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Comunicati Stampa

GIUGNO 2006

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

RICERCA UFFICIO STUDI DELLA CGIL PROVINCIALE _5/6/2006

Settore tessile

Ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale: dal 1 gennaio 2004 al 31 maggio 2006 sono state 371 le procedure di mobilità che hanno interessato 4.217 lavoratori.
Grandi e medie imprese, in 30 mesi hanno licenziato in 273.
Difficoltà soprattutto per manifatturiero e tessile, abbigliamento, calzaturiero. Congiuntura non positiva anche per il commercio.
Il segretario provinciale Barbiero: "Siamo schiacciati su produzioni ad alta intensità di lavoro e bassa innovazione, rischiamo di arrivare impreparati alla ripresa. L'industria recupera produttività contraendo l'occupazione, emerge con forza la necessità di vera riqualificazione".

Sono 4.217 i lavoratori delle imprese medie e grandi (oltre i 15 dipendenti, interessate alla disciplina della legge 223/91 sui licenziamenti collettivi) che hanno perso il lavoro in provincia di Treviso negli ultimi 30 mesi per effetto di 371 procedure di mobilità che, in questi due anni e mezzo, hanno coinvolto 273 aziende del manifatturiero e del commercio-terziario. Sono i risultati a cui è giunta un ricerca dell'Ufficio Studi della Cgli provinciale di Treviso, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 1 gennaio 2004 ed il 31 maggio 2006 per "testare" la parte teoricamente più forte e maggiormente strutturata del sistema produttivo della Marca. "Si tratta, ha spiegato il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso Paolino Barbiero, di dati che confermano il malessere del sistema economico trevigiano, che rischia quindi di arrivare impreparato all'appuntamento con la ripresa".

LE PROCEDURE. Ad oggi il totale è di 371. Dopo le 144 procedure di mobilità del 2004 si è registrata una leggera flessione (134) nel 2005, ma il dato dei primi sei mesi del 2006 non è positivo: le 96 procedure di licenziamento inducono infatti a ritenere che la soglia dell'ano precedente verrà ampiamente superata.
NUMERO DI LAVORATORI. I licenziati in questi 30 mesi sono stati 4.217. Nei primi sei mesi del 2006 il numero di espulsi dalle imprese di dimensione medio grande (713) è leggermente inferiore alla metà del totale dell'anno passato, quando si registrarono 1.800 posti di lavoro persi. Nel 2004 i licenziamenti avevano interessato 1.704 persone.
I SETTORI. A soffrire maggiormente continua ad essere il tessile,abbigliamento, calzaturiero, che ha perduto in due anni e mezzo 1.487 posti (625 nel 2004, 698 nel 2005). Da gennaio a maggio 2006 i licenziamenti sono stati 164. In difficoltà è anche il metalmeccanico (-1.329 lavoratori in 30 mesi), con un picco di licenziamenti nel 2005 (539, contro i 513 del 2004) e una dinamica che, nei primi sei mesi del 2006 (277 licenziamenti) sembra accelerare la flessione rispetto all'anno scorso. Seguono il legno,arredocement,i (673), la gomma plastica (404), l'agroindustria (197), grafica e cartotecnica (110) e il commercio e terziario (92). La performance peggiore in questi primi sei mesi del 2006 è del metalmeccanico (277).
LE AREE. La flessione maggiore, in termini di numeri di posti di lavoro, viene registrata dall'area di Montebelluna, dove in 30 mesi sono finiti in mobilità 1.258 persone. Per quanto riguarda le procedure il record negativo è invece quello di Treviso, con 113.

Nel dettaglio: a Treviso le procedure di mobilità sono state 113 e hanno riguardato 1.243 lavoratori, a Montebelluna le procedure sono state 89 per un totale di 1.258 lavoratori, a Castelfranco ci sono state 46 procedure per 461 lavoratori, a Conegliano 90 procedure per 832 addetti, a Oderzo 17 procedure per un totale di 254 addetti, a Vittorio veneto 16 sono state le procedure e 169 i lavoratori interessati. Negli ultimi 6 mesi si registrano : 93 procedure complessive (nel 2005 erano state 134) di cui 39 a Treviso ( per un totale di 340 lavoratori), 23 a Conegliano (200 lavoratori), 19 a Montebelluna (119 lavoratori), 7 a Castelfranco (14 lavoratori), 3 a Oderzo (34 lavoratori) e 2 a Vittorio veneto (6 lavoratori)

LE AZIENDE. Nella lista delle aziende che hanno licenziato sono comprese anche le imprese che nel frattempo avevano chiesto e ottenuto la cassa integrazione e che hanno incentivato l'uscita dal posto di lavoro, mentre per altre i procedimenti di mobilità sono coincisi con la chiusura della attività, in alcuni casi acquistate e riavviate da altri con parziale recupero del bacino occupazionale.
Tra le aziende che hanno attinto maggiormente allo strumento della mobilità in questi 30 mesi si segnalano: la Nervesa Moda Uomo (186 licenziati), la De Longhi (135 licenziamenti), la Benetton (complessivamente 97), la Sogefi Filtration (metalmeccanico, 98 licenziati), l'Irca spa (metalmeccanico, 98 licenziati), la Filatura Monti (75 licenziati), la Coverco (metalmeccanico, 72). Nel corso del 2005 i licenziamenti maggiori hanno riguardato l'Isca (metalmeccanico, 51 posti persi), l'Irca (Metalmeccanico, 70 posti), la Nervesa Moda Uomo (164), la De Longhi (81), la Coverco (metalmeccanico, 56), la Vecoper (laterizi, 46). Da gennaio a maggio 2006 si segnalano le procedure della Elettrolux (38), Irca (19), Itaka (legno, 22), Becher (agroindustria, 38), Joint srl (metalmeccanico, 24), De Longhi (54), Benetton (24).

L'ANALISI. "Con questi numeri, ha detto il segretario generale della Cgil provinciale trevigiana Paolino Barbiero, appare evidente il rischio che la ripresa ci passi davanti senza essere per= poter essere agganciata. Le difficoltà che queste aziende stanno attraversando sono infatti in buona parte legata ad un posizionamento schiacciato su produzioni ad alta intensità del lavoro e bassa innovazione del prodotto, il che impedisce di attaccare i mercati che stanno spingendo la "ripresina".
Va segnalato che la flessione occupazionale è perfettamente compatibile con la contemporanea percezione di miglioramento della situazione se misurata dall'aumento dei volumi d'affari, dal momento che l'impressione è quella di un sistema che sta recuperando livelli di produttività e efficienza proprio attraverso la contrazione della soglia occupazionale. Se per= vogliamo che la ripresa abbia delle ricadute complessive e non si trasformi solo in guadagno di una impresa industriale che non riesce più a distribuire ricchezza attraverso i posti di lavoro, dobbiamo porci il problema di chi esce da questi settori dove i posti di lavoro hanno raggiunto i livelli massimi sostenibili e dove quindi, proprio per questa saturazione, si riducono a quasi nulla le possibilità di rioccupazione. Ecco allora che viene chiamata nuovamente in causa in causa la grande partita della riqualificazione professionale, che rappresenta la sfida più delicata per la nuova amministrazione provinciale".
Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA DELLA CGIL PROVINCIALE _9/6/2006

Settore sanitario

Il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso annuncia la costituzione di un gruppo di lavoro che opererà un monitoraggio sistematico sui tempi delle visite.
Liste d'attesa, la Cgil pronta a far partire controlli a tappeto.
Verifiche a livello provinciale. Barbiero: "Dai risultati ricaveremo un documento da sottoporre ai vertici delle aziende sanitarie. Relativamente alla Usl 9 il problema esiste e si incrocia drammaticamente con l'esercizio della pratica privata a pagamento negli ospedali. Non sono i rilievi sul metodo di rilevazione a togliere dignità alle lamentele".

"La Confederazione costituirà, se possibile in modo unitario con Cisl e Uil, un gruppo di lavoro con il quale verrà eseguito, a livello provinciale, un monitoraggio a tappeto relativamente ai tempi di assegnazione delle visite specialistiche nelle strutture pubbliche, in considerazione delle patologie o delle situazioni per cui vengono richieste.
Il risultato dei lavori verrà raccolto in un documento da sottoporre ai vertici delle Usl come strumento con cui avviare un ragionamento serio sul come migliorare ulteriormente l'erogazione della sanità pubblica nella Marca".

Lo ha detto oggi il segretario generale della camera del lavoro di Treviso Paolino Barbiero.
"Il problema delle liste d'attesa, l'inefficienza e i disservizi di cui sono oggetto i cittadini trevigiani - ha dichiarato il segretario generale della Cgil di Treviso - non verranno risolte con dichiarazioni di buone intenzioni; né è immaginabile ridimensionare la qualità, la quantità e la dignità delle lamentele, raccolte non solo dalla Cgil ma anche da altri organizzazioni ( senza contare le segnalazioni che giungono agli organi di stampa) ad un mero fatto di "appropriatezza metodologica" delle rilevazioni. Il problema c'è, è grave e si incrocia drammaticamente con la prassi dell'attività privata a pagamento all'interno dell'ospedale".

"Trovo poco utile, ha aggiunto Barbiero, la minaccia di spostare la discussione dall'ambito politico a quello giudiziario, per quanto nel caso della Usl 9, l'istituzione e i suoi vertici abbiano tutto il diritto di intraprendere qualunque azione, rispetto alla quale ci sentiamo tranquillissimi.
E' invece gravissimo il ventilato congelamento del tavolo di confronto, che è uno strumento che ha come obiettivo non quello di scrivere l'etichetta dei rapporti fra parti sociali e Usl, ma di essere un luogo di discussione che contribuisca a migliorare l'erogazione del servizio e che, attraverso le convergenze fra le parti, favorisca il giusto riconoscimento da parte della Regione sulle necessità di risorse utili all'adeguamento dei livelli occupazionali e alla riqualificazione continua del personale, considerata la virtuosità nella spesa delle Usl trevigiane".
Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA DELLA CGIL PROVINCIALE _9/6/2006

Settore sanitario

Dura presa di posizione della Cgil sulla vicenda dei tagli ai Servizi per l'impiego.. "Sul lavoro la nuova Giunta ciurla nel manico". Barbiero: "Eliminano quello che non gli interessa, cioè la questione lavoro".
"La vicenda dei tagli ai Servizi per l'impiego dice soltanto una cosa: sulle questioni del lavoro, della rioccupazione e della riqualificazione professionale, la nuova Giunta di centrodestra di via Cesare Battisti ciurla nel manico".

Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero.
"Di fronte al mancato rispetto del patto di stabilità la Provincia decide ora di tagliare sulla cosa che, ovviamente, non interessa: il lavoro. La situazione, già penosamente grave a causa dei gravi ritardi di elaborazione dei dati che ci hanno continuamente impedito di monitorare in tempo reale i reingressi nel mondo del lavoro delle persone in cerca di occupazione, ora diventerà disastrosa".
"Questo provvedimento, ha proseguito il segretario provinciale, produce un danno triplo: rende più inefficiente la competenza della Provincia sul tema del mercato del lavoro, crea nuovi disoccupati, peraltro utilizzati fino a ieri come lavoratori precari; renderà più complicata la partita riguardante i rinnovi del soggiorno dei lavoratori migranti, dato che il personale tagliato si occupava anche di quella questione".

"Mentre nella Marca ci si riempie la bocca di valorizzazione delle risorse umane, la Provincia brucia professionalità importanti, ragazzi e ragazze che hanno svolto con competenza il loro lavoro, malgrado le difficoltà oggettive di un sistema provinciale penosamente disorganizzato. Questo personale doveva essere valorizzato e non mandato via in questo modo. Sarebbe interessante sapere quanto siano costate le celebrazioni mediatiche dell'ex presidente Zaia, comprese le faraoniche adunate per l'inattuato Piano Strategico, tutte spese per le quali oggi dobbiamo sacrificare l'importante settore che si occupa del mercato del lavoro". "Come inizio di mandato, ha concluso Barbiero, non è davvero male".
Ufficio Stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina