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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
La CGIL consegna al prefetto il rilevamento dei dati sulla crisi nei primi 8 mesi del 2012.
Lavoro, CGIL: “5.451 posti persi e oltre 2ml e mezzo di ore di C.I.G.O.”.
Vendrame: “Condividiamo l’opinione di Unindustria, la rotta va cambiata. Indispensabile varare una politica di
sviluppo sostenibile che parta anche dal nostro territorio attuando gli accordi già siglati tra Sindacati e categorie economiche”.
Sul fronte del mercato del lavoro i primi due quadrimestri del 2012 si chiudono con un saldo negativo: oltre un migliaio di posti di lavoro persi in più rispetto allo stesso periodo del 2011, quando si contavano 4.363 fuoriuscite. Resta sostanzialmente immutato il rapporto tra disoccupati italiani e stranieri, che rappresentano il 36,5% del totale. Così come metalmeccanico, edilizia e legno rimangono i settori maggiormente colpiti dalla crisi, rispettivamente con complessivi 1.195, 851 e 689 lavoratori interessati alla 223/91 e alla 236/93.
Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria sono state bruciate nei primi otto mesi dell’anno 2.629.790 ore di lavoro, autorizzate per 845 aziende del territorio; una cifra impressionante corrispondente a 1.900 lavoratori equivalenti e ad una media di 25 ore mensili di riduzione del salario per lavoratore, con una notevole ricaduta sul reddito delle famiglie. E anche in questo caso in cima alla nera classifica s’attesta il comparto del legno con 879.437 ore e quello metalmeccanico con 820.525 ore di cassa ordinaria. Sempre più spesso gli accordi aziendali, per periodi di cigo che fanno riferimento a situazioni congiunturali, si modificano lasciando spazio a processi di ristrutturazione aziendale che si traducono per i lavoratori in richieste di cassa integrazione straordinaria, riduzione del personale e in alcuni casi nell’avvio di procedure concorsuali.Giacomo Vendrame, segretario Nidil CGIL di Treviso e candidato alla segreteria generale della Camera del Lavoro: “Rispetto a questi numeri, che si commentano da soli, condividiamo quanto detto recentemente da Unindustria Treviso in merito alla necessità di un cambio di rotta, nell’intraprendere una strada che punti alla semplificazione burocratica e su progetti di reale sviluppo e sostenibilità. Valutazione non ultima per il Sindacato, sempre critico rispetto alla pessima “politica del naufragio” condotta dal passato Governo e non ancora completamente conclusa dall’attuale Esecutivo. Categorie economiche e Parti Sociali non possono sottrarsi alle reciproche responsabilità – ha concluso Vendrame - un patto sociale a Treviso c’è già: bisogna allora dare più forza alla contrattazione aziendale come primo elemento di politica industriale locale per far uscire il sistema produttivo dalla crisi. E questo lo si può fare solo coniugando sostenibilità aziendale e incremento salariale dei lavoratori”.
Ufficio Stampa
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Gentile direttore,
nel baillame provocato dalle notizie relative ai privilegi della politica locale, degli sprechi e degli scandali, ci sono atteggiamenti, dichiarazioni e prese di posizione che finiscono per produrre l'effetto di spostare
l'attenzione della pubblica opinione dal problema in quanto tale ad una sorta di classifica dei virtuosi e dei viziosi
che annacqua le responsabilità e getta una cortina di fumo tra noi e la soluzione del problema.
Mi riferisco in particolare ad alcune dichiarazioni del presidente della Regione Veneto Luca Zaia la cui principale preoccupazione sembra essere quella di sottolineare come ci sia da star contenti del fatto che, in valore assoluto, gli "sprechi" del Veneto sono di molto inferiori agli sprechi che si consumano altrove.
Il Governatore Zaia non può intiepidire la faccenda dicendo che in Veneto si spreca di meno ma fare, non solo annunciare, qualche cosa di concreto. Se questa politica saprà mettersi dalla parte della gente, se gli sprechi - che non sono un reato ma una offesa morale - verranno cancellati, se del denaro pubblico si farà un uso responsabile in favore dei servizi e delle prestazioni ai cittadini del Veneto, trovando maggiori risorse cominciando a tagliare i privilegi, Zaia può essere sicuro di avere dalla sua i lavoratori, i pensionati, i giovani, i precari, i senza lavoro e i cassa integrati.
Avrà, certamente, il sostegno del sindacato se saprà compiere quella grande pulizia che non deve sanare irregolarità normative ma cancellare lo status di intoccabili cittadini di serie A - loro sì veramente garantiti, altro che articolo 18 - che dall'alto del loro essere benestanti grazie alla politica guardano il mondo reale attraverso le lenti distorte di chi non può capire, non può immaginare, non riesce ad immedesimarsi nelle condizioni di vita reali. Cioè le condizioni quotidiane di quelli che non possono approvare leggi regionali e regolamenti per farsi più ricchi.
Paolino Barbiero segretario generale Cgil provinciale Treviso
Cambia il volto del Sindacato, eletto un trentaduenne, il più giovane segretario d’Italia.
CGIL, Vendrame segretario generale con l’88% dei voti.
Giacomo Vendrame: “Intercettare i nuovi bisogni dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini.
Azione collettiva e tutela individuale devono convergere a questo scopo, riscoprendo il ruolo pedagogico del Sindacato,
per affrontare i problemi nati dalla crisi e dalle trasformazioni sociali degli ultimi anni”.
Con una percentuale di consenso pari all’88%, maggiore di quella ottenuta dal suo predecessore, Paolino Barbiero, da pochi giorni eletto segretario dello SPI CGIL di Treviso, il Sindacato ha voluto, dando concretezza alle politiche di rinnovamento della segreteria, affidare ad un giovane questo ruolo di grande importanza e responsabilità. Carica che lo vedrà da subito interfacciarsi con i vari livelli istituzionali, con gli altri sindacati e con le parti sociali, ed affrontare i gravi problemi che gravitano oggi sul mondo del lavoro, prime fra tutte la disoccupazione al 7% e l’erosione dei diritti dei lavoratori e dei pensionati.
Una scelta questa che mira a meglio intercettare i nuovi bisogni dei lavoratori e in particolare delle giovani generazioni, oppresse dal problema della precarietà, dalla complessità del mondo del lavoro di oggi e dalla sfiducia nel futuro.
“Bisogna poi ritrovare – ha aggiunto Vendrame, che viene dalla formazione – la capacità di svolgere e riscoprire il ruolo “Pedagogico” delle Camere del Lavoro, ruolo tradizionale e costitutivo della nostra Organizzazione. Oggi non dobbiamo più aiutare, come un tempo, a imparare a leggere e a scrivere, ma a interpretare i processi economici e sociali sempre più globali e rapidi. In un indistinto flusso di informazione e comunicazione questo significa avere punti di riferimento anche fisici, come le sedi della Camera del Lavoro dislocate in provincia e la Cittadella dei Servizi di Treviso, che facciano da bussola in questo grande clima di incertezza. E questo – ha concluso il neoeletto segretario – significa anche aiutare il processo di riconoscimento sociale e rafforzare l’identità del Sindacato tra la gente”.
BREVE CURRICULUM DI GIACOMO VENDRAME
Nato nel 16-06-1980 a Conegliano (Tv)
Laureato in Economia e Finanza a Ca’ Foscari nel 2003
Specializzione in Economia dello Sviluppo Locale nel 2007
Ricercatore IRES Veneto dal 2007
Iscritto alla CGIL dal 2007
Segretario provinciale NIDIL CGIL di Treviso dal 2010
Ha una compagna e una figlia di 14 mesi
Ufficio Stampa
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Campagna “Aprite quelle porte” dello SPI CGIL Treviso e Veneto, 9 ottobre il convegno al BHR.
Welfare territoriale, SPI: “Nuovo ruolo alle case di riposo”.
Paolino Barbiero: “La programmazione socio assistenziale e sanitaria del Veneto è troppo accentrata sulla residenzialità.
Bisogna aprire le case di cura al territorio per offrire un welfare universalistico diffuso”.
“Siamo convinti – spiega Paolino Barbiero, neosegretario provinciale dello SPI CGIL di Treviso - che l’obiettivo di una buona salute per tutti si costruisce giorno per giorno con un continuo investimento su cure appropriate e su una rete di assistenza di pronto intervento. Per questo, dal nostro punto di vista, non ha alcun senso mettere in competizione le cure a casa con quelle in struttura ma serve, piuttosto, pensarle come soluzioni estreme di un percorso di continuità assistenziale garantito a ciascun cittadino”. “Nell’attuale contesto, caratterizzato da un calo delle liste d’attesa per accedere alle strutture, da rinunce degli ospiti a causa dell’insostenibilità delle rette, dalle richieste di rientro in famiglia da parte di molti anziani – ha sottolineato Barbiero - la conoscenza di questa realtà, con i suoi punti di forza e di debolezza è molto importante perché quelle che nella programmazione regionale vengono classificate come strutture residenziali extra ospedaliere rappresentano un nodo fondamentale della rete socio sanitaria territoriale, che si pone in relazione con il sistema ospedaliero, da un lato, e con l’area della domiciliarietà, dall’altro”.
“Il progressivo aumento delle persone anziane comporta sfide sempre più complesse al sistema socio sanitario regionale, che è ancora un modello organizzativo e di finanziamento ancora troppo legato al posto letto. Infatti – ha aggiunto Barbiero - nonostante la riforma regionale del 2007 per spostare il finanziamento pubblico dalle strutture alle persone, i bilanci delle case di riposo sono al 45% vincolati alle impegnative di residenzialità (ex quota di rilevo sanitario) erogate dalla Regione e al 50% alle quote alberghiere delle rette pagate dalle famiglie”.Scaletta Convegno
14:30 accreditamento partecipanti
15:00 relazione di Paolino Barbiero – segretario generale SPI CGIL Treviso
16:00 tavola rotonda, intervengono:
- Giacomo Vendrame – segretario generale CGIL Treviso
- Mauro Volpato – direttore CdS D.Sartor di Castelfranco Veneto
- Marisa Durante – direttore Servizi Sociali ULSS 7 Pieve di Soligo
- Fausto Favaro – presidente ISRAA Treviso
- Chiara Corti – Segreteria Sanità e Sociale Regione Veneto
17:30 conclusioni di Cecilia Cesari – segretaria nazionale SPI CGIL
Coordina Elena Cognito – giornalista di TV7 Triveneta
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Campagna nazionale SPI CGIL “Aprite quelle porte”. A Treviso il primo convegno regionale.
Welfare territoriale, SPI: “Riorganizziamo le case di riposo”.
Paolino Barbiero: “La programmazione socio assistenziale e sanitaria del Veneto è troppo accentrata sulla residenzialità.
Bisogna aprire le case di cura al territorio per offrire un welfare universalistico diffuso”
Grazie al percorso di contrattazione sociale che il Sindacato ha da tempo avviato sul territorio provinciale abbiamo il quadro della situazione in merito ai fabbisogni della popolazione anziana e delle criticità in capo alla filiera del welfare. Filiera che – secondo il Sindacato - va rivista trasformando le case di riposo, e non solo nominalmente, in veri centri di servizi così da sviluppare quel welfare universalistico e diffuso che oggi più che mai è messo a repentaglio dai tagli alle risorse e dall’assenza di una seria programmazione del sistema socio sanitario.
“Residenzialità, assistenza domiciliare, medicina di base, servizi sociali, questi – secondo il segretario provinciale dello SPI CGIL di Treviso - sono i concetti dai quali bisogna ricostruire la filiera del settore socio sanitario. Nella Marca solo le strutture accreditate sono 43, praticamente una ogni due comuni, per un totale di 4.149 posti letto, dove la retta si aggira tra i 48 e i 60 euro giornalieri per ospite; alle quali si aggiungono le strutture private non accreditate, dove la retta si aggira tra i 62 e i 92 euro al giorno. Un prezioso patrimonio economico e professionale che non deve andare perso – ha spiegato Barbiero - ma che va valorizzato “aprendo” le case di riposo ai bisogni delle nostre comunità locali. Un raccordo col territorio che deve andare di pari passo all’abbattimento delle differenze tra queste realtà. È anche questo lo sforzo che chiediamo alle Istituzioni: trovare soluzioni omogenee per garantire ai cittadini parità dei servizi e di trattamento economico. In altre parole: metodi di lavoro di qualità, più trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche, economie di scala”.
“Prenderemo i bilanci in mano – ha continuato Barbiero - gli studieremo, confronteremo costi e ricavi delle strutture, nelle loro diverse dimensioni, per capire dove è possibile intervenire per migliorare la qualità della risposta al bisogno assistenziale, dove si annidano gli sprechi al fine di reperire risorse da destinare in particolare alla domiciliarità e all’ampliamento dei servizi territoriali”. “Questa – ha concluso Barbiero - è la posizione de Sindacato e le richieste che porteremo all’attenzione dell’assessore Sernagiotto, sia nelle sedi istituzionali che al confronto pubblico fissato per il 16 ottobre prossimo alle ore 21:00 a TV7 Triveneta”.
Al convegno sono intervenuti:Ufficio Stampa HoboCommunication
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Vendrame: “Prima di tutto il lavoro. La politica deve tornare a occuparsi dei problemi del Paese”.
Manifestazione CGIL, Vendrame: “A Roma la protesta dei territori”.
Cinque pullman partiranno sabato mattina dalla Marca verso piazza San Giovanni a Roma per rappresentare l’emergenza produttiva e occupazionale:
910 aziende in crisi per oltre 16mila lavoratori cassaintegrati, Panto ed Evalonne esempi di un territorio in forte difficoltà.
Spiega Giacomo Vendrame, neoeletto segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso: “Questa protesta nasce proprio dai territori, dalle tante aree del Paese dove si sta consumando una crisi produttiva e occupazionale senza precedenti: al 30 settembre solo nella Marca trevigiana sono 910 le aziende che hanno avanzato richieste di cassa integrazione per un totale di oltre 16mila lavoratori. E da inizio anno cresce anche la mobilità con ormai quasi altri 6mila posti di lavoro persi. Chiediamo al Governo scelte chiare di politica industriale – ha sottolineato Vendrame - difesa degli insediamenti produttivi, detassazione delle tredicesime, sostegno ai lavoratori esodati e ai dipendenti delle aziende in difficoltà. Queste sono le istanze che vengono da Treviso.
“Anche sul nostro territorio assistiamo con enorme preoccupazione alla scomparsa di pezzi importanti del tessuto industriale. Per questa ragione – ha detto Vendrame - partecipiamo in tanti alla manifestazione indetta dalla CGIL a Roma, e in particolare, nel gazebo dedicato al Veneto, porteremo all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale la crisi della Panto e del settore del legno, tanto importante nel nostro territorio, e della Evalonne srl di Trevignano, del settore tessile. Ma assieme a loro ci sono i pensionati e i lavoratori di tutti i settori, dal commercio al pubblico, dal metalmeccanico ai trasporti. C'è bisogno, insomma, di una svolta profonda di politica economica, perché il Paese non ce la fa più”.“Dobbiamo mettere prima di tutto il lavoro, fare uno sforzo comune per aiutare chi perde il posto, chi vede la chiusura della propria azienda, chi cerca di salvare un pezzo di produzione. La politica – ha continuato Vendrame - deve parlare dei problemi della gente anziché concentrarsi su se stessa, su formule ed equilibri spesso incomprensibili. Sarebbe necessaria in questo momento una proposta forte di autoriforma della politica in grado di riconquistare il consenso dei cittadini, di rafforzare la base democratica. Da Montecitorio al Sant’Artemio, tocca ai partiti formulare proposte chiare per battere le diseguaglianze crescenti, per migliorare le condizioni di vita di chi sta peggio, per garantire reddito, lavoro, pensioni, occupazione ai giovani e alle donne”.
“È l'inizio di un percorso. Vogliamo cambiare passo, pressare questo governo di congiuntura.Ufficio Stampa HoboCommunication
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SPI CGIL, Barbiero: “Si mandi a casa l’assessore regionale e di seguito se non sa vincere la partita si dimetta anche il Governatore”.
Tempi della Sanità, CGIL: “Zaia fa solo propaganda”.
Giacomo Vendrame: “Questo è un atteggiamento irresponsabile. È la Regione a disporre le norme alle quali si attengono le Uls. Per migliorare la situazione apra un tavolo di concertazione per ripensare
il sistema socio-sanitario e assistenziale regionale nella sua totalità, dando una risposta vera sul territorio ai bisogni dei cittadini”.
“Atteggiamento inaudito e irresponsabile che odora già di campagna elettorale e alimenta la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e il servizio pubblico. Certo che tempi d’attesa lunghi sono un crimine – ha tuonato il nuovo leader della CGIL della Marca - ma il mandante di questo delitto civile è proprio la Regione che dispone le norme applicate dalle aziende sanitarie. Scagliarsi contro i direttori delle Uls e parlare di inefficienza quando si è i detentori della funzione sanitaria è incoerente. Uls e dipendenti fanno, infatti, di tutto per erogare un servizio puntuale, se c’è una carenza di macchinari o di personale è causa delle decisioni della Regione, dei tagli che da anni colpiscono il sistema socio-sanitario, del blocco delle assunzioni, e delle ultime manovre di contenimento dei costi varate dall’Esecutivo che hanno impoverito le nostre realtà locali”.
“Allora se Zaia vuole risolvere i problemi del Veneto non faccia tanta propaganda – ha continuato Vendrame - ma disponga un tavolo di concertazione con le istituzioni, le Uls, le parti sociali e le associazioni di volontariato in merito alla gestione del sistema socio-sanitario e assistenziale. E lo faccia partendo proprio dal riformulare quelle direttive che causano questi esasperanti tempi d’attesa, dall’elaborare Piani di zona che diano risposta ai bisogni sanitari e assistenziali dei cittadini sul territorio, migliorando le sinergie e facendo sistema tra i vari enti locali, aziende sanitarie, case di cura, centri diurni, centri di servizi, medici di base”.Alle parole del segretario generale si aggiungono quelle di Paolino Barbiero, segretario provinciale dello SPI CGIL di Treviso “La prima testa a cadere dovrebbe essere proprio quella dell’assessore regionale e di seguito, se non risolve davvero i problemi aperti, dovrebbe dimettersi il Presidente. Se la politica non riesce a garantire l’efficienza dei servizi pubblici fondamentali rivolti ai cittadini – ha concluso Barbiero – allora non ci si può indignare ad ogni fatto di mala gestione, perché è proprio la politica stessa che continua a lottizzare e si preoccupa più delle poltrone e di mantenere in piedi il proprio sistema di potere piuttosto che lavorare da bravi amministratori per il bene comune”.
Ufficio Stampa HoboCommunication
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