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Comunicati Stampa

APRILE 2012

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA  05_04_2012

Abitazioni

Appello della Cgil agli enti territoriali per affrontare il fenomeno degli alloggi sfitti e mantenere l’Imu alla soglia più bassa.
Immobili fantasma, Barbiero: “Risorse economiche e sociali”.

Il segretario generale: “Dalla verifica dell’Agenzia del Territorio emergono altre abitazioni sfitte. Si facciano politiche di calmierazione del mercato residenziale che mettano giovani e famiglie nella condizione di comprare o pagare l’affitto senza incorrere in difficoltà economiche”.

Importante recuperare quanto prima il dovuto per dare ossigeno alle casse dei nostri Comuni per mantenere l’Imu alla soglia più bassa.
Con la verifica degli immobili fantasma emerge, inoltre, la vera entità delle abitazioni sfitte in provincia, già in eccesso. Una situazione questa che fa capire quanto necessaria e urgente sia una calmierazione dei prezzi del mercato immobiliare e degli affitti”.

Questo il commento del segretario generale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, in merito ai 5milioni di euro non versati per immobili fantasma rilevati dall’Agenzia del Territorio di Treviso.
“Tali verifiche sono più che mai importanti sul fronte della lotta all’evasione fiscale, al ripristino della legalità e al recupero di risorse fondamentali alle necessità dei nostri Comuni oggi alle strette. Operazione questa – ha detto Barbiero - che consentirebbe alle Amministrazioni di applicare la soglia più bassa della nuova Imu sulle abitazioni.
Tra gli immobili fantasma l’indagine dell’Agenzia del Territorio ha rilevato anche un numero considerevole di abitazioni, talvolta sfitte o inutilizzate, che vanno a incrementare il numero già smisurato di case vuote della Marca.

Tale fenomeno – ha sottolineato Barbiero - che fa capo alla speculazione edilizia degli ultimi decenni, contribuisce a immobilizzare un mercato già fermo. Invece, bisogna recuperare tale valore immobiliare e trasformarlo in un valore sociale, allo scopo di dare ai nostri giovani e alle famiglie trevigiane la possibilità di possedere una casa a un prezzo ragionevole, o di accedere a un affitto sostenibile anche in questo momento di crisi”.
In altre parole – ha continuato Barbiero - chiediamo agli enti del territorio di intervenire anche su questo fronte per recuperare risorse, evitare di procedere con ulteriori costruzioni che consumano le aree agricole e verdi, convertire tali speculazioni e irregolarità in operazioni di calmierazione del mercato residenziale”.

Ufficio Stampa - HoboCommunication

COMUNICATO STAMPA  13_04_2012

Paolino Barbiero

I dati di marzo: altri 849 lavoratori in mobilità e 197 potenzialmente in Cigs.
Occupazione, Cgil: “2.600 espulsi nel 2012, un terzo sono impiegati”.

Il segretario generale: “Ci vuole uno sforzo comune, un progetto di crescita e sostenibilità voluto e sostenuto dalle parti sociali e dalle forze economiche e politiche del trevigiano per invertire la rotta e avviarsi sulla strada della crescita. Crescita che sia sinonimo di buona e sana occupazione ed efficienza del sistema economico della Marca”.

Con altri 849 lavoratori interessati alla mobilità e 197 richieste di cigs nel solo mese di marzo, si chiude il primo trimestre del 2012 a quota 2.609 nuove uscite dal mercato del lavoro e 552 lavoratori potenzialmente coinvolte in procedure di cassa integrazione.
Di questo rilevante numero, 289 è relativo ai lavoratori licenziati a seguito di procedure di mobilità ai sensi della Legge 223/91 riguardante la grande impresa e, praticamente il doppio, 560 espulsi, provengono dalle pmi della Marca.
Su ambedue i fronti è la percentuale dei “colletti bianchi” a seguire un crescente trend negativo passando dal 29,9% di gennaio al 34% di febbraio fino al 37,14% del mese scorso per le pmi e, parimenti, dal 23% al 30,9% al 34,6% per le grandi aziende. Segnale ineluttabile di una crisi che non finisce e intacca tutti i livelli gestionali e strutturali, anche delle realtà più solide. Crescono anche i lavoratori interessati alla mobilità tra gli stranieri: 233 solo nel mese di marzo arrivando così al 25% delle espulsioni del trimestre.

Per quanto riguarda i settori maggiormente coinvolti dalla crisi, l’analisi dei dati sullo stato delle aziende in provincia rileva che il comparto metalmeccanico resta anche nei primi tre mesi dell’anno quello a soffrire di più, con una perdita di posti di lavoro pari al 19,03% sul totale dei lavoratori interessati alla 236/93, ovvero provenienti dalle piccole e medie imprese e dunque senza nessuna copertura sociale. Seguito col 18,17% di espulsi sul totale dall’altro grande comparto immobilizzato: quello edile.
E dall’avanzata del commercio che con 287 posti persi in questi tre mesi si attesta al 16,55% della triste classifica. Per quanto riguarda le categorie coperte da ammortizzatori sociali la perdita occupazionale riguarda in particolar modo il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero che sfiora il 30% delle fuoriuscite dal mercato del lavoro, il comparto del legno al 25% e ancora la metalmeccanica con il 21% del totale delle espulsioni.

Proseguendo con l’analisi demografica lo studio evidenzia con percentuali a due cifre quanto la crisi s’abbatta specialmente sulla fascia d’età 31-50 anni per quanto riguarda i lavoratori delle pmi e sulla fascia 41-60 per i lavoratori interessati alla 223/91, dove sono complessivamente coinvolti alla pari uomini (450) e donne (425) iscritti alla mobilità. Infine, il capoluogo resta fonte del maggior numero di espulsi con un saldo trimestrale pari a 1.029 lavoratori espulsi, sotto al quale si attestano i principali mandamenti di Castelfranco (413), Conegliano (475) e Montebelluna (300).

Aggiungendo all’analisi elaborata dal Centro Studi della Cgil l’inarrestabile incremento delle richieste di cassa integrazione per cessata attività, per procedure concorsuali, per ristrutturazioni e riorganizzazioni di medie e grandi aziende, l’anno in corso rischia di segnare rispetto agli anni passati un ulteriore peggioramento del trend negativo relativo al mercato del lavoro che ci porterà a superare anche in provincia di Treviso la soglia del 7% del livello di disoccupazione”.
"Inoltre – ha continuato Barbiero – il numero di ingressi nel mercato del lavoro si ferma ad una soglia decisamente inferiore rispetto allo scorso; lavoratori questi per i quali si chiudono sempre più contratti precari, privi di tutele e garanzie di continuità”.

Necessitiamo più che mai di una grande azione strategica da parte da tutte le forze sindacali, economiche e politiche per individuare politiche industriali che invertano la rotta, che siano in grado di sostenere e favorire l’occupazione con la crescita del sistema produttivo, che investendo sulla competitività, sulla qualità del lavoro e sullo sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista dei diritti che del territorio. Anche al fine di rafforzare un sistema economico sano sotto l’aspetto finanziario, fiscale e sociale – ha concluso Barbiero - in grado di contrastare l’illegalità, la corruzione politica, appianare le inefficienze della PA e realizzare infrastrutture “sostenibili”, utili alla crescita competitiva delle imprese e alla qualità del lavoro e della vita dei trevigiani”.

Ufficio Stampa - HoboCommunication

LETTERA AL DIRETTORE  18_04_2012

Denaro

Gentile direttore,
credo che ci sia stato un po' di banalizzazione o un difetto di comprensione, anche nella mia stessa organizzazione, nel valutare le mie parole su evasione e possibili metodologie per farla emergere e risanare, con un nuovo patto fiscale, questa ferita purulenta al corpo della cosa pubblica.
E nella discussione che ne è nata, se posso permettermi, ho rivisto tanto del repertorio che da sempre caratterizza i dibattiti sull'evasione fiscale in questo Paese.
Se ne parla molto e intanto ogni anno il "nero" vale numeri a doppie cifre del Pil teorico.

L'evasione in Italia è endemica per tre ragioni: la prima ha molto a che fare con questioni culturali, dalla mancanza di senso delle regole e delle istituzioni all'atavica propensione italica alla furberia; la seconda ha a che fare con un sistema dei controlli poco stringente, che ha favorito la massificazione del fenomeno per cui oggi i tentativi di stringere le maglie delle verifiche sembrano tanto la chiusura delle stalla dopo che i buoi sono scappati.
La terza, indubbiamente, riguarda la pressione fiscale, che soprattutto sul livello del piccolo "nero" diffuso, quello di cui sono protagonisti anche i cittadini che chiedono la moralizzazione della politica ma poi non si fanno fare fatture e scontrini per risparmiare, ha una incidenza significativa.

Lo sappiamo tutti che l'evasione fiscale, oltre ad essere un pessimo vizio civico, sottrae risorse fondamentali per il bilancio dello Stato e falsa la concorrenza tra le imprese. Che poi in tempo di crisi sia diventata anche uno strumento di competitività è un dato pazzesco che andrebbe preso e affrontato dal Governo non solo pensando di riempire le patrie galere. Anche perché, complici i comportamenti al limite dell'attentato all'economia reale di molti istituti di credito, lo stato dei conti è tale per cui in molti casi, quando e se arriva giustamente il controllo da cui scaturiscono irregolarità, sanzione e pagamento del dovuto possono determinare la chiusura dell'azienda e, evidentemente, la perdita di molti posti di lavoro. Questo non vuol dire che non si possono controllare gli evasori perché c'è il sostanziale ricatto dei licenziamenti, ma neppure che si debbano usare le bombe a grappolo quando il colpo può essere sparato con un missile intelligente che riduce al minimo i danni collaterali e massimizza l'effetto che si vuole ottenere.

Ho proposto, nei fatti, una sorta di ravvedimento operoso, un passo verso un nuovo patto fiscale e di cittadinanza per cui da un lato chi non è in regola emerge spontaneamente, accetta anche le verifiche sapendo di dover pagare quanto non versato e il minimo delle sanzioni, dall'altro lo Stato, che da quel momento tira una linea oltre alla quale non ci sarà più tolleranza, si mette di buzzo buono ad affrontare, oltre che la partita dei controlli, anche quella delle necessaria riduzione delle tasse sul lavoro e sull'impresa.
E che finalmente si metta a pensare anche allo sviluppo e non solo al ritocco verso l'alto della pressione fiscale.

Si possono immaginare limiti, parametri, franchigie, tutto il necessario per evitare che di questo armistizio fiscale possano beneficiare i grandi evasori.
Ma ritengo che sia un passo da valutare e che si tratti di una cosa molto diversa dai condoni: il ravvedimento operoso, come l'ho considerato io, fa emergere il sommerso e fa recuperare grandi risorse allo Stato con un patto civico che prevede che da domani non si può più sgarrare. In più guarda alla tenuta e alla crescita del sistema produttivo territoriale, recuperandolo alla legalità. I condoni sono invece una sorta di indulto tributario che, guarda caso, spuntano sempre in prossimità delle elezioni e, come nel caso dello scudo fiscale al 5%, fa rientrare nelle casse pubbliche porzioni residuali di quanto evaso.

Mi è stato detto che questa strada non è praticabile e che l'unico modo di fare è inasprire i controlli.
O che il cuore della vicenda è in realtà il nodo delle aliquote troppo alte. Se ne discuterà a lungo, come sempre avviene in Italia. Nel frattempo, del 18% di Pil che vale il "nero" andremo a recuperare solo quello che viene fuori dai controlli, che non possono essere a tappeto, spesso esibiti anche per cementare il consenso verso questo governo pasdaran dell'austerity, fatta sempre pagare a quelli che hanno sulle loro spalle gran parte del peso del risanamento, cioè le famiglie dei lavoratori dipendenti e quelle dei pensionati.
Tutti quelli che, senza il contrasto di interessi, non scaricano l'Iva delle fatture, delle bollette, dei tributi o delle tariffe come quelle sui rifiuti.

Paolino Barbiero, segretario generale Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA  18_04_2012

Unitario Cgil, Cisl, Uil

Una politica per la crescita, un fisco più equo, una buona occupazione.
MANIFESTAZIONE UNITARIA DI CGIL, CISL, UIL.
Venerdì 20 aprile alle 18 in piazza Borsa a Treviso.

Sindacati trevigiani uniti per chiedere al Governo interventi mirati per la crescita, per un fisco più equo e per una buona occupazione. Dopo la manifestazione nazionale di venerdì scorso per sollecitare Governo e Parlamento ad affrontare i problemi dei cosiddetti esodati, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Paolino Barbiero, Franco Lorenzon e Antonio Confortin danno appuntamento a lavoratori, pensionati e a tutti i trevigiani venerdì 20 in piazza Borsa.

“La vera emergenza – spiegano Cgil, Cisl e Uil Treviso - è quella occupazionale e la vera priorità è la crescita economica, dei salari e delle pensioni più basse. È necessario che il Governo favorisca la riduzione delle tasse per i lavoratori, per i pensionati e per le imprese che investono creando posti di lavoro stabili. Bisogna ridurre il debito pubblico agendo sugli sprechi, sulle inefficienze, valorizzando il lavoro pubblico per una migliore creazione e fruizione del bene comune.
È indispensabile ridurre il debito pubblico e recuperare risorse attraverso il contrasto all’evasione fiscale, all’illegalità, al lavoro nero e sommerso, alla corruzione, ai costi della politica e destinare tali ingenti somme economiche per misure di stimolo alla crescita e per infrastrutture funzionali allo sviluppo sostenibile.

Per una buona riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale, i provvedimenti, secondo Cgil, Cisl e Uil, devono “favorire i contratti stabili, a tempo indeterminato, e contrastare ogni ‘flessibilità malata’ che rende precario il lavoro, specie dei giovani, ma anche estendere in modo omogeneo gli ammortizzatori sociali e rafforzare i percorsi formativi per favorire la ricollocazione e la ricerca attiva di un nuovo lavoro; contrastare i licenziamenti illegittimi (discriminatori, disciplinari ed economici), sostenere la pratica della conciliazione sindacale e, qualora ci sia l’intervento del giudice, accelerare i tempi della giustizia”.
Sulle pensioni, infine, per Cgil, Cisl e Uil “bisogna dare una soluzione ai lavoratori ‘esodati’ e introdurre forme flessibili di pensionamento nella gestione delle crisi industriali e per i lavori usuranti, ma anche garantire il potere d’acquisto delle pensioni attuali e future”.

Data l’importanza dell’oggetto,la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.

COMUNICATO STAMPA  24_04_2012

1° maggio

FESTA DEL LAVORO 2012
Un mercato del lavoro efficiente per garantire una buona occupazioneun fisco equo, per assicurare uno stato sociale inclusivo,una crescita economica per dare una prospettiva ai giovani e ai pensionati.
Treviso, Piazza dei signori - ore 10.30
partenza del corteo dalla stazione fs - ore 10.00
INTERVENGONO
Paolino Barbiero - Franco Lorenzon - Antonio Confortin.
La festa continua dalle 17:00 alle 22:00con le associazioni dei giovani trevigiani

link Per scaricare il volantino seguire questo link.

INTERVENTO SUL 25 APRILE  25_04_2012

Paolino Barbiero

Pietro Benedetti, martire della Resistenza fucilato a 42 anni dai fascisti, era solito dire che ci sono due modi di sentire la vita: come attori, che sentono i doveri prima che i diritti, o come spettatori.
Il suo era un richiamo alla responsabilità civile del cittadino di fronte alle grandi questioni: allora la liberazione dai nazi-fascisti, oggi la liberazione del Paese dalle catene della crisi, del crescente degrado sociale ed economico, dall'evasione fiscale e dagli evasori, dalla corruzione e dai corruttori, dalla cattiva politica dei politicanti, dal miraggio dei predicatori dell'antipolitica, dall'indifferenza individualista e dal qualunquismo degli ignavi per i quali "Tanto comunque sono tutti uguali".

La nuova liberazione, a 67 anni dalla vittoria sul totalitarismo nazi-fascista, è quella che punta ad un nuovo ordine morale e civico, una etica pubblica che non va solo pretesa ma rivendicata e imposta attraverso anche quella forma di massima espressione della libertà che è la partecipazione.
Il nuovo totalitarismo è quello della finanza e del capitalismo predatorio e indifferente a ogni questione sociale, è il totalitarismo dei furbetti dell'evasione e della casta rappresentata da una politica fatta di nuovi farisei, occupanti di quel tempio della convivenza civile che è la democrazia, che parassitano la società non solo e non tanto con i loro stipendi d'oro e i loro privilegi, ma soprattutto imponendo quelle pratiche di corruzione morale, prima che economica, che portano ad esempio all'occupazione militarizzata di ogni pezzo di potere: società partecipate, società miste, multiutilities, enti di ogni livello e ogni grado. E da chi cerca di imporre, in nome di una dubbia competitività, la svalutazione del lavoro, del reddito che produce e dei diritti.

Contro questa nuova dittatura il nuovo 25 aprile non si può nutrire del qualunquismo, dell’indifferenza e della rabbia che sfocia nell'antipolitica: un fenomeno simile lo abbiamo già vissuto proprio da queste parti e l’antiStato ha portato alla nascita di un movimento, la Lega Nord, che è stata di facciata partito di barricata e allo stesso tempo di regime, lottizzatore e spartitorio.Il nuovo 25 aprile si anima di partecipazione, di consapevolezza delle regole fondamentali della democrazia; del protagonismo dei cittadini e dei lavoratori. Di giustizia sociale costruita innanzitutto sull'uguaglianza contro le discriminazioni economiche causate anche dai fenomeni dell'evasione e della corruzione, della criminalità organizzata che fa affari in tempo di recessione, di sfruttamento del bisogno di lavoro attraverso condizioni di occupazione sempre più peggiorative.

In questa fase di crisi profonda della democrazia rappresentativa, il rischio è quello di buttare via il bambino, cioè la democrazia stessa, con l'acqua sporca, ovvero la cattiva politica.
Festeggiare il 25 aprile significa questo: riscoprire il senso dell'impegno civico, fatto di piccole cose e piccoli gesti anche tutti i giorni, guidati però da una grande rivendicazione, quella di un paese di regole scritte per essere rispettate e non aggirate, di una politica al servizio della società e non di una società suddita della politica, di partiti che tornino ad essere comunità di pensiero e di impegno civile e non una aristocrazia di più garantiti. E' tempo anche di nuovi sacrifici: non quelli imposti dal governo tecnico e che si abbattono sempre sui soliti noti, ma del sacrificio dei doveri, tra cui quello di non cedere alle lusinghe di chi gioca al tanto peggio tanto meglio e di essere consapevoli che la democrazia e il buon governo dipendono anche da noi.

Paolino Barbiero, segretario generaleCgil provincialeTreviso

COMUNICATO STAMPA  27_04_2012

Unitario Cgil, Cisl, Uil

Una festa del lavoro per superare insieme la crisi, per una buona occupazione, per lo sviluppo sostenibile, per la coesione sociale.
PRIMO MAGGIO UNITARIO per Cgil, Cisl e Uil
.

Manifestazione dalle 10.30 in piazza dei Signori a Treviso.
Treviso – Cgil, Cisl e Uil anche quest’anno celebrano insieme la Festa del Lavoro. La giornata del Primo maggio unitario prenderà il via dalle 10 con un corteo che si snoderà dalla stazione del capoluogo fino a piazza dei Signori, dove, alle 10.30, interverranno i tre segretari generali.

Mercato del lavoro efficiente per garantire una buona occupazione, fisco equo e crescita economica: sono questi i temi della Festa del lavoro 2012, che coincidono con le richieste rivolte dalle sigle sindacali al Governo per superare insieme la crisi, per garantire uno sviluppo sostenibile e la coesione sociale.
Dopo la manifestazione di venerdì 20 aprile in piazza Borsa, dunque, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Paolino Barbiero, Franco Lorenzon e Antonio Confortin danno appuntamento a lavoratori, pensionati e a tutti i trevigiani martedì 1° maggio 2012.

La disoccupazione – spiegano Cgil, Cisl e Uil Treviso – si combatte attraverso politiche industriali che diano impulso ad uno sviluppo economico e produttivo che trovi radici nella qualità del lavoro, nella legalità e nella sostenibilità, e sia in grado di assicurare un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie, ai giovani e agli anziani. La contrattazione nei luoghi di lavoro parte proprio da questo presupposto. Investire sempre più sulla contrattazione significa, allora, valorizzare le professionalità dei lavoratori e le conoscenza dell’impresa, l’organizzazione del lavoro, l’etica imprenditoriale, lo scopo sociale del lavoro e dell’impresa”.

È necessario che il Governo mantenga ed estenda uno Stato Sociale inclusivo, fondato sul principio dell’equità fiscale, che garantisca diritti e tutele a lavoratori e pensionati, e offra l’accesso universale alle prestazioni essenziali per tutti i cittadini. La contrattazione sociale - secondo Cgil, Cisl e Uil – deve, a tal fine, qualificare ed estendere sempre più il rapporto con tutti gli enti locali, pubblici e privati, e con le multiutilities del territorio, in un rinnovato contesto di solidarietà e di sviluppo allo scopo di attivare economie di scala, di ridurre gli sprechi e valorizzare le risorse, anche ambientali, a disposizione, di eliminare la corruzione a tutti i livelli e i costi impropri che fanno capo alla politica e ai politici”.

Cgil, Cisl e Uil invitano “lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, le famiglie trevigiane, i migranti, tutti i cittadini della Marca a partecipare alla Festa del Lavoro 2012”. Sono inoltre invitate anche le amministrazioni comunali e provinciali.
Data l’importanza dell’oggetto,la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.

COMUNICATO STAMPA  30_04_2012

Paolino Barbiero

Nota del segretario provinciale sulla Festa del Lavoro.
"Primo Maggio con i negozi aperti, emblema della crisi del lavoro
".
Data da celebrare con il lutto al braccio: da un lato si viola il valore della giornata, costringendo al lavoro gli addetti del commercio, dall'altra i numeri dello stato dell'economia ci dicono che la crisi è grave e profonda, con la disoccupazione oramai al 7%."Un Primo maggio all'insegna dei negozi aperti e delle fabbriche che invece stanno chiudendo è l'emblema del cortocircuito del nostro sistema economico, in preda ad una crisi che è causa di una evidente frantumazione della coesione sociale".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso.
"Questa Festa del Lavoro - ha aggiunto Barbiero - andrebbe celebrata con il lutto al braccio: da un lato vengono violati il significato e il peso della data, costringendo gli addetti del commercio al lavoro in una giornata, quella del Primo Maggio, in cui il riposo ha invece un altissimo valore simbolico. Dall'altra i dati relativi alla situazione economica della provincia fanno disperare: a maggio infatti raggiungiamo il 7% di disoccupazione, con 8 contratti su dieci, applicati a nuovi assunti, che sono atipici o precari. Nel frattempo registriamo il calo di oltre il 10% del reddito medio disponibile, con un aumento di oltre un quarto dell'area della povertà".

Barbiero cita i dati dell'ultima rilevazione condotta dall'Ufficio Studi della Cgil di Treviso secondo cui, ad aprile, il numero complessivo dei licenziati è salito a quota 3.004, di cui 2.012 espulsi nelle piccole imprese e 993 in quelle medio grandi.
"Il pur necessario rigore non può uccidere la crescita - ha aggiunto il segretario generale della Cgil provinciale - senza crescita le politiche di controllo e messa in sicurezza della spesa pubblica si riducono a semplice austerity e fanno assomigliare l'operato del governo a quello di un curatore fallimentare. Ad un passo dal default economico e sociale servono misure urgenti per rilanciare i redditi, anche attraverso una coerente lotta all'evasione fiscale e ad una effettiva e non più procastinabile diminuzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e quelli dell'impresa. Ma soprattutto serve una azione corale per battere il ricatto della speculazione operata dai mercati finanziari: non possiamo continuare a vivere sotto lo scacco dello spread, nessuna politica di austerity ha mai favorito la ripresa in tempi di crisi ma se all'ultraliberalismo finanziario non piacciono azioni con valore sociale, come ad esempio la messa in sicurezza dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, finisce tutto nell'aumento dei tassi di interesse dei titoli pubblici e il Paese si riduce a vivere in una condizione di sovranità limitata".

"Quanto all'apertura dei negozi - ha concluso Barbiero - il mio invito ai cittadini è quello di non fare shopping in questa giornata, in segno di rispetto per i lavoratori del commercio e delle loro famiglie, sottoposti al non senso delle aperture festive non regolamentate. Ma anche come segnale del fatto che per la comunità trevigiana la Festa del Primo maggio e il lavoro rimangono valori fondanti e trasversalmente condivisi e vanno giustamente celebrati".

Ufficio Stampa

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