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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Gentile direttore,
ha ragione il presidente Mario Pozza: la misura è colma.
E non solo, dico io, per i blocchi degli autotrasportatori, non un vero sciopero ma una serrata che ha fatto violenza nei confronti di tutti i cittadini; non solo perché Tir selvaggio è stato la peggiore rappresentazione del tentativo di trasformare il confronto di categoria, anche duro, in una gazzarra plateale, una prova generale di spallata con metodi da golpe cileno, l’ennesima rivolta che contribuisce alla barbara moderna prassi della politica italiana. E non solo perché a farne le conseguenze è stata la gente, ostaggio dei novelli luddisti che bucavano i pneumatici di chi non scioperava, decisi, cadesse il mondo, a paralizzare l'Italia.
La misura è davvero colma davanti alla politica della doppia morale, del gioco al "tanto peggio, tanto meglio", davanti all'irresponsabilità delle rappresentanze. Se da un lato infatti nessuno fatica a capire la rabbia di chi protesta, dall’altra lascia sgomenti l’imbarazzante populismo demagogico di chi, fingendo di fare gli interessi di una categoria, lavora più che altro per portare acqua ad uno dei mulini della politica.
La misura è colma anche perché alla fine i rappresentanti degli autotrasportatori hanno accettato, né più né meno, quello che il governo aveva offerto fin dal primo giorno di blocco, salvo la condizione di far ripartire i camion.Al presidente Pozza ricordo che per i rinnovi dei contratti scaduti, i lavoratori e le lavoratrici sapranno dare ancora una volta una lezione di stile e di civiltà dei rapporti: lotta, se serve, e scioperi, se sarà necessario. Ma senza serrate che hanno l’unico effetto di creare disagio e pericolose rincorse alle emulazioni.
Perché anche se la misura è colma, il buon senso ci farà sempre rappresentare gli interessi di parte senza però offendere e violare quelli generali del Paese e della gente.
Resi noti oggi i dati di una ricerca della Cgil provinciale.
Lavoro nella Marca, nel 2007 licenziamenti in frenata.
Quasi mille lavoratori in mobilità in meno rispetto al 2006, ma ora la maggioranza è composta da donne. I più colpiti sono gli addetti tra i 31 e i 40 anni. Nelle piccole e medie imprese emerge la crisi del commercio e le difficoltà di tessile, metalmeccanica e edilizia.
Lo rivela una ricerca condotta dall'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso, in collaborazione con il dipartimento Organizzazione della Cgil provinciale trevigiana, sulla mobilità nelle grandi imprese e in quelle medio piccole.
Diminuiscono le espulsioni e cambia anche la fisionomia dei licenziati nel 2007; delle 2.939 unità che hanno perso l'occupazione, più della metà, sia nelle aziende di grandi dimensioni che in quelle medio piccole, sono donne, processo questo che segna una definitiva inversione di tendenza rispetto agli anni passati, in cui la percentuale dei licenziati maschi era storicamente superiore.
Si modifica anche la fascia d'età; dopo il coinvolgimenti degli over 45, soprattutto nel periodo 2002-2005, nell’ultimo anno i licenziamenti in provincia di Treviso si sono concentrati soprattutto nella fascia tra i 31 e i 40 anni. Significativa la situazione nelle piccole e medie imprese: il settore del commercio fa registrare la performance peggiore, concentrando il 22,36% dei licenziamenti. Tra le pmi rimane preoccupante la situazione anche del tessile-abbigliamento-calzaturiero, della metalmeccanica e dell’edilizia, comparto che sconta la sofferenza di mercato legata all’invenduto e all’avvio di processi di espulsione dal posto di lavoro a causa della netta diminuzione delle attività."Gli effetti della delocalizzazione sono oramai in fase di esaurimento> – ha spiegato il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero – mentre i dati sembrerebbero indicare la permanenza di ristrutturazioni e riorganizzazioni, da cui anche l’aumento dei licenziamenti di forza lavoro femminile".
"Il rallentamento della mobilità è sicuramente un dato positivo – ha proseguito Barbiero – che sta ad indicare come anche le imprese trevigiane, soprattutto quelle di maggiori dimensioni e più strutturate, anche sotto il profilo della solidità finanziaria, siano riuscite ad agganciare la mini-ripresa dei mesi scorsi, concretizzatasi soprattutto nell’aumento dei volumi dell’export. Permangono però preoccupazioni per l’area delle pmi, soprattutto per un vasto gruppo di imprese marginali ancora attestate su produzioni mature e basso valore aggiunto. Per queste aziende, e per i lavoratori in esse occupati, il 2008 sarà l’anno della verità: o si andrà verso produzione più competitive, in grado di sostenere la pressione dei mercati interni ed esteri, e quindi verso la relativa riqualificazione professionale dei lavoratori, oppure il declino di questi soggetti economici sarà irreversibile e porterà alla chiusura".
"L'evoluzione a doppio binario del nostro sistema economico – ha concluso il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso – con le aziende medio grandi in ripresa e le piccole, e le artigiane, ancora alle prese con numerosi nodi da sciogliere, impone una grande attenzione da parte di tutti i soggetti di rappresentanza economica, sociale e istituzionale, soprattutto per quanto riguarda l’intensificazione dei programmi di formazione, riqualificazione e reinserimento della forza lavoro, strategia che è di sostegno indispensabile ad una crescita economica della Marca che possa essere misurata non solo in macro valori, ma anche con una sostanziale aumento della ricchezza degli individui e delle famiglie.
Cgil, Cisl e Uil a confronto con le istituzioni locali e le associazioni di categoria.
Sicurezza, tra domani e giovedì fitto programma di incontri.
In programma vertici con provincia e artigiani, poi sarà la volta di Unindustria. Barbiero: "Subito più personale addetto ai controlli e piano di educazione nelle scuole". Per il segretario della Cgil provinciale "Oramai e’ emergenza per tutto il sistema produttivo".
Trovare condivisione sull'obiettivo di aumentare il personale preposto alla sicurezza nei luoghi di lavoro e accelerare l'approdo, all'interno del piano strategico della Provincia, a percorsi di educazione alla sicurezza anche nelle scuole.
Questi, secondo il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, gli obiettivi che Cgil, Cisl e Uil intendono raggiungere attraverso l’ampio giro di incontri che il sindacato trevigiano ha in corso, in questi giorni, con le istituzioni e le associazioni di categoria della Marca Trevigiana, iniziato con i direttori delle Usl del territorio.
Domani mattina i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori avranno un vertice con l’assessore alle attività produttive della Provincia Noal, a cui sono state conferite le deleghe in materia di sicurezza sul lavoro. Nel pomeriggio poi incontro con i presidenti delle associazioni artigiane. Giovedì, infine, confronto conclusivo con Unindustria.
L'ennesimo infortunio mortale di Castelfranco – ha detto Paolino Barbiero – conferma l'assoluta urgenza di una azione straordinaria. Quella della sicurezza è oramai, per questo sistema produttivo, una vera e propria emergenza. Serve una massiccia assunzione di responsabilità da parte di tutti.
Piattaforma di proposta della Cgil su raccolta, lavorazione e smaltimento.
Rifiuti, servono trasparenza, razionalità e contenimento dei costi.
Barbiero: "Affrontare la questione della filiera e dare una strategia uniforme. Il collo di bottiglia è il processo terminale, va sciolto il nodo sull’utilizzo dei termovalorizzatori".
"Partiamo da punti fermi – ha detto oggi il segretario generale Paolino Barbierio – dal momento che nella Marca disponiamo di sistemi di raccolta, lavorazione e smaltimento dei rifiuti di buon livello, esperienze e modalità che sono assunte a riferimento anche da altre realtà nazionali. Scontiamo però la mancanza di una strategia uniforme per incidere in modo omogeneo su tutto il ciclo della lavorazione del rifiuto. Il collo di bottiglia è il processo terminale dello smaltimento".
"Non sciogliere il nodo relativo a termovalorizzatori e discariche – ha precisato Barbiero – produce effetti negativi sul piano dei costi di gestione, ovvero il costo sostenuto dai cittadini in termini diversi a parità di servizio. Nella logica di applicazione di una corretta strategia a livello regionale e provinciale, ad esempio, si dica subito quale è il numero di termovalorizzatori necessari e su questo si apra un confronto per l’attuazione di valide politiche ambientali"."Non di meno – ha proseguito il segretario provinciale della Cgil – va affrontata la questione relativa alla garanzia da dare ai lavoratori che operano nelle aziende collegate al processo di lavorazione dei rifiuti: salari adeguati e sistemi e strumenti per assicurare ambienti di lavoro salubri, soprattutto alla luce dell’effetto usurante del porta a porta".
Secondo Barbiero "Si deve dare razionalità all'intero ciclo. E' assurdo sprecare il rifiuto se questo può diventare risorsa e quindi va affrontata con attenzione la questione della filiera economica che si può generare attraverso la separazione, l’utilizzo della parte riciclabile, cosa fare del non riciclabile, consapevoli che quella delle discariche è una non-scelta".
La Cgil – ha concluso Barbiero – ritiene infine necessario costruire una posizione unitaria con le altre organizzazioni sindacali per poter determinare una azione più incisiva nei confronti delle istituzioni pubbliche rispetto all’esigenza di garantire gli interessi dei lavoratori e dei pensionati rispetto sia ai costi di servizio che alla tutela ambientale.
UNITI CONTRO IL NEO FASCISMO
Sit-in a Castelfranco Veneto contro la violenza.
CGIL Treviso promuove, insieme alla Rete degli Studenti (ReDS), una grande iniziativa di mobilitazione popolare per
sabato 19 gennaio 2008.
Alla luce del gravissimo fatto di cronaca di cui è stata vittima Ludovica Bragagnolo, la ragazza aggredita in treno domenica scorsa da sedicenti neo fascisti, sarà organizzato un sit-in dimostrativo davanti al municipio di Castelfranco Veneto, contro il neo fascismo e la violenza. Paolino Barbiero, segretario generale di CGIL Treviso: "Con questa azione la CGIL vuole dimostrarsi concretamente a fianco di giovani e studenti, al di là delle semplici dichiarazioni di solidarietà".
La CGIL auspica un'ampia partecipazione di tutti coloro che credono nella giustizia e ripudiano la sempre più dilagante violenza ad opera di frange neo fasciste, che vanno a ledere le libertà fondamentali di ognuno. Barbiero: "Bisogna farsi sentire e vedere. Invitiamo tutti a essere presenti a questa manifestazione che, in un clima festoso e sereno, vuole dare un forte segnale, per evitare che questo brodo di cultura negativo, legato agli ambienti di estrema destra, attecchisca tra le nuove generazioni minando le stesse basi democratiche e civili sulle quali si basa la nostra società". Nell'ambito della manifestazione è previsto un incontro tra gli studenti e i sindaci di Castelfranco Veneto e Bassano. Barbiero: "Puntiamo a creare uno scambio di opinioni costruttivo tra studenti e primi cittadini, per rafforzare la coesione sociale tra giovani e istituzioni. Per questo sollecitiamo anche l’intervento di politici e altri sindaci della Marca, come segno di lotta comune contro l’intolleranza e il razzismo".
UNDICI SCRITTORI IN PIAZZA A TREVISO
CONTRO L'ONDATA DI RAZZISMO.
Questa volta nel salotto buono della città saranno voci e brani di autori a prendersi la scena. "Sabato 26, annuncia lo scrittore triestino Mauro Covacich su "L'Espresso", ci riuniremo in piazza dei Signori a Treviso, epicentro e scaturigine idelae dell'intolleranza fomentata dagli amministratori, per leggere in pubblico brani di ispirazione antirazzista tratti dalla letteratura mondiale. Non ci importa quanto pedante parrà il nostro gesto, né quanto irrisorio sarà l'effetto che provocherà, noi non faremo finta di niente, non lo faremo soprattutto in rispetto dei tutti i veneti che non sono razzisti".
Gli undici precisano che alle loro spalle non c'è nessun partito o associazione: "Siamo associati, specifica Covacich, dalla convinzione che il razzismo, qualsiasi tipo di razzismo, ma soprattutto questo, ipocrita, moderno, benestante, sia semplicemente orrendo".
Gentile direttore,
io sabato sarò in piazza a Treviso e, mettendomi soltanto ad ascoltare, parteciperò al reading contro il razzismo.
Ci sarò per testimoniare la vicinanza mia e il sostegno della Camera del Lavoro di Treviso ad un manifestazione, comunque la si voglia chiamare, che ha i caratteri dell’essere "per" e non "contro".
Nei prossimi dieci anni entreranno nel mondo del lavoro i giovani nati negli anni ’80 e ’90. Si tratterà anche di tantissime persone di origine non italiana, anche se nate qui. Questo significa che porzioni sempre maggiori di cittadini di cultura e religione diversa si integreranno nel nostro tessuto sociale.
E’ una sfida che possiamo vincere solo se sapremo affrontare con onestà intellettuale, anche nei confronti di noi stessi, le ansie e le paure che producono, in questa terra come in altre, fenomeni di carsismo xenofobo e razzista. Carsismo che però affiora con facilità ogni qual volta che qualche pubblico “cattivo maestro” dica a chiare lettere quello che molti si limitano a pensare, magari vergognandosi però di esprimerlo.
Nessuno è immune dal rischio di essere intollerante; non esiste uno spartiacque politico, culturale o religioso, perché la fragilità dell’uomo è qualche cosa che non si ingabbia in schemi o ideologie.
Criminalizzare non serve, stigmatizzare può non bastare. Tutto è utile, anche i reading, per sollecitare il confronto, che è soprattutto un fare i conti con noi stessi.
Treviso ha fatto parlare di sé anche troppo per i sindaci sceriffi che predicano i vagoni piombati, o vorrebbero travestire gli extracomunitari da leprotti per fare esercitare i cacciatori, che segano le panchine, che odiano gli "efebi", che vorrebbero la pulizia etnica dei “culattoni”, che disprezzano i mussulmani e che nello stesso tempo raccontano di quando andavano a puttane da giovani nei casini della città.
Abbiamo il dovere di tirare fuori il buono che c’è nella provincia trevigiana e anche in noi stessi. Quanti conosco le storie dei sindaci che operano per l’integrazione e nello stesso tempo per la legalità, senza che quella sia in contraddizione con questa? E le storie della gente comune di buona volontà che non mette in piedi manifestazioni eclatanti ma che ogni giorno, con il proprio comportamento, porta acqua al mulino del rispetto della dignità delle persone?.
Mi chiedo quando arriverà il momento in cui sarà possibile rendere evidente all’opinione pubblica, e quindi agli elettori, una alternativa credibile agli sceriffi, capace di ascoltare e guarire i mal di pancia, di ridurre le ansie, di diminuire le paure. Una proposta inattaccabile, perché la sicurezza è un diritto e va difesa e promossa con il rispetto ossessivo della legalità, senza che questo voglia dire sacrificare i diritti legati alla diversità. Insomma: io cittadino ho diritto a sentirmi sicuro tanto quanto il mio vicino extracomunitario, regolare, lavoratore e contribuente di questo stato, ha diritto a non aspettare il 2010 per il rinnovo del permesso di soggiorno e vivere per anni in una condizione di libertà vigilata.La battaglia contro i cattivi maestri, da qualsiasi parte stiano, si vince togliendo loro il carburante con cui alimentano la macchina del consenso. La sfida, che è quella di capire prima e proporre poi, inizia oggi e prende forma con il reading in piazza; ma dovrà proseguire necessariamente almeno fino a maggio del 2008, magari prendendo le forme di una proposta che cancelli i particolarismi e capace di avviare una mediazione culturale che non sia solo compromesso di potere. Una stagione nuova, ispirata al buon senso e alla buona volontà, utile anche per mandare in pensione i cattivi maestri.
Paolino Barbiero
Presentazione ufficiale all'auditorium dell'ex Chiesa di Santa Croce.
Una terra, il sindacato: dai campi alle officine, ecco raccontata tutta la storia della Cgil trevigiana nel corso del secolo scorso.
In 334 pagine il novecento del sindacato nella Marca.
Barbiero: "Prima iniziativa di un percorso di conoscenza e approfondimento sul movimento dei lavoratori nel trevigiano".
Gli albori delle società di mutuo soccorso nella Marca, i primi scioperi, le divisioni politiche.
E poi il periodo fascista, le fabbriche occupate durante la seconda guerra mondiale, la stagione difficile segnata dalla fine dell'unità sindacale, le proteste contro la realizzazione dell'aeroporto militare di Istrana, il coraggio e la coerenza di stare sempre dalla parte dei più deboli.
Flash di una storia, quella della Cgil di Treviso attraverso il Novecento, che si ritrova tutta, con ricchezza di documentazione, anche fotografica, nel volume "Dai campi alle officine, storie e lotte del sindacato nel Trevigiano", realizzato dalla Cgil di Treviso in collaborazione con l'Istresco (l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca Trevigiana) e curato da Daniele Ceschin, che è stato presentato ufficialmente sabato 2 febbraio 2008, alle ore 9, presso l'auditorium della ex Chiesa di Santa Croce, in Piazza dell'Umanesimo Latino a Treviso, nel corso del convegno "La Cgil a Treviso, una terra, un sindacato". Sono intervenuti il segretario generale della Cgil provinciale Paolino Barbiero, il curatore Daniele Ceschin, Luigi Agostani e il segretario generale della Cgil del Veneto Emilio Viafora.
"La storia della Cgil di Treviso è un pezzo fondamentale della storia del sindacalismo trevigiano – ha detto oggi il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso Paolino Barbiero – e quindi della condizione umana che ha contraddistinto questo territorio attraverso il lungo cammino del Novecento. La vicenda della Cgil nel secolo scorso è una storia collettiva, di popolo, che tocca e riguarda gli strati più deboli della società, a partire dalla crescita in stretta connessione con le lotte contadine prima e poi, nel secondo dopoguerra, con lo sviluppo del movimento operaio e delle sue organizzazioni".
"La vicenda dell'affermazione dei diritti in questo nostro paese – ha proseguito Barbiero – ha vissuto in provincia di Treviso vertici di grande importanza, persino simbolica simbolica: vittorie e sconfitte, conflitti sindacali, lotte operaie e conquiste, tutti momenti salienti in quella lunga marcia delle donne e degli uomini verso il riconoscimento della loro dignità non solo come lavoratori ma soprattutto come persone e come cittadini"."Questo volume – ha concluso il segretario della Camera del Lavoro di Treviso – è solo la prima di una serie di iniziative con cui intendiamo gettare uno sguardo ragionato e critico sul nostro passato. Abbiamo già in cantiere l'idea per mettere a disposizione alcune borse di studio per giovani studenti che affrontino la complessità degli ultimi 40 anni della nostra storia". Nel corso dell'appuntamento di sabato è stato proposto anche il ricordo di Renzo Donazzon, indimenticabile protagonista della Cgil veneta e trevigiana, a 11 anni dalla scomparsa.
Treviso, 30-1-2008
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