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Comunicati Stampa

GIUGNO 2007

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA _ AEREOPORTO DI TREVISO    05_6_2007

Aereoporto di Treviso

Una nota congiunta della Camera del lavoro e della Filt esprime preoccupazione sul futuro dello scalo dopo la decisione del vettore Ups di trasferirsi a Venezia.

Aeroporto, la Cgil chiede il piano industriale.

Barbiero e Bettiol: "Fuori le carte, perché c'è aria di ridimensionamento per il Canova. Con Venezia non un sistema ma un gioco dei bussolotti fatto a spese della collettività trevigiana". Il sindacato esprime "grande preoccupazione" e chiede un confronto urgente con gli azionisti, le istituzioni locali e le associazioni di categoria sul futuro dell'aeroporto.

"Fuori il piano industriale, se ne esiste uno. Non possiamo né vogliamo credere che l'azionariato trevigiano di Aertre approcci al concambio con Save senza aver scritto uno straccio di piano per lo sviluppo del "Canova", per poi rimanere impassibile e impotente di fronte al ridimensionamento dell'aeroporto. Per lo scalo di Treviso c'è aria di crisi in stile anni '90. Con la differenza che se allora Save contribuì al salvataggio, questa volta potrebbe essere la protagonista del ridimensionamento".

Lo hanno detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino e il segretario della Filt_Cgil Vittorino Bettiol, in un nota congiunta che esprime "grande preoccupazione dopo la decisione di Ups di abbandonare il Canova per trasferirsi a Tessera".
"Non ci dimentichiamo, hanno detto Barbiero e Bettiol, le parole dell'amministratore delegato di Save Marchi, quando in febbraio puntualizzò che prima dello sviluppo di Treviso si dovrà arrivare alla saturazione di Venezia. Né possiamo scordare le minacce veneziane sulla "competizione" fra i due scali.

La fuga dell'Ups produrrà un gravissimo danno economico al "Canova"; e se non verranno fatti presto gli investimenti per la seconda categoria, sappiamo che anche altri vettori postali potrebbero decidere di andarsene. Venezia si satura e Treviso declina: non esiste il sistema, questo è un gioco dei bussolotti fatto a spese del nostro aeroporto e della collettività trevigiana".

"Gli azionisti di Aerare e Save, hanno proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso e il segretario provinciale della Filt, sono chiamati a dare pubblicamente un senso all'investimento sulla nuova aerostazione, in cui la componente pubblica è rilevante.
Nessuno può accettare che i contribuenti abbiano pagato per un contenitore senza futuro. Il Comune di Treviso, in particolare, ha l'obbligo morale di dimostrare che c'è una logica dietro alla fusione con Venezia, che deve essere funzionale all'idea di polo dei trasporti e non una spartizione politica per favorire la cordata economica degli amici degli amici".

"Esprimendo profonda preoccupazione per il futuro dell'aeroporto, per la tenuta dell'occupazione e per il ridimensionamento delle prospettive, conclude la nota congiunta, la Cgil di Treviso chiede un confronto urgente tra l'azionariato di Save, le istituzioni trevigiane, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali. E' arrivato il momento di giocare a carte scoperte, senza assi nascosti nella manica e senza mazzi truccati".
Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA CGIL_CISL_UIL Segreterie provinciali    14_6_2007

CONFERENZA STAMPA: Convocazione
Una forte mobilitazione per dare una risposta legalitaria e di civiltà all'oramai gravissimo problema relativo al rinnovo dei permessi di soggiorno per i lavoratori migranti che vivono nella Marca.
Una iniziativa che si concluderà con un grande manifestazione, prevista per il 7 luglio prossimo a Treviso. E' questo quanto Cgil, Cisl e Uil della provincia di Treviso presenteranno nel corso di una Conferenza Stampa, in programma sabato 16 giugno, alle ore 12, presso la sede Filt_Cgil di Treviso. All'incontro coon i media saranno presenti i segretari generali Paolino Barbiero (Cgil), Maurizio Cecchetto(Cisl) e Antonio Confortin (Uil). Data l'importanza dell'oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.

COMUNICATO STAMPA _ CHIUSURA ESTIVA UFFICI POSTALI    26_6_2007

A seguito della sollecitazione della CGIL di Treviso che in data 26/04/2007 ha chiesto al Prefetto, alla Provincia ed al Presidente dell'Associazione dei Comuni della Marca Trevigiana, Poste Italianedi attivarsi per risolvere la questione della chiusura estiva di molti uffici postali della nostra provincia, Poste Italiane Spa ha prodotto un calendario nuovo eliminando le chiusure di pochi uffici(sei) e riducendo al solo mese di agosto la durata delle chiusure medesime.
Tale nuova versione ha fatto esprimere soddisfazione all'Assessore Farnea che, dalle pagine dei giornali, ha parlato di "risposta a chi ha voluto creare a tutti i costi un inutile allarmismo".
Stupiscono le affermazioni dell'Assessore provinciale per più ragioni.

La prima è che vi è ben poco da essere soddisfatti visto che la Provincia di Treviso è la più penalizzata in assoluto nel panorama Veneto. È qui infatti che si concentrano le chiusure estive, perché è qui, nella nostra provincia, che si riscontra quella che il Sindacato di categoria ed i lavoratori denunciano quale cronica carenza di organici (meno 35%) del personale addetto agli sportelli degli uffici postali.

L'Assessore dovrebbe sentire il bisogno di chiedere a Poste Italiane Spa perché al territorio di sua competenza sia riservato tale "privilegio".
Se il problema scoppia in coincidenza con il dovere dell'azienda di garantire ai lavoratori il sacrosanto diritto a godere delle ferie estive, ricordiamo che i poveri impiegati postali patiscono la carenza degli organici anche negli altri undici mesi dell'anno. I circa 70 distacchi quotidiani lo testimoniano. Un'altra ragione riguarda l'affermazione su chi solleva inutili polveroni.

Sarebbe stato più normale che a sollevare la questione fosse stata la stessa Amministrazione provinciale, dal momento che Poste Italiane Spa beneficia di finanziamenti pubblici in considerazione del "ruolo sociale" svolto dalla rete postale che, ricordiamo, è gestore monopolistico di tale servizio.

Proprio in virtù di questo status, alla fine di maggio, il Ministro Gentiloni è intervenuto sulle chiusure estive, dichiarando né sufficiente, né convincente la motivazione adotta da Poste Italiane Spa.
Suggeriamo, al fine di evitare gli "inutili polveroni", che sia la stessa Amministrazione provinciale a chiedere a Poste Italiane maggiore serietà nel trattare questo territorio, i suoi cittadini e le sue istituzioni con il rispetto che meritano.

Mariagrazia Salogni
Segreteria provinciale CGIL Treviso

COMUNICATO STAMPA - IDONEITA' ALLOGGIATIVA    29_6_2007

Ricerca della Camera del Lavoro di Treviso.
Immagine tratta dal sito della Polizia di Stato Immigrati, nella casse dei Comuni della Marca piove più di mezzo milione per la certificazione di idoneità alloggiativa
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Costi record a Miane: 100 euro di diritti di segreteria.
Il minimo a Orsago, 0,26 centesimi. Ma 22 amministrazioni producono gratuitamente il documento, necessario al momento della richiesta del permesso di soggiorno o per il ricongiungimento familiare.

Oltre mezzo milione di euro. A tanto contribuiscono alle casse dei comuni trevigiani i cittadini extracomunitari residenti nella Marca, attraverso quanto versano per la certificazione di idoneità alloggiativa, il documento che sono tenuti a presentare per legge ai fini dell'ottenimento del permesso di soggiorno per lavoro e in caso di ricongiungimento familiare.

Per la precisione si tratta di 629.093 euro, una stima, considerata al ribasso, fatta dalla Camera del Lavoro di Treviso, che ha mappato la situazione nei 95 Comuni della provincia, rilevando i costi complessivi sostenuti da ciascun richiedente la certificazione e i tempi necessari per ottenere il documento.
"Quella che risalta, ha spiegato oggi il segretario provinciale della Cgil di Treviso Paolino Barbiero, è una situazione a macchia di leopardo, da cui emerge con chiarezza come alcune amministrazioni, spesso piccoli Comuni, carichino di spese l'ottenimento della certificazione di idoneità alloggiativa, realizzando così uno strumento con cui rimpinguare, a volte in maniera significativa, le casse dell'Ente. Da sottolineare, comunque, che 22 Comuni su 95 non applicano nessuna spesa e che altri cercano di ridurre al minimo i costi. Casi che non arrivano però a rappresentare più di un terzo del totale delle amministrazioni comunali".

Il gettito complessivo più alto è, secondo le stime della Cgil, quelo che finisce nelle casse del Comune di Treviso, con 47.878,736 euro.
Il dato è però frutto dell'alto numero di nuclei famigliari presenti, mentre la spesa complessiva per il documento si attesta a 15,14 euro, uno dei livelli più bassi.
E' da record quanto viene chiesto ai residenti stranieri di Miane, Comune che applica ben 100 euro di diritti di segreteria. Nella classifica dei costi segue Caerano di S. Marco, che tra diritti di segreteria, sopralluogo e marca da bollo, richiede 89,62 euro a pratica; vengono poi Cappella Maggiore (80,89), Fregona (81) e Preganziol, con 79,24.

Tra i meno esosi il primo posto spetta a Orsago (0,26), tallonato da Povegliano (0,50) e Arcade (5,16). La certificazione di idoneità alloggiativa è invece gratuita a: Silea, Villorba, Zero Branco, Castello di Godevo, Loria, Borso del Grappa, Castelcucco, Cornuda, Paterno del Grappa, Ormelle, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Quinto di Treviso, San Biagio di Callalta, Godega di S.Urbano, San Vendemmiano, Susegana, Farra di Soligo, Refrontolo, Tarzo.
"Di fronte a questo battere cassa che inasprisce le spese obbligatorie a carico degli immigrati regolari, ha rimarcato Barbiero, sentiamo la necessità di guardare con più rispetto e meno banale superficialità alla presenza dei lavoratori migranti nel nostro territorio. Questi cittadini, che contribuiscono in maniera rilevante al gettito Irpef, che sono gravati di una spesa da 100 a 500 euro per espletare le pratiche per il permesso di soggiorno e a cui viene negato il diritto alla corretta applicazione della legge sul rinnovo, con attese nella Marca anche di oltre un anno contro i 20 giorni stabiliti dalla norma, rappresentano la metà oscura dell'Italia vessata dalle tasse. Non evasori, ma soggetti indifesi, invisibili, uomini e donne silenziosi, lontani dalle piazze della protesta".

"In cambio di questo extra gettito, un balzello sulla residenza che ciascun Comune della provincia costruisce come una tassa "fai da te" _ ha concluso il segretario provinciale della Cgil di Treviso _ i lavoratori migranti da un lato ottengono l'atteggiamento ostile di una parte importante delle istituzioni locali, dall'altro finiscono vittime della farraginosità di una normativa che, a causa degli alti costi e delle lungaggini burocratiche, favorisce l'irregolarità e quindi l'allagarsi del fenomeno della clandestinità.
Per non parlare del vero e proprio caporalato di quei soggetti d'impresa che costruiscono sul lavoro marginale, e quindi non regolare, i propri margini di effimera competitività".
Ufficio Stampa

LETTERA AI GIORNALI   

Gentile direttore,
per il movimento dei lavoratori le grandi manifestazioni sono coincise con grandi sconfitte, come la divisione occorsa a causa dell'accordo dell'84 sulla scala mobile o la rottura sulla politica dei redditi nel biennio '92_93, e grandi successi, come in occasione della mobilitazione nella fine degli anni '60, che sancì fondamentali conquiste sul piano dei diritti contrattuali, aprendo la strada allo Statuto dei Lavoratori; e ancora contro la riforma dell'art.18 sui licenziamenti senza giusta causa (secondo governo Berlusconi).

La piazza è un esercizio di democrazia partecipativa e in quanto tale non solo l'abbiamo praticata, ma ne difendiamo il senso; ma la piazza, quando si manifesta localmente come strumento teleguidato di opposizione intransigente, rischia di produrre isolamento politico e rottura della tenuta della coesione sociale. Sulla vicenda degli studi di settore c'è una tale confusione per cui è fin troppo facile far attecchire la polemica. Ad esempio: perché dovrebbe essere scandaloso un aggiornamento degli indici e non lo è il cambio di fatto “1 euro uguale mille lire” che ha umiliato la qualità della vita delle fasce più deboli della popolazione? E se il problema è quello di “non cambiare le regole mentre si gioca”, facendo riferimento alla retroattività, che dire dell'allungamento dell'età pensionabile, anche questo un “correttivo” apportato mentre si stava giocando con altre regole?

L'aumento dei prezzi non è un fenomeno che cade dal cielo. Chi ha potuto operare sui costi e quindi incrementare i propri margini di guadagno ha nome e cognome: è l'impresa, piccola o grande, e il lavoro autonomo non marginale. Non certo il lavoro dipendente e di sicuro non i lavoratori dipendenti dell'artigianato, che non rinnovano il contratto nazionale dalla bellezza di cinque anni, accontentandosi di aumenti pari al 30% dell'inflazione programmata.
Ugualmente non serve un premio Nobel all'economia per arrivare a chi è in grado di evadere le tasse: non certo chi ha le trattenute in busta paga o sulla pensione. Il che ovviamente non rende per fortuna tutti gli autonomi e tutti gli imprenditori degli evasori fiscali. Ma siccome l'evasione in questo paese è alta, e solo categorie definite di contribuenti possono realizzarla in maniera significativa, ci si vuole porre il problema oppure no? Magari cominciando a censire i beni patrimoniali di tutti quelli che con la congruità vecchia e nuova degli studi di settore ostentano, malgrado povere dichiarazioni, più ricchezza di quanto potrebbero apparentemente permettersi?

E la politica? La politica dimostra di essere furba o debolissima: l'agenda viene dettata dalla protesta, a destra e a sinistra si inseguono le ragioni dei manifestanti più per motivi di tenuta elettorale che per vera condivisione dei problemi che vengono sollevati. Si viaggia al rimorchio e così facendo si finisce per far prevalere non tanto chi ha ragione, ma chi nel nuovo circo mediatico riesce meglio ad attrarre su di se l'attenzione dell'opinione pubblica.

Per di più non c'è traccia di proposte forti per far uscire dalla marginalità economica molte attività autonome, legate alla sub_fornitura, al terzismo esasperato, agli appalti drogati, alle partite Iva forzose, una filiera di sfruttamento che per reggere abbisogna di bassi costi del lavoro, evasione ed elusione, scarso rispetto della sicurezza. E che nel suo insieme non rappresenta la somma di elementi positivi in grado di riposizionare la qualità dell'attività manifatturiera rispetto alle sfide globali del mercato.
Il sei luglio prossimo i lavoratori di tutti i settori dell'artigianato, senza contratto da cinque anni, daranno vita ad una iniziativa per richiamare l'attenzione sul nodo del rinnovo degli accordi. Invito il vice presidente della Regione Zaia, il presidente della Provincia di Treviso Muraro, l'ex ministro Urso (che sarà a in Piazza a Treviso), il presidente di UnionCamere Veneto Tessari (che avrebbe tanto voluto esserci) e anche qualche esponente del centrosinistra veneto a partecipare. Tutti costoro, e molti altri, ritengono sia giusto stare in piazza con autonomi, commercianti, e artigiani. Chiedo: riterranno ugualmente giusto e urgente sfilare a fianco di chi, negli ultimi cinque anni, non solo ha pagato tasse fino all'ultimo centesimo, non solo si ritrova a dover lavorare per più anni, magari in attività usuranti e in condizioni contrattuali di precarietà, ma anche visto drammaticamente e ingiustamente impoverita la condizione economica della propria famiglia?

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina