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Comunicati Stampa

OTTOBRE 2011

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA  14_10_2011

Mappa

Domani la firma, la Cgil aderisce ma attacca sul metodo e sul merito.
Ipa della Marca, Barbiero critico: "Esclusioni politiche".
Il segretario provinciale: "Mancano numerosi Comuni dell'area sia Sud che a Nord di Treviso, che per omogeneità interessi economici e geografici, dovrebbero far parte di questa struttura per ottimizzare la progettualità e la pianificazione degli interventi pubblici del futuro.
C'è il sospetto di un patto politico concluso fra amministrazioni e sindaci dello stesso colore o alleati".
"Firmeremo l'accordo ma non senza porre un forte accento critico sulla esclusione di numerose altre amministrazioni comunali, situazione assurda che porta a connotare la Ipa della Marca Trevigiana come una operazione parziale, non efficiente, marcata dall'appartenenza politica".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, annunciando che la Cgil trevigiana porrà la propria firma, il prossimo 13 ottobre, sull'accordo che definisce l'Intesa Programmatica di Area della Marca Trevigiana, che interesserà i Comuni di Treviso, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Paese, Quinto di Treviso. Mogliano Veneto e Villorba "anche se - ha puntualizzato - la tentazione di non apporre la nostra sigla, visto il processo di costituzione, sarebbe stata forte".

"Un processo per esclusione - ha detto Barbiero - che taglia fuori numerose amministrazioni comunali da un accordo che, nell'ambito della razionalizzazione delle risorse a disposizione delle amministrazioni locali, sempre più scarse a causa degli interventi operati dal governo - tagliano fuori porzioni significative dell'area circostante al capoluogo dalla possibilità di utilizzare finanziamenti significativi da destinare allo sviluppo ed ai piani sociali proprio in un momento in cui i sindaci e le comunità pagano, in termini di finanza pubblica, il prezzo più salato della crisi".

"Non ci accoderemo in maniera passiva - ha ribadito il segretario generale della Cgil provinciale - anzi, l'occasione del 13 ottobre dovrà essere un punto di partenza non solo per discutere i criteri, che a me paiono politici, di realizzazione dell'Ipa della Marca Trevigiana, ma anche per aprire un confronto sul bisogno di unificare in maniera più razionale le quattro Ipa esistenti e le due in fase di costituzione".
"Nella nascente Ipa della Marca Trevigiana - attacca Barbiero - mancano numerosi Comuni dell'area sia Sud che a Nord di Treviso, che per omogeneità interessi economici e geografici, dovrebbero far parte di questa struttura per ottimizzare la progettualità e la pianificazione degli interventi pubblici del futuro. Quali le ragioni di questa esclusione?

Si parla della necessità di aggregare, in varia misura, le funzioni e i compiti dei Comuni, di trovare livelli, anche di gestione delle risorse, che vadano oltre il singolo "campanile". Bene: a maggior ragione in questa fase di crisi della finanza pubblica, di taglio dei trasferimenti e diminuzione dell'autonomia finanziaria degli enti territoriali, possono Provincia e Regione rimanere assenti di fronte a procedure che connotano i patti di area come "patti politici" conclusi fra amministrazioni dello stesso colore o "amiche" e che ne escludono altre perché rette ad esempio da giunte di centrosinistra? L'esclusione dalle Ipa non è esclusione di sindaci di un differente partito politico, ma esclusione di intere comunità da vere e proprie opportunità".
"Chiedo ai sindaci dei Comuni esclusi - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale - di essere comunque il prossimo 13 ottobre presenti e far quindi maggiormente marcare l'assurdità di alcune scelte".

Ufficio Stampa
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791

COMUNICATO STAMPA  14_10_2011

Stetoscopio

Il Sindacato chiede un incontro all’Uls 7 per ritirare la disposizione sui tempi delle visite.
Visite di 5 minuti, Cgil: “Si lede il diritto alla salute”.

Barbiero-Bellotto: “Metodo inopportuno che lede la dignità del paziente e del lavoro dei medici. Il sistema sanitario deve, oggi più che mai, dare risposte al malato e al cittadino sotto l’aspetto medico-professionale ma anche umano”

Disposizione lesiva del diritto alla salute”.
Questo il duro commento del segretario provinciale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, alla direttiva contenuta nella circolare dell’Uls 7 ed entrata in vigore dal 1 ottobre che impone ai medici dell’azienda sanitaria di Conegliano un tempo di 5 minuti per controllare i referti, impostare la terapia, prenotare un intervento o, nella peggiore delle ipotesi, comunicare ad un paziente l’incurabilità della malattia.

Probabilmente – ha spiegato Ottaviano Bellotto, coordinatore della Cgil per la zona di Conegliano e Vittorio Veneto - alcune visite richiedono un tempo anche inferiore ai cinque minuti previsti dalla circolare dell’Uls 7, ma come hanno affermato i medici ospedalieri, alla base di tale metodo c’è una difforme visione del lavoro ambulatoriale. Molte visite, infatti, necessitano di un tempo congruo non solo all’analisi del referto e all’identificazione della migliore terapia per il paziente ma anche sotto l’aspetto umano, che non può essere misurato in minuti”.

Informare il paziente è, infatti, un dovere deontologico del medico – ha aggiunto Paolino Barbiero - una comunicazione che deve essere la più comprensibile per il malato è anche un grande sostegno sia sul piano della consapevolezza, che della fiducia che si instaura nel rapporto tra medico e paziente, ma è anche un fondamentale segno di vicinanza pragmatica alla persona affetta da grave patologia. È inammissibile e impensabile contingentare tempi e metodi risolvendo tutto in termini di costi.”.

Ci attiveremo – ha continuato Barbiero - come Sindacato e insieme a Cisl e Uil nel difendere le garanzie fondamentali alla salute e chiederemo urgentemente ai responsabili dell’azienda sanitaria un incontro che chiarifichi i presupposti di questa decisione. Sollecitiamo, nel frattempo, i primari e tutti i dipendenti dell’Uls di levare compatti la propria voce contro questo modello a dir poco inopportuno che non tiene conto della dignità del personale ospedaliero, dei malati e delle loro famiglie”.

La nostra richiesta all’azienda sanitaria – ha concluso Bellotto - è quella di rivedere tale politica e stralciare subito questa disposizione che rappresenta una grave lesione del diritto alla salute ma anche uno scarto negativo con la realtà lavorativa dei medici e infermieri. Particolarmente in questo duro momento in cui i ticket aumentano e le famiglie si impoveriscono il sistema sanitario pubblico deve fornire risposte puntuali all’ammalato e al cittadino”.

Ufficio Stampa
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791

LETTERA AL DIRETTORE  14_10_2011

Paolino Barbiero

Gentile direttore,si discute tanto di cartelle bollate, a riguardo dell'aeroporto di Treviso. Si parla e ci si accapiglia di sentenze, di appelli alle Procure, ci si esercita in braccio di ferro a colpi di consulenze legali.
Resta marginale quello che per il territorio di questa provincia non è una faccenda irrilevante, cioè l'evidente assoluta mancanza di una visione d'insieme, capace di esprimere quella che si chiama "governance": la capacità di tenere insieme gli interessi, di avere delle priorità precise, di governare i processi e non di subirli.

E' questo di cui si sente il bisogno di fronte all' "affaire Canova", una situazione in cui chiaramente oggi si patisce una certa superficialità nel gestire le politiche di sviluppo dello scalo, la sua compatibilità con il tessuto urbano, il suo senso, il suo futuro.Partendo da alcune questioni, o considerazioni, che sono fondamentali.

Ad esempio: parlando delle concessioni ad edificare nei pressi della pista, cosa è arrivato prima, l'uovo dei permessi o la gallina dei piani di sviluppo del nuovo scalo?
Per essere coerente con l'idea di sistema aeroportuale - quello che Save dice di voler perseguire indipendentemente dall'agognata seconda pista del Marco Polo, che potrebbe anche rendere inutile l'aeroporto di Treviso - il Canova, che è neppure una cinquantina di chilometri da Venezia, deve essere performante dal punto di vista dei voli e del numero di passeggeri.
Tenendo conto che rispetto all'affollato numero di scali aeroportuali italiani (148) la stessa Commissione Europea raccomanda una razionalizzazione che parta dell'efficientizzazione del sistema anche attraverso la soppressione degli aeroporti sotto dimensionati.
Queste soglie per il Canova sono compatibili con l'insistenza di area urbane nelle immediate vicinanze della pista?

Come è possibile che nelle "vie di fuga" dell'aeroporto insistano edifici, in molti casi capannoni: cosa è venuto prima, la loro costruzione o l'ampliamento dello scalo? E perché nessuno, in questo caso le due amministrazioni comunali di Treviso e Quinto, ha pensato ad un riordino urbano complessivo?
Questi esempi di "disordine", che sono al centro delle questioni che oppongo aeroporto e comitato, sono la dimostrazione lampante della mancanza di un tavolo istituzionale e politico che sia in grado di dirigere e programmare lo sviluppo e il futuro di questa provincia. Nel caso del Canova sembra che capannoni, abitazioni e la stessa nuova aerostazione (un investimento di 11 milioni di euro, di cui 7 pubblici) sia cresciuti come funghi, spontaneamente e a casaccio.

Quale è la relazione fra attività aeroportuale e indotto? Quale il contributo dell'aerostazione all'economia turistica o al sistema delle imprese, che necessità di sistemi infrastrutturali di collegamento all'altezza delle evoluzioni dell'economia e dei mercati? Si tratta di elementi realmente tenuti in considerazione, studiati e pianificati da una immaginifica cabina di regia? No, non è così.E poi: il sistema pubblico, che in fase di concambio ha letteralmente svenduto la sua partecipazione societaria, ha ancora margini per determinare le politiche industriali aeroportuali e metterle in effetti al servizio della provincia, delle sue aziende, della società trevigiana?

L'assemblea che si è svolta la scorsa settimana è stata una cartina di tornasole di come la faccenda venga considerata dalle istituzioni e dalla politica.
Quest'ultima, ad oggi, resta assente, soprattutto in termini di proposta e iniziativa - che vada oltre le chiose e le affermazioni di principio - sia sul fronte delle forze di governo che di quelle di opposizione. Era infatti largamente assente all'incontro con la cittadinanza e i lavoratori.
Come assenti erano anche i primi cittadini di Treviso e Quinto, che come si fa nelle cerimonie di contorno a cui non si vuole partecipare, si sono fatti rappresentare e sono rimasti alla larga.

Dai tempi di "capannone selvaggio", insomma, non è cambiato nulla.
Si procede in ordine sparso, per lo più caotico, senza un progetto a lungo termine. Le parole d'ordine della politica sono altre e guardano all'incasso elettorale a breve scadenza, dato che l'affollato sistema istituzionale prevede elezioni praticamente ogni anno. Il risultato è che davanti alla luna delle questioni vere ci si metta a fissare il dito delle carte bollate, delle istanze legali, dei ricorsi alla giustizia amministrativa. Con buona pace delle intenzioni e delle belle parole.
Nel frattempo rischiano di perdere la rotta per raggiungere un futuro di sviluppo vero e sostenibile.

Paolino Barbierosegretario generaleCgil provincialeTreviso

LETTERA AL DIRETTORE  14_10_2011

Logo Ires

La Cgil a convegno per parlare di tagli e federalismo.
Ricerca Ires, Cgil: “Base per dialogare con le istituzioni”
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Barbiero: “Meno risorse e più richiesta di risposte concrete e progettuali a bisogni sociali progressivamente in crescita” Vendrame: “Bloccati tra i tagli e da un federalismo fiscale che non decolla, i Comuni della Marca, da quanto emerge dall’analisi Ires, vivono una situazione di incapacità di gestire la spesa per il bene della cittadinanza e lo sviluppo del territorio”.

Dall’andamento delle entrate correnti dei Comuni della Marca, in netto calo ormai da oltre dieci anni, e da una spesa sociale, fondamentale per la tenuta della coesione sociale e lo sviluppo del territorio ma che a fatica resiste ai tagli, si capisce quanto le amministrazioni comunali del trevigiano siano prive di capacità di manovra. Comuni tra l’incudine e il martello, sempre più schiacciati tra la pressione per le crescenti e mutevoli richieste di risposta ai bisogni sociali da parte della cittadinanza, in particolare da parte della popolazione anziana, e i tagli lineari imposti dal Governo centrale, nonostante il peso evidente dell’attuale situazione di crisi economica”. Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil di Treviso, entrando nel merito del convegno La sfida dei Comuni tra tagli e federalismi, organizzato dalla Camera del Lavoro di Treviso per lunedì 10 ottobre dalle ore 14:30 alle ore 18:00 presso la Camera di Commercio di Treviso, durante il quale si presenterà la ricerca realizzata dall’Ires Veneto (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) sul territorio della provincia.

Il Sindacato, quale fondamentale attore della contrattazione sociale - evidenzia Giacomo Vendrame, curatore della ricerca e segretario provinciale Cgil - propone ai vari soggetti economici, istituzionali e politici, grazie a questo approfondito strumento di analisi, una base di confronto trasversale. Un dibattito per riflettere sui limiti e problemi da tempo irrisolti e sulle nuove criticità emergenti, soprattutto nate dalla drammatica diminuzione dei trasferimenti tra il 2010 e il 2011 (meno 22 milioni di euro di trasferimenti per i Comuni della provincia di Treviso), per non parlare dei preoccupanti tagli previsti nell’ultima manovra finanziaria. I primi dati a saltare all’occhio sono inequivocabili – ha continuato Giacomo Vendrame - una spesa sociale procapite di quasi 95 euro all’anno a fronte di entrate correnti pari a una media di 580 euro per cittadino. Per sostenere il welfare territoriale i Comuni impiegano oggi il 16% dei loro introiti, quando solo dieci anni fa le entrate per coprire una spesa sociale media di 105 euro p.c. annui raggiungevano quota 700 euro per cittadino. In altre parole, al diminuire delle risorse correnti in entrata corrisponde, in particolare dal 2008, una diminuzione dell’autonomia finanziaria in capo alle amministrazioni comunali”.

L’analisi dell’Ires Veneto sul nostro territorio - ribadisce Giacomo Vendrame - trasmette un messaggio chiaro: risorse in calo e sistema di finanza locale sotto stress. Ciò è dovuto principalmente all’abolizione dell’Ici sulla prima casa e la conseguente trasformazione del relativo gettito in trasferimento, accrescendo così la sperequazione tra i Comuni del territorio. Tutto questo in un contesto economico e sociale di crisi e con un trend demografico di progressivo aumento della popolazione anziana, dunque di bisogni crescenti. Inoltre, recentemente ci viene consegnato un indicatore, detto di dipendenza, che attesta nientemeno al 51% la popolazione che viene ritenuta statisticamente a carico della popolazione attiva. In sintesi: aumenta la platea di persone e di famiglie che richiedono servizi e interventi pubblici e diminuisce la parte di attivi”.

I temi dell’ottimizzazione delle risorse, dei servizi associati, del recupero dell’evasione fiscale e di innovative e più mirate forme di servizio in ambito sociale – ha aggiunto il vertice di via Dandolo - diventano improrogabili per una riflessione tra le parti sociali, gli attori locali e le istituzioni. Discussione già avviata da tempo e che ha visto nel novembre 2010 la richiesta, rivolta ai Sindaci della Marca da parte dei Sindacati di Treviso, di un incontro in merito alla riformulazione delle proprie politiche di spesa e alla predisposizione dei bilanci di previsione 2011. L’interrogativo sul quale oggi responsabilmente la Cgil trevigiana insiste – ha concluso Barbiero - è sul fatto che, in termini di risorse, i nostri Comuni diano risposte diverse a bisogni simili o, ancor peggio, stiano dando risposte modeste basate solo sulla disponibilità economica dei diversi territori”.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA  19_10_2011

Il poeta Andrea Zanzotto

Il ricordo del segretario generale della Cgil provinciale nel giorno della scomparsa.
"Andrea Zanzotto, una persona di valore e di valori forti".
Barbiero: "Di lui mi ha colpito la profonda umanità e il modo garbato di esprimere le sue idee. Perdiamo un uomo di cultura e e un acuto osservatore della realtà sociale"

"Ho incontrato Zanzotto l'inverno scorso insieme al segretario dello Spi Gigi Cacco - ricorda Barbiero - nel corso di una video intervista che ci concesse in occasione dei festeggiamenti per il centenario della Cgil. Di lui non mi ha colpito solo la cultura, il pensiero, la acuta capacità di cogliere i segni del tempo e di interpretarli, ma soprattutto la profonda umanità con cui, in quel pomeriggio, ha raccontato della sua idea di Italia e di Lavoro ma soprattutto si è raccontato, attraverso episodi e esperienze della sua vita, prima come uomo e poi come artista".

"Zanzotto - ha concluso il segretario generale della Cgil di Treviso - non ha solo dato un enorme contributo alla cultura ma è stato un interprete autorevole e sensibile della realtà sociale veneta e dell'intero Paese, di cui ha compreso puntualmente i punti di forza e le debolezze. Ho il rammarico di non avere avuto altre occasioni per conoscerlo di più e meglio".

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA  19_10_2011

Il poeta Andrea Zanzotto

Barbiero: "Bisogna permettere alle forze di polizia di fare il loro lavoro per garantire l’ordine".
Nuova Questura, Silp: "Parcheggi inadeguati e costosi"
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Gagliardi: “Amministrazione sorda, indifferenza verso la questione sicurezza della città. Il personale della Questura non può subire costi aggiuntivi per svolgere il proprie delicato e fondamentale compito”.

Inammissibile è l’indifferenza dell’Amministrazione Comunale di Treviso verso il personale di polizia e le necessità operative degli uffici investigativi della Questura per garantire la sicurezza ai trevigiani”.
Questo il duro commento di Giovanna Gagliardi, segretaria del Silp Cgil di Treviso, a denunciare la mancata risposta del Comune alle ripetute richieste, non ultima quella formalizzata dal questore Damiano, di mettere a disposizione dei dipendenti della Questura spazi adeguati e gratuiti, riservati e delimitati, per la sosta delle auto nella nuova sede della cittadella Appiani.

La sordità dell’Amministrazione Comunale nei confronti degli organi di Polizia rappresenta un’indifferenza inammissibile verso la questione sicurezza della città di Treviso. In ogni sede – ha spiegato la segretaria del Silp trevigiano - le Questure hanno sempre trovato adeguati parcheggi riservati al personale per far fronte alle esigenze di operatività legate alla turnazione sulle 24 ore, le ragioni di sicurezza connesse a determinati impieghi investigativi, le chiamate in emergenza anche in tempo di notte o nelle giornate festive che possono riguardare anche numeri non trascurabili di dipendenti, e non ultima per evitare possibili ritorsioni sui mezzi che altrimenti rimarrebbero alla mercé di chiunque.

Oggi invece – ha detto la Gagliardi - nella sede della nuova Questura l’incognita parcheggi è drammatica. I pochi e incustoditi parcheggi riservati sono aperti dalle 7:00 alle 23:00 e non durante i giorni festivi; è evidente che la Polizia la domenica non chiude, anzi spesso vede aumentare gli impegni istituzionali relativi al soccorso e all’ordine pubblico, e all’attività di polizia giudiziaria.
Una condizione questa assolutamente incoerente con le modalità e gli orari del personale di polizia.
In alternativa agli stalli riservati l’Amministrazione propone un abbonamento mensile di 25,80 euro al mese da pagare anche durante il periodo di ferie, di malattia o in missione fuori sede per non pagare dai 4,80 ai 7,20 euro al giorno. Una sorta di ulteriore tassa sul lavoro dei poliziotti e un costo aggiuntivo di 309,60 euro anni a carico delle loro famiglie. Tutto questo a sommarsi al blocco degli stipendi e lo slittamento del rinnovo contrattuale a tutto il 2014”.

Tale situazione – ha continuato la Gagliardi - rappresenta un ulteriore disagio che va a incrementare i numerosi tagli che in questi ultimi anni hanno colpito la categoria, notevolmente penalizzata anche dalla recente manovra finanziaria dell’attuale Governo. Si pensi solo che sui 9 veicoli adibiti a volanti, compresi quelli del Commissariato di Conegliano, ad oggi ben 5 sono fermi in riparazione per mancanza di fondi. E dei 4 in servizio 24 ore su 24 alcuni superano i 200mila km di percorrenza”.

È opinione del Sindacato – ha aggiunto Paolino Barbiero, segretario provinciale della Cgil di Treviso - che anche sulla questione parcheggi, che può sembrare ma non è di trascurabile importanza vista la delicatezza dell’attività svolta, gli interessi privati vengano messi al primo posto rispetto agli interessi di sicurezza e ordine pubblico della collettività. Si dimostra una profonda distanza e una disarmante indifferenza di questa Amministrazione al principio sancito dall’art.24 della legge 121/81, legge che pone al primo posto tra i compiti istituzionali della Polizia di Stato l’esercizio delle proprie funzioni al servizio di istituzioni democratiche e al servizio dei cittadini, per la tutela e l’esercizio dei diritti di libertà dei cittadini della Repubblica”.

Un ribaltamento completo rispetto alla centralità che la questione sicurezza ha assunto nel corso della scorsa campagna elettorale – ha concluso Barbiero - sentita come priorità assoluta, da gestire con un aumento progressivo delle risorse e maggiore presenza sul territorio delle forze dell’ordine.
Quello che in definitiva si chiede non è un privilegio ma un gesto concreto di attenzione e di testimonianza nei confronti di chi è costantemente chiamato a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza differenza alcuna e, nel continuare a fare ciò, si vede progressivamente mutare in peggio le condizioni di lavoro, il tutto legato ad una serie di decisioni nelle quali l'aspetto economico non è certo l'ultimo dei motivi che hanno messo in moto il complesso progetto”.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA  28_10_2011

Polizia

La cronaca di questi giorni faccia riflettere sulla grave situazione della Polizia di Treviso.
Questura, Silp Cgil: “Organico dimezzato. Rischio sicurezza”.

Gagliardi: “Carenti di dirigenti, di uomini e di mezzi. Questa Questura, caso unico in regione, se va avanti così non potrà più garantire la sicurezza sul territorio della Marca”.

“Di questo passo la Questura rischia di non garantire più la sicurezza sul territorio.” Questa la denuncia di Giovanna Gagliardi, segretario generale del Silp Cgil provinciale di Treviso, che punta il dito contro l’insostenibilità del perdurare di una grave carenza di organico e di mezzi che da troppi anni ormai sta subendo la Polizia di Stato della Marca.
“L’orribile fatto di cronaca di questi giorni mette in rilievo la pesante situazione della Questura di Treviso, sottodimensionata e con sempre meno mezzi e strumenti a disposizione per far fronte all’attività investigativa e di sicurezza sul territorio provinciale”.

La continua riduzione numerica del personale per pensionamenti e trasferimenti si scontra con la costante crescita della popolazione della Marca, in particolare immigrata, anche in questo duro periodo di crisi economica.
Caso unico nel Veneto – ha spiegato la segretaria provinciale del Silp di Treviso - la limitata pianta organica della Polizia di Treviso, conta attualmente su un Questore, un Vicario e solo su quattro dirigenti ai quali si aggiunge il dirigente del Commissariato distaccato di Conegliano.
Se si considera che la già carente Questione di Vicenza, realtà paragonabile per composizione della popolazione, di indici di criminalità, di presenza di cittadini stranieri, conta 8 dirigenti, e per quanto riguarda il restante personale, da quello operativo a quello addetto all’amministrazione, ben 60 dipendenti in più, capiamo quanto drammatica questa situazione sull’organizzazione dell’attività e le gravi ricadute sull’efficienza dei servizi, sul funzionamento degli uffici e sulle condizioni di lavoro del personale stesso, quasi per intero in attesa di fruire delle ferie del 2010 e al quale viene costantemente negato il recupero riposo”.

Inoltre, al corpo di guardia, nelle ore serali e notturne, è impiegato un solo uomo.
La sezione volanti, che gestisce il pronto intervento, da diversi anni non vede nessuno al suo vertice, stesso destino vale per l’Ufficio del Personale e l’Ufficio Tecnico Logistico, mentre il dirigente della Digos, pur privo di un funzionario addetto all’importante ufficio investigativo, ricopre anche l’incarico di Capo di Gabinetto, anche in questo caso senza l’ausilio di un funzionario collaboratore.
Tutto ciò vede, infine, l’età media degli operatori di polizia innalzarsi costantemente, con prospettive sempre più complesse”.

Ufficio stampa
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication Tel 0422 582791

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