![]() |
Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.
Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:
Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Gentile direttore,
le vicende interne della Cisl non sono ovviamente affare della Cgil, per quanto la dialettica interna, salutare, sia qualche cosa che conosco bene proprio in relazione ai metalmeccanici così come ricordo che per qualcuno, detto dal lato sindacale, sia stata messa in evidenza come "pistola fumante" delle difficoltà della Cgil.
Non di meno credo che la decisione della Fim trevigiana di dichiarare 8 ore di sciopero, e non ha molta importanza in quale data, così come quella di Uilm e Fim di Milano di andare allo stato di agitazione oggi, siano un segnale che il sindacato, complessivamente, dovrebbe cogliere e interpretare oltre il dato della rottura degli "ordini di scuderia".
E quindi vorrei chiedere, soprattutto al segretario regionale della Cisl Franca Porto, se sia più assurdo e sbagliato lo sciopero dei metalmeccanici Cisl di Treviso o la situazione con cui famiglie e imprese si troveranno a che fare il giorno dopo l'approvazione di una manovra dai contenuti errati e costruita in modo imbarazzante rispetto al concetto stesso di politica.
Assurdo e sbagliato è manovrare tra i conti incerti di questo Paese senza pensare minimamente allo sviluppo. Al tavolo della Bce, cioè del vero primo ministro di questa Italia commissariata per manifesta incapacità del suo legittimo governo, l'esecutivo porterà somme e sottrazioni che rimettono in pista l'equilibrio fra uscite ed entrate fino al 2014. Da quel punto in poi non si capisce come un sistema economico e sociale stremato possa sostenere il bisogno di mettere in tavola pranzo e cena senza misure di sostegno alle imprese, di sviluppo dell'occupazione e difesa del reddito. A chi e come preleveranno le prossime tassazioni?
Oggi pagano le famiglie, tanto più se ci sarà l'aumento dell'Iva, pagano le imprese che non vengono sostenute ma rimesse in spremitura con nuovi studi di settore, paga la cooperazione, pagano gli enti locali, paga il popolo dei ticket. Nel frattempo restano le sacche di porcheria che infettano il sistema economico: il clientelarismo, il nero e l'evasione fiscale, come confermano notizie di cronaca recente.E, per parlare di cooperazione, si colpisce nel mucchio dei "supposti" privilegi dopo aver lasciato che l'ispirazione mutualistica diventasse una scusa, nei fatti, per fare fatturato a bassa intensità di peso fiscale. Se si vuole fare pulizia nelle cooperative si rimetta ordine ai criteri e alla sostanza, senza dimenticarsi dell'affare della privatizzazione dei servizi sociali che è una vergogna per un paese civile. Ma non si demolisce un sistema e soprattutto la sua parte sana.
Cosa è più inutile e assurdo, quindi? Il nostro, per inciso, non è uno sciopero generale preventivo ma "di sostanza", dato che le misure alternative a questa mattanza sociale le abbiamo presentate, e non oggi. Di assurdo e sbagliato c'è di sicuro il non cogliere i segnali di inquietudine di un Paese, non di una categoria o di una classe sociale, mandato al macero. Ci si chiedeva quale fosse il modello dell'Italia del XXI secolo, ora appare chiaro che puntiamo dritti al default argentino.Paolino Barbiero, Segretario Generale Cgil provinciale Treviso
Ricerca dell'Ufficio studi della Cgil: boom di espulsioni tra metà luglio e fine agosto.
Occupazione, estate da bollino nero per i licenziamenti.
In un mese e mezzo persi 799 posti. Il saldo dell'anno arriva a 5.143 unità in meno.
Barbiero: "Segnale anomalo e grave, i prossimi tre mesi saranno terribili per le pmi".
"Le dinamiche del mercato del lavoro continuano a peggiore e ci attendiamo un quarto trimestre del 2011 molto negativo per quanto riguarda la tenuta dell'occupazione".
"Ci attendiamo - ha commentato il segretario generale della Cgil provinciale - una emorragia significativa di posti di lavoro soprattutto nelle piccole imprese e quindi riguardante una platea di persone che, con la perdita dell'occupazione, hanno a disposizione soltanto la prestazione di disoccupazione ordinaria. Cioè quei senza lavoro messi al centro delle assurde, insensate e gravissime parole dell'assessore regionale Manzato. Le ragioni della nostra preoccupazione stanno nel fatto che, tradizionalmente, il periodo di ferie non ha mai rappresentato una fase di forte incidenza dei licenziamnti. Che si sia arrivati a quasi 800 espulsioni tra metà luglio e fine agosto è la cartina di tornasole della gravità della situazione".
"In questo quadro - ha concluso Barbiero - a livello locale servirebbe un impegno da parte delle istituzioni territoriali e di confronto con gli istituti di credito. All'appello mancano, ad esempio, le grandi e piccole opere infrastrutturali, che da sole sarebbero capaci di muovere positivamente il sistema economico locale. Certo i tagli barbari decisi dal governo non aiutano questa prospettiva, né lo fa l'atteggiamento attendista della politica di governo provinciale, più preoccupata a minimizzare per ragioni elettorali che ad affrontare le questioni. Le buoni ragioni per lo sciopero generale del 6 settembre, insomma, ci sono davvero tutte".Ufficio Stampa
Successo della mobilitazione contro la manovra.
Sciopero generale, si è fermata la Marca che lavora.
Adesioni alte in tutti i settori, in molte fabbriche si è superato il 90% con punte del 100% e del 98%. Braccia incrociate anche tra i non iscritti Cgil. Alla manifestazione regionale di Mestre i trevigiani erano più di 4 mila.
Barbiero: "A Cisl e Uil la responsabilità di essersi defilate, compiendo la scelta politica di permettere a questo esecutivo di sopravvivere e proseguire a sgovernare".
Alle ore 15 l'aggiornamento indicava livelli molto alti nel metalmeccanico - grazie anche allo sciopero di otto ore delle tute blu della Fim Cisl - con percentuali del 90% alla Zorzi, alla Sile Caldaie, all'Electrolux, alla Iveco e alla Breton. Punte del 98% alla Berco. Sciopero al 70% alla Fisher, alla Plastal, nelle aziende del gruppo Zoppas (Rica e Irca il 70%, Sipa il 60%) e 50% alla De Longhi. Percentuale molto bassa alla Permastelisa, con lo sciopero fermo al 10%.
Nel settore Legno e fornaci spiccano il 70% alla 3B e alla alla Tegolaia (l'azienda del presidente della Camera di Commercio di Treviso Nicola Tognana), il 70% alla Tognana Fornaci e il 50% alla Piazzetta. Impianti bloccati alla cartiera Burgo, mentre nel tessile - abbigliamento - calzaturiero e chimica le percentuali sono lievemente più basse: 40% alla Monti, 10% alla Benetton, 25% alla Tecnica, 30% alla Basf Chemicals, 40% alla Dopla.Nel settore pubblico i dati aggiornati al primo pomeriggio parlano di una astensione dal lavoro del 45% nelle sedi Inps, 60% alla Camera di Commercio, 35% al Comune di Villorba. 70-80% le percentuali dello sciopero nelle cooperative sociali mentre le stime nel settore sanitario, in attesa dei dati definitivi di stasera, portano l'asticella delle percentuali tra il 35 e il 40%. Punte del 90% nel settore igiene ambientale della Treviso Servizi, 50% in Contarina.
Nel settore commercio, tra le cooperative si è registrata una astensione media del 40%, alla Vega Logistica la percentuale è stata del 70%, 50% nel gruppo Coin. 60% la percentuale di braccia incrociate nelle ditte di pulizie, 40% alla Comifarm, 30% negli iper Billa e Panorama."L'imponenza della manifestazione regionale di Mestre - a cui hanno partecipato moltissimi studenti - e i livelli di astensione dal lavoro in provincia di Treviso - ha detto Barbiero - indicano in maniera inequivocabile il successo dello sciopero generale e la portata del malcontento dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani.
A Cisl e Uil ora la responsabilità di essersi defilate, compiendo la scelta politica di permettere a questo esecutivo, incapace e ricattabile, di sopravvivere e proseguire a sgovernare il Paese.
E questo non lo diciamo noi ma i risultati, nelle fabbriche, prodotti anche dall'astensione dei metalmeccanici della Fim. Se oggi qualcuno può ancora nascondersi dietro ad un dito, come il ministro Sacconi, è proprio per il defilarsi di Cisl e Uil".
"La risposta dei lavoratori - ha proseguito il segretario generale della Cgil provinciale - è andata ben oltre ogni aspettativa, la partecipazione a sciopero e manifestazione vanno molto al di là del numero degli iscritti alla Cgil. E anche questo deve essere motivo di riflessione nel sindacato per dare continuità alla lotta e forza alle proposte utili al risanamento del paese attraverso una manovra che imponga i sacrifici alla classe politica a tutti i livelli, ai grandi evasori e a chi possiede la ricchezza".
Ufficio Stampa
Iniziativa nazionale della Cgil, sit in durante il voto della fiducia al Senato.
Contro la manovra oggi presidio davanti alla Prefettura.
Barbiero: "Continua la lotta contro l'arroganza del governo e le misure che aggiungono diseguaglianze e povertà. Noi minoritari? Il ministro Sacconi manda al macero i diritti in nome della sua guerra contro la Cgil e contro i lavoratori".
"Sarà una lotta convinta e anche dura contro una manovra ingiusta, che non risolve i problemi del Paese e anzi aggiungerà nuove diseguaglianze e povertà. La proseguiremo in tutta le piazze, in tutti i posti di lavoro e con ogni forma legittima di mobilitazione".
L'iniziativa, decisa quest'oggi dalla segreteria nazionale della Cgil e che prevede sit e manifestazioni davanti a tutte le prefetture italiane tra le ore 18 e le 19, è stata comunicata al capo di gabinetto della prefettura di Treviso nella mattinata di oggi.
"Ribadiremo - ha precisato Barbiero - la nostra contrarietà alla manovra, che nelle ultime ore ha subito un ulteriore peggioramento, oltre a rendere manifeste le proposte formulate dalla Cgil ispirate all'equità dei sacrifici, a cui il governo ha risposto blindando la discussione parlamentare con un tratto di arroganza mai visto prima, condito con gli sprezzanti commenti del ministro del Welfare Sacconi, che di fronte alla più vasta mobilitazione degli ultimi anni in occasione dello sciopero generale di ieri, non ha avuto di meglio che parlare di "posizione minoritarie".
Ufficio Stampa
Dei circa quattro milioni e mezzo di imprese italiane il 90,7% ha meno di 10 dipendenti.
La percentuale in provincia di Treviso è lievemente superiore al dato nazionale.
Il dato è particolarmente significativo rispetto alla battaglia tutta ideologica condotta dal trevigiano ministro Sacconi e la sua frenesia, curiosamente assecondata o non adeguatamente frenata da altri sindacati, di arrivare ad un sistema che preveda deroghe al contratto nazionale, allo statuto dei lavoratori e una maggiore libertà nei licenziamenti superando l'art. 18.
In primo luogo la platea delle imprese e dei lavoratori interessati è residuale. Secondariamente non sono i vincoli in materia di licenziamento a frenare la crescita dimensionale e los viluppo delle imprese, ma fattori economici, produttivi, tecnologici e culturali. Terzo: nelle pmi, quelle che stanno tra i 50 e i 250 addetti e i grandi gruppi esiste già una amplissima flessibilità, non solo nei processi produttivi ma anche nelle relazioni sindacali. Non a caso in queste aziende si fanno accordi di secondo livello che adattano le condizioni e l'organizzazione del lavoro alle necessità determinate dagli assetti produttivi delle rispettive imprese.
Dove serve si lavora il Primo Maggio, il 25 Aprile, il 2 Giugno, si fa lo straordinario, la flessibilità e quant'altro si renda necessario con le turnazioni di orario per soddisfare il mercato di riferimento, il tutto nel rispetto della gerarchia delle fonti stabilite dal Contratto Nazionale e di quanto contrattato a livello aziendale.È chiaro che l'obiettivo del ministro è quello di tirare la corda.
Lo fa sul fronte dei valori e dei diritti, che ci vedono decisamente dall'altra parte: lui è quello delle flessibilità estrema senza un vero apparato di ammortizzatori sociali efficaci per gli atipici, noi da quella di una flessibilità che sia disciplinata da norme condivise e nell'ambito di tutele per l'insieme dei lavoratori.
Lui è quello della "legge Biagi", di cui ha però applicato solo le parti che servivano ad aprire lo scontro con la Cgil e ad allargare la frattura tra i sindacati, noi quelli che ricordano come l'idea stessa di Biagi fosse legata ad una profonda riforma del welfare, cioè la seconda parte del famoso "libro bianco", che non è stata minimamente applicata.
Lui, assieme a Tremonti, pensa che "è tutto consentito quello che non è vietato", noi siamo dalla parte della certezza del diritto sia per l'impresa che per i lavoratori, altrimenti prevale la logica del far west.
Con l'articolo 8 Sacconi e il governo possono ben prendersi la rivincita sui falliti blitz ai danni dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, creando uno stato di giungla, perché in molte delle imprese medie il sindacato non c'è, e quello strumento finirà per esser usato per depotenziare il rapporto paritario fra lavoro e capitale, e diventerà una arma per la regolazione di conti o per esercitare pressioni mettendo gli stessi lavoratori gli uni contro gli altri.
Gli effetti sulla crescita del Pil saranno zero, ma è una indubbia vittoria ideologica che non rappresenta un valore per un sistema produttivo che mira a competere a livello globale.
Ed è bene che i lavoratori e i cittadini sappiano e capiscano che le deroghe territoriali alle norme nazionali non sono un esercizio di diritto federalista, ma un ingrediente indigesto di quel "lascia fare, lascia passare" iperliberista secondo cui i modelli di sviluppo sono quelli cinesi o vietnamiti, e i diritti del lavoro e la dignità delle persone solo ostacoli al mercato.
Infine: risponderei all'infelice esempio-barzelletta delle suore e dei briganti dicendo che la Cgil è orgogliosa di "non darla" vinta a un governo come questo, per quanto di questi tempi sembri stupefacente non essere e fare la mignotta, pur (tra)vestita di smacchevole bigottismo.
Paolino Barbiero, segretario generale Cgil provinciale Treviso
Restituire ai cittadini una Treviso in grado di assolvere al proprio ruolo di capoluogo, riscoprendo la vocazione di polo urbano capace di creare attrattività e recuperando la giusta dimensione di città non in fase di svuotamento ma di crescita, anche attraverso nuove e più efficaci politiche abitative e sociali.
Sono queste le proposte che la Cgil provinciale ha portato ieri al tavolo di confronto promosso dal Comune di Treviso e nel quale si dovrà discutere del futuro della città.
La proposta della Cgil è strutturata in cinque azioni strutturali e tre iniziative trasversali.
"Dimensione sociale, cioè qualità abitativa, qualità dei servizi, promozione culturale e opportunità economiche viaggiano di pari passo - ha detto Giacomo Vendrame, membro della segretaria provinciale e componente del gruppo di lavoro della Camera del Lavoro provinciale sul rilancio del capoluogo - parliamo di una dimensione maggiormente a misura di cittadino e di intelligente proposta politica di sviluppo. Pensiamo all'orizzonte del 2019, con il Nordest candidato al ruolo di capitale europea della Cultura: può Treviso, che da sempre ambisce a conquistarsi nuovi spazi nel panorama regionale e nazionale, anche sotto il profilo della crescita del comparto economico del turismo, perdere questa occasione? Noi crediamo di no".
"Se vogliamo parlare di cose serie - ha concluso Barbiero - è opportuno passare al più presto dai tavoli alle azioni. A cominciare dalla difesa di quello che c'è. Penso, ad esempio, alla questione aeroporto: la città e la provincia non possono rinunciare ad una infrastruttura fondamentale? Si può non risolvere il nodo della compatibilità fra l'aerostazione e i cittadini delle aree circostanti? Ci sono politiche da parte del Comune su questo punto? Prima si comincerà a parlare seriamente di queste cose, prima riusciremo a mettere in campo politiche efficaci".
Ufficio stampa
Voto alla Camera, torna la protesta della Cgil.
Decreto crisi alla camera, giovedì manifestazione in Piazza.
Maxi schermo e sit in contro il provvedimento.
Barbiero: "Con la gente a chiedere le dimissioni dell'esecutivo, questo decreto è ingiusto con lavoratori e pensionati. Una nuova, grande manifestazione, a cui invitiamo tutta la cittadinanza, da concludere con un brindisi, di festeggiamento o propiziatorio alla caduta del governo Bossi-Berlusconi"
"L'operazione di riduzione del reddito e risistemazione dei nostri conti - ha proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro - può essere anche una occasione per fare dell'Italia un paese più giusto e onesto".
"Quella di Treviso - ha concluso Barbiero - sarà la più importante manifestazione in Veneto, con la presenza massiccia non solo di uomini e donne del sindacato ma anche di tanti lavoratori e gente comune. Quando abbiamo protestato in piazza contro il voto al Senato tante persone si sono avvicinate, hanno chiesto più informazioni sulle proposte della Cgil, ci hanno manifestato non solo il sostegno ma anche una vasta preoccupazione. E' con i cittadini e per i cittadini che la Cgil scende in campo.
Alla fine vogliamo invitare tutti ad un brindisi: alla caduta del governo, se il parlamento avrà un sussulto di dignità e decenza e boccerà questa manovra sbagliata e ingiusta.
O beneaugurante, perché le lacrime e sangue chieste da Bossi e Berlusconi alle famiglie e il loro continuare a fare gli interessi dei grandi patrimoni e degli evasori meritano soltanto la gioiosa, ferma e decisa richiesta di dimissioni subito".
Ufficio stampa
Ricerca della Cgil trevigiana sugli enti locali.
Giù autonomie e risorse, Treviso perde 16 milioni in 10 anni.
Vendrame: "Via i servizi oppure più tasse e compartecipazioni alla spesa pubblica. Sulle Province assistiamo ad una colossale beffa, una vera presa in giro ai danni dei cittadini".
"Si è presentato agli elettori come il governo delle riforme, in particolare quella sul federalismo, ai fatti si sta dimostrando l'esecutivo che porterà alla rovina gli enti locali.
E di federalismo vero non c'è traccia".
"Da meno tasse per tutti - ha puntualizzato Vendrame - siamo approdati al meno servizi e più imposte locali per tutti e soprattutto per i più deboli. Per questo la risposta dei sindaci al decreto in votazione alla Camera domani dovrebbe essere ferma e dura; invece assistiamo allo sfilarsi partigiano dei primi cittadini della Lega e del Pdl, per i quali gli ordini di scuderia sono evidentemente più importanti del mandato che hanno ricevuto dagli elettori dei loro Comuni".
La ricerca mette in evidenza due dati significativi: il taglio e quindi la diminuzione delle risorse finanziarie e la riduzione dell'autonomia finanziaria. La netta flessione di questa seconda corrisponde, in provincia di Treviso a percentuali elevate, con punte di meno 11,6% a Mogliano, -11% a Roncade e - 6% a Treviso."Sugli enti locali - ha attaccato Vendrame - siamo alla farsa.
C'è una legge, che si vorrebbe costituzionale, per la cancellazione delle Province ma si è anche già trovata la via d'uscita: l'ente territoriale intermedio, che il presidente della Provincia di Treviso Muraro ci dice sarà "elettivo". Insomma, ci stanno prendendo in giro: hanno trovato un modo per salvare la casta locale e la sua cortigianeria di consorzi, enti di gestione e partecipazioni partitiche alla multiutilities. Senza tagliare di un euro costi che non sono solo quelli delle strutture burocratiche, ma piuttosto quelli fagocitati dalla politica e dalle sue clientele. La nostra proposta è nettamente alternativa: la Regione svolga nel territorio, attraverso dipartimenti amministrativi e non istituzioni e cariche elettive, i compiti delle Province e si provveda non tanto alle unioni di Comuni, quanto all'accorpamento di quelli più piccoli".
La ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil mette infatti in luce come i costi dei municipi cali in maniera più che proporzionale al crescere del numero di cittadini, fino alla soglia dei 30 mila residenti.
Ufficio stampa
Gentile direttore,
l'intervento di ieri a firma di Massimo De Luca su articolo 8 del decretone all'esame oggi della Camera e articolo 18
dello Statuto dei lavoratori merita una risposta.
E non
soltanto per il fatto semplice che De Luca chiama in causa
alcune mie considerazioni sulle politiche del lavoro del
Ministro Sacconi, ma soprattutto perché il ragionamento
che svolge ha, secondo me, bisogno di alcune
controdeduzioni.
Il punto focale non è infatti la dimensione d'impresa, ma lesione di un diritto legittimo, cioè quello a non essere licenziato senza una giusta causa. De Luca, a questo proposito, propone di "fermarsi" alla fattispecie del licenziamento discriminatorio. Bene: parlando di criteri è discriminatorio il licenziamento, oggi riconducibile alla mancanza di giusta causa, della donna in maternità o del sindacalista attivo in fabbrica?
Se sì, allora è chiaro che l'articolo 18, nel principio, funziona proprio per questo. E funziona bene. E' poi discriminatorio il licenziamento che avviene, o viene minacciato, per mettere il lavoratore nelle condizioni di accettare determinate situazioni, ad esempio in materia di sicurezza? Se la risposta è sì, si capisce la lungimiranza, al di là delle opzioni personali dei lavoratori, dell'apparato sanzionatorio previsto dall'articolo 18.Quanto proprio alle statistiche tra chi sceglie il reintegro e chi l'indennizzo, De Luca sostiene l'inutilità della previsione dell'articolo 18 sull'assunto che copra una fattispecie residuale, dato che la maggior parte delle persone opta per l'indennizzo. Rispondo, sperando di non banalizzare troppo: è vero che la maggior parte dei cittadini si comporta in maniera rispettosa degli altri, non di meno esistono leggi che puniscono i comportamenti delittuosi, per quanto a commetterli sia una parte residuale della cittadinanza.
Senza dire che il principio del reintegro, legato all'articolo 1 della Costituzione, si basa sull'assunto che il lavoro è un diritto e un valore e che la dignità del lavoratore licenziato senza giusta causa, pur indennizzato adeguatamente, è stata indubitabilmente violata. E l'indennizzo non è sostitutivo di un reddito. Non capisco infine perché modernizzare il mercato del lavoro debba essere un processo che passa attraverso sottrazioni, di diritti ma anche di salario (come nel caso Pomigliano) e non di aggiunte.E quanto ai modelli esteri, ammesso e non concesso che siano più socialmente avanzati dei nostri, è bene che si sappia che in Germania, come in Inghilterra, non c'è il reintegro per ingiusta causa; ma se il lavoratore riesce a dimostrare davanti ad un giudice, ad esempio in Gran Bretagna, che il licenziamento è avvenuto ingiustamente, la sanzione "civilistica", quindi risarcitoria, arriva ad essere pesantissima, in proporzioni tali, casi alla mano, da minacciare la sostenibilità dell'impresa stessa. Non so quale dei due deterrenti, se il reintegro o la mazzata legale, funzioni meglio per disincentivare l'esercizio arbitrario del licenziamento.
L'accanimento del ministro Sacconi contro la Cgil è ideologico, il nostro attaccamento ai valori non negoziabili, come la tutela di fronte a licenziamenti arbitrari e ingiusti, è invece una questione di sostanza. Ne discende che secondo noi modernizzare il mercato del lavoro significa ampliare qualità e quantità di tutele. E' il buon lavoro a fare la buona impresa e non si sono mai visti modelli di sviluppo stimolati non da misure strutturali di crescita ma dalla maggiore libertà di licenziamento.Tutto questo sta nelle proposte da tempo formulate in materia dalla Cgil, ma rimaste inascoltate. Si è preferito il modello della Legge 30, fatta senza gli ammortizzatori sociali, o quello autoritario di Pomigliano. Non a caso l'unico a compiacersi dell'articolo 8 del decreto è Marchionne.
Concludo dicendo: caro De Luca, l'articolo 18 è insomma un tabù, nella forma e nella sostanza, solo nella misura in cui si cerca di "cambiare" per peggiorare e non si riforma per migliorare. E dato che dobbiamo scontare la personalissima guerra del ministro del Welfare contro la Cgil, ciascuno si prenda le sua brave responsabilità. Magari non scambiando il rovescio del guanto per il suo diritto.Paolino Barbiero, Segretario Generale Cgil provinciale Treviso
Barbiero: salvare l' infrastruttura armonizzandola con il contesto.
Aeroporto: si faccia subito la conferenza dei servizi.
"Basta con le contrapposizione degli interessi particolari, serve una visione globale, che metta insieme ragioni dello sviluppo e qualità della vita dei cittadini . Gli attacchi al Tar? I giudici amministrativi non sono un comitato".
"Sull'aeroporto sì alla conferenza dei servizi, no agli attacchi alla giustizia amministrativa. Per salvare l'infrastruttura e i posti di lavoro e trovare la quadra con il tessuto urbano serve uno scatto della politica e del sistema economico, se c'è davvero la volontà di fare e non solo di lagnarsi".
Secondo Barbiero " è necessario andare in fondo a questa vicenda, partendo dall'assunto che l'aerostazione di Treviso è costata alla collettività 7 milioni di euro di denaro pubblico, oltre all'investimento privato.
Se sfruttata in maniera corretta ed efficiente risulterebbe fondamentale per l'economia territoriale di questa provincia. D'altra parte è chiaro che vanno tenute in debita considerazione anche le istanze dei cittadini dell'area urbana circostante, non senza essersi chiesti come sia stato possibile concedere autorizzazioni edilizie così a ridosso della pista".
"Dalla giungla dei comitati si passi al governo dei processi - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale - a cominciare dagli interventi di implementazione che servono a rendere l'aeroporto di Treviso non solo più efficiente ma anche maggiormente compatibile con il tessuto urbano circostante, senza scartare piano di riqualificazione dell'area circostante. Chi deve fare gli investimenti li faccia, se c'è la volontà, altrimenti si dica quali sono le intenzioni.Ben sapendo che l'aerostazione non è solo una infrastruttura funzionale allo sviluppo territoriale di per sé, ma anche una opportunità di occupazione. Quello che noi vogliamo evitare è che si butti via il bambino con l'acqua sporca e per questo intendiamo sollecitare il sindaco Gobbo ad aprire al più presto un tavolo chiarificatore, in cui la politica, a cui spetta governare, assolva fino in fondo al suo compito".
Ufficio Stampa
Aeroporto, iniziativa di Cgil, Cisl e Uil:
la prossima settimana assemblea dei lavoratori aperta al pubblico.
Barbiero: "Mettere insieme le ragioni della sicurezza con l'importanza dello scalo, serve un confronto schietto e veritiero, la quadra si raggiunge con una visione d'insieme".
"Si esce dall'empasse solo mettendo insieme le ragioni dello sviluppo e quelle della sicurezza. Questo, oltre a vere politiche di gestione efficiente, è ciò che da un senso all'aeroporto di Treviso".
"Ci sono - ha detto Barbiero - buone ragioni per difendere il senso e il futuro dell'aeroporto e buone ragioni per rivendicare il sacrosanto diritto alla sicurezza dei cittadini, compresa quella ambientale. Trovare la quadra è possibile, con buona volontà, visione d'insieme , capacità politica e aggregazione delle risorse necessarie a un investimento che tenga insieme l' ammodernamento dell'aeroporto e la sua completa messa in sicurezza, in odo da renderlo realmente sostenibile con l'ambiente e l'area urbana.".
"L'assemblea promossa unitariamente da Cgil, Cisl e Uil - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale - vuole essere una occasione perché si apra un confronto veritiero e schietto, che metta sul tavolo le cose come sono, per raggiungere una sintesi degli interessi in gioco".
Ufficio Stampa
Assemblea pubblica di Cgil Cisl e Uil
sulla questione dell’Aeroporto Canova di Treviso.
Venerdì 23 settembre 2011 - ore 09:30.
Sala d’attesa dell’Aerostazione Canova - Treviso
Le Organizzazioni Sindacali Confederali, unitamente alle categorie che rappresentano i lavoratori che operano all’interno dell’Aeroporto, hanno indetto per venerdì 23 settembre alle ore 9.30, nella Sala d’attesa dell’Aerostazione, un’Assemblea pubblica, aperta a tutti i lavoratori, a tutti i soggetti che hanno competenze e responsabilità dirette nella gestione dell’Aerostazione, ai cittadini tutti, ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche, e agli stakeholder dell’economia trevigiana.
“Lo scopo è quello di superare le contrapposizioni e individuare soluzioni condivise che tengano insieme le necessità di sviluppo economico della Marca trevigiana e la sostenibilità ambientale e urbanistica dell’area dove è insediato l’Aeroporto Canova, così da trasformare un momento di criticità in una pianificazione strategica e responsabile del futuro dell’intero sistema aeroportuale di Treviso, e preservare e ampliare i livelli occupazionali che tale sistema offre alla nostra economia”. Questo l’impegno sottoscritto dai tre Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil nell’affrontare in modo unitario la grave situazione venutasi a creare a seguito del blocco dei lavori di potenziamento dell’Aeroporto Canova.
“L’obiettivo – hanno poi ribadito i segretari provinciali Barbiero, Lorenzon e Confortin – è evitare contrapposizioni, appianare le divergenze e mettere insieme, con il supporto delle forze politiche e amministrative locali, le esigenze di tutte le parti coinvolte, per garantire lo sviluppo economico del capoluogo e della Marca con la tutela dell’ambiente e delle aree urbane circostanti, nel rispetto delle norme e delle leggi vigenti. Un momento di criticità questo – hanno continuato i segretari – che deve diventare un’occasione per ripensare il futuro non solo dell’economia e del turismo locale ma per una seria e responsabile, probabilmente anche coraggiosa, riqualificazione di quell’area della periferia di Treviso. Un progetto che metta in sicurezza l’Aeroporto ma allo stesso tempo tutto il territorio dov’è insediato, dando sicurezze a chi ci abita”.“Proprio per questa ragione – hanno concluso Barbiero, Lorenzon e Confortin - all’Assemblea pubblica sono invitati i rappresentanti delle istituzioni, della politica e dell’economia locale, affinché ci si adoperi direttamente e attivamente per ridurre quanto prima le negative conseguenze, per i lavoratori e per il sistema produttivo, derivanti dal ritardo nel completamento dei lavori”.
Data l’importanza dell’oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.Ufficio Stampa
Assemblea pubblica di Cgil Cisl e Uil
sulla questione dell’Aeroporto Canova di Treviso.
Venerdì 23 settembre 2011 - ore 09:30.
Sala d’attesa dell’Aerostazione Canova - Treviso
Le Organizzazioni Sindacali Confederali, unitamente alle categorie che rappresentano i lavoratori che operano all’interno dell’Aeroporto, hanno indetto per venerdì 23 settembre alle ore 9.30, nella Sala d’attesa dell’Aerostazione, un’Assemblea pubblica, aperta a tutti i lavoratori, a tutti i soggetti che hanno competenze e responsabilità dirette nella gestione dell’Aerostazione, ai cittadini tutti, ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche, e agli stakeholder dell’economia trevigiana.
“Lo scopo è quello di superare le contrapposizioni e individuare soluzioni condivise che tengano insieme le necessità di sviluppo economico della Marca trevigiana e la sostenibilità ambientale e urbanistica dell’area dove è insediato l’Aeroporto Canova, così da trasformare un momento di criticità in una pianificazione strategica e responsabile del futuro dell’intero sistema aeroportuale di Treviso, e preservare e ampliare i livelli occupazionali che tale sistema offre alla nostra economia”. Questo l’impegno sottoscritto dai tre Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil nell’affrontare in modo unitario la grave situazione venutasi a creare a seguito del blocco dei lavori di potenziamento dell’Aeroporto Canova.
“L’obiettivo – hanno poi ribadito i segretari provinciali Barbiero, Lorenzon e Confortin – è evitare contrapposizioni, appianare le divergenze e mettere insieme, con il supporto delle forze politiche e amministrative locali, le esigenze di tutte le parti coinvolte, per garantire lo sviluppo economico del capoluogo e della Marca con la tutela dell’ambiente e delle aree urbane circostanti, nel rispetto delle norme e delle leggi vigenti. Un momento di criticità questo – hanno continuato i segretari – che deve diventare un’occasione per ripensare il futuro non solo dell’economia e del turismo locale ma per una seria e responsabile, probabilmente anche coraggiosa, riqualificazione di quell’area della periferia di Treviso. Un progetto che metta in sicurezza l’Aeroporto ma allo stesso tempo tutto il territorio dov’è insediato, dando sicurezze a chi ci abita”.“Proprio per questa ragione – hanno concluso Barbiero, Lorenzon e Confortin - all’Assemblea pubblica sono invitati i rappresentanti delle istituzioni, della politica e dell’economia locale, affinché ci si adoperi direttamente e attivamente per ridurre quanto prima le negative conseguenze, per i lavoratori e per il sistema produttivo, derivanti dal ritardo nel completamento dei lavori”.
Data l’importanza dell’oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.Ufficio Stampa
Censimento, Barbiero: “Trevigiani in attesa di ricevere istruzione”.
Sportelli della Camera del Lavoro affollati da trevigiani che chiedono aiuto per la compilazione del censimento.
Da alcuni giorni stanno arrivando via posta le buste contenenti il questionario per il Censimento generale della popolazione
e delle abitazioni 2011.
Purtroppo le informazioni a nostra disposizione e a disposizione dei cittadini sono ancora scarse e frammentarie.
Riferimenti non facili da reperire neppure nel sito dedicato.
Al momento, sebbene ci stiamo predisponendo a offrire aiuto e informazione, non è previsto che i nostri uffici
debbano fornire tale assistenza. Lo fa sapere in una nota la Cgil di Treviso sottolineando il fatto che quotidianamente
agli sportelli dell’Organizzazione si presentano numerosi trevigiani alla ricerca di indicazioni in merito.
“Per aiutare le famiglie trevigiane e in particolare gli anziani nella compilazione e nella restituzione del questionario
i Comuni della provincia predispongano i Centri di raccolta sul territorio,
ma soprattutto comunichino quanto prima alla cittadinanza, e alle organizzazioni intermedie che per la gente sono
riferimento e interlocutore, i recapiti utili per accedere alle informazioni e dunque a una giusta assistenza.
Anche perché, forse non tutto lo sanno, rispondere al questionario è obbligatorio
e in caso di rifiuto verrà applicata una sanzione amministrativa che va da un minimo di 206 a un massimo di 2.065 euro.
E, oltre alla sanzione pecuniaria – ha spiegato Barbiero - l’eventuale cancellazione dall’anagrafe con la conseguenza di
vedersi negati molti diritti sociali, come sanità e istruzione, e politici, come il diritto di voto”.
In allegato la nota interna della Camera del Lavoro di Treviso, qui scaricabile.
Ufficio Stampa
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |