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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Vendemmia 2008, 3000 lavoratori da regolarizzare.
Lotta al lavoro sommerso e tutela dei diritti dei lavoratori agricoli stagionali: questo è lo scopo della recente introduzione dei voucher per la vendemmia 2008, i buoni da 10 euro lordi disponibili dal 19 Agosto scorso presso l'Inps e in quattro uffici postali della Marca.
"Il sistema, spiega Ugo Costantini, Segretario Generale della FLAI CGIL, è semplicissimo: ogni ora di lavoro viene retribuita con un voucher da 10 euro lordi. Nelle tasche del lavoratore entreranno 7,50 euro netti l'ora, con la garanzia della copertura previdenziale e assicurativa contro gli infortuni.
Possono essere impiegati con il sistema dei voucher solamente gli studenti al di sotto dei 25 anni e i pensionati, per un tetto di retribuzione massima di 5.000 euro lordi per lavoratore e una spesa totale non superiore ai 10.000 euro per azienda.
Il numero dei buoni distribuiti non raggiunge il tetto sufficiente a regolarizzare il lavoro dei vendemmiatori.
Voucher: stima inverosimile, così si rischia il nero.
Il segretario provinciale Paolino Barbiero: "15mila non sono sufficienti a regolarizzare le quasi 3mila persone che stimiamo verranno impiegate. Nessun grido d'allarme, ma siamo preoccupati perché permane il rischio di elusione dei controlli sul lavoro irregolare."
"Regolarizzare i vendemmiatori è un obiettivo importante, spiega il Segretario della CGIL, specialmente per l'impatto economico che il comparto vinicolo gioca per il nostro territorio. 15mila voucher di un'ora non sono sufficienti a regolarizzare le 3mila persone che stimiamo vengano impiegaste per la vendemmia. Conti alla mano: 15mila ore di lavoro divise per 3mila lavoratori sono 5 ore di lavoro pro capite… È impensabile che ogni lavoratore sia impiegato per un monte ore così esiguo."
"La Coldiretti, continua Barbiero, parla di volontà di demonizzazione da parte del Sindacato. La CGIL è invece da sempre impiegata nella lotta al lavoro nero e possiamo ben dire che di questo passo siamo ben lontani dal raggiungere la piena applicazione dello strumento, che non deve diventare l'ennesimo metodo per eludere i controlli dell'Inps e dell'Ispettorato del Lavoro. Richiamiamo al senso di responsabilità di aziende e lavoratori nell'aderire a questa innovativa forma contrattuale nel comparto agricolo.""Il voucher, recentemente introdotti dal Governo, sono uno strumento flessibile che cerca di andare incontro alle esigenze delle imprese agricole,conclude Barbiero,sempre che le aziende lo adottino e seguano la strada della regolarizzazione. L'idea di estendere questa specifica forma contrattuale, che riconosce al lavoratore stagionale, studenti under 25 e pensionati, previdenza e contribuzione, anche alla raccolta del radicchio e della frutta è una proposta da vagliare attentamente, ma va verso la lotta al lavoro nero o piuttosto verso la deregulation del settore agricolo? Semplificare si, ma i lavoratori devono essere garantiti e tutelati."
La SLC-Cgil e NIdiL-Cgil di Treviso invitano tutti i LAVORATORI dei CALL CENTER ad aderire allo SCIOPERO ed a partecipare alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE del 19 settembre 2008 a Roma
Il settore dei call center ha conosciuto in questi anni una profonda evoluzione, con migliaia di lavoratori stabilizzati e con un impegno congiunto dei Sindacati e delle Istituzioni (Ministero del Lavoro, Servizi Ispettivi, Inps, Inail) per contrastare il ricorso al lavoro precario e irregolare. Questo impegno ha portato anche i principali committenti, soprattutto sull'inbound,ad assegnare le nuove commesse tenendo conto del nuovo costo del lavoro e del tentativo di scommettere sulla qualità dei servizi.Purtroppo molto rimane ancora da fare.
Vi sono decine di call center che – ricorrendo al lavoro a progetto, nonostante anche le recenti circolari del Ministero del Lavoro – continuano ad alimentare fenomeni di dumping generando lavoro precario e mal pagato. Tutto ciò avviene a danno delle imprese che hanno stabilizzato e che più vogliono investire, invece, sulla qualità e a danno degli oltre 24 mila lavoratori stabilizzati e a danno di tutti i lavoratori delle aziende di TLC.
Occorre che i committenti sottoscrivano una vera e propria "carta della responsabilità", impegnandosi su tutte le commesse a non praticare gare al massimo ribasso ed in ogni caso ad assegnare attività solo a chi ha lavoratori subordinati e rispetta le norme del CCNL e della 626/94 (legge sulla salute e sicurezza). Occorre attivare nuovamente il Tavolo nazionale sui Call Center presso il Ministero del Lavoro, anche per sapere che fine hanno fatto gli oltre 8 mila verbali sanzionatori frutto dell'attività ispettiva fino intrapresa.
Occorre introdurre nel settore delle TLC clausole sociali innovative a garanzia dei lavoratori nei casi di cambi di appalto.
Per la difesa dell'occupazione dei lavoratori a tempo indeterminato.Le segreterie nazionali di SLC Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.
Per ulteriori informazioni contattare la Cgil di Treviso - via Dandolo 2 – tel. 0422 4091
Dalle moschee all'integrazione sociale, invito a discussione che trovi soluzioni.
Immigrati, la Cgil: tavolo allargato a Chiesa e partiti.
Barbiero: "Non si può continuare ad intervenire in emergenza. La politica deve assumersi le proprie responsabilità, essere al governo significa risolvere i problemi, non crearli". Alla Chiesa trevigiana chiediamo di esplicitare il concetto di "solidarietà" a cui si è appellata.
Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, Paolino Barbiero, secondo cui è "Urgente la costituzione di un tavolo di lavoro propositivo a cui, oltre alle istituzioni e le associazioni di rappresentanza economica e sociale, siano chiamate a partecipare a pieno titolo anche le forze politiche provinciali e la Chiesa".
"La politica, ha detto Barbiero, deve finirla con il gioco delle dichiarazioni mediatiche deresponsabilizzate, salvo esercitare enormi pressioni sui propri amministratori locali. Di fonte a 100 mila cittadini migranti, tanti quanti se ne contano nella Marca, si deve cominciare un ragionamento di vera integrazione, basata sul rispetto delle regole che, da quel momento, diventino regole valide, rispettate ed esigibili per tutti. Proseguire nell'appiccicare agli stranieri, di fatto, una etichetta di "diversi" porta ad una legislazione e ad una prassi speciali e di emergenza, destinate a creare sacche di disuguaglianza formale e sostanziale. Ma non siamo il paese dell'apartheid".
"Alla Chiesa, ha puntualizzato Barbiero, credo sia legittimo chiedere di declinare il significato della parola "solidarietà", utilizzata come chiave per risolvere le tensioni. Cosa significa solidarietà nel campo della promozione dei diritti? Come è che la solidarietà può risolvere la violazione delle regole, come nel caso dello scandalo-rinnovi dei permessi di soggiorno? Cosa significa solidarietà quando si parla di moschee?".
"I processi demografici e quelli economici, ha concluso Barbiero, indicano come la presenza di cittadini di origine straniera, spesso extracomunitari, sia un fenomeno destinato a consolidarsi.E' su questo che la società trevigiana, e quindi anche la politica, si deve applicare. Non c'è più tempo per i giochetti ideologici, puntare al "tanto peggio, tanto meglio" è da irresponsabili. E questo vale anche per quanto riguarda la garanzia del diritto ad esprimere il proprio sentimento religioso, che si tratti di mussulmani o di altro, quando ciò avvenga in maniera non eversiva dei valori costituzionali".
Studio della Cgil: crescono precarietà e tempo parziale. Un assunto su tre è immigrato.
Meno italiani, più instabilità: così è cambiato il lavoro nella Marca.
Dal 2002 a oggi "bruciati" più di 22 mila posti, recuperati solo in parte e soltanto attraverso contratti flessibili.
Il segretario generale Barbiero: "Si ricerca la competitività con la riduzione di salario e diritti. Il boom di stranieri? C’è perché servono basse qualifiche, mentre per i trevigiani vale la regola per cui più si è formati e specializzati meno opportunità si hanno di trovare una occupazione adeguata alle proprie conoscenze".
Sono i risultati a cui giunge una ricerca realizzata da Maria Grazia Salogni, componente della segreteria provinciale e responsabile delle politiche del mercato del lavoro, in collaborazione con l'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso.
Lo studio prende in esame il periodo compreso tra il 2002 e il 2007, con una integrazione dei dati relativa ai primi otto mesi del 2008.
"Emerge – dice l'autrice – una inversione di tendenza rispetto ai segnali positivi del biennio 2006-2007, che avevano ridato un po' di ossigeno al sistema occupazionale della Marca dopo la crisi del 2005, vero e proprio anno nero del lavoro in provincia di Treviso.
ASSUNZIONI
Il sistema economico trevigiano ha, nei fatti, riassorbito esuberi più di quanto sia stato in grado di creare veri nuovi posti di lavoro. Lo si desume in particolare dal fatto che, tra il tra il 2006 e il 2007, più della metà degli assunti (il 51,19%) è stata compresa nella fascia di età tra i 30 e i 49 anni, contro il 39,98% del 2000, mentre gli over 50 sono passati dal 4,89% all'8,69%. Nella fascia di età fino ai 30 anni si registra invece un calo, dal 55,14% del 2000 al 40,13% del biennio 2006-2007.
TASSO DI OCCUPAZIONE
Unico vero elemento positivo della congiuntura presa in esame riguarda il tasso di occupazione, che segna una crescita del 2,6. Meglio tra le donne (+3,4%) anche se si tratta per lo più di part-time e di lavoro a tempo determinato o in somministrazione.
IL TEMPO DEL LAVORO
Alla diminuzione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato corrisponde anche un calo del tempo pieno. La ricerca, che distingue l' orario ridotto in due classi (più o meno di 20 ore settimanali), fa emergere un aumento progressivo del tempo parziale in maniera similare tra gli assunti maschi e le femmine. Dal 2000 i contratti full time calano dall'89,91% all'80%. Quelli part-time a meno di 20 ore settimanali crescono invece dal 3,78% all'8,24%, mentre i tempi parziali a più di 20 ore passano dal 6,30% all'11,04%.
"Ma la competizione giocata in questa maniera, puntualizza Barbiero, è sintomo di debolezza. Se ne trae la constatazione che questo sistema economico ha caratteristiche tali per cui la sopravvivenza si ottiene soltanto con una graduale e continua riduzione dei costi, a cui si accompagna una contrazione dei diritti. Questo è dovuto in larga parte alle caratteristiche della produzione; se il sistema economico trevigiano si riduce a concorrere solo con i paesi del low cost contrattuale, se quindi il posizionamento rimane ancorato sulla gamma "bassa" e se i processi di innovazione tecnologica e di marketing sono assenti, non c è altra soluzione che rincorrere il taglio delle spese.
E' per questo che rimane alto il fabbisogno di lavoratori stranieri: quelle che importiamo sono basse professionalità, scarsamente specializzate e che necessiterebbero di riqualificazione per sostenere uno sviluppo di qualità e non per essere impiegate, come ora, in processi di produzione in cui conta solo l'intensità della quantità. Non è quindi un caso se quello trevigiano è un sistema produttivo in cui più sono alte la conoscenza e la specializzazione, maggiore è la difficoltà a trovare un posto di lavoro attinente. Pur avendo come orizzonte la competizione globale, da queste parti viene paradossalmente disincentivato il percorso scolastico di alto profilo"."Negli ultimi anni, ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, crisi e ristrutturazioni hanno reso disponibile sul mercato del lavoro una platea appetibile per le imprese, dato che la loro assunzione concedeva benefici contributivi e fiscali. Purtroppo però questa ricollocazione ha comportato l'ampliamento dell'instabilità lavorativa, che è anche causa del progressivo impoverimento e della fortissima riduzione della propensione ai consumi".
Ufficio Stampa Per scaricare il testo realizzato da Mariagrazia Salogni "Il mercato del lavoro in provincia di Treviso: mobilità e caratteristiche dell'occupazione nel periodo compreso tra il 2000 e il 2007" cliccare qui.
Giovedì 18 settembre 2008 le associazioni dei consumatori in Piazza a Montecitorio e in numerose piazze italiane per difendere il potere di acquisto delle famiglie.
Giornata di lotta contro il caro vita.
"L'iniziativa nazionale promossa dalle associazioni di consumatori è necessaria e va appoggiata con ogni mezzo. E' ora di farsi sentire perché la continua caduta del potere di acquisto dei salari e delle pensioni, erosi costantemente dall'inflazione che ad agosto si è attestata al 4,1%, costituisce un vero allarme sociale".
Lo hanno detto in un comunicato congiunto i segretari provinciali di Treviso di Cgil, Cisl e Uil, Paolino Barbiero, Franco Lorenzon e Antonio Confortin. "Il governo deve intervenire direttamente con misure atte a fermare la speculazione finanziaria ed il caro carburante – hanno continuato Barbiero, Lorenzon e Confortin. Bisogna correggere prima di tutto i comportamenti irresponsabili di alcuni operatori economici che sono causa diretta dell’aumento di prezzo di prodotti alimentari di largo consumo, che più di altri pesano nei bilanci delle famiglie italiane"."Le proposte avanzate dalle associazioni dei consumatori per fronteggiare il caro vita sono da noi pienamente condivise, hanno aggiunto Barbiero, Lorenzon e Confortin. In particolare quelle di istituire una moratoria di prezzi e tariffe fino a giugno 2009, di costituire un paniere regionale per l’acquisto di beni di prima necessità a prezzi calmierati, di stabilire sanzioni per le scuole e gli insegnanti che non rispettano i tetti di spesa sui libri di testo, di lanciare punti vendita diretta tra produttori e consumatori, di ridurre le accise sui carburanti e di attuare dei recuperi fiscali (in detrazioni e bonus) per almeno 300 euro a famiglia".
"A livello provinciale chiediamo alle istituzioni locali di fare la loro parte attuando un circuito virtuoso che dia respiro ai consumatori - hanno concluso Barbiero, Lorenzon e Confortin. Regione, Provincia e Comuni dovrebbero in questo senso impegnarsi a non aumentare la tassazione locale, bloccando le imposte determinate dalle scelte politiche delle amministrazioni. Parliamo ad esempio di addizionale Irpef, tassa sui rifiuti, sull’acqua, sul gas, sui trasporti pubblici, sul bollo auto, ecc." Ufficio StampaGentile direttore,
ieri si è svolto a Treviso un convegno sull'immigrazione trevigiana e veneta.
E' stato uno straordinario appuntamento con la memoria di una stagione drammatica e sofferta della storia di questa terra: l'emigrazione necessaria, il viaggio della speranza per darsi una vita migliore.
Ma è stata anche una grande occasione perduta: perché il racconto del viaggio delle valigie di cartone della nostra gente, della difficoltà di una vita in terre straniere e lontane, poteva incrociarsi con la stessa esperienza, non di ieri ma di oggi, di quegli uomini e donne che compiono il viaggio della speranza non più "dal" Veneto e "dalla" Marca trevigiana, ma "verso" il Veneto e verso la Marca Trevigiana.
Avremo ad esempio potuto riflettere sui valori che gli emigranti hanno saputo conservare e trapiantare nelle terre d'adozione e accorgerci che sono gli stessi che gli immigrati portano con sé e che in tanti ci ostiniamo a voler negare, come se l'unica condizione per l'integrazione fosse l'assimilazione. L'identità culturale, la religione, i valori della tradizione non sono forse le stesse cose che i trevigiani hanno voluto coltivare nelle Americhe, in Australia, in Sudafrica e che i migranti, compresi i mussulmani, vogliono non essere costretti a nascondere, se non proprio a cancellare?
Qual è il senso di ricordare, come è stato fatto nel corso del convegno, che ovunque i trevigiani andassero ad essere costruite per prime erano le chiese e le osterie, se poi qui da noi la concessione di uno spazio per pregare e un luogo in cui incontrarsi sono, come nel caso degli islamici, addirittura motivo di turbamento dell'ordine pubblico?E come possiamo riconoscere la sofferenza dei nostri conterranei che in Brasile, alla fine della seconda guerra mondiale, soffrivano per la proibizione all'uso della lingua italiana senza riconoscere in quel divieto la stessa matrice di risentimento culturale con cui noi oggi siamo tentati di stabilire il rapporto con gli immigrati?
Il convegno di ieri, come qualsiasi altro momento di confronto con la storia della nostra emigrazione, ci mette di fronte ad una grande ipocrisia: quella delle memoria corta, del "un peso e due misure".Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso
26 SETTEMBRE 2008
Auditorium Santa Croce, Riviera Garibaldi 13/e, TREVISO
CGIL TUTELA INDIVIDUALE
Diritti sociali, integrazione multietnica, benessere comune
Dalle ore 9:00 alle ore 13:30, interventi vari.
Per scaricare il programma della giornata cliccare qui.
Il 26 e 27 settembre due giorni di iniziative intense con la Cgil Treviso. Venerdì seminario all'Auditorium Santa Croce con il segretario nazionale confederale Megale e presentazione del libro "Bruno Trentin, dalla guerra partigiana alla Cgil", sabato mattina incontro con i cittadini in 8 piazze del trevigiano.
Cgil, venerdì e sabato si discute di tutela individuale.
Diritti sociali, integrazione multiculturale, benessere comune.
In una parola, la tutela individuale come vista e attuata dalla Cgil di Treviso.
Se parlerà nel corso di un seminario, in programma il venerdì 26 settembre alle ore 9.00 presso l’Auditorium Santa Croce in Riviera Garibaldi 13/E a Treviso, a cui parteciperà anche il segretario confederale della Cgil, e presidente dell’Ires, Agostino Megale.
Nel pomeriggio di venerdì, a partire dalle ore 16.30, è inoltre prevista la presentazione del libro "Bruno Trentin, dalla guerra partigiana alla Cgil", una raccolta di materiali scritti e fotografici, in parte inediti, curata da Iginio Ariemma e Luisa Bellina.
"Tra le questioni principali che la società trevigiana è chiamata ad affrontare vi è l'integrazione multietnica dei lavoratori migranti, ha proseguito Barbiero, tanto più se si confermerà che gli immigrati sono una risorsa indispensabile per il sistema produttivo locale, così come per il comparto dell’assistenza sociale, anche in ragione delle dinamiche demografiche che si registrano nella Marca. Sono processi che riescono solo se si compone il binomio costruttivo “diritti e doveri” ed è proprio questa la cultura della solidarietà, dell’accettazione e della responsabilità che la Cgil trevigiana sta tentando di promuovere".
"Il nostro orizzonte è quello del benessere diffuso, ha continuato Barbiero, da realizzare con un welfare attivo che sappia mettere insieme uguali opportunità e uguali diritti, tenuto insieme dal collante della solidarietà. Oggi si tende a pensare che la realizzazione del federalismo sia la miglior risposta per risolvere i problemi economici della società, ma bisogna guardare avanti perché il federalismo rischia di non rappresentare un salto di qualità per tutti, né può essere spacciato per sinonimo di nuovo benessere diffuso se non si ripensa il modello di produzione e redistribuzione della ricchezza proprio a livello locale".Sabato 27 settembre, l' iniziativa "Cgil, tutela individuale" sbarcherà in 8 piazze della provincia. Dalle 9.00 alle 12.30 verrà distribuito materiale informativo a Treviso (piazza Aldo Moro), Conegliano (Scalinata degli Alpini), Vittorio Veneto (via Brandolini), Pieve di Soligo (via Vaccari), Oderzo (piazza Grande), Motta di Livenza (Sottoportico dei Torresin), Montebelluna (piazzetta Sedese) e Castelfranco Veneto (piazza Giorgione).
"Andare nelle piazze è rimasto l'unico modo che hanno i sindacati di comunicare con i cittadini, ha concluso Barbiero, senza rischiare di essere travisati o strumentalizzati. Il Governo non informa la gente sul reale andamento delle cose, e nessuno parla di come le iniziative governative abbiano ridotto i diritti sociali e il benessere di tutti i ceti sociali".
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |