![]() |
Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.
Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:
Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Una nota congiunta della Camera del lavoro e della Filt esprime preoccupazione sul futuro dello scalo dopo la decisione del vettore Ups di trasferirsi a Venezia.
Aeroporto, la Cgil chiede il piano industriale.Barbiero e Bettiol: "Fuori le carte, perché c'è aria di ridimensionamento per il Canova. Con Venezia non un sistema ma un gioco dei bussolotti fatto a spese della collettività trevigiana". Il sindacato esprime "grande preoccupazione" e chiede un confronto urgente con gli azionisti, le istituzioni locali e le associazioni di categoria sul futuro dell'aeroporto.
"Fuori il piano industriale, se ne esiste uno. Non possiamo né vogliamo credere che l'azionariato trevigiano di Aertre approcci al concambio con Save senza aver scritto uno straccio di piano per lo sviluppo del "Canova", per poi rimanere impassibile e impotente di fronte al ridimensionamento dell'aeroporto. Per lo scalo di Treviso c'è aria di crisi in stile anni '90. Con la differenza che se allora Save contribuì al salvataggio, questa volta potrebbe essere la protagonista del ridimensionamento".Lo hanno detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino e il segretario della Filt_Cgil Vittorino Bettiol, in un nota congiunta che esprime "grande preoccupazione dopo la decisione di Ups di abbandonare il Canova per trasferirsi a Tessera".
"Non ci dimentichiamo, hanno detto Barbiero e Bettiol, le parole dell'amministratore delegato di Save Marchi, quando in febbraio puntualizzò che prima dello sviluppo di Treviso si dovrà arrivare alla saturazione di Venezia. Né possiamo scordare le minacce veneziane sulla "competizione" fra i due scali.
"Gli azionisti di Aerare e Save, hanno proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso e il segretario provinciale della Filt, sono chiamati a dare pubblicamente un senso all'investimento sulla nuova aerostazione, in cui la componente pubblica è rilevante.
Nessuno può accettare che i contribuenti abbiano pagato per un contenitore senza futuro. Il Comune di Treviso, in particolare, ha l'obbligo morale di dimostrare che c'è una logica dietro alla fusione con Venezia, che deve essere funzionale all'idea di polo dei trasporti e non una spartizione politica per favorire la cordata economica degli amici degli amici".
CONFERENZA STAMPA: Convocazione
Una forte mobilitazione per dare una risposta legalitaria e di civiltà all'oramai gravissimo problema relativo al rinnovo dei permessi di soggiorno per i lavoratori migranti che vivono nella Marca.
Una iniziativa che si concluderà con un grande manifestazione, prevista per il 7 luglio prossimo a Treviso.
E' questo quanto Cgil, Cisl e Uil della provincia di Treviso presenteranno nel corso di una Conferenza Stampa, in programma sabato 16 giugno, alle ore 12, presso la sede Filt_Cgil di Treviso.
All'incontro coon i media saranno presenti i segretari generali Paolino Barbiero (Cgil), Maurizio Cecchetto(Cisl) e Antonio Confortin (Uil).
Data l'importanza dell'oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.
A seguito della sollecitazione della CGIL di Treviso che in data 26/04/2007 ha chiesto al Prefetto, alla Provincia ed al Presidente dell'Associazione dei Comuni della Marca Trevigiana, di attivarsi per risolvere la questione della chiusura estiva di molti uffici postali della nostra provincia, Poste Italiane Spa ha prodotto un calendario nuovo eliminando le chiusure di pochi uffici(sei) e riducendo al solo mese di agosto la durata delle chiusure medesime.
Tale nuova versione ha fatto esprimere soddisfazione all'Assessore Farnea che, dalle pagine dei giornali, ha parlato di "risposta a chi ha voluto creare a tutti i costi un inutile allarmismo".
Stupiscono le affermazioni dell'Assessore provinciale per più ragioni.
L'Assessore dovrebbe sentire il bisogno di chiedere a Poste Italiane Spa perché al territorio di sua competenza sia riservato tale "privilegio".
Se il problema scoppia in coincidenza con il dovere dell'azienda di garantire ai lavoratori il sacrosanto diritto a godere delle ferie estive, ricordiamo che i poveri impiegati postali patiscono la carenza degli organici anche negli altri undici mesi dell'anno. I circa 70 distacchi quotidiani lo testimoniano. Un'altra ragione riguarda l'affermazione su chi solleva inutili polveroni.
Proprio in virtù di questo status, alla fine di maggio, il Ministro Gentiloni è intervenuto sulle chiusure estive, dichiarando né sufficiente, né convincente la motivazione adotta da Poste Italiane Spa.
Suggeriamo, al fine di evitare gli "inutili polveroni", che sia la stessa
Amministrazione provinciale a chiedere a Poste Italiane maggiore serietà nel trattare questo territorio, i suoi cittadini e le sue istituzioni con il rispetto che meritano.
Mariagrazia Salogni
Segreteria provinciale CGIL Treviso
Ricerca della Camera del Lavoro di Treviso.
Immigrati, nella casse dei Comuni della Marca piove più di mezzo milione per la certificazione di idoneità alloggiativa.
Costi record a Miane: 100 euro di diritti di segreteria.
Il minimo a Orsago, 0,26 centesimi. Ma 22 amministrazioni producono gratuitamente il documento, necessario al momento della richiesta del permesso di soggiorno o per il ricongiungimento familiare.
Per la precisione si tratta di 629.093 euro, una stima, considerata al ribasso, fatta dalla Camera del Lavoro di Treviso, che ha mappato la situazione nei 95 Comuni della provincia, rilevando i costi complessivi sostenuti da ciascun richiedente la certificazione e i tempi necessari per ottenere il documento.
"Quella che risalta, ha spiegato oggi il segretario provinciale della Cgil di Treviso Paolino Barbiero, è una situazione a macchia di leopardo, da cui emerge con chiarezza come alcune amministrazioni, spesso piccoli Comuni, carichino di spese l'ottenimento della certificazione di idoneità alloggiativa, realizzando così uno strumento con cui rimpinguare, a volte in maniera significativa, le casse dell'Ente. Da sottolineare, comunque, che 22 Comuni su 95 non applicano nessuna spesa e che altri cercano di ridurre al minimo i costi. Casi che non arrivano però a rappresentare più di un terzo del totale delle amministrazioni comunali".
Tra i meno esosi il primo posto spetta a Orsago (0,26), tallonato da Povegliano (0,50) e Arcade (5,16).
La certificazione di idoneità alloggiativa è invece gratuita a: Silea, Villorba, Zero Branco, Castello di Godevo, Loria, Borso del Grappa, Castelcucco, Cornuda, Paterno del Grappa, Ormelle, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Quinto di Treviso, San Biagio di Callalta, Godega di S.Urbano, San Vendemmiano, Susegana, Farra di Soligo, Refrontolo, Tarzo.
"Di fronte a questo battere cassa che inasprisce le spese obbligatorie a carico degli immigrati regolari, ha rimarcato Barbiero, sentiamo la necessità di guardare con più rispetto e meno banale superficialità alla presenza dei lavoratori migranti nel nostro territorio. Questi cittadini, che contribuiscono in maniera rilevante al gettito Irpef, che sono gravati di una spesa da 100 a 500 euro per espletare le pratiche per il permesso di soggiorno e a cui viene negato il diritto alla corretta applicazione della legge sul rinnovo, con attese nella Marca anche di oltre un anno contro i 20 giorni stabiliti dalla norma, rappresentano la metà oscura dell'Italia vessata dalle tasse. Non evasori, ma soggetti indifesi, invisibili, uomini e donne silenziosi, lontani dalle piazze della protesta".
Gentile direttore,
per il movimento dei lavoratori le grandi manifestazioni sono coincise con grandi sconfitte, come la divisione occorsa a causa dell'accordo dell'84 sulla scala mobile o la rottura sulla politica dei redditi nel biennio '92_93, e grandi successi, come in occasione della mobilitazione nella fine degli anni '60, che sancì fondamentali conquiste sul piano dei diritti contrattuali, aprendo la strada allo Statuto dei Lavoratori; e ancora contro la riforma dell'art.18 sui licenziamenti senza giusta causa (secondo governo Berlusconi).
L'aumento dei prezzi non è un fenomeno che cade dal cielo. Chi ha potuto operare sui costi e quindi incrementare i propri margini di guadagno ha nome e cognome: è l'impresa, piccola o grande, e il lavoro autonomo non marginale. Non certo il lavoro dipendente e di sicuro non i lavoratori dipendenti dell'artigianato, che non rinnovano il contratto nazionale dalla bellezza di cinque anni, accontentandosi di aumenti pari al 30% dell'inflazione programmata.
Ugualmente non serve un premio Nobel all'economia per arrivare a chi è in grado di evadere le tasse: non certo chi ha le trattenute in busta paga o sulla pensione. Il che ovviamente non rende per fortuna tutti gli autonomi e tutti gli imprenditori degli evasori fiscali. Ma siccome l'evasione in questo paese è alta, e solo categorie definite di contribuenti possono realizzarla in maniera significativa, ci si vuole porre il problema oppure no? Magari cominciando a censire i beni patrimoniali di tutti quelli che con la congruità vecchia e nuova degli studi di settore ostentano, malgrado povere dichiarazioni, più ricchezza di quanto potrebbero apparentemente permettersi?
Per di più non c'è traccia di proposte forti per far uscire dalla marginalità economica molte attività autonome, legate alla sub_fornitura, al terzismo esasperato, agli appalti drogati, alle partite Iva forzose, una filiera di sfruttamento che per reggere abbisogna di bassi costi del lavoro, evasione ed elusione, scarso rispetto della sicurezza. E che nel suo insieme non rappresenta la somma di elementi positivi in grado di riposizionare la qualità dell'attività manifatturiera rispetto alle sfide globali del mercato.
Il sei luglio prossimo i lavoratori di tutti i settori dell'artigianato, senza contratto da cinque anni, daranno vita ad una iniziativa per richiamare l'attenzione sul nodo del rinnovo degli accordi. Invito il vice presidente della Regione Zaia, il presidente della Provincia di Treviso Muraro, l'ex ministro Urso (che sarà a in Piazza a Treviso), il presidente di UnionCamere Veneto Tessari (che avrebbe tanto voluto esserci) e anche qualche esponente del centrosinistra veneto a partecipare. Tutti costoro, e molti altri, ritengono sia giusto stare in piazza con autonomi, commercianti, e artigiani. Chiedo: riterranno ugualmente giusto e urgente sfilare a fianco di chi, negli ultimi cinque anni, non solo ha pagato tasse fino all'ultimo centesimo, non solo si ritrova a dover lavorare per più anni, magari in attività usuranti e in condizioni contrattuali di precarietà, ma anche visto drammaticamente e ingiustamente impoverita la condizione economica della propria famiglia?
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |