ARCHIVIO

Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.

Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:

Collegamento esterno

Comunicati Stampa

FEBBRAIO 2012

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA  03_02_2012

Città

La CGIL di Treviso raccoglie l’appello-denuncia dell’ANCE. Il sistema è malato.
Edilizia, Barbiero: “Un Patto per sbloccare il mercato”.

Il Sindacato: “Banche e imprenditori rivedano le proprie politiche per andare verso il calmieramento dei prezzi delle abitazione e ristabilire il valore reale degli immobili”.

Un Patto tra gli istituti di credito della Marca, imprenditori edili e Amministrazioni locali: questo è quello che ci vuole per calmiere i prezzi del mercato immobiliare e sbloccare le centinaia di migliaia di invenduti della provincia, risollevando il settore e dando risposta al bisogno abitativo delle nostre famiglie trevigiane.
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della CGIL di Treviso, raccogliendo la denuncia dell’ANCE che stima in 700mila gli immobili invenduti nella provincia di Treviso e punta il dito contro la bolla speculativa che ha visto imprenditori e commercianti di altri settori riciclarsi come costruttori inquinando il mercato ora altamente depresso.

L’ANCE denuncia una speculazione selvaggia compiuta ai danni del mercato e, aggiungerei, del territorio.
Ben venga l’autocritica fatta dall’associazione di costruttore della Marca, ora però fuori i colpevoli: solo i costruttori improvvisati? – domanda provocatorio il segretario generale della CGIL di Treviso.
Le banche e i Comuni hanno giocato la propria parte. Il sistema bancario è stato, in realtà, protagonista indiscusso di questa speculazione e se oggi, con responsabilità, vuole aggiustare le cose prima che salti tutto per aria dovrà rimettere mano ai propri conti e alle proprie politiche, e favorire l’accesso ai mutui.

Anche le Amministrazioni trevigiane hanno partecipato da protagonisti nel creare un sistema malato.
I Piani regolatori – ha precisato Barbiero - sono stati, infatti, varati dai nostri Comuni che hanno visto nell’edilizia il principale finanziatore, politica a parte, della capacità di spesa del Comune. E adesso, a bocce ferme, non ce la fanno più a campare senza la possibilità di introiettare nuovi oneri urbanistici per far girare le cose, quando si sapeva, per giunta, che non vi era nessuna esplosione demografica in vista, anzi la poca crescita è data solo dalla popolazione straniera. In aggiunta a queste degenerazioni anche la Tremonti Bis ha contribuito non poco a drogare il mercato non residenziale.

È impossibile tornare indietro, con un mercato delle costruzioni in forte recessione e un parco immobili fermo.
La soluzione – ha concluso Barbiero - è quella di stipulare un Patto tra credito, amministrazioni locali, imprenditori e futuri compratori per rimettere gli immobili sul mercato a un prezzo “scontato”, un prezzo calmierato che possa permettere alle nuove famiglie l’accesso al credito: mutui più brevi e con rate più basse.
Bisogna, insomma, invertire la rotta per ridare un valore reale alle abitazioni, scorporando dal prezzo quella parte speculativa cresciuta nel tempo e sgonfiando quegli attivi virtuali che fanno capo agli istituti di credito. Tutto questo al fine di creare ricchezza vera, non soggetta alle leggi del mercato, e favorire politiche abitative virtuose, capaci di far girare l’economia e la liquidità nel territorio”.

Ufficio StampaHoboCommunication

COMUNICATO STAMPA  09_02_2012

Tagli all'occupazione

Ricerca dell'Ufficio Studi: occupazione in picchiata, inizio anno da shock.
Lavoro, a gennaio i licenziati sono già più di mille
.
Non si ferma l'emorragia di posti nella Marca. Dato preoccupante anche dalle nuove Cigs: in cassa a gennaio altri 208 lavoratori.
Barbiero: "La crisi accelera, sempre più difficile trovare nuova occupazione. Urgente adottare diffusamente i contratti di solidarietà".

Sono 1.163 i trevigiani che hanno perduto l'occupazione nel corso del solo mese di gennaio 2012. A dirlo è una ricerca dell'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso, che ha preso in esame i licenziamenti e le procedure di mobilità avviate nei primi 31 giorni dell'anno in corso sia nelle imprese di dimensioni medio-grandi che nel vasto tessuto delle piccole aziende della provincia.
A flettere di più, secondo i dati elaborati dalla Cgil trevigiana, è l'occupazione nelle piccole imprese; si tratta di processi di espulsione dal posto di lavoro diffusi in maniera quasi omogenea in praticamente tutti i settori e che riguardano lavoratori che, una volta perduta l'occupazione, possono contare su strumenti di ammortizzazione limitata al trattamento di disoccupazione ordinaria.

Dal contenitore delle pmi trevigiane sono uscite a gennaio 748 persone. Per il 23,13% si tratta di addetti stranieri, per lo più figure operaie (il 70,05% dei licenziati) e in leggera prevalenza uomini (il 53,88%). Per quanto riguarda l'analisi dei settori, il picco massimo, equivalente al 19,52% dei licenziamenti totali, si segnala nella meccanica, seguita dall'edilizia con il 16,44%, a conferma dello stato di grave difficoltà del comparto; e dal commercio, che non arresta la fase di riduzione del personale avviata già 18 mesi fa e che fa segnare il 15,51% dei licenziamenti nelle piccole imprese.
Infine, con percentuali a due cifre anche il dato dei licenziamenti nel legno, che risultano essere il 10,43% del totale. La scomposizione per territori mette in luce come a pagare il dazio maggiore a questo autentico tsunami abbattutosi sul mercato del lavoro sia la zona di Treviso, con 292 espulsioni, seguita da Castelfranco con 124 e Conegliano-Pieve di Soligo con 117. La suddivisione per classi età mette in luce come i licenziamenti riguardino praticamente la gran parte della forza della lavoro posizionata tra i 30 e i 50 anni, con punte del 16,84% tra i lavoratori maschi compresi tra i 41 e 50 anni.

Per quanto riguarda le imprese di dimensioni maggiori, il numero di addetti messi in mobilità in Provincia di Treviso è pari a 415. L'86,99% sono italiani, per il 76,87% figure operaie.
Nelle aziende medio grandi è maggiore la percentuale di donne che hanno perso il lavoro, cioè il 52,29% del totale.
Più della metà del totale delle mobilità registrate nel solo mese di gennaio nelle imprese medio-grandi (il 50,12%) hanno riguardato addetti del settore tessile-abbigliamento e calzaturiero, che nella Marca continua la sua flessione sempre più marcata. Il 19,76% viene registrato dal legno-arredo, il 7,95% dalla meccanica. Per quanto riguarda la suddivisione geografiche delle mobilità, Treviso registra 211 addetti sul totale provinciale di 415, seguita dalla zona di Pieve di Soligo-Conegliano con 70. La scomposizione per età mette in luce come i più colpiti siano i lavoratori tra i 41 e i 60 anni e le donne tra i 31 e i 40.

CASSA INTEGRAZIONE - La rilevazione dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale ha preso in esame anche le nuove Cigs (cassa integrazione straordinaria) avviate a gennaio. Le procedure sono 12 e riguardano complessivamente 208 lavoratori, a cui vanno aggiunti gli 80 addetti della Maber, entrati in cassa nei primi giorni di Febbraio. Ad eccezione di due casi, la Punto Sei di Paese avviata alla chiusura e la Co.Sa. Costruzioni di Istrana, avviata invece al fallimento, si tratta di procedure causate da gravi difficoltà economico-finanziarie. In tre situazioni i lavoratori in cigs equivalgono all'intera forza lavoro dell'azienda.

L'ANALISI - "La crisi - ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - fa un salto di qualità. E' evidente che siamo ben oltre le ristrutturazioni o riorganizzazioni, ormai il tessuto produttivo è allo stremo. Il numero di licenziamenti registrato solo nel primo mese indica una accelerazione dei fenomeni di contrazione dell'occupazione e rappresenta l'ultimo campanello di allarme. Il numero di persone che ha perduto il lavoro tra gennaio 2011 e gennaio 2012 sfiora le novemila unità, a cui vanno aggiunti i contratti a termine conclusi e soprattutto la perdita del lavoro da parte di precari e atipici, sul cui numero è quasi impossibile fare delle stime precise. Si tratta di un bacino di senza lavoro che molto difficilmente potrà ritrovare una occupazione in tempi brevi considerato il crollo verticale della offerta e la saturazione della domanda".

"Anche per questo - ha sottolineato il segretario della Cgil provinciale di Treviso - è necessaria una svolta nella gestione della crisi e passare dai licenziamenti e le mobilità ai contratti di solidarietà.
Si tratta di una soluzione virtuosa, che vede da un lato le aziende sostenute da contributi pubblici e dall'altra il lavoratore protetto rispetto al rischio di perdita del reddito, arrivando a garanzie che coprono fino al 90% del salario. Il contratto di solidarietà, oltre a rappresentare una efficace ammortizzazione delle fasi di crisi superabili anche con la riduzione dei costi di produzione, può essere una occasione per le imprese di razionalizzare e riorganizzare in maniera più efficiente il ciclo produttivo".

"Anche l'andamento del mercato del lavoro in provincia di Treviso - ha concluso Barbiero - manda alla politica un messaggio netto e chiaro: non sarà la maggiore libertà di licenziare a far ripartire il sistema produttivo, tanto più che nelle imprese in cui agisce l'articolo 18 si licenzia già molto. Servono invece misure strutturali di rilancio del quadro economico, che oggi è penalizzato anche da una fortissima perdita del reddito disponibile, che ha mandato in recessione il mercato interno oramai da più di due anni. E serve una riforma incisiva degli ammortizzatori sociali che non sia merce di scambio rispetto ad una maggiore libertà di licenziare ma che guardi alla prima e vera emergenza, che è sociale e riguarda la pericolosa discesa verso la povertà di tante famiglie".

Ufficio Stampa - HoboCommunication

COMUNICATO STAMPA  18_02_2012

Commercio

Mobilitazione sindacale in attesa della decisione del Tar.
Orari di apertura, domenica sciopero e manifestazione
.
Braccia incrociate e manifestazioni a Treviso, dalle 10:30 alle 12:00 in Corso del Popolo.
Barbiero: "Battaglia di buon senso per la qualità del lavoro e salariale".

Tornano a scioperare i lavoratori degli esercizi commerciali contro le apertura "deregolamentate" nella giornata di domenica.In attesa della decisione in materia del Tar del Veneto, prevista per il prossimo 22 febbraio, domenica prossima oltre ad incrociare le braccia i lavoratori e le lavoratrici parteciperanno ad una manifestazione, in programma dalle 10,30 alle 12, con concentrazione in Corso del Popolo, in prossimità dei grandi magazzini Coin.

"La questione- ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - resta quella centrale della qualità della vita, della qualità dell'occupazione e della qualità salariale di questi lavoratori e queste lavoratrici, penalizzati in maniera rilevante dalla deregulation selvaggia degli orari di apertura dei negozi".

"Il senso della manifestazione di domenica mattina - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - è quello di coinvolgere anche la cittadinanza in quella che è a tutti gli effetti una battaglia di buon senso e dignità del lavoro e delle persone contro una visione mercificante della dignità del lavoro e delle persone".

Ufficio Stampa

LETTERA AL DIRETTORE  18_02_2012

Cementificazione

La vicenda dei nuovi insediamenti produttivi di Barcon, per un grande macello e una grande cartiera, e di Casale per l'Ikea con annesso un mega centro commerciale rappresenta uno spartiacque per decidere quale tipo di sviluppo intende perseguire questa provincia come già evidenziato dal residente della Fondazione Benetton.
Fuori dalla falsa contrapposizione tra sviluppo e occupazione da una parte o mera conservazione del territorio dall'altra, cose che invece possono andare benissimo d'accordo, il tema è capire se esiste una idea che metta insieme la possibilità di cogliere opportunità che è poi quella di ridisegnare con maggiore logica la situazione dei siti produttivi e distributivi della Marca.

In poche parole: è proprio necessario andare ad incidere sulla provincia con nuove aree quando in realtà nella Marca sono state censiti 20 milioni di metri quadri di area produttiva e industriale inutilizzati su un totale di 80 milioni di metri quadri complessivi.
Si tratta peraltro di una eccedenza, figlia della cementificazione selvaggia procurata dalla Tremonti bis combinata poi con la crisi arrivata nel 2008, che riguarda aree spesso sfornite di infrastrutture come gli impianti fognari e slegate da idonei collegamenti viari e servizi.

Queste cattedrali nel deserto rappresentano un deterioramento del territorio provinciale già evidenziato nel Ptcp della Provincia. Che non solo accoglie nei fatti l'urgenza di mettere fine alla cementificazione selvaggia e disordinata, ma pone l'accento sulla necessità di superare la disseminazione territoriale delle aree del secondario e terziario secondo una logica che giustamente evidenzia come il problema della nostra economia locale non sia quantitativo, cioè quante aree e attività produttive abbiamo, ma qualitativo. La crescita disordinata e casuale della nostra economia, drogata dal mito del "piccolo è bello" è una delle cause della nostra attuale sofferenza.

Siamo peraltro la provincia che ha una metratura commerciale occupata dalla distribuzione pari a mille metri quadrati ogni mille abitanti, il che ci pone molto al di sopra della media europea e che ci colloca persino oltre le punte massime che vengono raggiunte in Francia e Germania.
Il compito di chi governa il territorio, e in questo caso parliamo anche della Provincia e quindi della sua funzione come soggetto istituzionale utile o inutile, è quello di detenere ed esercitare la governance dei processi e inquadrare lo sviluppo economico dentro una strategia di valorizzazione territoriale.
Quindi si ripropone la domanda: con tutto questo surplus di metri quadri inutilizzati è proprio necessario promuovere nuove edificazione e non procedere invece alla riqualificazione dell'esistente, operazione che sarebbe molto utile anche a razionalizzare quello che abbiamo, correggere le storture, dare un senso alle cattedrali nel deserto che per ora insistono sul territorio come spine e non come fattori di crescita?

Il dibattito sugli insediamenti Ikea e di Barcon è tutto incentrato su questo. Sapendo che dietro alle nuove realizzazioni esiste un giro di affari diretto e indiretto da cui non si può estrapolare la speculazione, che guadagna, con il metodo e i modi della finanza che ci ha trascinato in recessione, sulla trasformazione delle destinazioni d'uso dei terreni. Con il bene placito dei Comuni, purtroppo, che intravedono in queste operazioni la possibilità di fare cassa.
A chi come il presidente Muraro smentisce il suo stesso Ptcp, dicendosi favorevole a quelle nuove edificazioni che stanno fuori dalla strategia dichiarata dalla Provincia, noi proponiamo un pensiero laterale: non ci si deve occupare delle singole nuove strutture, ma collocarle, per quello che devono avere e possono dare, nell'ambito di una visione d'insieme.

Lo sviluppo va riqualificato attraverso la trasformazione dell'esistente, una formula che da un lato riduce il danno della cementificazione, dall'altro ripara i guasti già fatti e ci consente di non perdere il patrimonio rurale che ha un significato non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico. Ci deve essere la considerazione, prevalente, dell'interesse pubblico rispetto alle diverse variabili di sviluppo, di creazione di posti di lavoro, di danno ambientale; e qualora si individui l'opportunità di nuovi insediamenti va fatta una analisi delle misure compensative, urbanistiche, edilizie, economiche e sociali, partendo proprio dal bisogno di riqualificare la cementificazione selvaggia. Il pensiero laterale è un pensiero forte: mette insieme sviluppo, crescita economica e tutela ambientale nel quadro di un processo sostenibile e soprattutto governato, che non ci lasci in eredità, come è successo, altre cubature vuote e morte e una Provincia irrimediabilmente segnata da una economia del mordi e fuggi.

Questa è l'istanza che viene non solo dal sindacato ma anche dalle associazioni di rappresentanza economica presenti nel territorio. Istanza a cui la Provincia e il suo presidente devono rispondere in maniera coerente con i loro stessi piani strategici e territoriali.

Paolino Barbiero,segretario generaleCgil provincialeTreviso

APPELLO DELLA RETE DEGLI STUDENTI MEDI  22_02_2012

Rete Studenti Medi

APPELLO A ISTITUZIONI, PARTI SOCIALI E CITTADINANZA: TREVISO CITTA’ PLURALE.
La Rete degli studenti medi di Treviso, in merito all'aggressione avvenuta il 17 Febbraio 2012 e che ha occupato le cronache locali di questi giorni, intende rivolgersi alle istituzioni nella speranza di suscitare una profonda riflessione sull’accaduto e stimolare dunque un concreto impegno per favorire e garantire nella nostra città un clima di libertà e pluralità di opinioni.

È solo favorendo la discussione ed il confronto democratici, infatti, che è possibile far crescere e favorire lo sviluppo del cittadino e di conseguenza della società tutta. In occasione di una nostra iniziativa sul risparmio energetico, durante la quale abbiamo sensibilizzato la cittadinanza distribuendo dei volantini informativi sulla giornata “M’illumino di meno” lanciata dal programma radiofonico “Caterpillar”, uno dei ragazzi della Rete, studente di 17 anni, si è allontanato insieme ad altre quattro ragazze per accompagnarle in Piazza Vittoria proprio durante il breve periodo di “buio” approvato dal Comune per aderire alla medesima iniziativa.

Lo studente è stato aggredito da un giovane, già noto alle forze dell’ordine per la sua appartenenza ad organizzazioni si esprimono attraverso la violenza, per aver tentato di togliere un adesivo dell’associazione “lotta studentesca” affisso su un lampione. Alla presenza delle quattro ragazze, l’aggressore ha gravemente colpito il nostro compagno che ha riportato ferite al volto.
Come studenti e come giovani cittadini vogliamo esprimere tutto il nostro sdegno per quanto accaduto. Non riteniamo possibile dover assistere, ancora oggi, a fatti che testimoniano quanto sia ancora diffusa una modalità violenta di fare politica.

Vogliamo vivere in una città che faccia del pluralismo la sua forza e della diversità di opinioni e idee lo spunto per migliorare continuamente. Una città in cui sentirci sicuri e accolti ciascuno con le proprie opinioni, dove non sia possibile lo sviluppo di organizzazioni estremiste che fanno della violenza e dell'odio razziale i loro punti di forza. Riteniamo indispensabile agire concretamente per evitare che episodi del genere diffondano l’idea che la sopraffazione sia uno strumento politico. Ci rivolgiamo quindi alla società civile, per invitarla a riflettere sull’importanza del pluralismo e della tolleranza.

Vogliamo altresì ribadire, con questo appello, il nostro impegno a rigettare sempre e comunque ogni forma di violenza. Essa è uno squallido linguaggio parlato da coloro che per far valere le loro ragioni utilizzano la sopraffazione. Come rete degli studenti Medi ci siamo sempre impegnati a promuovere la cultura della pace e del pluralismo: auspichiamo dunque una risposta in questo senso da parte della società tutta 20 febbraio 2012 Rete degli Studenti Medi Veneto.
LA CGIL DI TREVISO CONDIVIDE L'APPELLO DELLARETE DEGLI STUDENTI MEDI E INVITA TUTTI ILAVORATORI ED I PENSIONATI A SOSTENERLO.

COMUNICATO STAMPA  22_02_2012

Area Ex-Simmel

Appello della Cgil agli enti territoriali e agli istituti di credito della Marca.
Concordato Edilbasso, Barbiero: "Diventi finanza sociale".

Il segretario generale: "Dalla vendita dei 92 appartamenti ex-Simmel nasca un’operazione di social housing e di calmierazione del mercato del mattone. Occasione per giovani e famiglie di comprare la prima casa".

Non si faccia un’ulteriore speculazione immobiliare. Questo affare andato a male diventi per i giovani e le famiglie trevigiane l’opportunità di comprare casa a un prezzo ragionevole.
Questo l’appello rivolto dal segretario generale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, all’Amministrazione Comunale di Paese, agli enti locali e all’Ater trevigiana per condurre, insieme agli istituti di credito della Marca, un progetto di “finanza sociale” intervenendo nel concordato di Edilbasso e portando a termine il piano di recupero dell’area ex-Simmel.

Le sette palazzine che contano ben 92 appartamenti e che verranno vendute in blocco in sede di concordato – ha detto Barbiero - non devono essere un’ulteriore occasione di speculazione edilizia. Speculazioni queste che immobilizzano un mercato già fermo. Invece, bisogna recuperare tale valore immobiliare, pari a 10milioni di euro, e trasformarlo in un valore sociale allo scopo di dare ai nostri giovani e alle famiglie trevigiane l’opportunità di entrare in possesso della prima casa a un prezzo calmierato, che si aggirerebbe mediamente sui 109mila euro ad abitazione.

In altre parole – ha continuato Barbiero - chiediamo agli enti del territorio, all’Amministrazione Comunale di Paese e all’Ater, di evitare di procedere con nuove costruzioni e nuove cementificazioni che danneggiano il territorio e consumano le aree agricole, ma di trasformare quell’ennesima speculazione edilizia dell’area ex-Simmel in un grande progetto di social housing.
O meglio, facendo intervenire a sostegno dell’operazione il sistema bancario locale, in un affare di “finanza sociale” a filiera corta. Un intervento – ha concluso Barbiero - capace di far recuperare i capitali ai creditori di Edilbasso, concludere la costruzione dell’area residenziale e delle opere di compensazione che solo in parte sono state realizzate, contribuire a sbloccare il mercato del mattone e, soprattutto, offrire la possibilità ai tanti che oggi non possono permettersi di comprare casa.

Ufficio Stampa - HoboCommunication

LETTERA AL DIRETTORE  28_02_2012

Paolino Barbiero

Sono interessanti gli spunti offerti dall'intervento di Paolo Camolei su articolo 18 e priorità dell'economia in questa fase.
E lo sono per tre ragioni.
La prima ha che fare con la collocazione politica di Camolei, esponente di un'area moderata che però evidentemente ha la capacità di superare vecchie contrapposizioni e posizioni rigide, spesso molto polemiche con la Cgil, e questo sulla base di considerazioni pragmatiche.
La seconda, soprattutto per quanto riguarda l'articolo 18, è in relazione al suo essere un imprenditore; la terza, la più stimolante, riguarda le considerazioni che vengono svolte.

Condivido molti passaggi del ragionamento dell'esponente dell'Udc, soprattutto la voglia di imporre, nel dibattito a livello locale, la razionale evidenza che ci sono questioni ideologiche e questioni sostanziali e che occuparsi delle prime, a mio giudizio, può servire solo a distrarre dalle seconde e a frenare le idee e le proposte innovative, oltre che a comporre un insistente disegno di destrutturazione del lavoro, aggravato dal metodo minacciato del fare comunque, a prescindere dall'accordo con le parti sociali.

Non può sfuggire come ad esempio il governo condisca una politica di durissima austerity, politica che non esito a definire pro-ciclica, con blandi interventi ad esempio in materia di di liberalizzazioni, secondo un modello che potremmo definire di "panem et circenses": si fanno liberalizzazioni ad effetto mediatico, quella dei taxi, degli orari del commercio, con un metodo che guarda più agli effetti anestetici sull'opinione pubblica (come i colpi ad effetto contro l'evasione fiscale) atti a blandire, riducendone la portata, quelli delle misure vere, quelle più dure, applicate alla generalità della cittadinanza e dei lavoratori lasciando intonsi i grandi centri di potere.
La polemica sulle banche, in questo senso, è del tutto condivisibile.Resta fuori dal ragionamento dell'esponente dell'Udc, proprio in una visione di azione locale della politica, una serie di partite. Punto primo le liberalizzazioni.

Si facciano quelle che in effetti servono a dare più forza all'economia e le si facciano mettendo in piedi le infrastrutture, per così dire, che le tengono in piedi. Va bene, ad esempio, la liberalizzazione delle tariffe professionali se questa produce in effetti riduzioni dei costi e se viene accompagnata anche da un efficace contrasto dell'evasione, per far sì che i mille evasori di oggi, per effetto della concorrenza e forse di un abbassamento delle tariffe, non diventino domani tremila.

Punto secondo: la riorganizzazione della giustizia in materia di lavoro, fallimenti e procedimenti concorsuali. Serve accelerare e, rispetto proprio ai concordati, innestare maggiore vigilanza, anche alla luce di quanto riportato dalla cronaca in questi giorni. Più certezza e velocità significano meno costi, maggiori efficienza e maggiore giustizia.

Punto terzo: le privatizzazioni. L'idea che privatizzare sia la madre di tutte le soluzioni è vecchia e banale. Il faro dovrebbe essere l'efficienza, la lotta alla corruzione ( tanto nel pubblico quanto nel privato) e soprattutto la consapevolezza che rispetto ad alcune partite, energia, acqua, trasporti e rifiuti, un centro di controllo pubblico (sulle tariffe, sulle manutenzioni delle reti ) significa intervenire attraverso perequazioni ad alta intensità sociale su attività che possono essere merce di mercato ma che hanno anche se non soprattutto la caratteristica di rappresentare servizi pubblici fondamentali, oltre che essenziali.

Su questo la politica può intervenire con quello che è il metodo di Camolei: spogliandosi di bagagli ideologici e guardando la realtà per quella che è, pur proponendo, da posizioni diverse, differenti soluzioni.
Questo metodo ha un vantaggio: non segue la sciocchezza di forzature, come quella della presidente di Confindustria Marcegaglia, su ladri e fannulloni, battute di pessimo gusto, provocazioni senza ragione a cui risponderei chiedendo a Marcegaglia di occuparsi della corruzione delle e nelle imprese, per non parlare - estremizzando- dei professionisti che difendono, in aule di tribunale e in Parlamento, mafiosi e camorristi, cioè veri delinquenti.
L'articolo 18 è uno strumento di civiltà. Va difeso non solo nel suo contenuto ma anche dal rischio di diventare un paravento utilizzato da chi sposta l'attenzione dai problemi veri. Problemi che per una forte caratterizzazione conservatrice e amica dei poteri forti, evidentemente non si vuole affrontare davvero.

Paolino Barbiero - Segretario GeneraleCgil ProvincialeTreviso

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina