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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil: in un anno persi quasi 2 mila posti di lavoro.
Crisi: artigianato in rosso, calano sia le aziende che gli occupati.
Netta flessione del settore nel confronto fra 2008 e 2009. Attese negative per il 2010: -7% degli addetti, -6% delle imprese.
Barbiero: "Ma il trend negativo è iniziato nel 2003, la crisi recessiva ha solo reso più acute ed evidenti le difficoltà. Senza politiche economiche anticicliche i prossimi dodici mesi non faranno che aggravare la situazione".
"La crisi - ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del lavoro di Treviso - è arrivata a peggiorare un quadro già compromesso".
E in 5 anni, sempre secondo la rilevazione dell'Ufficio Studi, il sistema economico artigianale provinciale, denuncia una perdita di posti di lavoro pari a 4.552 unità, mentre le aziende, in 6 anni, sono calate, in termini assoluto, di 515 realtà.
Pessime le previsioni per il 2010: l'ufficio studi della Cgil di Treviso stima infatti un calo delle aziende variabile tra il 4 e il 6% e un calo ulteriore dell'occupazione compreso tra il 5 e il 7%.
I PROSSIMI DODICI MESI - Secondo l'Ufficio Studi della Cgil trevigiana, il 2010 si è aperto con un calo del 4% del numero di aziende in provincia ed una flessione del 5,5% dell'occupazione artigiana. Dati negativi, pur in lieve controtendenza rispetto ai trend desumibili dalla rilevazione di dicembre 2009, che dava la discesa delle imprese al 5% e quella degli occupati al 7%. Ma secondo lo studio, dopo il primo trimestre gli effetti della crisi sono tornati a farsi sentire e si è riproposto il tendenziale dell'anno passato.
"La ragione principale di questa situazione di difficoltà dell'artigianato - ha commentato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - è la riorganizzazione del sistema industriale, intorno a cui il nostro artigianato diffuso era cresciuto, negli anni passati, andando a costituire delle vere e proprie filiere. La riorganizzazione di cui si parla riguarda il riposizionamento all'interno dell'impresa industriale di alcune lavorazioni che prima venivano terziarizzate, o lo spostamento delle commesse verso l'estero".
"Vi sono poi alcuni elementi di difficoltà cronica - ha aggiunto il segretario della Cgil provinciale - legati alla scarsa dimensione di impresa e quindi alla difficoltà di sostenere il bisogno di investimenti, la scarsa propensione a passare dal posizionamento di terzista a quello di azienda che realizza produzioni proprie, l'alto indebitamento e la difficoltà, con fatturati che calano, di mantenere le attuali coperture bancarie o accedere a nuove linee di credito. A cui va aggiunto il nodo dei ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, delle imprese committenti e degli oramai troppo frequenti casi di fallimento in cui il danno economico viene di fatto scaricato sui fornitori".
Ufficio Stampa
Manovra economica, per il segretario provinciale l'intervento sui municipi è "irresponsabile".
Tagli ai Comuni, Barbiero: mobilitazione, o le chiavi spedite a Roma.
"Chiudere i municipi che non possono reggere questo intervento che uccide gli enti locali e blocca la ripresa. Noi verso lo sciopero generale con una partecipazione ampia e trasversale".
"I tagli agli enti locali sono una questione politica e i sindaci o gli assessori scontenti devono affrontare la vicenda da un punto di vista politico, le lamentele mediatiche come ammortizzatore del malcontento non sono più né sufficienti né credibili. Serve invece una mobilitazione, forte e trasversale".>
"La verità è che siamo al fondo del barile raschiato - ha proseguito Barbiero - non si può pensare di dare un futuro mettendo la gente a pane e acqua. Il rigore sui conti è d'obbligo, ma il prezzo non può essere fatto pagare solo a chi ha più bisogno dei servizi che saranno tagliati dai Comuni, cioè i cittadini e le famiglie meno agiate. Questa ricetta che spreme la gente comune, uccide gli enti locali, non promuove lo sviluppo e non tocca i grandi patrimoni speculativi né intacca seriamente l'evasione fiscale è fallimentare e deleteria".
"Per questo - ha concluso il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - la Cgil non solo è convintamente sulla strada che porta allo sciopero generale del prossimo 25 giugno; ma, soprattutto in questa provincia, sarebbe di fondamentale importanza mettere in campo una grande mobilitazione che coinvolga la gente, il mondo del lavoro e dell'impresa insieme, e in maniera trasversale, a quei rappresentanti delle istituzioni che vogliono fare ancora gli interessi dei cittadini e non quelli delle botteghe della politica. Non un atto di opposizione, ma una azione forte che richiami l'attenzione sulla gravità delle conseguenze di politiche economiche irresponsabili, senza capo né coda".Ufficio Stampa
Gentili Rappresentanti istituzionali della Marca trevigiana,
il prossimo venerdì 18 giugno la Cgil di Treviso darà vita ad un Attivo provinciale dei delegati e dei pensionati.
L'obiettivo non è solo e tanto quello di aprire uno spazio alla riflessione e all'analisi ma piuttosto di dare voce alle storie, piccole e grandi, che danno sostanza alla realtà della crisi: sangue e carne, si potrebbe dire, cioè vita ed esperienze reali, ovvero quello che si nasconde dietro ai numeri della recessione e quindi ciò che è più importante, che rappresenta, al di là degli indicatori delle statistiche, il vero cuore della sofferenza che la nostra società sta vivendo.
E siete la prima trincea dello Stato soprattutto in questa fase di grande difficoltà economica e sociale, rappresentanti di quegli Enti Locali che sono la cartina di tornasole con cui si misurano le risposte insufficienti, anzi profondamente sbagliate, con cui la politica nazionale declina incerte manovre economiche destinate a non migliorare la situazione attuale.
La Cgil ha scelto di affrontare questa situazione con una serie di proposte e di azioni, a cominciare dallo sciopero generale proclamato per il prossimo 25 giugno e che prevede una manifestazione in Piazza dei Signori a Treviso.
Di quello sciopero, a livello territoriale, l'Attivo di venerdì è un presupposto che vuole rendere evidenti, attraverso le testimonianze e i casi "della crisi", le ragioni di una mobilitazione che vogliamo importante e di una scelta, proprio quello dell'astensione generale dal lavoro, che è grave ma che non ha alternative.
Ovviamente per molti di voi aderire a questo appello della Cgil, tanto più in occasione di uno sciopero generale, rappresenta qualche cosa di difficile e forse politicamente scorretto. Ma dal momento che le valutazioni che esprimiamo da più parti su questa manovra sono, nelle differenze, convergenti non solo su un giudizio negativo ma approdano anche alla consapevolezza che serve altro, vi proponiamo di pensare all'attivo di venerdì come ad un momento di confronto vero e serio da cui si possa partire per un cammino comune, da compiere non in nome di un posizionamento politico, ma in rappresentanza delle nostre comunità.
Se parte della battaglia che la Cgil vuole condurre sarà anche lo sciopero generale, diteci voi, e mi rivolgo soprattutto ai Sindaci scontenti e preoccupati della Lega e del centrodestra, se dal malpancismo mediatico c'è la reale possibilità di passare alla proposta politica.Paolino Barbiero, Segretario Generale Cgil
Succede a Cristina Furlan, passata all'Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro.
E' un compito impegnativo e difficile quello che aspetta Giacomo Vendrame, trentenne neo segretario del Nidil-Cgil provinciale di Treviso, la categoria che si occupa dei lavoratori atipici e precari.
Vendrame, che succede a Cristina Furlan, passata all'Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro di Treviso, è ricercatore dell'Ires-Cgil ed ha lavorato come docente nel mondo della scuola secondaria.
"Una scelta che apre ai giovani - ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - e che annuncia una stagione di ancora maggiore impegno del Nidil, in trincea su un fronte, quello della precarietà dell'occupazione, che da eccezione sta lentamente diventando regola del mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i più giovani".
"La crisi - ha detto Giacomo Vendrame, nuovo segretario del Nidil provinciale - colpisce duramente il mondo del lavoro atipico e precario perché questi lavoratori sono sostanzialmente tagliati fuori dal welfare. I dati parlano di una crescita esponenziale delle collaborazioni e delle partite Iva monomandatarie, segnali di una sempre più frequente trasformazione dei rapporti di lavoro subordinato in contratti atipici o precari a seguito di licenziamenti".
"Ma è anche preoccupante - ha concluso il neo segretario provinciale del Nidil-Cgil - il dato relativo al lavoro in somministrazione e interinale, in cui si registrano significativi cali delle missioni e degli incarichi. Il risultato di questa flessione è esercito di persone che sfugge alle rilevazioni su mobilità e cassa integrazione e che ingrossa le fila dei lavoratori in difficoltà, senza che l'opinione pubblica ne sia pienamente consapevole".
Proposta di Zaia, la risposta della Cgil di Treviso.
Liste di collocamento separate, idea inutile e dannosa.
Barbiero: "Altri i problemi, a cominciare dal precariato e dall'occupazione femminile".
"Liste di collocamento separate? Inutili all'intera sistema economico, oltre che scioccamente discriminatorie se tagliano fuori cittadini stranieri regolarmente residenti."
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della camera del lavoro di Treviso.
"Dal palco di Pontida c'è da aspettarsi propaganda - ha detto Barbiero - ma le responsabilità come presidente del Veneto devono imporre considerazione che non siano figlie degli slogan ma di un ragionamento razionale di governo.
Il problema di oggi, la disoccupazione, non ha nulla che a fare con la presenza di lavoratori stranieri; e invece di abbaiare alla luna gli esponenti delle istituzioni sono chiamati a contribuire a quel grande sforzo da fare per diminuire il numero dei senza lavoro tra i due e i tre punti.
Ci sono veneti disposti a fare i lavori che prima erano di un migrante? Benissimo, saranno le aziende a scegliere, sulla base delle competenze e delle capacità.
La selezione non si fa per decreto, per legge piuttosto si deve dare vita ad un sistema di riqualificazione che permetta anche a coloro che hanno minori conoscenze di recuperare qualità e quindi poter ritrovare una migliore occupazione".
"I problemi veri sono altri - ha proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - a cominciare dalla qualità dell'occupazione per i giovani, travolti dal precariato, e l'offerta alle donne.
La questione femminile oggi è questione del lavoro che si può risolvere anche mettendo le donne lavoratrici in condizione di poter contare su avanzati servizi sociali, soprattutto per quanto riguarda la cura dei figli. Il taglio del tempo pieno nella scuola elementare non mi para vada in questa direzione".
"Abbiamo due strade da battere per risolvere l'emergenza occupazionale - ha concluso Barbiero - una è quella degli slogan per la pancia, l'altra è quella delle soluzioni concrete, frutto dell'azione seria anche delle istituzioni per risolvere i problemi reali. A me interessa la seconda e non mi rassegno davanti alle sparate domenicali".
Ufficio Stampa
Gentile direttore,
la proclamazione dello sciopero generale da parte della sola Cgil contro le politiche economiche del governo, e in particolare contro la manovra correttiva, è una scelta che marca la gravità del momento per il nostro Paese, che attraverso una fase caratterizzata dagli errori nel governare la crisi economica e sociale a causa di scelte che sono penalizzanti non solo delle prospettive di ripresa ma che soprattutto colpiscono le fasce sociali più deboli.
L'obiettivo dello sciopero non è quello di riempire le piazze, per quanto la buona riuscita delle manifestazioni pubbliche segnerà in parte il successo o meno della giornata, ma piuttosto svuotare i luoghi di lavoro.
Cioè non vogliamo mandare in archivio il 25 giugno come una giornata di mobilitazione d'opposizione, ma dare alla giornata il tratto tipico della battaglia sindacale: lo sciopero come strumento di contrattazione e difesa degli interessi e dei diritti di tutti i lavoratori di legittima pressione.
Cosa fa il governo per rispondere all'emergenza? Costruisce una manovra solo contabile senza misurarsi minimamente sulla sfida dello sviluppo; asseconda la perversione di un sistema in cui la finanza prima è causa della crisi, poi si fa risanare i propri debiti dai bilanci pubblici, quindi detta le condizioni per non attaccare in maniera speculativa gli Stati, costringendo a operazioni di macelleria sociale.
Le ragioni della stabilità dei bilanci e del contenimento del debito pubblico sono sacrosante; ma il conto del risanamento non può essere pagato solo dai soliti noti, i lavoratori, i pensionati, le famiglie a basso reddito. Tutti quelli, cioè, che subiranno le più negative conseguenze sulla loro qualità della vita a causa delle politiche che si vogliono attuare: tagli agli enti locali, quindi tagli ai servizi, soprattutto a quelli sociali, in particolare mettendo a rischio il sistema sociosanitario e quindi violando un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito come la salute; e attraverso la violazione dei diritti fondamentali del lavoro, minacciati dal collegato lavoro e dai progetti revisionisti di destrutturazione dello Statuto dei Lavoratori.
In questi giorni si parla molto della questione dei tagli agli enti pubblici e della protesta, l'ennesima, dei sindaci. Questa protesta, che attraversa da una parte all'altra lo scenario politico e che si caratterizza anche per l'imbarazzo che vivono i primi cittadini della Lega e del Popolo della Libertà non è abbastanza.
Occorre invece una mobilitazione di gente, di popolo si sarebbe detto una volta, che "convinca" il governo a tornare a trattare sulla sostanza della nostra politica economica: come si difendono meglio i diritti dei più deboli, quale sia il modello da cui vogliamo ripartire, come si affronta e si esce dalla crisi, cosa fare per il mercato del lavoro, come aiutare veramente la ripartenza delle imprese.
Ufficio Stampa
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |