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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Venerdì 7 dicembre, alle ore 11:00, presidio dei pensionati davanti alla Prefettura di Treviso.
Mobilitazione nazionale di SPI-CGIL FNP-CISL UILP-UIL.
I sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil chiedono al Governo, al Parlamento,
alle amministrazioni locali e alle forze politiche interventi concreti e urgenti a sostegno dei redditi degli anziani.
Per queste ragioni cresce la preoccupazione dei Sindacati dei Pensionati che, con il presidio di venerdì e, successivamente, con l’incontro della delegazione unitaria con il prefetto di Treviso, vogliono lanciare l’allarme e far sentire la propria voce alle istituzioni e all’opinione pubblica.
Il messaggio è chiaro: “Il tempo è scaduto – hanno dichiarato Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL, Francesco Rorato, segretario generale FNP CISL, e Sergio Tonellato, segretario generale UILP UIL di Treviso – i pensionati stanno pagando un prezzo altissimo e sono duramente colpiti dagli effetti della crisi e dalle misure di rigore del Governo”. Con questa giornata le sigle dei pensionati trevigiani rivendicano “misure in favore dei pensionati e delle persone anziane attraverso il sostegno dei redditi da pensione, una nuova politica fiscale, il rilancio dello Stato Sociale e una legge nazionale per la non autosufficienza”.
Data l’importanza dell’oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.
Ufficio Stampa
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Tel 0422 582791
Prima fase dell’analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sull’applicazione dell’Imposta sulla casa.
IMU, Barbiero: “Aumenti del 270% per i più deboli”.
Paolino Barbiero: “Aumenti disomogenei e il quasi totale azzeramento delle politiche sociali determinano grandi disuguaglianze nella fiscalità locale. Nel 2013 il Sindacato dei Pensionati sarà impegnato ad aprire con i Comuni una nuova tornata di
contrattazione sociale al fine di trovare parametri condivisi e tutelare la fascia più debole della società”.
Da una prima fotografia scattata dal Centro Studi della CGIL di Treviso l’IMU applicata dai Comuni dalla Marca eroderà ulteriormente i redditi delle famiglie trevigiane in un quadro di grande disparità e senza l’attuazione di politiche atte a tutelare le fasce più deboli. L’analisi condotta a campione evidenzia innanzitutto un sostanziale incremento dell’imposta comunale sulla casa. Su tutti i Comuni presi in esame, infatti, a parità di patrimonio (abitazione di categoria A/3 e C/3, es. casa con garage) e per redditi da lavoro e da pensione, per il versamento IMU 2012 mediamente si registra, rispetto all’ultima applicazione ICI avvenuta nel 2007, un incremento pari al 39,3%. Percentuale che s’impenna se si tiene conto delle detrazioni in vigore allora e oggi in molti casi scomparse: ben il 270,45% di aumento per quelle categorie di soggetti in situazioni di particolare disagio economico e sociale.
Gli incrementi – spiega il Centro Studi della CGIL di Treviso – sono dovuti, rispetto alla vecchia ICI, al nuovo metodo per determinare la base imponibile che vede aumentato del 60% il coefficiente moltiplicatore da applicare alla rendita catastale. Ecco perché un residente a Treviso con reddito annuo superiore ai 7.500 euro mentre cinque anni fa pagava un’ICI di 148 euro ora dovrà versare un’IMU di 203,20 euro (55,20 euro in più). Stesso importo che oggi andrà a sborsare anche un cittadino con un reddito inferiore alla soglia di 7.500 euro annui e che nel 2007, grazie alla detrazione riconosciute venne esentato dal pagamento.Medesimo discorso vale per il Comune di Roncade che, rispetto all’ICI, non prevede più detrazioni per le pensioni minime e per gli invalidi al 100% con reddito inferiore ai 20mila euro annui, pur unificando l’aliquota per tutti i residenti alla soglia più bassa, ovvero il 4 per mille. E così anche il Comune di Villorba, che d’altro canto innalza a 250 euro la detrazione IMU per tutti. Santa Lucia di Piave, invece, applica la più alta aliquota della provincia, il 5,6 per mille, e allo stesso tempo prevede una detrazione di 300 euro per i soggetti con invalidità del 100%. Una politica sociale attuata anche dal Comune di Spresiano che applica una detrazione di 258,23 euro per le invalidità civili del 100% con indennità di accompagnamento e con ISEE inferiore ai 18.022,70 euro annui.
“Insomma, una tale situazione composita e frammentata che rischia di generare nuove forme di disuguaglianza sociale e di definire in modo diverso lo stesso valore dell’abitazione. – Ha detto Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso - Una disomogeneità e il quasi totale annullamento delle politiche sociale portate avanti dai Comuni fino al 2007 che saranno dal prossimo gennaio i temi della contrattazione sociale che il Sindacato dei Pensionati e la CGIL avvieranno con tutte le 95 Amministrazione comunali del trevigiano”.
“Non vogliamo sentire più “Paese che vai IMU che trovi”, bisogna, invece, individuare dei parametri comuni e uniformare aliquote e detrazioni al fine di ristabilire l’equità sociale e aiutare le famiglie e i singoli che vivono situazioni di difficoltà economiche o sociali. Le detrazioni, infatti – spiega Barbiero – dovrebbero essere legate e modulate sulla base del reddito reale del nucleo familiare, misurato attraverso l’ISEE. Ci auguriamo che in questa fase di contrattazione e di pianificazione i nostri Sindaci prestare attenzione ai mutamenti che in questi anni la nostra società ha vissuto e alle nuove difficoltà alle quali i cittadini quotidianamente vanno incontro”.“Ci auguriamo, inoltre, che non vi siano nuovi abbindolati dalle sirene dell’esenzione totale.
Annullare nuovamente l’imposta sulla casa, l’unica imposta federalista, andrebbe a determinare un altro sconquasso alle già magre casse dei nostri Comuni portandoli inevitabilmente alla bancarotta. Per calmierare la fiscalità locale e mantenere i servizi diretti ai cittadini – ha concluso Barbiero - oltre a modificare la legge prevedendo un massimale d’imposizione e non un minimale, sarà indispensabile lavorare in progetti di accorpamento e di fusione tra le Amministrazioni, creando dei Comuni più grandi e sviluppando delle economie di scala su vasta area, che tengano conto dei bisogni emergenti della fasce debole della società”.
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Analisi dei primi 11 mesi di crisi aziendali del 2012.
Crisi aziendali, CGIL: “Treviso la più colpita in Veneto”.
Il segretario Generale: “Alla Marca va il triste primato del territorio più toccato dalla crisi economica nel 2012.
Infatti, delle 1.192 aziende venete sono ben 296 le crisi formalmente aperte nei primi 11 mesi dell’anno in provincia
di Treviso, per un totale di 6.624 lavoratori coinvolti".
I settori maggiormente in difficoltà si confermano essere quello metalmeccanico, con 82 crisi aperte, e quello del legno arredo, con 84, seguiti dall’edilizia e dall’abbigliamento, con 29 aperture ciascuno. Solo l’insieme di questi importanti comparti, quello metalmeccanico e del legno, superano per numero il totale delle crisi aziendali aperte nella sola provincia di Verona (158).
Delle 296 realtà colpite l’80,4%, ben 238, sono le aziende che hanno che hanno richiesto la riduzione dell’organico (14.273 dipendenti) per motivi di crisi di mercato coinvolgendo in procedure di Cigs e mobilità 223/91 6.624 lavoratori.
“Il nostro territorio particolarmente sviluppato in termini produttivi ora paga pesantemente il prezzo della crisi, ha commentato i dati, Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso. In termini generali, innovazione ed investimenti non sono stati messi in campo quando ancora la situazione lo permetteva e questa visione poco lungimirante fa si che il territorio ora si trovi a reagire passivamente agli effetti della crisi. Chi governava territorialmente non ha avuto la capacità di fare il salto di qualità per passare da uno sviluppo fino a prima della crisi praticamente spontaneo, ad uno sviluppo sostenibile con una programmazione di interventi seria che sostenesse il sistema produttivo nella trasformazione necessaria. A pagare queste mancanze pare siano sempre i lavoratori.”
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Vendrame risponde a Zaia: “Responsabilità in solido per committente e appaltatore, così si tutelano i lavoratori”.
Zaia, Vendrame: “Lavoro prima a chi rispetta le regole”.
Il Segretario generale: “Corsie preferenziali non sono le strumento per creare buona occupazione ma portano ad un sistema chiuso e, unitamente al sistema degli
appalti al massimo ribasso, aumentano il rischio di corruzione e di infiltrazioni malavitose”.
“Sebbene sia concorde con il presidente Zaia nell’affermare che gli ammortizzatori sociali sono un palliativo, tuttavia servono per tutelare il reddito delle famiglie, non è l’appartenenza territoriale ma è la legalità che fa bene al nostro sistema e crea buona occupazione. Sono fermamente convinto – ha precisato il segretario generale della CGIL di Treviso – che solo buone regole e una rigida lotta contro l’illegalità e l’evasione fiscale, favoriscano veramente le nostre realtà produttive e le nostre aziende venete, in particolare quelle innovative e rigorose dei diritti dei lavoratori, così da rimettere in piedi un sistema “pulito” e sviluppare un’economia sostenibile, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione delle infrastrutture e delle opere pubbliche.
Le corsie preferenziali, invece, inquinano il mercato rendendolo chiuso e autoreferenziale, e sanno di clientelismo. Quello di cui il nostro territorio ha invece bisogno è di dare lavoro a chi se lo merita, a quelle ditte che hanno le carte a posto con la legge, con il fisco, con i contributi e, soprattutto che rispettano i contratti di lavoro dei propri dipendenti”.
“Tutti dobbiamo portare avanti questa battaglia per la legalità – ha concluso Vendrame – e se Zaia vuole veramente fare qualcosa, intraprenda un percorso normativo per regole di appalto chiare e verificabili sostenendo la responsabilità in solido del committente quando le aziende non rispettano contratti e leggi.”
Ufficio Stampa
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