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Comunicati Stampa

NOVEMBRE 2012

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

LETTERA AL DIRETTORE  06_11_2012

Paolino Barbiero

Gentile direttore,
ho come l'impressione che il caos nel campo del centrosinistra trevigiano sia un presagio "sinistro" che incombe come una minaccia di fallimento sulle speranze di chi si augura che le prossime elezioni possano essere una occasione per mettersi alle spalle 18 anni di leghismo e gentilinismo, con le loro politichette di basso cabotaggio, l'ossessione dei ritocchi al porfido e ai marciapiedi, la totale mancanza di una strategia sul sociale, sulla cultura e sulle politiche di sviluppo, la disgustosa marea nera di messaggi di impronta razzista.

Dopo le primarie, passaggio significativo soprattutto alla luce dell'affluenza, ci si sarebbe aspettati l'apertura, sul fronte delle opposizioni alla destra e ai leghisti, di una stagione ricca di contenuti programmatici e di confronto sulle cose da fare in continuità con quel dibattuto fra i candidati delle primarie stesse che aveva portato all'attenzione dell'opinione pubblica non i giochetti delle alleanze ma la sostanza.
Quella del nome è una questione che, per chi vuole costruire un progetto amministrativo insieme al partito di maggioranza relativa in città e al maggior partito del campo progressista, è stata superata proprio dalle primarie aperte. Invocare oggi un ribaltamento di quel risultato come se il voto di oltre 3.500 elettori del campo di centrosinistra fosse carta straccia, e farlo addirittura con argomentazioni ridicole come quelle campate per aria su ipotetici risultati di un altrettanto ipotetico secondo turno, mostra la scarsa lungimiranza di chi continua a fissare il dito, il proprio peraltro, dimenticandosi di quale sia il vero obiettivo.

Invece di discute del nome del sindaco si potrebbe ad esempio parlare dei nomi e delle qualità richieste per costruire una squadra forte: c'è da trovare un buon assessore al bilancio che contribuisca a far uscire il Comune di Treviso dal pantano dei debiti in cui verrà lasciato; c'è da trovare un assessore alle politiche giovanili che dia un senso alle proposte programmatiche che abbiamo ascoltato durante le primarie e a quelle che su questo tema verranno dagli alleati. E ciò vale per tutti gli altri temi chiave: il welfare, lo sviluppo economico, i rapporti con le partecipate, le politiche ambientali e urbanistiche, le infrastrutture, la viabilità, l'inquinamento.

Come dire: non c'è solo il sindaco. Per chi vuole assumersi responsabilità e pensa di averne le capacità ci sono spazi e occasioni che io credo dovranno essere sfruttate per costruire una squadra forte che renda ancora più forte il prossimo sindaco del centrosinistra. C'è poi una questione di lealtà e coerenza, per chi ha partecipato alle primarie, che pare essere finita in secondo piano, come se l'esito conclusivo della consultazione non fosse il punto di partenza per un lavoro comune ma una specie di "libera tutti" che consente a chiunque di assumere qualsiasi posizione, anche di netta contrapposizione al senso stesso delle primarie a cui si è partecipato.

E infine: un conto è il confronto programmatico con i possibili alleati, dal centro alla sinistra, che il Pd non può interpretare ostaggio di un linguaggio che lascia trasparire un complesso di superiorità e autosufficienza, altro è il giochetto che si consuma nel mondo dei cosiddetti civici. Proposte grottesche come quella del grande sondaggio telefonico, diktat sul candidato sindaco da parte di soggetti fino ad oggi estranei al campo naturale del centrosinistra e dalla consistenza elettorale quantomeno dubbia, tentativi di buttare al macero le primarie per fare un dispetto al Pd finiranno solo per produrre solo l'effetto di tirare la corda fino a romperla.
La classe politica del cosiddetto centrosinistra deve dimostrare di meritarsi la fiducia degli elettori anche in questa fase. Ma quello che sta succedendo, dopo l'esito di elezioni primarie aperte il cui dato di affluenza è un fatto politico, lascia purtroppo pensare altro.

Paolino Barbiero, segretario generale Spi-Cgil Provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA  06_11_2012

Spi Cgil

Protesta dei medici di base, appello del Sindacato alla moderazione.
Sciopero dei medici, SPI: “Non danneggiate i cittadini”
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Paolino Barbiero: “Fatto salvo il diritto a protestare una tale iniziativa causerebbe solo danni ai pazienti e inclinerebbe il rapporto fiduciario con i medici”.

Inaccettabile creare un ulteriore disagio a carico dei cittadini. Fatto salvo il diritto dei medici di base a protestare per le loro ragioni, tutto il peso dell’iniziativa ricadrebbe, infatti, solo sui pazienti, già troppo spesso abbandonati dalla Sanità pubblica, e così anche dal loro più vicino referente”. Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso, richiamando alla moderazione e a valutare attentamente le negative ripercussioni che la protesta, minacciata dai medici di base dell’Uls 9, avrebbe non tanto nei confronti dell’Azienda Sanitaria del capoluogo ma quanto dei trevigiani.

Ci auguriamo che si trovi presto un accordo tra l’Uls 9 e l’associazione dei medici in merito all’erogazione del compenso per l’applicazione del protocollo d’informatizzazione e l’invio della ricetta elettronica, e per la sicurezza dei medici di continuità assistenziale, le cosiddette guardie mediche. Facciamo appello perché anche gli ultimi 49 dei 250 medici di base facenti capo all’Uls 9 si adeguino presto al nuovo protocollo informatico e che di pari passo l’Azienda Sanitaria trevigiana acceleri l’erogazione dei rimborsi per le spese sostenute. Sull’altro versante delle richieste avanzate – ha continuato Barbiero - crediamo sia doveroso assicurare l’incolumità degli operatori ospedalieri durante l’esercizio del lavoro e per questo chiediamo che, oltre a realizzare i grandi progetti della Cittadella Sanitaria, l’Uls installi quanto prima le apparecchiature tecniche (videocitofono, telecamere di sorveglianza etc) che siano da deterrente ad episodi di violenza ai danni delle guardie mediche”.

Una protesta di tale portata andrebbe ad inclinare il rapporto fiduciario tra medico e paziente e questo rappresenterebbe una gravissima rottura sociale. Chiediamo all’associazione dei medici di portare avanti le loro iniziative di lotta non danneggiando i cittadini. E – ha concluso Barbiero - di aggregarsi al Sindacato per condurre insieme, anche sul nostro territorio, quella grande battaglia per il rinnovamento e il miglioramento della medicina di base”.

Ufficio Stampa

LETTERA AL DIRETTORE  06_11_2012

Giacomo Vendrame

Mercoledì 14 novembre sciopero CGIL.
A Treviso il Sindacato scende in piazza per protestare. Appello alla politica, Vendrame: “Serve un cambio di rotta”.

Vendrame: “La crisi falcia la nostra economia, non bastano sole misure d’austerità. Subito vere politiche di sviluppo sostenibile e di equità sociale”.

Il Sindacato della Marca aderisce alla nuova giornata di mobilitazione indetta dalla CGIL nazionale per mercoledì 14 novembre 2012.
Il corteo di protesta, organizzato dall’O.S. partirà alle ore 8:30 dal piazzale della stazione del capoluogo e proseguirà verso piazza dei Signori. Lo sciopero generale di 4 ore si inserisce nell'ambito della mobilitazione europea per un patto sociale di livello sovranazionale. A spiegare la necessità della protesta è la stessa Segreteria della CGIL che presenta oggi l’ultimo aggiornamento sullo stato di crisi elaborato dal centro studi della Camera del Lavoro di Treviso: “si tratta di un'iniziativa per il lavoro e la solidarietà contro l'austerità senza equità sociale”. L’Organizzazione chiede un cambio di rotta al Governo e di “inaugurare quanto prima una vera politica di sviluppo sostenibile; punto di partenza: cambiare la legge di stabilità”.

Sono 6.595 i lavoratori licenziati nel corso dei primi 10 mesi dell’anno. Di questi 4.664 fanno riferimento alla legge 236/93, dunque con la sola disoccupazione, e 1.931, coperti da ammortizzatori sociali, arrivano alla mobilità (legge 223/91) dalle imprese superiori ai 15 dipendenti. A questi numeri bisogna aggiungere la cifra a sei zeri relativa alla cassa integrazione ordinaria che al 1° novembre 2012 ha toccato i 3,8milioni di ore, interessando oltre 16mila lavoratori della Marca, e la cassa integrazione straordinaria che ad oggi potenzialmente coinvolge 3.674 dipendenti di 119 aziende in corso di ristrutturazioni o procedure concorsuali.
Commercio, metalmeccanica, edilizia e legno si confermano i settori più colpiti dal 2008 ad oggi; ma la crisi è trasversale e falcia il sistema produttivo della Marca e i rispettivi livelli occupazionali portando la disoccupazione sul territorio che supera il 7%. Soprattutto l’area del capoluogo e del coneglianese sono quelle che stanno soffrendo maggiormente. A questi numeri si aggiungono quelli impressionanti della cassa integrazione ordinaria con ben 3,8milioni di ore autorizzate per circa 930 aziende. Una cifra impressionante, specialmente se si considera che in questo computo non rientrano le ore di Cigo facenti capo all’edilizia, e che già nel mese di settembre quasi raggiungevano le 700mila ore.

La CGIL di Treviso, che ha ritenuto doveroso appoggiare la piattaforma della Confederazione Europea dei Sindacati nella giornata di mobilitazione, sottolinea la necessità di interventi incisivi per la crescita per arrestare l’aumento della disoccupazione e l’impoverimento del reddito di lavoratori e pensionati avvenuto anche a causa dei tagli a salari e protezione sociale. “Una politica solo di rigore, applicata anche nel nostro Paese, ci fa permanere nella recessione – ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - minando alla base la coesione sociale e aggravando disuguaglianze e ingiustizie.
Lo sciopero del 14 novembre è anche l'occasione per protestare contro il disegno di legge di stabilità, che comprime ulteriormente le possibilità di sviluppo economico, fa pagare gli ulteriori sacrifici ai soliti noti, senza incidere su rendite e speculazioni finanziarie. Ci vuole coraggio e riportare il lavoro al centro di una azione politica economica e fiscale differente, che dia respiro e prospettive ai giovani, ai lavoratori e ai pensionati”.

Ufficio Stampa
Per ulteriori informazioni Hobocommunication Tel 0422 582791

COMUNICATO STAMPA  15_11_2012

Giacomo Vendrame

Assemblea dei lavoratori della Provincia di Treviso, Bernini: “A rischio centinaia di posti di lavoro”.
Riassetto territoriale, CGIL: “Subito un tavolo di confronto”.

Vendrame: “La fusione in macro-comuni e accorpamento degli organi di governo territoriale non siano forme di licenziamenti collettivi ma vere riorganizzazioni che garantiscano i servizi diretti al cittadini in un’ottica di unitarietà”.

Non siamo contrari né alla riduzione delle Province, né all’accorpamento, né alla costituzione della città metropolitana di Padova-Treviso-Venezia. Indispensabile, però, che il disegno di riaggregazione degli enti locali su area vasta vada di pari passo con una logica di razionalizzazione e di unitarietà. Tali riforme e riassetti territoriali non siano un subdolo metodo per operare tagli indiscriminati nel pubblico impiego. Per questa ragione, chiediamo una forte responsabilità da parte di Regione e Governo perché trasferimenti di funzioni e risorse tengano conto del mantenimento degli attuali livelli occupazionali per mettere in efficienza il sistema e garantire la tenuta dei servizi offerti al cittadino”. Questa è la posizione ufficiale della CGIL della Marca tracciata nel corso dell’assemblea dei lavoratori della Provincia di Treviso, tenuta oggi, martedì 13 novembre, dalle ore 9:15 presso la sede della provincia.

Con l’assemblea, i lavoratori della Provincia di Treviso, presenti oltre un centinaio di dipendenti, vogliono porre all’attenzione degli attori istituzionali, delle forza politiche e dei cittadini alcuni temi che si inseriscono nell’attuale dibattito sul riordino degli assetti istituzionali e che, come sottolinea il Sindacato, va oltre il solo Ente Provincia. “Un dibattito – ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale CGIL di Treviso - che finora si è svolto inseguendo schemi diversi, spesso strumentali alla politica e non ad avviare un vero cambiamento in positivo. Non è un problema il riassetto, non è un problema la semplificazione, così come non rappresenta per noi un problema il contenitore, seppure ci appare quantomeno discutibile modificare la Costituzione a colpi di decreti legge, dalla Spending Review fino all’ultimo recante “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane”, sul quale peraltro spetterà alla Corte Costituzionale esprimersi”.

Manovre che hanno pesantemente tagliato i trasferimenti incidendo sulla capacità reale di garantire i servizi pubblici, e che coinvolgerà non solo Regioni, Province e Comuni, ma anche i lavoratori degli Uffici Territoriali dello Stato – Prefetture e Questure – delle Camere di Commercio e delle altre Autonomie Locali. Manovre – ha continuato Vendrame - che sembrano celare il vero programma di questo Governo: il taglio del costo del personale attraverso i licenziamenti collettivi, il “dimagrimento” delle funzioni svolte dal pubblico, il venir meno dell’elemento sussidiario nell’erogazione dei servizi erogati al cittadino”.

L’ipotesi di adesione di Treviso alla città metropolitana rappresenta un’opportunità che gli Amministratori Locali non debbono sottovalutare. Inoltre – ha aggiunto Vendrame - riteniamo che verificate le funzioni assunte dalla Regione e quelle da trasferire agli enti locali o alla città metropolitana, sia improrogabile partire proprio dal territorio, e definire per la Marca 7 macro-aree (Treviso e cintura, Castellana, Montebellunese, Asolano e area-pedemontana, Vittoriese, Coneglianese, Opitergino-Mottense) all’interno delle quali i Comuni di maggiori dimensioni possano diventare capofila dell’aggregazione dei comuni limitrofi”.

I trasferimento di funzioni dovranno allora essere contestuali al trasferimento di risorse umane, finanziarie e strumentali. Aggregazione non significa soppressione – ha sottolineato Ivan Bernini della FP CGIL di Treviso - razionalizzare, infatti, ha un senso se si parte dagli organi di Governo pur mantenendo i presidi vicini alla comunità e i servizi di diretto utilizzo da parte dei cittadini. Ma su questo punto non ci sono ancora chiarimenti e il rischio, dati i nuovi stringenti vincoli di spesa, è che né enti locali, né Regione né Città Metropolitana potranno salvaguardare più gli attuali posti di lavoro. In altre parole, che si svuoti la Provincia, si trasferiscano funzioni ai Comuni ma che infine non si mettano questi ultimi nelle condizioni materiali e finanziarie di poterle svolgere. I lavoratori della Provincia – ha continuato Bernini - ritengono grave che la Regione non abbia tenuto in nessuna considerazione gli elementi posti al presidio del 18 ottobre scorso e che continui una discussione incentrata su campanilismi e strumentalizzazioni politiche, senza minimamente tener conto delle ricadute sull’occupazione e sui servizi di quei cittadini che a parole dicono di voler difendere”.

È a rischio la tenuta dei servizi di fronte ai crescenti bisogni della cittadinanza. Sono a rischio centinaia di posti di lavoro di trevigiani, giovani e meno giovani, che hanno messo la loro professionalità e competenza, troppe volte svilita e quasi mai valorizzata, a servizio della collettività. Attendiamo senso di responsabilità da parte degli organi di Governo e chiediamo alla Regione, apparsa fino ad oggi chiusa in discussioni autoreferenziali, di convocare un tavolo con i rappresentanti delle Autonomie Locali e con le parti sociali per elaborare un progetto di riassetto che garantisca l’esigibilità dei servizi al cittadino in un’ottica di miglioramento, di efficacia e di efficienza. Per questo – ha concluso Vendrame - è indispensabile in un momento di trasformazione come questo verificare anche numero, tipologia e utilità delle tante Società (controllate, partecipate, in house…) e la possibilità di razionalizzarle dentro una logica di unitarietà del servizio, oltre che in una riduzione della frammentazione operata con le esternalizzazioni”.

Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA  23_11_2012

Il Sindacato con studenti e insegnanti della Marca.
Proteste studentesche, CGIL: “La politica sappia ascoltare”.
Vendrame
: “Le scelte del Governo abbassano l’offerta formativa della nostra scuola pubblica e aumentano le disuguaglianze sociali. Per crescere cittadini con pieni diritti e possibilità di scelta bisogna ridare valore alla scuola e alle professionalità impiegate nella formazione”.

Monta la protesta degli studenti. C’è chi dice sia la solita “ribellione” d’autunno, ma dopo un anno come quello che abbiamo passato, oggi la mobilitazione studentesca ha una connotazione diversa, e il malcontento non riguarda solo loro ma anche tutto l’organico scolastico e quella parte della società che chiede dei cambiamenti per un futuro migliore”. Lo ha detto oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, esprimendo solidarietà verso la protesta studentesca.

Non è un caso, infatti, che la mobilitazione spontanea che in queste ore sta attraversando i territori della Marca, nel capoluogo, e in tutto il Paese, avvenga i giorni precedenti allo sciopero e alla manifestazione degli insegnanti di sabato prossimo. Insegnanti che sfileranno a Roma e nelle altre grandi città d’Italia per esprimere la forte contrarietà nei confronti delle scelte del Governo che hanno come inevitabile conseguenza l’irreversibile declino della scuola pubblica italiana, oltre a svilire ulteriormente le professionalità di chi nella scuola e per la scuola lavora. Le lotte degli studenti e dei docenti – ha spiegato il segretario provinciale - pongono la necessità di cancellare le politiche di austerità che hanno assestato un altro duro colpo alla qualità dell’offerta formativa e che stanno allargando le disuguaglianze e umiliando un’intera generazione che viene così esclusa dal lavoro e del diritto allo studio”.

Ma a questa prospettiva gli studenti non si rassegnano, come succede tristemente a tanti precari e inattivi solo di pochi anni più grandi di loro, e vogliono giustamente avere un ruolo nel processo di cambiamento così necessario al Paese. Per questo – ha continuato Vendrame - dobbiamo ascoltarli ed essere testimoni e portavoce delle loro istanze. Con la loro protesta stanno domandando alla politica la possibilità di fare scelte e di avere un futuro dignitoso, la possibilità di portare avanti un progetto di vita fondato su una buona formazione scolastica oggi, e professionale domani, per essere competitivi e allo stesso livello dei loro coetanei europei”.

La politica deve ascoltarli, con molta attenzione, e dare risposte ai loro interrogativi in merito a questa scuola pubblica, che rappresenta un investimento strategico sul loro futuro, in merito alla qualità del lavoro che gli attende e relativamente ad una società che sia in grado di crescere cittadini completi e non “limitati”. Solo se questa classe politica saprà capire e avrà la capacità di vedere quanta maturità e consapevolezza c’è nella protesta degli studenti, e quanta vitalità e speranza ci sia nelle loro proposte, superando responsabilmente le conflittualità partitiche ed elettorali, si potrà avviare un percorso comune in grado di ridare valore alla scuola italiana.
E questo – ha concluso Vendrame -vuole essere un richiamo anche per gli studenti: evitate strumentalizzazioni e, in particolare, aborrite forme di violenza che pochi facinorosi mirano a portare all’interno della vostra protesta civile”.

Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA  25_11_2012

Centro Studi CGIL: "Più di un trevigiano su due sta sotto i mille euro al mese".
Pensioni INPS, non sono più un ammortizzatore sociale
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Paolino Barbiero: “Drammatico impoverimento dei pensionati. La contrattazione sociale sul territorio ha il compito di proporre economie di scala per destinare risorse, a titolo di bonus e agevolazioni, che contribuiscano al mantenimento del potere d’acquisto delle famiglie”.

Viviamo in un territorio con il 63,5% dei pensionati INPS (oltre 142mila cittadini) con redditi pensionistici inferiori a mille euro. E con quasi 10mila lavoratori che nel 2011, per periodi più o meno lunghi, hanno consumato oltre 20milioni di ore di cassa integrazione, senza contare i 7.243 interessati dalla mobilità e il numero crescente e non stimabile di disoccupati non coperti da ammortizzatori sociali. Questa la fotografia scattata dal Centro Studi della CGIL di Treviso per lo SPI provinciale.

La scomposizione per classe di importo, dei pensionati e dei redditi pensionistici INPS da lavoro dipendente e autonomo, vede il 10,82% del totale, oltre 25mila persone, con assegni mensili inferiori ai 500 euro lordi. Un altro 33.3%, pari a più di 74mila pensionati, prende tra 500 e mille euro, al di sotto della media nazionale che vede conta il 34,9% assegni erogati. Il 17,85% (circa 62.500 soggetti) sta fra mille e 1.500 euro, e così via. Sopra 3mila euro al mese c’è il 3,75% dei pensionati (8.400 persone). Ben la metà, il 52,71%, dei trevigiani rientra nella fascia di reddito pensionistico medio lordo, risultante dalla somma delle prestazioni erogate dall’INPS, che va dai 500 ai 1.500 euro mensili: 81.693 sono donne e 55.084 uomini. Mentre solo 18.727 donne, rispetto ai 43.960 uomini, percepiscono un reddito pensionistico al di là di questa soglia. Sotto i 500 euro lordi mensili sono 8.300 gli uomini e 15.898 le donne.

Tolte pensioni basse erogate a persone con un sostanzioso patrimonio, i dati elaborati dal Centro Studi CGIL evidenziano che ben oltre un trevigiano su due sta sotto i mille euro al mese. E che solo uno su quattro arriva a toccare un netto di 1.500 euro. Situazione ancor più grave per le donne, economicamente più penalizzate: solo una donna su 10 arriva a quell’importo. Ciò a dimostrazione di quanto la fascia di povertà si stia allargando anche nella società trevigiana e di come le pensioni, a causa della forte perdita del potere d’acquisto, non riescano più ad essere elemento di compensazione e ammortizzatore sociale per le famiglie colpite dalla crisi economica”. Lo ha detto il segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, Paolino Barbiero, a commento dei dati sulla previdenza”.

Le pensioni in questi ultimi anni – ha continuato Paolino Barbiero - anche per effetto di una non adeguata rivalutazione (2,6% nel 2012), sono state soggette ad una drammatica perdita di potere d’acquisto derivante dall’incremento del costo della vita, dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, importante voce di uscita per le persone anziane, dall’aumento dei costi legati al trasporto pubblico, al servizio rifiuti e all’appesantimento della fiscalità locale. Ha contribuito poi anche il blocco della rivalutazione per assegni pensionistici oltre i 1.405 euro lordi, poco più di mille netti”.

Per questa ragione – ha aggiunto Barbiero – l’azione di contrattazione sociale dello SPI nel territorio mira al mantenimento del potere d’acquisto dei pensionati, per vivere dignitosamente e per recuperare il valore che oggi tale reddito rappresenta all’interno delle nostre famiglie, con uno o più componenti inoccupati. Dal bonus acqua e gas, all’accorpamento dei servizi al cittadino alla fusione dei Comuni le economie di scala attuate dalla governance del territorio dovranno avere lo scopo di ristornare le risorse recuperate per andare in aiuto dei nostri nuclei familiari e assicurare ai nostri anziani un’offerta d’assistenza puntuale e di qualità”.

Ufficio Stampa
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