente in Cassa Integrazione straordinaria, comprendendo quelle concesse nel 2005 e quelle concesse nel 2004 e confermate negli ultimi 12 mesi.
Aggiungendo gli addetti sospesi in Cassa Integrazione ordinaria, in deroga per gli artigiani e settore avicolo e i contratti di solidarietà, il numero si avvicina a 5.000. Secondo i dati di un monitoraggio condotto sulle maggiori aziende che hanno in corso la cassa integrazione (tra cui Tessitura Montello, De Longhi, Pagnossin, Zoppas, Gpp Italy) risulta che solo il 10,2% dei
lavoratori che usufruiscono della Cigs sono entrati volontariamente in mobilità per rendersi più appetibili ad una nuova riassunzione per effetto degli sgravi fiscali previsti.
Piccola impresa e artigianato sono evidentemente in difficoltà, è il commento del segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, o per crisi conclamate o per riposizionamenti produttivi che però hanno come effetto principale la contrazione dei livelli occupazionali. Il dato sulle mobilità volontarie mette in evidenza come i percorsi di outplacement
attualmente utilizzati siano più difficili da realizzare di quanto non si sia ipotizzato.
Ufficio Stampa