ARCHIVIO

Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.

Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:

Collegamento esterno

Comunicati Stampa

DICEMBRE 2009

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA  16_12_2009

Ricchezza

Ricerca della Cgil: cassa integrazione e licenziamenti abbattono la ricchezza provinciale.
Crisi, bruciati in un anno 12 milioni e mezzo di retribuzioni.
Il 2009 si chiuderà a quota 15 milioni di ore di cigo e cigs, mentre i licenziamenti saranno 7 mila.
Esponenziale aumento rispetto al 2008.
12.400 posti di lavoro a rischio nei prossimi sei mesi, la flessione dei salari, entro giugno, potrebbe arrivare a quota –30 milioni.
Assunzioni giù del 29,7% Barbiero: "Sistema produttivo stremato, metà delle aziende non ha i fondamentali che servono per agganciare la possibile ripresa".

Dodici milioni e mezzo di euro. A tanto aumenta la perdita di ricchezza che la provincia di Treviso registrerà in questo 2009 a causa dei licenziamenti e dei procedimenti di cassa integrazione secondo una ricerca diffusa quest’oggi dall’Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso. Una cifra che potrebbe arrivare a 30 milioni entro l’estate, con una flessione del gettito fiscale stimabile intorno ai 7 milioni di euro, solo per quanto riguarda le imposte dirette.

I numeri sono il risultato combinato della flessione del potere d’acquisto potenziale dovuto ai i record negativi relativi al monte ore di cigo, cigs, cassa integrazione in deroga , mobilità e licenziamenti, segnali di una crisi che, sul versante dell’occupazione, non solo non accenna a frenare ma che anzi, secondo la rilevazione della Cgil, rischia di inasprirsi nel 2010. A pagarne le conseguenze sono il monte salari, ridotto dalla cassa integrazione o cancellato in caso di licenziamento, e la forte contrazione del valore delle tredicesime, erose dal numero più basse di giornate lavorate.

CASSA INTEGRAZIONE – Il 2009, secondo la proiezione dell’Ufficio Studi, si chiuderà nella Marca con un totale di 15 milioni di ore, che interessano oltre 400 aziende di cui un terzo in cassa integrazione straordinaria. Si tratta, con Vicenza, del livello più alto rispetto ad un totale regionale pari a 71 milioni, segnale che a soffrire è soprattutto il settore manifatturiero.
Per quanto riguarda la Cassa integrazione ordinaria, il balzo, rispetto al 2008, porta il monte ore in provincia da 1.083.972 alle 6.930.217 rilevate a fine ottobre, mentre a livello regionale si passa dai 4.559.595 dell’anno passato ai 34.100.436 attuali.

Balzo anche della cassa integrazione in Edilizia, i cui dati sono scorporati dalla cassa ordinaria nell’industria: a Treviso il salto in alto porta le ore dalle 368.534 del 2008 alle 879.097 di oggi, mentre a livello regionale l’asticella si alza da 2.329.292 a 4.884.118 ore.
Sostanzialmente triplicata, nella Marca, la cassa integrazione straordinaria: le ore erano state 1.163.591 nel 2008, oggi sono quasi 5 milioni, mentre in Veneto si passa da 8.670.190 a 20.578.180.
Esponenziale l’aumento relativo al numero di lavoratori equivalenti: il monte ore complessivo corrisponde infatti a 9.300 addetti in provincia di Treviso (contro i 1.756 del 2008) e 51.600 in Veneto (erano 9.800 nel 2008).

PICCOLA IMPRESA E ARTIGIANATO - Ampio l’utilizzo degli ammortizzatori sociali nel comparto delle pmi e delle imprese artigiane. Le ore di cassa integrazione in deroga richieste dalle aziende trevigiane nel 2009 sarà di 5.176.274, per un totale di 1.828 richiedenti. In Veneto il valore raggiunge le 27.212.388 ore richieste da 9.031 soggetti. Il numero di lavoratori equivalenti è di 3.100 per la provincia e di 16mila in regione. Le giornate di sospensione nell’artigianato in Veneto passano dalle 45.893 del 2008 alle 482.554 attuali, mentre in provincia di Treviso nell’anno in corso le sospensioni sono 86.659, pari al 18% del totale regionale.

LA DINAMICA DEI LICENZIAMENTI – Il trend avviato nel 2008, che ha fatto segnare un forte arretramento delle soglie occupazionali rispetto al 2007, si è non solo confermato ma anzi molto rafforzato negli ultimi 12 mesi. Le performance peggiori sono quelle delle imprese medio piccole, quindi riguardanti persone sprovviste di adeguati ammortizzatori sociali, con indennità che vengono erogate in tempi molto lunghi rispetto ai bisogni immediati di compensazione del reddito perduto.
Il 2009 si chiuderà con un totale provinciale di 7 mila licenziamenti, contro i 4.274 del 2008, mandando agli archivi un sostanziale raddoppio. In Veneto il numero di chi ha perso il lavoro raggiungerà le 31.000 unità, contro i 19.623 dell’anno prima.
I licenziamenti nelle grandi imprese (con ammortizzatori sociali) raggiungeranno quota 2 mila, contro i 1.544 del 2008 (in Veneto saranno 9.700, contro i 6.870 dell’anno prima); più grave invece la situazione nelle piccole e medie realtà e in quelle artigiane, dove verrà raggiunto il numero record di 5 mila licenziati (2.703 nel 2008) in provincia di Treviso, su un totale regionale di 21.500 (12.753 nel 2008).

LA DINAMICA DELLE ASSUNZIONI – Flette di quasi un terzo, rispetto al 2008, il numero di assunzioni nella Marca. Nei primi 9 mesi dell’anno (gli ultimi monitorati) si passa infatti dalle 89.738 assunzioni del 2008 alle 63.130 di quest’anno (-29,7%). In regione il calo (da 592.315 a 448.179) è del 24,3%.
“Questi – ha commentato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale trevigiana – sono i numeri che stanno dentro a quel 7 per cento di Pil in meno che registreremo alla fine di quest’anno. Il nodo, ora, è come occuparsi del rimanente 93%, perché la sensazione diffusa è che gran parte dei lavoratori che oggi sono interessati alla cassa integrazione siano destinati, se non vi sarà una sostanziale inversione di tendenza, a perdere il lavoro nel corso del 2010. L’impatto, in termini economici, è rilevante: i dodici milioni in meno di retribuzioni e tredicesime di quest’anno sono dodici milioni in meno di potere d’acquisto, con il risultato di una fortissima frenata del mercato interno in questa fase particolare dell’anno, in cui fisiologicamente si registrava invece una crescita della massa monetaria impiegata ad esempio per acquisti. Con almeno altri 12.400 lavoratori con “la maniglia in mano” – cioè in forte pericolo di licenziamento – si rischia di portare la diminuzione della ricchezza oltre la soglia di – 30 milioni entro la prossima estate, con fortissimi contraccolpi non solo sul fronte dei consumi e della stabilità economica delle famiglie, ma anche sul gettito fiscale, stimabile solo per quanto riguarda le imposte dirette, a circa 7 milioni in meno di entrate”.

Continuiamo a sostenere – ha concluso il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso – l’urgenza di una manovra anticiclica di aiuto all’economia e ai redditi di cui nella finanziaria del Governo non c’è però traccia. Il sistema produttivo trevigiano rischia di arrivare stremato ai primi mesi del prossimo anno. In queste condizioni, con oltre la metà delle imprese prive dei fondamentali necessari per ripartire, a cominciare dalla situazione dell’indebitamento, gli ammortizzatori sociali, per quanto prorogati, potrebbe trasformarsi solo in un lungo traghettamento verso la disoccupazione. Stimolo alle imprese e ripartenza dei lavori pubblici, con un allentamento sostanziale dei vincoli di bilancio per gli enti pubblici virtuosi la cui spesa risulta ad oggi completamente bloccata, sono alcune delle priorità per un sistema economico e sociale territoriale che potrebbe bruciare, in tre anni di recessione, la ricchezza prodotta in quasi 20 anni di crescita continua”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  29_12_2009

Precari

Fotografia dell’occupazione in provincia: si afferma un precariato diffuso.
A Treviso non si assume più, crescono solo partite iva e collaboratori.

Oltre ai contratti a tempo indeterminato calano anche l’apprendistato e il lavoro in somministrazione. +9% invece i cocopro. Boom delle mobilità per i lavoratori espulsi dalle piccole imprese, in grande crescita le dichiarazioni di disponibilità immediata al lavoro.
Barbiero: "L'impressione è quella di un sistema capitalistico territoriale che non riesce più né a creare ricchezza, né tantomeno a distribuirla. Si cerca solo il basso costo"

Mercato delle assunzioni bloccato, picco di ingressi in mobilità, contrazione anche dei contratti di somministrazione, aumento delle figure contrattuali atipiche delle nuove ditte individuali.
E a pagare il conto più salato della crisi, in questa fase, sono i lavoratori meno o per nulla tutelati da adeguati ammortizzatori sociali: quelli espulsi dalle piccole imprese e i precari.

La fotografia di questo fine anno sul fronte delle dinamiche occupazionali è stata fatta dall’Ufficio studi della Cgil provinciale di Treviso, in collaborazione con il Nidil, la sigla sindacale della Cgil che si occupa dei lavoratori parasubordinati. E il dato più rilevante riguarda il calo di occupati, sia con contratti stabili che con contratti a termine.

LA SITUAZIONE - Il 2009 si chiuderà con una flessione delle assunzioni a tempo indeterminato pari a circa il 38% in meno rispetto all’anno precedente. Flettono anche l’apprendistato (-35%) e i contratti di somministrazione. Secondo i dati Ebitemp (l’ente bilaterali dei lavoratori temporanei) le missioni dei lavoratori interinali avviate in provincia di Treviso, rispetto al 2008, sono scese del 50,7%. Dai dati delle iscrizioni Inail, complessivamente, il calo sfiora il 57%. Tra le conseguenze di questa situazione, vi è stata una chiusura di numerose filiali delle agenzie per il lavoro, mentre in molte realtà si è dovuto ricorrere ai contratti di solidarietà.
Gran parte degli interinali ha meno di 30 anni: sono circa il 30% 50%, mentre il 24% ha almeno 40 anni (quattro punti sopra la media nazionale) ed il 6% è un over 45.
Le riduzioni dei contratti, a tempo indeterminato, di apprendistato, a tempo determinato e di somministrazione, portano anche alla crescita delle imprese unipersonali. I numeri, a Treviso, parlano di circa 8 mila partite Iva. Una analisi più approfondita porta alla conclusione che una parte rilevante, poco meno di un terzo, non rappresenta in realtà vera nuova imprenditoria, ma lavoratori con una sola commessa, spesso soggetti costretti dagli stessi ex datori di lavoro ad aprire una posizione autonoma per rientrare nel mercato del lavoro, configurando un bacino da cui attingere per forza lavoro a basso costo.

WELFARE - Pesante la situazione anche per quanto gli strumenti di ammortizzazione sociale per precari e lavoratori in somministrazione. Relativamente al sostegno al reddito previsto dal Ccnl dei lavoratori in somministrazione a carico della bilateralità (una tantum di 700 euro lorde), sono state quasi 200 le domande compilate direttamente da NIdiL di Treviso nel corso del 2009. Si deve però sottolineare come i tempi per l’erogazione della prestazione da parte dell’Ente siano stati eccessivamente lunghi (circa 7 mesi), a causa della mole di domande pervenute alla sede nazionale, nonostante i vari solleciti, e questo continua a causare gravi situazioni di sofferenza economica ai lavoratori non più occupati.
Per quanto concerne le misure di sostegno al reddito previste dagli accordi regionali vale la pena ricordare come l’accordo attuativo sulla “mobilità in deroga”, sia stato sottoscritto solamente il 4 dicembre 2009, e che i lavoratori in somministrazione difficilmente potranno effettivamente godere di tale sostegno visto che dovrebbero far valere un rapporto di lavoro a carattere continuativo.
Sale, oltre al numero di partite Iva, anche quello dei collaboratori. Il saldo, tra 2008 e 2009, registra un +9%. Due terzi sono collaborazioni a progetto, un terzo collaborazioni occasionali. Per questi, rispetto al sostegno economico previsto da una norma nazionale a beneficio dei collaboratori a che hanno perso il lavoro, in provincia sono state presentate 121 domande, ma solo 17 sono state accettate, a causa dei forti vincoli che subordinano l’erogazione della prestazione sociale.
La legge finanziaria ha previsto di elevare tale una tantum dal 20% al 30% del reddito dell’anno precedente, ma non ha modificato la maggior parte delle condizioni che hanno fatto naufragare la misura nel 2009.

RICERCA DI LAVORO – I maggiori ingressi nelle liste di mobilità riguardano lavoratori licenziati dalle piccole imprese, ovvero i soggetti che dispongono di minori tutele di welfare. Nel 2009 sono 7.107, mentre quelli provenienti dalle grandi aziende (coperti da un sistema di ammortizzatori sociali più forti) sono 2.787.
Si registra quindi una impennata delle dichiarazioni di immediata disponibilità raccolte dai Centri per l’Impiego della Provincia di Treviso: complessivamente, nel 2009, sono 25.029, erano state 17.650 nel 2008.
“La contrazione delle soglie occupazionali e la crescita del tasso di disoccupazione a causa delle difficili condizioni di reimpiego – ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso – si accompagnano ad una destrutturazione del rapporto contrattuale, che vede l’affermarsi sempre più diffuso dei collaboratori a progetto - e occasionali - e delle “finte” partite Iva. E’ evidente che questo sistema economico in grande difficoltà cerca soluzioni competitive spostandosi, dove possibile, verso il lavoro a basso a costo. Ma il fatto che gli unici margini di manovra, soprattutto per le piccole imprese, siano dati dalla contrazione del costo del lavoro è un pessimo segnale: non solo regredisce la condizione salariale e dei diritti, ma si configura anche un tessuto produttivo che sopravvive solo nella misura in cui smette di essere occasione di buona occupazione”.

Quello che appare – ha concluso Barbiero – è che il capitalismo territoriale ha insomma smesso di creare ricchezza e di distribuirla, mentre si affermano rapporti di lavoro fortemente precarizzanti, instabili nella durata e inadeguati dal punto di vista della retribuzione, con l’aggravante di riguardare fidure professionali quasi totalmente sprovviste di veri strumenti di welfare”.

Ufficio Stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina