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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Rapporto trimestrale della Cgil provinciale di Treviso sul mercato del lavoro.
Occupazione: giù piccole e grandi imprese, +11% nelle medie."L'evoluzione del sistema è oramai chiara: vincono la sfida dei mercati e quindi anche della occupazione le imprese che innovano processo e prodotto, perdono i grandi elefanti inchiodati sul concetto di "produrre la quantità" e le piccole aziende, soprattutto che lavora in filiera con le "grandi", che nonn riescono a costruirsi un proprio mercato ed entrare nella competizione globale".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, analizzando i dati relativi ai licenziamenti avvenuti nella Marca nel primo trimestre del 2008. 1.062 complessivamente i lavoratori che hanno perso l'occupazione, di cui 685 nelle piccole imprese e 377 nelle medie e grandi. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il saldo è di 182 licenziamenti in più nelle aziende di piccole dimensioni e di 126 in meno nelle medie e nelle grandi."Da un lato – ha sottolineato Barbiero – continua il deflusso di occupati dal manifatturiero di piccole dimensioni, che rappresenta peraltro la stragrande maggioranza del sistema produttivo trevigiano. Dall'altro, però, si registra un incoraggiante +11% nelle assunzioni che riguardano le imprese tra i 50 e i 500 addetti, tendenza che si accompagna ad un riposizionamento positivo sui mercati, segnato da produzioni a maggiore valore aggiunto e da un miglioramento di fatturati, export e condizioni di lavoro e retributive più vantaggiose".
La Cgil trevigiana mette inoltre in evidenza come tra le grandi aziende si registri oramai una definitiva maturazione delle produzioni, spesso sottoposte alla necessità di localizzazione per la contrazione del costo del lavoro e quindi esposte al rischio di calo occupazionale."Siamo all'ennesima dimostrazione che la buona occupazione è strettamente legata alla buona impresa – ha concluso Barbiero – ovvero la realtà economica che scommette, investe, innova. C'è nelle medie imprese, anche nel nuovo terziario di qualità che faticosamente si sta facendo strada, una dinamicità che le grandi realtà hanno perduto. Mentre il tessuto delle piccole aziende è rimasto allo stato di brodo di coltura che ne aveva caratterizzato le origini più di venti anni fa. Ma adesso il "piccolo è bello" non solo non basta più, senza evoluzioni di sistema corre invece il rischio di diventare un falla per la futura occupazione. Così come senza la qualità non sarà mai possibile migliorare gli stipendi: gli interventi fiscali sono solo dei provvedimenti tampone, è la qualità della produzione la chiave di volta per rilanciare il benessere e il rilancio dei consumi dei lavoratori dipendenti".
Treviso, 7-4-2008Per la Cgil trevigiana è necessaria una scelta di strategia industriale territoriale.
Electrolux, appello alla politica: "Passare dai tavoli ai fatti".
Barbiero: "Serve un piano che valorizzi, e non deprima, i 50 mila metri quadrati di area industriale che la crisi a Susegana corre il rischio di depauperare, ad esempio creando anche le occasioni per una concentrazione in loco delle attività dello stesso indotto Electrolux, oppure di realtà produttive che siano in espansione occupazionale".
Lo ha detto oggi il segretario generale della Camera del lavoro di Treviso Paolino Barbiero, indicando posizioni e priorità che il sindacato confederale deve assumere a sostegno della iniziative delle categorie Fiom, Fim e Uilm rispetto alla vicenda della ristrutturazione industriale del gruppo Electrolux, che mette a rischio, anche in provincia di Treviso, centinaia di posti di lavoro. In particolare Barbiero ha evidenziato come debba essere rivolto innanzitutto un interesse ad "un piano che valorizzi, e non deprima, i 50 mila metri quadrati di area industriale che la crisi dell'Electrolux di Susegana corre il rischio di depauperare, ad esempio anche creando le occasioni per una concentrazione in loco delle attività dello stesso indotto Electrolux, oppure di realtà produttive in espansione occupazionale. Il dato storico è indicativo: si è già passati dagli oltre 2.000 occupati di qualche anno fa ai meno di 1.500 attuali. E' la dimostrazione che se non vengono definite politiche industriali che anticipino le ricadute sull'occupazione si finirà per disperdere il patrimonio professionale e la stabilità del posto di lavoro".
"E' arrivato il momento di mostrare le qualità di un governo locale, ha detto Barbiero, la dialettica con le parti sociali, sindacato e associazioni di categoria, non può portare soltanto al confezionamento dell'ennesimo tavolo di confronto. La Provincia di Treviso, a cui spetta la cabina di regia, e i parlamentari eletti in questa area devono passare ad una assunzione di responsabilità che porti alla realizzazione di una politica industriale che abbia come riferimento l'intero sistema produttivo. Raccordandosi con ciò che si sta discutendo tra la multinazionale, il Governo e Fiom, Fim e Uilm nazionali, rispetto alla difesa della continuità produttiva dei vari siti del gruppo "."I contraccolpi della crisi Electrolux, ha puntualizzato il segretario generale della Cgil trevigiana, potrebbero avere conseguenze gravi sia dirette che indirette. Basta pensare a quello che le difficoltà del "bianco" potrebbero causare al distretto del mobile, o alla dissipazione del know industriale che deriverebbe da processi di licenziamento privi di nuovi sbocchi occupazionali".
"Si tratta di decidere se si vuole lasciare la regolazione delle crisi al mercato o se esiste ancora la possibilità di realizzare quella cosa chiamata "politica industriale".
Nessuna sorpresa sull'esito del voto per il Governo nazionale e del Comune di Treviso, solo tanta amarezza.
Perché chi negli schieramenti politici del distrutto Arcobaleno e nel nuovo PD non conosce in profondità la cultura economica, sociale di questo territorio è da tempo poco propenso ad ascoltarci ed ad investire su uomini e donne che lavorano vivono ed hanno relazioni costanti con le categorie economiche, le associazioni sindacali, il sistema cooperativo e le istituzioni locali presenti in provincia.
Nel 1996 la Lega correndo da sola totalizzò il 10,4 dei consensi principalmente tra la Lombardia ed il Veneto, Friuli Venezia Giulia, a 12 anni di distanza, dopo una caduta verticale al 4,6% nel 2006 il 13 – 14 aprile 2008 risale all'8,3% aumentando i consensi anche in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche.
L'operaio, l'impiegato, la casalinga, i giovani, la partita Iva che nel passato affidavano i loro bisogni alla DC oggi hanno riscommesso politicamente sulla Lega Nord perché il governo Prodi non ha saputo mantenere coesione politica della coalizione, vanificando il risanamento finanziario e l'avvio di una nuova politica dei redditi e del Welfare State.
Cosa serve il forfettone sulla partita Iva con gli studi di settore che non considerano il lavoro autonomo marginale e precario spesso con condizioni di autosfruttamento, ha fatto più presa la promessa di far pagare l'IVA solo dopo aver incassato la fattura.
Queste elezioni le hanno perse le formazioni politiche che si richiamano alla sinistra Arcobaleno che dovrà riflettere, ricostruire le condizioni per non rimanere testimonianza extraparlamentare, senza dimenticarsi che le posizioni assunte assieme alla FIOM di rottura con il Governo e CGIL CISL e UIL sul recente protocollo sul welfare alla fine ha premiato elettoralmente la Lega Nord.
Così non è stato ma almeno l'80% dei consensi si è concentrato su due grandi coalizioni tagliando le ali a destra ed a sinistra dove si contano ancora una decina di partitini.
Avremo di fronte cinque anni di governo stabile e una opposizione guidata dal PD che avrà il compito di aggregare le forze politiche escluse che non condividono il programma del centro destra, riuscendo su programmi molto coesi a rafforzare il profilo riformista che il PD deve radicare nelle diverse aree territoriali del Paese con persone espressione diretta del territorio senza perdersi in inutili dispute sul partito del Nord.
E' chiaro che il sindacato italiano e la CGIL in primis, pena una loro sconfitta, non possono limitarsi ad un ruolo puramente ideologico o peggio ancora di difesa di interessi limitati o di semplice categoria, ma bensì agire con una forte azione unitaria per garantire una funzione generale nella difesa degli interessi dei lavoratori rispetto alla complessità dei problemi che sta attraversando il paese.
Inoltre il voto ci obbliga a non perdere ulteriore tempo per investire e sperimentare innovazioni organizzative sulla centralità confederale nel territorio dove si riproduce la rappresentanza e si determinano le condizioni di lavoro nei vari settori.
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |