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Comunicati Stampa

NOVEMBRE 2008

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

LETTERA AL DIRETTORE  10_11_2008

Paolino Barbiero

Gentile direttore,
vorrei innanzitutto ringraziare Lei, i suoi redattori e i suoi collaboratori, per il lavoro che svolgete in questa fase molto complessa per la nostra società. Dalla lettura delle diverse testate, tenendo conto delle diverse linee editoriali, emerge un quadro esaustivo della situazione economica e sociale.

Garantite, ogni giorno e con la pazienza di sopportare i nostri assillanti uffici stampa, un coro plurale di voci e di posizioni. E da tutto ciò ne viene fuori non solo la complessità della situazione, ma anche complessità delle diverse posizioni assunte dai soggetti della politica, della rappresentanza economica e di quella sociale.
E' grazie a questo lavoro che l’opinione pubblica può formarsi, appunto, un'idea, per quanto l'informazione giornalistica debba necessariamente fare i conti con la sintesi.

Non faccio finta di essere ingenuo: non sono un esperto di editoria ma questi anni di presenza sulla scena dei media come segretario generale del maggiore sindacato trevigiano, mi permettono di cogliere quei tratti commerciali del vostro prodotto: il titolo un po’ forzato, la frase ad effetto a volte colta come nocciolo della questione o del discorso. Non di meno, state facendo un lavoro straordinariamente utile per i cittadini. Cittadini, lavoratori o pensionati, autonomi o studenti, imprenditori e disoccupati, a cui non occorrono i titoli dei giornali per comprendere la portata e la vastità della crisi in atto: più della pagina del quotidiano vale quella dell’estratto conto. Più del servizio televisivo conta lo scontrino del supermercato, conta la bolletta, la tariffa, la tassa scolastica.

E' evidente la mia distanza dal senso e dal contenuto della missiva inviatavi dal presidente di Unidustria Treviso. Che, nella sostanza, rimarca la vostra responsabilità e vi richiama ad una attenzione doppia, nel linguaggio e nei toni, come se le tendenze del consumo, la depressione della fiducia e l'ansia per il futuro fossero determinate da uno strillo, o da un titolo, o da un servizio alla televisione.

Come cittadino mi auguro di non dover mai avere a che fare con una informazione subprime: una informazione drogata di apparenze come il mercato dei mutui americani, una informazione che gonfia benessere, che mitiga per scelta gli elementi negativi, che regala miraggi. Che cloroformizzi la critica, depotenzi l'evidenza. Non sono io a dovervi insegnare come si fa il giornalista. Né, ovviamente, vi chiedo, come controcanto all’amico Vardanega, di mettere in taglio basso le "buone notizie".

Semplicemente vi ringrazio per la funzione democratica su cui vi state impegnando. Vi ringrazio per il microfono sempre aperto e concesso a chiunque, comunque la pensi.

Su un punto concordo pienamente con il presidente di Unindustria Treviso: il contributo e lo sforzo comune sono ingredienti fondamentali per tentare di uscire dalla crisi. E, aggiungo io, farlo dando forma ad un modello economico migliore, che rimetta al centro la persona e una più equa distribuzione del reddito e delle opportunità. Senza fughe in avanti, come ad esempio il tentativo, da parte del Governo, di ro,pere il fronte il fronte sindacale per scegliersi gli interlocutori che ritiene più adatti.

Il vostro, di contributo, è quello difficile di rimanere sempre e comunque liberi. E’ uno sforzo enorme.
Grazie.

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso

LETTERA AL DIRETTORE  11_11_2008

Paolino Barbiero

Gentile direttore,
c'è in giro la brutta sensazione che la crisi in atto, che non è solo finanziaria ma è anche dell’economia reale, si stia dimostrando una grande occasione. Una occasione, purtroppo, non per ripensare alle regole del mercato che, partendo dalle ragioni vere e sostanziali di questa pessima contingenza, rimettano al centro il tema del governo dell'economia, della redistribuzione della ricchezza, dei modelli di welfare state e dello stesso fine ultimo del libero mercato.

Piuttosto pare essere una grande occasione che il Presidente del Consiglio sfrutterà per blindare, intorno a sé, una situazione di stabile gestione del potere nella società.

A ben guardare l'intero pacchetto di aiuti di stato che questo governo è intenzionato a mettere in campo per sostenere l'economia è infatti diretto a quel pezzo del mondo dell'impresa che corrisponde anche con i poteri forti: le banche, la grande industria. Mentre negli altri paesi si varano piano di aiuto all’economia reale e alla famiglie, in Italia si parla con enfasi di settore auto e elettrodomestico, torna a fare capolino la rottamazione, si preparano garanzie del credito alla grande e media impresa, dimenticando che il tessuto economico di questo paese, per non parlare del veneto e della provincia di Treviso, è fatto di tutt'altro.

Per anni è stato incensato il modello del piccolo e piccolissimo capitalismo, di cui si sono messe in evidenza le virtù e mai i difetti, che sono l'essere piccolo, sottostrutturato e sottocapitalizzato non solo per necessità, ma quasi per vocazione. Lo si è sostenuto, ma con provvedimenti che avevano, soprattutto, il sapore dell’azione politica: la flessibilità giocata in funzione di attacco alla cultura sindacale del rispetto dei diritti, la Legge 30 come leva competitiva per chi non ha né la cultura né la voglia di crescere, ma preferisce agire solo sul fronte del contenimento dei costi.

E, oggi, attraverso la riforma del modello contrattuale, con una enfasi sulla contrattazione locale che però non fa i conti con la realtà: e cioè che alla prova dei fatti sono le imprese, in particolare in provincia di Treviso, a non fare la contrattazione di secondo livello, preferendo gestire i rapporti per via padronale, giocandosi i margini per premi e incentivi non utilizzando i contratti, ma erogazioni individuali a vario titolo, spesso anche per pagare meno tasse.

Abbiamo anche visto manifestazioni di piazza, chiaramente organizzate da padrinati politici, in cui il modello d'impresa piccola o piccolissima scendeva in campo per reclamare la giusta attenzione, ma sempre e comunque contro i governi di centrosinistra.

Oggi, quando cioè ci sarebbe da incassare il sostegno dato all'attuale maggioranza, il piatto è tristemente vuoto. Non ci sono soldi, ad esempio, per garantire il credito non solo della grande e media impresa; e a dirlo non siamo noi dela Cgil, ma lo stesso governo che, dopo le banche, pensa appunto solo a quella grande o media industria che in Italia tutto sommato è abbastanza residuale.

La logica degli equilibri politici ci dice che Berlusconi governa il Nord, e in particolare il lombardo-veneto, tramite la Lega. La quale risenserra le fila non più sulla rivendicazione della specificità economica e sociale padana, ma agitando gli spettri e le paure che possono essere alimentate meglio proprio grazie alla sensazione di timore del futuro che la crisi instilla nelle nostre teste.

Il resto, per dare solidità ad un esercizio del potere, Berlusconi lo fa rafforzandosi nelle lobby delle stanze che contano. Si diceva che i grandi gruppi di interesse non gli erano mai stati del tutto amici: oggi gli sono debitori, il che per il Primo Ministro è anche meglio.

E' possibile che questa lettura sia sbagliata: ci spieghi il governo, allora, perché dagli aiuti di Stato resta fuori, almeno al momento, tutto il grande universo della piccola impresa. Ci spieghi perché restano fuori i consumatori, che poi altro non sono che i lavoratori e i pensionati. Spieghi perché, dopo gli squilli di tromba della campagna elettorale, oggi ai ceti medi e a quelli meno abbienti, che comunque contribuiscano in gran parte alla creazione della ricchezza e per l’80% alle entrate dell’Irpef, non vengano abbassate le tasse sul lavoro e sulle pensioni.

Ma è anche possibile che la nostra lettura sia corretta: e allora mi chiedo dove siano finiti tutti i portatori d’acqua, i convinti che questa politica era ed è quello che serve al modello d’impresa del Nord Est, del Veneto e della Marca. Dove sono quelli che qualche anno fa, alla televisione, agitavano le chiavi delle loro imprese per portarle al governo di centro sinistra? Cosa dicono del piatto vuoto messo davanti alla piccola imprenditoria, fatta sedere ai margini del tavolo in cui si serve l'abbuffata di aiuti pubblici al mercato “che si regola da sé”, ma chiamata a pagare, insieme ai lavoratori e alle famiglie, il conto salato della crisi?

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA  13_11_2008

Studenti in piazza

Per il segretario generale Barbiero non servono accanimenti giudiziari.
Manifestazioni degli studenti, si rischia il clima di intimidazione
. "Il buon senso invita a riconoscere la buona fede dei ragazzi sulla questione delle autorizzazioni non richieste. Ma se fossero presi provvedimenti diventerebbe chiaro un inaccettabile disegno politico che punta a fermare le proteste con le minacce"

No ad accanimenti giudiziari sugli studenti che hanno manifestato, timore per il clima di intimidazione con cui si cerca di fermare le manifestazioni: oggi tocca ai ragazzi delle scuole, domani potrebbe essere il turno dei lavoratori e dei pensionati.

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, che, in una nota congiunta con il segretario della Flc-Cgil provinciale di Treviso, Ermanno Rambaldi, ha annunciato il sostegno alla mobilitazione di studenti e famiglie contro la riforma Gelmini, che prenderà forma in quelli che sono stati battezzati "pomeriggi e serate bianche", discussione sulla scuola nella scuola.

"Sulla questione delle manifestazioni non autorizzate, ha detto Barbiero, invitiamo il questore a non dare corso a nessun tipo di azione nei confronti dei ragazzi e quindi delle famiglie. E’ evidente che ci si trova di fronte ad un caso di scarsa conoscenza delle regole, avvenuta in perfetta buona fede. Altri sono i nodi su cui si dovrebbe concentrare l’attenzione delle istituzioni, dal Questore al Procuratore capo: i tempi inaccettabili di risoluzione delle controversie tra aziende e lavoratori, il problema dei controlli per difendere la sicurezza sui luoghi di lavoro, l'illegalità che sta dietro al sommerso e all'evasione fiscale”.

Contiamo, ha detto Barbiero, sul buon senso. Ma se così non fosse, allora sarebbe chiaro il disegno politico, autoritario e inaccettabile, che attraverso le pressioni e le minacce vuole sopprimere il diritto a manifestare il dissenso. Oggi tocca agli studenti, domani potrebbe essere il turno dei lavoratori e dei pensionati impegnati a difendere i propri diritti e a manifestare contro politiche economiche fallimentare che mettono a repentaglio il reddito e la qualità della vita.

link Le dichiarazioni di Paolino Barbiero e Ermanno Rambaldi sono contenute in videocomunicati stampa della Cgil di Treviso, pubblicati sul canale Youtube dell'Agenzia Astro.
Per vedere il videocomunicato seguire questo link

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina