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Comunicati Stampa

APRILE 2007

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA    23_4_2007

Rinnovo permesso di soggiorno

Allarme della Cgil provinciale: troppe domande, tempi impossibili.
Immigrati, rinnovi al collasso: c'è chi lo avrà già scaduto.

Barbiero: "Poliziotti dell'Ufficio stranieri encomiabili ma senza un cambio di rotta si andrà al fallimento. Chiediamo un intervento del sistema trevigiano delle imprese e delle istituzioni: un milione di euro per integrare, per un anno, il personale della Questura"

"In provincia di Treviso la procedura per il rinnovo dei permessi di soggiorno degli stranieri è prossima al collasso. Senza maggiori risorse e più personale il fallimento sarà clamoroso, con gravissime conseguenze sul piano della garanzia dei diritti degli individui e della legalità nel territorio.
Chiediamo l'intervento delle categorie economiche e delle istituzioni trevigiane: 1 milione di euro per integrare con personale civile gli operatori dell'Ufficio Stranieri della Questura".

link Versione estesa del comunicato.
link Questura di Treviso: calendario dei giorni di chiusura dell'Ufficio Immigrazione

COMUNICATO SILP    23_4_2007

Immagine tratta dal sito della Polizia di Stato

Il Silp per la Cgil di Treviso, il sindacato dei lavoratori della Polizia di Stato, esprime piena condivisione alla proposta avanzata dal Segretario Generale della CGIL di Treviso.
I dati riferiti sono autentici e mettono in chiara luce la complessità del fenomeno immigrazione nella provincia di Treviso, la realtà di gran lunga a più alta presenza di cittadini stranieri in ambito regionale; si pensi che a fronte degli oltre 76.000 cittadini stranieri presenti in provincia, se ne registrano 67.000 in quella di Verona, 56.000 in quella di Vicenza e appena 46.000 in quella di Venezia.

Come noto, questa maggiore presenza è strettamente legata alla struttura economica della provincia trevigiana e alla richiesta di forza lavoro che si mantiene sempre estremamente elevata.
D'altronde è noto che Treviso e provincia rappresentano il territorio che maggiormente mette a disposizione degli immigrati la risorsa lavoro: fatto cento il numero degli occupati stranieri nel Veneto, Treviso ne impiega 23, quasi un quarto del totale, contro i 20 ciascuno delle province di Verona e Vicenza, i 16 di Padova e i 15 di Venezia, per non parlare dei 4 di Belluno e i 2 di Rovigo.

Tutto ciò ha delle innegabili ricadute sul fronte dell’organizzazione di tutte quelle strutture che in un qualche modo debbono avere a che fare con gli immigrati e, tra queste, tra le prime, certamente la Questura per tutto quanto riguarda la regolarità della presenza del cittadino straniero sul territorio.

link Versione estesa del comunicato.

COMUNICATO STAMPA    24_4_2007

Sicurezza nel lavoro

Dura replica del segretario della Cgil provinciale ad alcune dichiarazioni di Tomat.
"Per togliere visibilità al sindacato più sicurezza nelle industrie"

Barbiero: "Da parte del sindacato nessuna strumentalizzazione, solo preoccupazione. Il vertice di Unindustria usa toni da latifondismo borbonico, le aziende non possono sfuggire alla loro responsabilità sociale: il rischio zero è un dovere verso i cittadini".

"Per togliere visibilità al sindacato Tomat pensi alla sicurezza sostanziale, e non solo a quella formale, nelle imprese, in particolare nell’industria. Fare progetti non è sufficiente: perché non si confrontano sull'accordo proposto per la sicurezza in azienda a livello regionale?".

Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, rispondendo ad alcune dichiarazioni rilasciate dal presidente di Unindustria Treviso.
"Nessuna strumentalizzazione da parte nostra, dice Barbiero, solo preoccupazione. Il fatto che Tomat reputi questo atteggiamento irresponsabile e infantile dice tutto su quello che pensa il vertice di Piazzetta S. Andrea a riguardo della questione sicurezza. E' la solita storia: tra delocalizzazioni e teoria sull'impossibilità del rischio zero siamo alla privatizzazione degli utili e alla collettivizzazione dei rischi e dei costi. Altro che capitalismo moderno, qui si sente odore di latifondismo borbonico".

"Arrivare al rischio zero è difficile, ha proseguito il segretario della Camera del Lavoro, ma è anche un dovere nei confronti della collettività, tanto più se gli insediamenti industriali convivono con aree densamente popolate. L'impresa non può scaricare la sua responsabilità sociale: non c'è da finanziare un campetto di calcio, qui stiamo parlando della salute e della vita delle persone".

"Rimarco a Tomat, ha concluso Barbiero, che nessuno nel sindacato si dimentica del valore dell'impresa come soggetto creatore di ricchezza, ammesso che questo processo, tra fughe in Asia e lavoro dequalificato, valga ancora. Mi unisco ai ringraziamenti fatti dal presidente di Unindustria alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, alla protezione civile e al Comune; aggiungo quelli della Cgil trevigiana ai lavoratori della De Longhi, che tanto hanno dato all'azienda e tanto spero possano ancora dare. E ai cittadini di Treviso, che malgrado l'insufficiente e schizofrenica informazione che viene loro offerta ancora oggi dall'autorità competente, hanno dato e continuano a dare una prova di grande maturità e buon senso".

COMUNICATO STAMPA   

Mobilità

Ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso sul primo trimestre 2007.
Mobilità, a perdere il lavoro sono ora più donne e impiegati.

Cambia la geografia dei licenziati, pur in un quadro di rallentamento delle espulsioni.
Cresce il numero di giovani che escono dalle imprese.
Nell'analisi per i settori la sorpresa negativa è rappresentata dal commercio terziario e pubblici esercizi.

Impiegati e donne: sono questi i soggetti che, pur in un quadro di riduzione del numero di espulsioni dal posto di lavoro (1006 contro le 1419 del 2006), sembrano i maggior destinatari dei licenziamenti in questo primo periodo del 2007.
A dirlo è una ricerca condotta dall'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso che ha preso in esame i dati relativi al primo trimestre dell'anno in corso, mettendoli a confronti con lo stesso periodo del 2004, del 2005 e del 2006.

Dallo studio emerge un aumento di circa dieci punti della percentuale (sul totale) dei colletti bianchi che hanno perso l'occupazione sia nelle grandi imprese che in quelle di medie e piccole dimensioni: rispettivamente, a marzo 2007, erano 24% (grandi imprese) e il 30% (Pmi) sul totale di 1006 (503 nelle aziende di dimensioni maggiori, altrettanti in quelle piccole e medie).
In netto aumento il numero delle donne: sono il 56% nel totale dei licenziati nelle Pmi e il 70% nella grande impresa, complice il declino costante del settore tessile.

Cambia insomma il profilo di chi si ritrova disoccupato, dopo l'onda delle riorganizzazioni basate sulla contrazione del peso del costo del lavoro sul prodotto e che aveva portato, nei tre anni precedenti, a licenziamenti di figure operaie anche per effetto dei processi di delocalizzazione.
E muta anche il rapporto fra le classi di età:
- nelle grandi imprese il 33% delle mobilità riguarda lavoratori tra i 30 e i 40 anni (di cui il 21% donne), il 32% colpisce la fascia tra i 41 e i 50 (il 18% sono donne) e il 24% viene subito da addetti tra i 51 e i 60 anni (il 13,22% donne). - nelle piccole e medie imprese il 31% dei licenziamenti riguarda persone con meno di 30 anni (12% le donne), il 39,90% la fascia tra i 31 e i 40 anni (22,27% donne), il 28% la fascia tra i 41 e i 50 anni (17,10% le donne) il 10% i lavoratori tra i 51 e i 60 anni (4,77% donne).

Muta, in parte, la distribuzione per settori: nelle piccole imprese il 37% delle mobilità si registra infatti, ed è una novità, nelle imprese del terziario commercio e pubblici esercizi, mentre sia nella grande impresa che nella medio-piccola si conferma la congiuntura critica per il tessile e il metalmeccanico.
"Il dato sulla contrazione dei licenziamenti, ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, sarebbe positivo se all'orizzonte non vi fossero alcune situazioni preoccupanti. Siamo infatti in attesa degli effetti della fine della cassa integrazione alla De Longhi (interessa 130 lavoratori) e le criticità di Gbs (Motta di Livenza), Sisi (Valdobbiadene) e di altre 10 piccole realtà produttive, che complessivamente riguardano circa 700 lavoratori".

"I risultati della ricerca, ha proseguito Barbiero, mettono in luce due fenomeni: per quanto riguarda le donne la Marca è in controtendenza rispetto agli obiettivi di Lisbona sulla occupazione, visto che si licenzia più personale femminile e con età media più bassa, creando un effetto che definirei delle "casalinghe di ritorno".
Sul fronte degli impiegati c'è invece una tendenza alla riorganizzazione per funzioni all'interno dell'impresa, spesso condizionata da processi di meccanizzazione e informatizzazione che, invece di coinvolgere i lavoratori per una riqualificazione professionale, vedono attivarsi da un lato mobilità e dall'altro modeste nuove assunzioni di personale più giovane e meglio adattabile alle esigenze organizzative".

"Il punto di grande criticità, ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, riguarda le opportunità di nuova occupazione per i licenziati. Se su un fronte ci troviamo a non poter più gestire percorsi di avvicinamento alla pensione per gli addetti più anziani, dall'altro le nuove occasioni di lavoro non sono corrispondenti all'esperienza, alla scolarizzazione e alla valorizzazione delle professionalità, né offrono garanzie sul salario e prospettive di buona occupazione stabile".

link Sintesi della mobilità dal 2003 al 2007
link Sintesi della mobilità 2007
link Sintesi della mobilità 2007 per fasce d'età

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina