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Comunicati Stampa

OTTOBRE 2010

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

GIORNATA DI MOBILITAZIONE EUROPEA  1_10_2010

SÌ ALL'EUROPA DEI DIRITTI, DELLO STATO SOCIALE, DEL LAVORO E DELLA CRESCITA E NO ALL'EUROPA DELL'AUSTERITÀ, strumento di una politica recessiva che fa pagare alla società il costo delle esose pretese dei mercati finanziari.
E' questo il senso della giornata europea di azione, promossa per il 29 settembre 2010 dalla Confederazione Europea dei Sindacati e che ha visto i sindacati nazionali impegnati in una vasta mobilitazione generale e contestuale.

Si tratta di una prima importante risposta alla sordità delle istituzioni dell'Unione e dei governi nazionali rispetto ai temi posti dalle organizzazioni dei lavoratori: la governance fiscale europea, le politiche attive del lavoro, di diminuzione della disoccupazione e per lo sviluppo di più efficaci politiche industriali; rinforzare e non demolire il sistema del welfare e la qualità dei servizi pubblici, anche attraverso una seria lotta all'evasione fiscale; più equilibrio tra mercato unico e diritti sociali.

Alla crisi economica la Ue e molti Stati membri sembrano invece voler rispondere con una politica monetarista e dell'austerità. Non una austerità virtuosa, ma una depressione sociale ed economica che guarda alla benevolenza da ri-guadagnare al cospetto dei mercati finanziari e della speculazione e, da ricercare attraverso un contenimento della spesa pubblica attraverso la contrazione drastica della spesa sociale.

Alla speculazione non interessa quale sia la qualità di vita di una nazione o quanto tenga la coesione sociale. La finanza internazionale si comporta, nei confronti dei Paesi, come gli investitori in borsa, che privilegiano le azioni di chi licenzia e fanno scendere le quotazioni di chi assume. E il caso della Grecia è un esempio emblematico di un meccanismo non solo perverso ma divenuto persino odioso, per cui gli autori della crisi internazionale, cioè la finanza speculativa globale, oggi dettano agli Stati le condizioni della ripresa, raddoppiando il proprio profitto ottenuto a spese delle fasce più deboli della società Europea.

Di fronte all'offensiva liberista e de-regolatrice che caratterizza tutto il Vecchio Continente e che in Italia raggiunge vertici preoccupanti considerati gli attacchi alla scuola e alla sanità pubblica, il movimento dei lavoratori europei si muove compatto. Non per delle ragioni ideologiche, ma di merito. Lo fa nelle sue articolazioni e nell'ambito di un vasto pluralismo, considerato che il mondo dei sindacati europei è particolarmente variegato.

Questo fatto, che ha culminato con la manifestazione di mercoledì 29 a Bruxelles, a Roma e, per quanto riguarda il Veneto a Mestre in Piazza Ferretto, rovescia il teorema tanto in voga in Italia, cioè quello di una Cgil isolata e antagonista contrapposta ad altri soggetti sindacali "collaborativi".
In Europa la Cgil non è isolata; semmai sono altri quelli che incredibilmente non riconoscono negli sviluppi attuali un pericolo fortissimo alla tenuta sociale, al progresso e miglioramento delle condizioni del lavoro, alla tutela dei più deboli, ad un welfare che non è spesa ma investimento di sviluppo.

Per questo amareggia, oltre che stupire, che le uniche organizzazioni sindacali a livello europeo che non partecipano alla grande mobilitazione promossa dalla Ces siano Cisl e Uil. L'Europa dei lavoratori, rispetto a temi molto riconducibili a fatti avvenuti in Italia - verrebbe da dire alla "Pomiglianizzazione" del lavoro europeo - danno e vogliono continuare a dare risposte forti e a proporre un confronto serrato con le istituzioni di governo. In Italia si indulge invece in un dibattito tutto ideologico, che rischia di farsi inghiottire dalle dinamiche della politica nazionale, perdendo così di vista i veri interessi che vogliamo rappresentare e difendere.

Anche per questo la Cgil di Treviso è stata presente, insieme al Veneto, con una propria delegazione a Bruxelles e a Roma e parteciperà, invitando tutti i lavoratori trevigiani ad essere presenti, all'appuntamento di Mestre. Non per ricreare un momento di divisione, ma per rafforzare il movimento di lotta che si oppone ad una Europa retta dalla nuova classe aristocratica dei banchieri, dei faccendieri e degli speculatori, che alla gente comune, i lavoratori, i pensionati, le donne, i giovani e i ceti più deboli, scippa il titolo di cittadini riducendoli a sudditi senza diritti sociali difendibili.

Paolino Barbiero, segretario generale Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA  06_10_2010

Diritti

Sabato 9 ottobre 2010 in 7 piazze della Marca per informare, ascoltare e rispondere ai cittadini.
Cgil: diritti in piazza per la Giornata della Tutela Individuale.
Barbiero: “Per il terzo anno consecutivo un appuntamento per incontrare la gente. Comunicare, ascoltare e rispondere ai bisogni di giovani, lavoratori, pensionati, consumatori e delle tante categorie deboli della società che il Sistema Servizi della Cgil tutela individualmente”

“Tutti i giorni nelle nostre sedi, nei luoghi di lavoro, nel territorio, domani in piazza, non per manifestare ma per informare, ascoltare e rispondere ai lavoratori e pensionati trevigiani.”

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario provinciale della Cgil di Treviso, annunciando la presenza in sette piazze della provincia di Treviso, della Cgil, Categorie e Sistema Servizi, sabato 9 ottobre 2010, dalle ore 9.00 alle 13.00, in occasione della Giornata Nazionale della Tutela Individuale promossa dalla Confederazione.

“Le politiche economiche sulle quali è incentrata l’attenzione del sindacato investono essenzialmente proprio gli aspetti della programmazione territoriale, che – ha spiegato Barbiero - ha acquisito oggi un forte peso specifico grazie al processo di trasferimento di funzioni e compiti delineato dal federalismo amministrativo e fiscale. Per questa ragione, sabato 9 ottobre, saremo presenti, in sette piazze della provincia di Treviso, in occasione della Giornata della Tutela Individuale. Per il terzo anno consecutivo, in mezzo alla gente, con la nostra iniziativa, finalizzata a valorizzare il ruolo della tutela individuale nell’attività di rappresentanza della Cgil.”

“Un’occasione – ha continuato Barbiero - per far conoscere i tanti servizi della Cgil, che soprattutto oggi costituiscono un presidio efficace per l’informazione e la salvaguardia dei diritti, spesso sconosciuti. Ogni struttura del Sistema Servizi (Caaf, Inca, Uvl, Federconsumatori, Sunia, Auser) sarà infatti presente con materiale informativo, dalla Guida alle tutele dell’Inca, allo sportello InfoRisparmio di Federconsumatori, che assiste i risparmiatori nei contenziosi con le banche e finanziarie. Ma sarà possibile anche, col solo ausilio del codice fiscale, procedere alla verifica della propria situazione pensionistica.”

“Vogliamo informare, ascoltare e rispondere ai cittadini e a tutti coloro che abitano, lavorano e studiano nella Marca, soprattutto i giovani che vivono di paure e senza un futuro certo. Fronteggiare insieme la crisi occupazionale e la precarietà, la mancanza di una seria programmazione territoriale e infrastrutturale, sanitaria e assistenziale, chiediamo – ha concluso Barbiero a chi governa, Regione e Provincia innanzitutto, prima il lavoro, uno stato sociale efficiente, legalità e giustizia sociale, fiscalità equa ed una vera lotta all’evasione. Solo così si potrà avere risorse sufficienti per garantire i diritti di tutti ed investire sul nostro futuro.”

Le piazze coinvolte:
Treviso - Piazzetta Loggia dei Cavalieri
Vittorio Veneto - Viale della Vittoria
Conegliano - Piazza Accademia (scalinata Alpini)
Oderzo - Piazza Grande
Montebelluna - davanti la Loggia dei Grani (Corso Mazzini)
Castelfranco Veneto - Piazza Giorgione
Pieve di Soligo - Piazza Vittorio Emanuele II

Treviso, 06-10-2010. Ufficio stampa
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791

CGIL VENETO E TREVISO - COMUNICATO STAMPA  08_10_2010

Paolino Barbiero

Nota congiunta del segretario generale regionale Viafora e di quello provinciale Barbiero sull'accordo tra la Da Re e il Comune di Godega:"Facciamo ridere il mondo".
Assunzioni "comunali", la Cgil: tendenza ridicola e pericolosa. "Siamo al federalismo dei villaggi, Provincia e associazioni di categoria e di rappresentanza delle imprese devono condannare da questa insulsaggine".
"Nel patto fra la Da Re di Bibano e il Comune di Godega S. Urbano non c'è nessuna novità positiva e a cui guardare con favore: ma quale forte legame con il territorio, siamo al localismo più ridicolo e populista.
Al Sindaco la Cgil dice: fermatevi, così facciamo ridere il mondo e non modifichiamo di una virgola la situazione occupazionale".

E' questo il commento, affidato ad una nota congiunta, di Emilio Viafora, segretario generale della Cgil regionale del Veneto e di Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, in merito alla vicenda dell'accordo raggiunto fra l'azienda Da Re di Bibano e l'Amministrazione Comunale di Godega S. Urbano, che individua corsie preferenziali ai residenti a Godega da almeno 5 anni per l'assunzione di manodopera operaia.

"Se questa è una operazione di immagine va giudicata di cattivo gusto - hanno detto Viafora e Barbiero - se è invece si fa sul serio é allora si tratta di un fatto pericoloso, che ridicolizza il concetto di economia territoriale.
Siamo al federalismo dei villaggi: azioni come queste disarticolano il mercato del lavoro, non solo in ambito provinciale ma anche nella dimensione delle aree intercomunali. Se tali modelli si affermassero in maniera generalizzata, ci troveremo di fronte a discriminazioni fra cittadini che hanno la fortuna di vivere in Comuni dove ci sono attività che assumono e gente più sfortunata perché abita in aree dove non si crea occupazione. Sarebbe come dire: siccome vivi in un posto in crisi tu non lavorerai più. Il criterio dei cinque anni di residenza, poi, è una assurdità ai limiti della legalità. Se questa è l'evoluzione del federalismo c'è da mettersi le mani nei capelli".

"Nell'ossessiva ricerca del legame con il territorio - concludono il segretario regionale e quello provinciale - stiamo scadendo nel ridicolo. E' pazzesco pensare ad istituzioni pubbliche locali che puntano a favorire assunzioni basate sulla residenza in questo o quel posto. La Cgil fa appello al senso della misura, della realtà e della legalità della Provincia di Treviso, del suo presidente e dell'assessore competente, nonché delle associazioni di categoria e di rappresentanza delle imprese, che devono necessariamente condannare questa insulsaggine".

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  14_10_2010

Fiom

Mercoledì 13 ottobre 2010 hanno manifestato i lavoratori della Eletrolux, sabato 16 ottobre 2010, tutta la Fiom a Roma.
Fiom Cgil: due turni di sciopero alla Zanussi.
Barbiero: “Ci prepariamo alla manifestazione di lotta e confronto, sabato prossimo a Roma, per protestare contro le drammatiche deroghe al contratto nazionale, lesive dei diritti di lavoratrici e lavoratori del settore metalmeccanico. Deroghe che mortificano il mondo del lavoro ed erodono i salari.
Manifestiamo per difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, contro l’accordo separato, usato come strumento di deroga al contratto nazionale e di giogo locale ai danni del lavoro dipendente.”

Lo ha detto oggi Elio Boldo, segretario Fiom Cgil Treviso, annunciando la sciopero di domani, mercoledì 13 ottobre, promosso dalla Fiom, alla Eletrolux Zanussi di Susegana. “Domani, infatti, i lavoratori metalmeccanici della Eletrolux si raduneranno nel piazzale antistante alla fabbrica per discutere democraticamente, in due turni assembleari, dalle 9.00 alle 10.45 e dalle 14.30 alle 16.15”.

“Un momento di lotta, di confronto, ma – ha spiegato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil di Treviso - anche di preparazione all’importante manifestazione nazionale indetta dalla Fiom Cgil, venerdì 16 ottobre a Roma, per protestare contro l’atteggiamento intransigente del Governo e degli industriali, il recesso al contratto nazionale e le mancate risposte ad un mondo del lavoro sempre più agonizzante. È in corso – ha detto Barbiero - un attacco gravissimo al lavoro e alla democrazia, per scaricare i costi della crisi, su lavoratori e lavoratrici, precari e pensionati.”

“La Fiom con i lavoratori della Zanussi – ha continuato Elio Boldo, segretario Fiom Cgil Treviso - manifesta per difendere il contratto collettivo e per dire no all’accordo separato che cancella i diritti e taglia i salari dei lavoratori metalmeccanici. Salari già compressi dalla difficile congiuntura economica che erode progressivamente la capacità economica delle nostre famiglie. Per questo – ha concluso Boldo - chiediamo a tutti gli iscritti alla Fiom, alla Cgil e a tutti lavoratori, la più grande partecipazione alla manifestazione di Roma. La Fiom di Treviso ha predisposto 8 punti di partenza, dislocati nel territorio della provincia.”

In allegato il programma delle partenze dei pullman per la manifestazione della Fiom Cgil di sabato 16 ottobre a Roma.
SCIOPERO ELETROLUX
1° TURNO: ore 9.00 - 10.45 alla presenza di Paolino Barbiero, segretario Cgil
2° TURNO: ore 14.30 - 16.15 con Elio Boldo, segretario Fiom Cgil Treviso
Ufficio stampa.
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791

link Logistica operativa per la manifestazione a Roma di sabato 16 ottobre 2010: seguire questo link.

COMUNICATO STAMPA  14_10_2010

Fiom

FIOM - CGIL Segreteria provinciale di Treviso
Alla manifestazione di sabato contro il contratto separato: allarme salari, 1000 trevigiani a Roma.

Elio Boldo: "Rischi elevatissimi per i diritti dei lavoratori"
La Fiom e la Cgil lanciano l’allarme salari in provincia di Treviso.
Alla vigilia della grande manifestazione di Roma, a cui parteciperanno oltre 1000 lavoratori della Marca, la segreteria provinciale sottolinea la gravità della situazione puntando il dito sui rischi che comporta il contratto separato.

La firma dell’accordo da parte di Cisl e Uil espone i lavoratori a rischi elevatissimi, commenta il responsabile Fiom-Cgil Elio Boldo.
Non avere una posizione unitaria e aver in parte avallato strumenti in deroga per la gestione di orari di lavoro, straordinari e retribuzioni ci mette nelle condizioni di non avere reali certezze per il futuro dei lavoratori. La “svolta” di Pomigliano deve far riflettere su un mondo del lavoro che non è unito, e che non porterà ne investimenti, ne innovazioni.

Soprattutto in un momento in cui il Governo non sta dando risposte alle nostre esigenze, non sta parlando di crisi economica e di possibili vie d’uscita ma si perde i discussioni su appartamenti monegaschi, in un Italia in cui manca un vero piano industriale e in cui per 5 mesi non abbiamo avuto nessuno alla guida del Ministero per lo sviluppo economico.
Anche qui, anche nel Nordest e nella Marca trevigiana, le preoccupazioni per la perdita di capacità contrattuali tra aziende e lavoratori desta forti preoccupazioni. La mancanza di unità sta portando rapidamente a strumentalizzazioni da parte delle aziende in cui i diritti dei lavoratori, compresi i minimi tabellari, sono messi in discussione. Chiaro che in queste condizioni, di incertezza anche del salario, gli acquisti non decollano e l’economia stenterà a riprendersi, in tutti i settori, conclude Boldo.

Tanto è forte questo sentire che la partecipazione trevigiana allo sciopero sarà consistente. Oltre un migliaio di lavoratori scenderà a Roma per partecipare alla manifestazione in programma per sabato.
Saranno infatti 15 le corriere che si muoveranno da Treviso (2 da Montebelluna, 3 da Castelfranco, 4 da Conegliano, 2 da Vittorio Veneto, 1 da Oderzo e 3 dal capoluogo), per circa 700 partecipanti. Altri 200 utilizzeranno il treno e un altro centinaio si muoverà con mezzi propri.
"Se dopo la nostra protesta non si muoverà qualcosa – commenta Boldo citando il Segretario generale Epifani – saremo pronti a scendere di nuovo in piazza a il 27 Novembre 2010".

L’Ufficio stampa

LETTERA AL DIRETTORE  15_10_2010

Paolino Barbiero

Gentile direttore,
quando si tocca il fondo del barile della crisi, in assenza di reali e non superficiali analisi sulle cause dell'attuale difficoltà economica e sociale, c'è una politica che ha il vizio di attingere alla questione immigrazione come serbatoio di ricette semplicistiche e populiste per offrire all'opinione pubblica soluzioni "pret a porter" con cui si dovrebbe mettere mano soprattutto alla crisi dell'occupazione senza pensare allo sviluppo necessario per mantenere l'equilibrio nell'economia e nel mercato del lavoro. Questo ha fatto nuovamente il presidente della Regione Luca Zaia: tornare a solleticare le pance con la falsa competizione tra lavoro italiano e straniero.
Così però si evita di andare alla radice, cioè alle ragioni e ai bisogni che stanno dietro alla decretazione dei flussi: richiamare percentuali elevate di lavoratori stranieri con basse qualifiche, per soddisfare un bisogno di braccia destinate a produzione povere di valore aggiunto, che offrono lavori pagati poco, il tutto in un quadro in cui la competitività si gioca sulla quantità ed il basso costo invece che sulla qualità dei prodotti e dei saperi.

Quello che Luca Zaia sostiene, e cioè che un sistema in crisi non necessita di ulteriori iniezioni di forza lavoro esterna, nei fatti è già così, perchè dal 2009 I decreti flussi riguardano soltanto il lavoro stagionale e socio-assistenziale (badanti), i quali lavoratori cercano comunque di incrociare altre opportunità di lavoro stabili per assicurarsi un permesso di soggiorno certo. Per questo la politica deve provare ad incastrare una visione che guardi al governo del mercato del lavoro senza alimentare il fastidio verso gli stranieri, ma dando prospettive occupazionali a quelli già stabilmente presenti nel territorio.
Persone che contribuiscono, con la produzione di ricchezza e le tasse che pagano, alla crescita del territorio dove risiedono.

Sono invece oggetto di politiche spesso marcatamente segregazioniste, tendenti a confinare i migranti in un limbo di senza diritti, come nel caso dei provvedimenti su casa, assistenza, bonus bebè, fondo affitti, diritto ad accedere alle liste per la rioccupazione. Tutte cose che non servono all'integrazione invocata proprio dal presidente della Regione e che amplificano le distanze. Una doppia morale che da un lato distingue buona e cattiva immigrazione, dall'altra generalizza lo straniero come un fattore di produzione, ostacolato nel godimento di diritti fondamentali che la Costituzione non difende soltanto ai cittadini italiani.

A Luca Zaia vorrei dire che, parlando di quote regionali, ci si dovrebbe chiedere perché in costanza di crisi un certo tessuto produttivo continui a richiedere manodopera di basso livello e precaria, attingendo preferenzialmente tra gli immigrati ora disoccupati, compresi gli stagionali e le badanti. E se questo non sia sintomatico dei mali profondi della nostra economia: non perché servono stranieri in quanto tali, ma perché si continua ad avere bisogno di lavoratori scarsamente qualificati, da inquadrare in profili con retribuzioni altrettanto basse, condizione necessaria a mantenere competitive certe produzioni che altrimenti non starebbero in piedi.

Mentre gli italiani e gli stranieri stabili non rientrano più in questa fascia: i primi in quanto più profondamente scolarizzati, i secondi perché sempre più spesso protagonisti di percorsi di crescita professionale ed entrambi nel mercato del lavoro cercano prospettive di un lavoro qualificato e con retribuzioni più adeguate.
Altri paesi europei, penso alla Gran Bretagna, la Danimarca e l'Olanda - e altrove in Canada, Nuova Zelanda e Australia - hanno risolto il nodo della razionalizzazione del fenomeno migratorio attraverso il sistema dei punteggi. Le politiche a punti non sono selettive di un diritto, ma mettono per così dire in bolla l'immigrazione con i bisogni del Paese destinato ad ospitarla. Il meccanismo, per quanto complicato nella sua applicazione, è semplice e funziona: riduce i surplus di immigrazione e mostra come, perché e in quali aree produttive si ha bisogno di manodopera straniera.

Fosse applicato in Italia, e ancor di più in Veneto, metterebbe a nudo, senza bisogno di tante discussioni, i limiti di cui parlavo prima a riguardo del sistema produttivo, ma anche quello scolastico, della formazione professionale e universitaria.
Questa proposta, che Zaia potrebbe fare sua mostrando un volto veramente pragmatico e anche coraggioso nei confronti del governo - che ha nella Lega l'azionista di maggioranza sostanziale e che sull'immigrazione continua a fare una inutile propaganda pur sapendo che nei fatti il Paese ospitante ha delle responsabilità non solo rispetto alla sua comunità "nativa", ma anche rispetto agli immigrati stessi, a cui deve offrire, oltre che al lavoro, condizioni di vita e di godimento di diritti con standard identici a quelli dei suoi cittadini.

La maturità rispetto al modo di intendere l'immigrazione passa attraverso l'accogliere con consapevolezza per bisogni professionali, sapendo che ci dev'essere la disponibilità ad allargare i confini dei diritti senza limitazioni etniche, religiose o di passaporto. Ed è questo che fa vera integrazione, altrimenti dobbiamo rassegnarci al declino del sistema economico che, assieme alla curva demografica di un'Italia con l'attesa di vita che si allunga e un mercato del lavoro che si restringe, ci consegnerà un futuro con meno benessere collettivo.

Paolino Barbiero, Segretario Generale Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA  20_10_2010

Provincia di Treviso

Ricerca dell'Ufficio studi della Cgil, la spesa schizza in alto sotto i duemila abitanti.
Comuni, i piccoli costano ai cittadini più dei grandi.
Si paga in maniera inversamente proporzionale alla consistenza demografica. Ma razionalizzando le dimensioni delle amministrazioni comunali sono possibili, a livello provinciale, risparmi tra i 3 e gli 8 milioni di euro.
Barbiero: "Efficienza non significa tagliare, ma erogare servizi di qualità con risorse invariate o diminuite. E questo possibile intervenendo attraverso relazioni intercomunali, o accorpando municipi"

La spesa di funzionamento dei Comuni incide, in termini di costo sul singolo cittadino, in maniera inversamente proporzionale ai livelli demografici.

E' il dato a cui arriva una ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, su elaborazione dei dati dell'Ires Veneto che ha preso in esame la spesa procapite per il funzionamento amministrativo dei 95 Comuni della Marca, ovvero il fabbisogno di risorse per il funzionamento degli organi istituzionali, della segreteria generale, degli uffici tecnici, della gestione economica, finanziaria e di programmazione e gli altri servizi generali.
Secondo lo studio, coordinato da Giacomo Vendrame della Cgil di Treviso, la razionalizzazione delle soglie dimensionali porterebbe, in provincia di Treviso, ad un risparmio per anno variabile tra i 3 e gli 8 milioni di euro.

CURVA CRESCENTE AL DECRESCERE DEGLI ABITANTI
L'analisi mette in evidenza come un Comune "piccolo" spenda tendenzialmente maggiori risorse per residente rispetto ad enti più popolosi nei servizi appena citati. Nella suddivisione per classi demografiche, si varia infatti dai 297 euro per cittadino nei Comuni con meno di duemila abitanti fino ai 188 per quelli che superano i 60 mila residenti, passando per i 172,7 euro procapite nei Comuni che hanno tra i duemila e i cinquemila abitanti ai 176 per la classe demografica compresa tra i 20 mila e i 60 mila, con punte in basso di 128,2 euro tra i 10 mila e i 20 mila abitanti e di 138,7 tra i 5 mila e i 10 mila.
"Un dato - hanno commentato Paolino Barbiero , segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, e Giacomo Vendrame, che ha coordinato il lavoro - che mette in evidenza come il costo tenda ad essere alto ai due estremi, cioè in maniera più o meno naturale dove il numero di residenti è elevato e, in modo probabilmente molto più inefficiente, dove gli abitanti sono pochi, trovando equilibri razionali nel rapporto costo-prestazioni tra i 5 mila e i 20 mila abitanti".

PERSONALE PIU CARO NEI PICCOLI COMUNI
Il trend di spesa indicato per le spese di funzionamento viene ricalcato anche per quanto riguarda il costo del personale: 223 euro a cittadino è il valore nei Comuni sotto i 2 mila abitanti, 205 euro in quelli compresi fra i 20 mila e i 60 mila residenti, per risalire a 258 euro sopra i 60 mila. Anche in questo caso, i livelli proporzionalmente più bassi di costo per cittadino sono quelli sostenuti dai Comuni che stanno fra i 5 mila e i 20 abitanti."

RAZIONALIZZAZIONE E RISPARMI
La ricerca dell'Ufficio Studi si conclude con una proposta: quella di arrivare alla razionalizzazione della macchina amministrativa territoriale per rendere più efficienti le risorse, già scarse, a disposizione. Per l'Ufficio Studi della Cgil non si tratta di "tagliare" in quanto "quello di declinare l'efficienza con la minore spesa - si legge nella ricerca - è uno strano vizio" che non tiene conto dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi erogati.
"Si tratta invece - spiegano Barbiero e Vendrame - di migliorare la qualità erogando più servizi a parità di risorse o con risorse inferiori". Razionalizzare attraverso l'accorpamento di funzioni a livello multi-comunale, se non proprio arrivando ad una riduzione del numero di amministrazioni comunali riducendo significativamente il numero dei Comuni con meno di 2 mila abitanti e portando la soglia minima a 5 mila, produrrebbe una razionalizzazione che, nella sola provincia di Treviso, l'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso stima tra i 3 e gli 8 milioni di euro all'anno.

"Banalizzando - ha insistito il segretario della Cgil provinciale - si potrebbe dire: perché due ragionieri devono mettersi a fare due bilanci di due Comuni quando ne basterebbe uno, sia di ragioniere che di bilancio? L'altro ragioniere potrebbe invece occuparsi di cose diverse, con risultati altrettanto importanti, come ad esempio la lotta all'evasione, lo studio del sistema dei finanziamenti europei e i meccanismi per ottenerli.".

"Il peso della macchina burocratica anche in termini di tasse e imposte - hanno concluso Barbiero e Vendrame - non si affronta con argomentazioni sciocche, come l'accusa di bassa produttività e di "menefreghismo" e "poca voglia di lavorare" da parte dei dipendenti pubblici.
Invece di occuparsi di stupidaggini, la politica dovrebbe porsi il problema delle soglie di governo locale che, a maggior ragione in funzione del processo di trasformazione federalista, non possono essere sinonimo di frammentazione.
A dirlo non è una valutazione di natura politica ma una regola aurea, quella delle economia di scala, se non bastasse il buon senso. Semmai è la politica che, come nel caso delle province, frena la semplificazione e la razionalizzazione, perché la polverizzazione dei livelli istituzionali altro non è che un serbatoio per la creazione di micro classi di potere il cui unico scopo è quello di perpetrare un rigido controllo "politico-elettorale" dei territori, senza che questo sia minimamente utile al governo efficiente delle comunità".

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  29_10_2010

Nidil

Iniziativa in collaborazione con il Nidil provinciale.
Parasubordinati, venerdì convegno della Cgil a Treviso.
A Treviso nel 2009 attivati quasi ottomila contratti atipici. Il 30% di quelli che non hanno contratti stabili sono giovani, il 20% è rappresentato da "anziani". L'appuntamento organizzato in collaborazione con la Rete degli Studenti.

Sono 7.803 i rapporti di lavoro parasubordinato attivati in provincia di Treviso a fine 2009, l'11% di tutti quelli firmati in Regione. E' uno dei dati da cui partirà la discussione proposta dal convegno "Attento alla Carta Straccia: Cocopro istruzioni per l'Uso", organizzato dalla Camera del Lavoro di Treviso e dal Nidil-Cgil provinciale, in collaborazione con la Rete degli Studenti della provincia, che si terrà venerdì 29 ottobre, presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Treviso, con inizio alle ore 16,30.

"Soprattutto i contratti a progetto - ha spiegato Giacomo Vendrame, segretario provinciale del Nidil - sono una realtà molto diffusa nel nostro territorio e vedono coinvolti non solo i giovani. L'obiettivo di questo appuntamento è quello di far conoscere, far comprendere e proporre una riflessione e alcune soluzioni per contribuire a rendere migliore il panorama del mondo del lavoro".

Secondo i dati diffusi dal Nidil Cgil di Treviso, l'85% dei contratti parasubordinati riguarda cittadini italiani, con una leggera prevalenza dei maschi (51%) sulla femmine (49%). I giovani rappresentano un terzo del totale degli atipici, mentre il 50% è composto da "lavoratori adulti", spesso licenziati che trovano, come occasione di reimpiego, solo occupazioni con contratti parasubordinati e non stabili. Ma il 20% è fatto di "anziani", cioè lavoratori over 50%, per i quali il passaggio da un contratto di lavoro subordinato ad uno parasubordinato significa anche, negli ultimi anni di attività, un impoverimento previdenziale.

"La flessibilità - ha aggiunto Vendrame - è una delle caratteristiche del mercato del lavoro moderno, ma flessibilità non deve necessariamente fare rima con precarietà, lavorativa e delle condizioni di vita. Fare chiarezza sull'uso dei contratti di collaborazione e in generale sui diritti dei parasubordinati è un passo molto importante, soprattutto per prevenire quegli abusi che sono sempre più comuni e diffusi".

"Non ci interessa - ha concluso il segretario provinciale del Nidil - aprire fronti di polemica, ma vogliamo mettere a disposizione una occasione di approfondimento sul significato della Società dei Diritti, una società che abbia come punto di riferimento la persona, i suoi diritti, la sua valorizzazione anche come lavoratore, lo sviluppo delle sue competenze professionali, la qualità di occupazione e retribuzione. Per questo il mondo complesso delle collaborazioni necessita di una maggiore dose di conoscenza e di consapevolezza, soprattutto da parte dei lavoratori giovani, anche per aprire una più ampia discussione sul tema “mondo del lavoro, giovani e sindacato".

Al convegno interverranno Ilaria Bettella, di Veneto Lavoro; Giacomo Vendrame, segretario provinciale del Nidil; Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso e Marco Zabai, del coordinamento regionale della Rete degli Studenti.

Ufficio Stampa

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