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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Giunta e Consiglio Camerale concordano, la sede della CCIAA resta in Piazza Borsa.
CCIAA, Barbiero: “Risorse disponibili per progetti di sviluppo”.
Barbiero: “La Camera di Commercio investa nel tessuto produttivo in crisi, attivando un processo virtuoso che porti
a migliorare i processi e la sostenibilità”.
“Con tale atto si esaurisce il confronto per un’eventuale permuta e quindi la sede della Camera di Commercio di Treviso continuerà a svolgere la sua attività in Piazza Borsa – ha detto Paolino Barbiero, consigliere CCIAA per le OOSS CGIL, CISL e UIL di Treviso - Concluso questo iter, che si trascinava da undici anni, è ora indispensabile che la Camera di Commercio di Treviso impegni tutte le risorse disponibili, un tesoretto di ben 21milioni di euro, e quelle che verranno raccolte annualmente e provenienti dalle quote dagli associati, per implementare i progetti di internazionalizzazione e di innovazione delle nostre imprese, della relativa crescita professionale dei lavoratori occupati, e nell’inserimento dei nostri giovani in un sistema che sia capace di migliorare la qualità dei processi produttivi in atto e la loro sostenibilità nel territorio”.
“Di progetti da mettere in campo per recuperare parti di quel tessuto produttivo perse in questi difficili anni di crisi ce ne sono e come – ha aggiunto Barbiero – dal riqualificare le strutture dei nostri centri storici e rilanciarli, al dare nuovo slancio e connessione tra mondo della formazione e della produzione. Mi riferisco – continua Barbiero – all’Università di Design e della Moda di Treviso e a quell’indotto messo in crisi dal processo di riorganizzazione della Benetton, dell’Electrolux e degli altri molti casi che ogni giorno riempiono le pagine economiche dei giornali”.RETE SCUOLE TREVISO
FLC CGIL
1^ Festa della Scuola
Sabato 9 marzo 2013
dalle 15:30 alle 18:30
Treviso, Piazza Dei Signori.
Parole chiave: conoscenza, studenti, futuro, diritti, lavoro, saperi.
Per vedere il volantino ingrandito
seguire questo link.
ULTERIORE SCONTO ALLE FAMIGLIE SULLE FATTURE DEL GAS DI ASCOTRADE S.p.A.
A seguito dell’accordo tra ASCOPIAVE S.p.A. - ASCOTRADE S.p.A. e CGIL, CISL e UIL, sottoscritto in data 19/12/2012
tutti i Clienti domestici di ASCOTRADE S.p.A. residenti in Provincia di Treviso, pensionati e lavoratori che si trovassero in situazione di disagio economico certificata da un ISEE inferiore a 20.000 euro, potranno beneficiare sui consumi del 2013
di uno sconto di 10 centesimi di euro per ogni standard metro cubo di gas.
Per leggere il testo completo seguire questo link.
DICHIARAZIONE IMU - OBBLIGO DI PRESENTAZIONE
In base all’art. 13, comma 12 ter del D.L. 201/2011 la DICHIARAZIONE IMU deve essere presentata entro 90 GIORNI dalla data in
cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta.
Per leggere il testo completo seguire questo link.
Autorizzate oltre 374mila ore di Cigo, un aumento del 26% rispetto al 2012.
Allarme CGIL: “Altri 1.000 posti di lavoro persi in due mesi”.
Vendrame: “La crisi tocca oggi anche la grande impresa trevigiana. escono dal mercato del lavoro più impiegati e ultracinquantenni.
Subito il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e l’avvio di una nuova politica di sviluppo del territorio che guardi al futuro”.
Sebbene rispetto allo stesso periodo del 2012 si sia dimezzato il numero dei lavoratori in mobilità, nei primi due mesi dell’anno nella Marca si tocca quasi quota mille posti di lavoro persi e si registra un aumento del 26% delle ore di CIGO autorizzate dall’INPS. Dal primo dell’anno complessivamente sono, infatti, 957 i lavoratori interessati alla mobilità. Con 745 nuove iscrizioni alle liste a fine gennaio, soprattutto il primo mese dell’anno è stato particolarmente duro per la realtà produttiva ed economica della Marca.
IL TREND
Se paragonati al 2012 – rileva il Centro Studi della CGIL di Treviso – nei primi due mesi del 2013 rallenta l’emorragia di posti di lavoro, quasi dimezzando il numero di fuoriuscite dal mercato del lavoro, che passano dalle 1.760 nel 2012 alle 957 attuali. Apparentemente sembrano essere soprattutto le piccole imprese a tirare un respiro di sollievo diminuendo il numero degli interessati alla mobilità ben del 62,7%, e calano, seppur di poco, anche i posti persi dalle aziende sopra i 15 dipendenti, per le quali si registra una flessione dell’11,43%.
IL PROFILO DEI LAVORATORI LICENZIATI
Tra i nuovi disoccupati usciti dalla grande impresa, quasi la metà, il 47,4%, svolgeva mansioni impiegatizie, i cosiddetti colletti bianchi.
Si evidenzia così un forte incremento rispetto alla media del 2012, che si aggirava intorno al 32,61%. Sempre in riferimento alle realtà aziendali più strutturate, crescono in modo preoccupante tra le fila dei lavoratori in cerca di occupazione gli ultracinquantenni, in particolare gli uomini, che rappresentano quasi un quarto delle fuoriuscite totali (il 23,9% dei 519 lavoratori interessati alla Legge 223/91 per la grande impresa).
SETTORI IN CRISI TRA DISOCCUPAZIONE E CASSA INTEGRAZIONE
Solo in questi primi due mesi del 2012, sul territorio provinciale, a superare già i cento posti di lavoro persi sono i settori: metalmeccanico (189), edile (160), tessile-abbigliamento-calzaturiero (142), commercio (132), e il comparto del legno (101). Proprio per questi settori si registra anche il maggior numero di ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate dall’INPS: in testa il metalmeccanico con 169.104 ore spalmate in 192 aziende, il legno con 99.225 ore per 120, il tessile-abbigliamento 42.021 per 25, seguono il comprato della plastica-gomma con 9.659 ore per 23 aziende e i trasporti con 7.268 ore per 21. In totale sono 470 le imprese alle quali, nei primi 59 giorni del 2013, sono state autorizzate ore di Cigo per 5.367 lavoratori.
COMMENTO ALL’ANALISI
“I dati sono preoccupanti perché dopo il 2012, l’anno horribilis per l’occupazione nella Marca, si registra una continuità disarmante nell’emorragia di posti di lavoro” ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, che interpreta così l’analisi del Centro Studi dell’Organizzazione trevigiana “su due mesi è difficile fare confronti e analisi approfondite, ma di sicuro entriamo nel quinto anno di crisi e non ci sono segnali significativi di controtendenza. Sebbene vi sia stata una leggera flessione, altri mille disoccupati, che si aggiungono agli oltre 7mila del 2012, sono la fotografia una situazione estremamente logorata del mercato del lavoro della provincia di Treviso.
E’ altresì evidente che la crisi, che dal 2008 ha colpito la pmi spazzando via parte del nostro tessuto produttivo, tocca oggi anche le nostre grandi realtà, che avviano processi di ridimensionamento e di ristrutturazione aziendale. Preoccupante è che in questo drammatico quadro a farne le spese sono anche i lavoratori qualificati, impiegati e operai specializzati del tessile e della metalmeccanica, con più di cinquant’anni d’età, difficilmente riqualificabili e molte volte portatori principali del reddito familiare”.
Ufficio stampa.
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication, Tel 0422 582791.
Vendrame: “Le carenze del nostro welfare locale portano inevitabilmente ad un indebolimento sociale delle donne sul fronte del lavoro”.
Lavoro femminile, Vendrame: “Le donne le più colpite dalla crisi”.
CGIL TREVISO: “Nel 2012 oltre 3mila donne sono uscite dal mercato del lavoro trevigiano. A questo dato va sommata la progressiva
dequalificazione e precarietà del lavoro femminile e l’ingrossamento delle fila delle donne inattive”.
“Se il lavoro in Veneto scarseggia per tutti, manca soprattutto per le donne che in modo perverso vengono maggiormente e ulteriormente discriminate”, ha sottolineato il segretario generale della Cgil Giacomo Vendrame, che spiega: ”a Treviso il tasso di inattività e di occupazione femminile è anche connesso alla scarsità di servizi di welfare che favoriscano la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia. L’abbassamento dei livelli di welfare e il mancato finanziamento dei fondi per la non autosufficienza e di sostegno alle associazioni di volontariato toccano inevitabilmente anche la sfera economica e familiare, facendo fare alle donne un passo indietro nel mondo del lavoro”.
“Una perdita che conferma una situazione drammatica e in peggioramento – prosegue il segretario CGIL - i dati testimoniano la crescente condizione di degrado della condizione economica e sociale delle nostre famiglie e della nostra realtà. Per le donne è soprattutto la fascia d’età che va dai 30 ai 40 anni ad essere la più colpita con 14% del totale dei lavoratori in mobilità, uomini e donne; ma dal 2012 anche per le ultraquarantenne le cose stanno peggiorando e, in alcuni momenti dell’anno si è registrato il sorpasso”.“I rapporti di lavoro, inoltre, sono generalmente più fragili. Negli ultimi anni sono stati spazzati via contratti solidi e le donne della Marca, ormai sempre più lavoratrici precarie, hanno dovuto adattarsi a svolgere mansioni dequalificate, sempre più spesso accettare contratti di poche ore, il cosiddetto “lavoro povero”, quello che non dà un reddito sufficiente a mantenersi, sottostare a trattamenti economici irregolari, di lavoro nero, ed essere maggiormente soggette a forme di mobbing e ricatto sociale. A questo dato – ha continuato Vendrame - bisogna aggiungere quello delle lavoratrici scoraggiate, le cosiddette inattive, quelle che non lavorano e che un lavoro non lo cercano più”.
“Le analisi ufficiali ci segnalano che le donne in Italia sono una grande risorsa non ancora pienamente utilizzata – ha concluso Vendrame – la Banca d’Italia stima che se l’occupazione femminile raggiungesse l’obiettivo europeo del 60%, il Pil crescerebbe del 7%. Il maggiore reddito delle donne contribuirebbe non solo al benessere familiare ma anche al gettito fiscale e previdenziale. Ma i numeri segnalano un grave dramma legato al lavoro “in rosa” e Treviso purtroppo non fa eccezione”.Ufficio stampa.
Per ulteriori informazioni: Hobocommunication, Tel 0422 582791.
Gentile direttore,
nel prendere atto delle posizioni assunte da alcune categorie economiche e alcuni rappresentanti del mondo dell'imprenditoria locale
ho come l'impressione che l'affermazione del Movimento 5 Stelle rappresenti per qualcuno l'occasione per
mondarsi dalle proprie responsabilità, scaricando la tragica contingenza in cui versa l'Italia solo sulla "cattiva politica" dei partiti.
Quella politica che ha in effetti
numerose e gravi colpe ma che è anche, in parte, la stessa a cui in tanti, nel mondo delle imprese, si sono affidati, persino ciecamente.
Come dimenticare quindi le frequentissime celebrazioni dell'ex ministro Sacconi all'assise di Unindustria, quando imperava la visione, che non esito a definire reazionaria, di un mondo del lavoro privato di punti di riferimento: la distruzione del sistema di contrattualizzazione collettiva, la flessibilità estrema ottenuta con il Patto per l'Italia, la demolizione del welfare pubblico e l'idea balzana di tornare allo spontaneismo delle mutue. Per non dire dell'aspra polemica, ricercata per ragioni ideologiche, contro la Cgil.
Se c'è una cosa che le categorie economiche e chi inneggia alle virtù purificatrici del grillismo dovrebbero temere e l'instabilità istituzionale.
A pagare il conto del purismo grillino, cioè la testardaggine a suo modo ideologica di chi pur avendo ottenuto un ampio consenso nelle urne si mette fuori dalle regole istituzionali senza se e senza ma, sono i cittadini e le famiglia sempre più in difficoltà economica, le aziende sull'orlo della chiusura o del fallimento, i senza lavoro, giovani o meno giovani e i nostri pensionati.
Alla politica si possono attribuire tutte le responsabilità immaginabili e possibili: aver taciuto della crisi, non aver saputo interpretare il momento, aver perso tante occasioni di riforma, persino non aver saputo, come ha ammesso lo stesso segretario del Partito Democratico Bersani, mettere l'accento sulla enorme questione sociale - in campagna elettorale - con la necessaria radicalità.
Resta il fatto che quella che si considera parte avanzata della società, la borghesia produttiva più o meno illuminata che da sempre rappresenta classe dirigente nelle democrazie liberali occidentali, ci sia aspetterebbe una maggiore assunzione di responsabilità.
La responsabilità è quella di indicare strade, proporre soluzioni, portare fuori, all'attenzione della pubblica opinione anche tutte quelle buone esperienze territoriali, penso ai patti sottoscritti in questa provincia, per far vedere come, in assenza di politica, si sia provato e si sia riusciti a imporre modelli innovativi che guardano avanti per l'interesse comune e che possono rappresentare esempi da seguire, sia come metodo che come risultato. Tutto questo, però, con l'onestà intellettuale di ammettere anche i propri errori. Se la brutta politica è prosperata soprattutto nell'ultimo ventennio è perché ha trovato rappresentanza e interessi che la sostenevano. Guardarsi intorno adesso con aria schifata come se tutto fosse successo non solo indipendentemente da noi ma persino malgrado noi, è una ipocrisia che riflette il peggio di quella politica che si critica aspramente. Ovvero il vizio di avere la memoria corta e lo sguardo che non va oltre la punta del naso dei propri interessi di parte.
Paolino Barbiero, segretario generale Spi Cgil Provinciale Treviso
Preoccupazione dello Spi Cgil per la decisione dell'Inps di mettere i modelli online.
CUD online, 265 mila i trevigiani interessati dalla novità.
Il numero, calcolato dal sindacato pensionati della Cgil trevigiana,
è la somma tra chi è riceve il trattamento di quiescenza e coloro che diritto a prestazioni di mobilità o disoccupazione ordinaria.
Barbiero: "Solo il 10% dei pensionati ha l'alfabetizzazione informatica richiesta".
Task force Cgil per assistere gli utenti, che potranno ottenere il Cud gratuitamente,
contro gli oltre 3,50 euro richiesti dagli sportelli di Poste Italiane.
"A preoccupare - ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale dello Spi Cgil provinciale di Treviso - è in particolare la situazione dei pensionati che hanno, in linea generale, il più basso livello di alfabetizzazione informatica richiesta per scaricare il Cud online. Secondo le nostre stime, infatti, solo il 10% è in grado di effettuare l'operazione in autonomia".
Ma non va meglio neppure per gli altri, sempre secondo lo Spi Cgil trevigiano.
"Il fatto che il Cud non arriverà più a casa - ha proseguito Barbiero - espone tanti al rischio di non presentare la dichiarazione in tempo, anche per effetto della non completa informazione che è stata data alle nuove procedure".
"Ricordo inoltre che sempre attraverso il Caaf Cgil i pensionati possono ottenere la documentazione relativa all'OBis M, ovvero la "busta paga" relativa alla pensione, che è l'unico documento attendibile rispetto alle tutte le voci, con particolare attenzione alla parte delle imposte e delle addizionali, che fanno parte del calcolo del trattamento di quiescenza e su cui, considerate le situazioni che abbiamo preso in esame fino ad oggi, è sempre opportuno compiere delle verifiche considerati i significativi errori di conteggio rilevati in alcune situazioni".
"Queste prestazioni - ha concluso Barbiero - integrano in maniera decisiva il sistema dei servizi offerto dalla Cgil Trevigiana e consentono migliore rappresentanza e tutela sia a livello collettivo che individuale, dando al sindacato, anche se non soprattutto attraverso le nuove iscrizioni, più forza di rappresentanza nel territorio e maggiore capacità negoziale".
Ufficio Stampa - Cgil Treviso
La Segreteria Generale della CGIL di Treviso interviene sul caso di Gaiarine: “Caso simbolo di un fenomeno diffusissimo e
deleterio per il nostro sistema produttivo e occupazionale”.
Jesse, Vendrame: “Caso simbolo, è l'ora della responsabilità”.
Giacomo Vendrame: “I lavoratori vanno tutelati, sono stati strumento per fare gli interessi di una gestione irregolare e illegale, che ha perpetrato un modello insano e non concorrenziale.
Sosteniamo un’azione comune, in sinergia con gli amministratori locali a tutela dei lavoratori”.
“Quello della Jesse è il caso che, nel nostro territorio, deve mettere fine alla stagione dell’illegalità e dell’irregolarità nei confronti del fisco e dei rapporti di lavoro”.<
“I 60 milioni di euro di evasione fiscale prodotta dalla Jesse sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno estremamente diffuso che, parimenti all’incapacità di fare rete tra le imprese e di investire in una classe manageriale moderna e competente, è una delle conseguenze della fragilità del nostro mondo produttivo – ha precisato il segretario generale - e dunque dell’essere impreparati a far fronte alla crisi che ha investito sistema economico e occupazione dal 2008 ad oggi”.
“Come Sindacato riteniamo ingiusto e inopportuno far ricadere le responsabilità che indubbiamente fanno capo all’azienda di Gaiarine sulle spalle dei lavoratori, e abbiamo già avviato un percorso per sostenerli e tutelarli” - ha sottolineato Giacomo Vendrame.
Ufficio stampa. Per ulteriori informazioni Hobocommunication, Tel 0422 582791
Ottaviano Bellotto: “E’ tempo di una svolta, la chiediamo ai nostri amministratori”.
Trasporto pubblico, CGIL: “Serve un servizio intercomunale”.
Sabato 23 marzo alle ore 9:00 a Santa Lucia e in stazione a Conegliano,
Direttivo SPI CGIL per parlare dei problemi del trasporto pubblico dell’area coneglianese e delle soluzioni individuate dal Sindacato.
“La CGIL e il sindacato pensionati ritengono positiva la scelta fatta dal Comune di Santa Lucia di Piave di istituire il servizio di trasporto pubblico poiché – ha sottolineato Ottaviano Bellotto - riteniamo che il futuro della mobilità delle persone passa attraverso il potenziamento di questi servizi. Infatti, in questa fase di crisi, registriamo una diminuzione dell’uso del mezzo privato a causa dell’incremento del costo del carburante e il moltiplicarsi dei mezzi privi di garanzie di sicurezza (mancanza di assicurazione, revisioni ecc)”.
“È tempo di pensare ad una svolta che riduca i flussi di traffico e di conseguenza si limiti l’inquinamento da traffico – ha aggiunto Bellotto - la realtà urbana dei nostri giorni è profondamente cambiata rispetto a tanti anni fa, con centri importanti da collegare. Il numero di abitanti compresi nei Comuni di Susegana, Conegliano, Santa Lucia, Mareno, San Vendemiano e San Pietro di Feletto rappresentano un bacino ottimale capace di assicurare un sistema di trasporto urbano funzionale, bilanciando costi e benefici così come avviene nelle città di media dimensione.“Nei prossimi incontri con i Comuni – ha concluso Bellotto - in occasione dei bilanci di previsione la CGIL chiederà di dare seguito a queste scelte che evidenziano come sia ormai urgente unificare l’attività dei servizi dei Comuni stessi”.
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Apertura della campagna fiscale 2013. Boom di presenze agli uffici Caaf e dei pensionati CGIL.
Barbiero: “In poche ore assistiti oltre mille pensionati”.
Il Segretario generale SPI: “Organizzato uno sportello CGIL-INCA-SPI per consegnare CUD e modello Obis M, ovvero il certificato di pensione. Coloro che hanno l’appuntamento col Caaf della CGIL,
nello stesso giorno, in tempo reale, otterranno tutta la documentazione e l’assistenza necessaria”.
“Per questa ragione – ha detto Barbiero – abbiamo organizzato all’interno delle nostre sedi uno sportello CGIL-INCA-SPI, al fine di fornire un servizio aggiuntivo e gratuito a tutti i pensionati e pensionate che hanno fissato nella medesima giornata l’appuntamento per la compilazione della dichiarazione dei redditi.
Dunque nello stesso tempo i nostri assistiti potranno, attraverso il mandato di patrocinio dell’INCA, ottenere il CUD, utile per richiedere sussidi comunale e per l’elaborazione dell’ISEE, ma soprattutto il modello Obis M, ovvero il certificato di pensione, che l’INPS non invia più a casa e che è indispensabile per fare le opportune verifiche sul conteggio della pensione per l’anno in corso”.
Gli sportelli sono aperti dalle ore 8:30 alle 12:30 e dalle ore 14:30 alle 18:30.
Ufficio stampa.
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Le nuove agevolazioni contributive non bastano a coprire in Veneto neppure l’emorragia occupazionale di una sola provincia.
Bonus per l’occupazione, CGIL: “Fondo insufficiente”.
Il segretario generale della CGIL di Treviso: “Non è più il momento del rigore, si investa strutturalmente sul lavoro”.
“Grazie alla Legge Fornero da quest’anno i lavoratori meno fortunati, quelli provenienti dalla pmi, non possono più iscriversi nelle liste di mobilità e il loro reinserimento nel mercato del lavoro in maniera agevolata è saltato – spiega Vendrame – ora si è tentato di aggiustare il tiro con un provvedimento che non riapre la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità neppure per i contratti stipulati nel 2012 e sconfinanti nel 2013, ma finanzia le nuove assunzioni. Il provvedimento però – aggiunge Vendrame - prevede un incentivo, in forma capitaria, pari a 190 euro mensili per un periodo di 12 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato, e per un massimo di 6 mesi in caso di assunzione a tempo determinato, anche part-time o a scopo di somministrazione, di lavoratori licenziati, nei dodici mesi precedenti l’assunzione, per riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro”.
“20 milioni di euro di incentivi per le aziende che assumeranno questa tipologia di licenziati per i quali non esistono le condizioni per l’attivazione delle procedure di mobilità sono una cifra a dir poco ridicola se spalmata sull’intero territorio nazionale – ha tuonato il segretario generale CGIL di Treviso – se per regione indicativamente sono circa 500 le nuove assunzioni a tempo indeterminato raggiunte per un intero anno dall’incentivo, 1.000 se fossero tutte assunzioni a tempo determinato fino a 6 mesi di incentivo, in Veneto non si riuscirebbe a coprire neppure una sola provincia. Nel 2012 – continua Vendrame - solo nel territorio trevigiano sono usciti dalle ditte sotto i 15 dipendenti ben 5.286 lavoratori. Nella Marca, infatti, dal solo settore delle costruzioni sono stati licenziati ben 1.027 lavoratori nel corso del 2012, altri 949 dal comparto metalmeccanico e 941 dal commercio, parliamo sempre e solo di piccole realtà produttive – precisa il segretario - e a questi si aggiungono dal primo dell’anno già altre 438 fuoriuscite”.“Se a questo aggiungiamo che in relazione all’incontro di mercoledì scorso con il Ministero Fornero sugli ammortizzatori in deroga 2012 e 2013 per il 2013 la situazione si conferma molto grave, poiché le risorse finora disponibili per il 2013 serviranno a malapena a pagare i primi 6 mesi dell’anno – afferma Vendrame - Per quanto riguarda la nostra Regione, risulta che al 15 marzo le domande di Cig in deroga pervenute siano circa 7.000 e coinvolgono 45mila lavoratori, per una richiesta di oltre 300milioni di euro, con un tiraggio del 20-25% in aumento rispetto l’anno precedente. Ciò significa una spesa effettiva tra i 60/70 milioni di euro. A queste si aggiungono le domande di mobilità in deroga che sono già oltre 1.500, sempre a livello regionale. La spesa effettiva prevista ad oggi di Cig e mobilità in deroga si aggira allora attorno ai 80/90 milioni di euro a fronte dei soli 38milioni di euro assegnati al Veneto. A tutto questo si aggiungono i ritardi nelle autorizzazioni e pagamenti della Cig per il 2013, causati in gran parte dal blocco precedente, mentre per la mobilità in deroga 2013 tutto è ancora fermo”.
“È il tempo di concludere l’esasperata politica del rigore propugnata dal Governo Monti – conclude Vendrame - e trovare piattaforme condivise e investimenti strutturati per rilanciare l’occupazione, dare stabilità ai rapporti di lavoro e ai redditi delle nostre famiglie”.Ufficio stampa.
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La Funzione Pubblica CGIL in allarme: “A rischio la salute delle gestanti”.
Test combinati di gravidanza, Bernini: “L’Ulss 8 torni sui suoi passi”.
Il segretario provinciale: “Scelta inappropriata, rappresenta una regressione del nostro sistema di welfare pubblico a garanzia dei cittadini.
Chiediamo all’Azienda sanitaria non solo di rivedere la decisione ma di farsi promotrice dell’inserimento del test nei LEA”.
“Spesso innovazione tecnologica e ricerca in medicina sono, fortunatamente, più veloci della burocrazia e delle scelte in tema di politiche sanitarie. Non si spiega altrimenti la ragione per la quale alcuni esami di screening, come i test combinati per le donne in gravidanza, non rientrino tra i LEA. Esami – ha spiegato il segretario della Funzione Pubblica della CGIL di Treviso - che per l’appunto non determinano nessun rischio né per la gestante né per il feto, e che consentono di valutare il grado di rischio rispetto a possibili malattie cromosomiche ricorrendo ad esami invasivi quali l’amniocentesi o la villocentesi secondo un principio di appropriatezza: consentono cioè di limitare tali procedure solo a quelle situazioni che effettivamente vanno ulteriormente indagate, abbattono il ricorso a indagini più costose, se non addirittura i ricoveri ospedalieri che ne derivano”.
“Condividiamo l’affermazione del Direttore Mazzocco nel definirla una scelta miope – ha aggiunto Bernini - non solo perché in questo modo non si valorizza l’eccellenza di una struttura che prima di altre è partita nell’applicazione di questi test diventando punto di riferimento per molte gestanti anche oltre la stessa Ulss, ma anche perché, tanto più in una situazione di grave crisi economica, si determina una situazione per la quale molte donne, che prima potevano fruire di queste possibilità, potranno farvi fronte solo riducendo altri capitoli del bilancio familiare, o peggio di rinunciare allo strumento di indagine in appropriatamente gestito in regime privatistico”.“Non bastasse l’aggravio regionale sui ticket, si aggiunge oggi anche la libera professione, a solo vantaggio dell’aspetto finanziario dell’azienda sanitaria. Così – ha detto Bernini – in primo luogo si remunera il sistema sanitario con i soldi della libera professione, e in secondo luogo il maggior ricorso a prestazioni quali amniocentesi e villo centesi, e quindi giornate di ricovero, permette un maggior finanziamento dell’Ulss. I cittadini, a questo punto, pagano due volte: la prima per finanziare il sistema, la seconda per comprarsi quelle prestazioni che il sistema dovrebbe garantirgli”.
“Chiediamo pertanto all’Azienda sanitaria di tornare sui suoi passi – ha concluso Bernini - riportando questa prestazione all’interno del welfare pubblico, secondo i principi a tutela della salute sanciti dell’articolo 32 della Costituzione, e facendo progredire il nostro welfare territoriale”.
Ufficio stampa.
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La CGIL di Treviso al raduno della Comunità Senegalese di sabato 30 marzo 2013 a Conegliano.
Integrazione, CGIL: “Impegno senza sosta e senza confini”.
Il segretario generale CGIL di Treviso, Giacomo Vendrame: “Quotidianamente a contatto con i lavoratori e i residenti nella Marca, oggi più che mai scopriamo che problemi e preoccupazioni degli stranieri e delle famiglie trevigiane sono simili, in primis il lavoro.
Anche da questo bisogno comune nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale”.
“Facilitare l'integrazione, capire usi e costumi diversi ed evitare scontri di convivenza é un obiettivo che va oltre i confini comunali e deve vedere l’impegno sia le nostre Amministrazioni sia delle forze sociali – ha detto il segretario generale CGIL di Treviso – nella Marca risiedono oltre centomila cittadini stranieri, circa l’11% della popolazione e pari al 20% del totale regionale. La comunità senegalese è tra le dieci più numerose, conta infatti più di 3mila persone per lo più residenti nella area del coneglianese, che, dopo il capoluogo, registra con 35mila presenze la più alta percentuale di stranieri residenti”.
“Vivendo quotidianamente a contatto con i problemi degli extracomunitari – continua Vendrame - possiamo evidenziare come oggi non siano poi così distanti le preoccupazioni e le difficoltà che sono costrette ad affrontare le famiglie di migranti e quelle trevigiane, sebbene più pesanti e maggiori, e con quella spada di Damocle che per loro rappresenta il permesso di soggiorno. In una situazione di crisi economica e occupazionale grave combattere la diffidenza e promuovere la solidarietà è fondamentale. Che nella Marca vi siano eventi come il raduno europeo dei senegalesi è il naturale evolversi della capacità ricettiva della nostra comunità trevigiana nei confronti delle altre etnie. Una società, la nostra, sempre più multiculturale, che conta ben 148 diverse nazionalità. Un mosaico molto ampio di popoli, sebbene alcune di esse hanno un peso modestissimo con presenze inferiori alle 100 unità. Comunità che contano diversi uomini e donne, oltre a giovani e bambini nati in Italia e che, grazie alla scuola, sono parte integrante del nostro territorio portando con sé un bagaglio culturale che lo arricchisce”.“Il fenomeno immigrazione è cambiato molto dall’inizio degli anni ‘90 a oggi, ed è bene che si apra una riflessione su tale cambiamento.
Infatti, sebbene il flusso demografico in entrata, a causa della crisi, sia progressivamente rallentato negli ultimi tre anni, e sia parimenti cresciuto quello degli italiani che espatriano, pare chiaro che la possibilità di mantenere gli attuali livelli di vita è legata anche alla presenza degli immigrati. Tutte le proiezioni statistiche – ha sottolineato Vendrame - confermano che senza il contributo dei cittadini stranieri, in termini di lavoro, di fiscalità e contribuzione, di fruizione del welfare territoriale, la provincia di Treviso è destinata, in pochi anni, non solo ad un progressivo invecchiamento e una progressiva diminuzione dei propri abitanti, ma ad un’ulteriore impoverimento economico, sociale e culturale. Ci auguriamo – ha aggiunto Vendrame – che da quello che oggi è il grande bisogno comune, il lavoro, nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale”.
Ufficio stampa.
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