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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
La CGIL di Treviso condivide una seria rivisitazione strutturale della TARES.
Fiscalità locale, Vendrame: “Più equa e omogenea”.
Il segretario generale CGIL di Treviso: “Il peso tributario a carico dei cittadini, soprattutto di lavoratori dipendenti e pensionati, è ormai insostenibile. Bisogna avviare presto un processo di aggregazione dei nostri Comuni non solo che ne contempli
la fusione ma avvii politiche di fiscalità locale più omogenee a tutela del reddito dei cittadini e in particolare della fascia più debole”.
TARES, IMU, addizionali Irpef e aumento dell'IVA rappresentano un peso economico insostenibile per i redditi da lavoro e da pensioni – ha detto il segretario generale della CGIL di Treviso - per questo, chiediamo l’adozione di interventi immediati e strutturali tesi a correggere l’iniqua distribuzione del carico fiscale verificatasi in questi anni e una sorta di risarcimento a favore dei contribuenti: il riconoscimento di un bonus finalizzato al recupero dei tagli subiti dal reddito disponibile”.
“L’inflazione e il prelievo fiscale influiscono in misura decisiva nel definire il potere d’acquisto delle retribuzioni – ha continuato Vendrame - si pensi che dal 2007 ad oggi il prelievo complessivo (Irpef più addizionali regionale e comunale) ha subito un aumento di 2,5 punti di pressione fiscale nel caso di un lavoratore dipendente. Ma questo valore riflette sul nostro territorio profili molto differenziati in base alle scelte locali di politica tributaria, particolarmente disomogenea nei 95 Comuni della Marca. Tant’è che negli ultimi cinque anni la quasi completa assenza di correzioni all’Irpef si è trasformata in rinnovati inasprimenti delle addizionali regionali e comunali. Così il ruolo del fisco locale si è rivelato crescente: la quota del prelievo locale sull’imposta complessiva gravante sui salari risulta quasi triplicata: dal 4,2% all’11,2% nel caso del singolo lavoratore; dal 5,8% al 17,1% a carico delle famiglie. L’attuazione del federalismo fiscale, insomma, è avvenuta a prescindere da ogni clausola di invarianza della pressione fiscale, producendo una vera e propria redistribuzione dell’Irpef, finanziata solo dai soggetti che hanno subito un maggior e ingiustificato prelievo”.“Questa modulazione della fiscalità e l’evasione fiscale sono le due facce della stessa medaglia – ha affermato Vendrame – entrambe concorrono a definire un’iniqua distribuzione della ricchezza. Da un lato coloro che versano al fisco più del dovuto e dall'altro chi paga meno, o nulla”.
“La necessità oggi, in termini reali e territoriali, è che i nostri amministratori che si sono alleati per l’abolizione della TARES trovino la spinta per mettersi assieme veramente – ha continuato Vendrame – concordando, anche grazie alla contrattazione sociale con le Parti Sociali, politiche uniformi sulla tassazione locale, all’insegna dell’equità e della tutela dei soggetti economicamente più fragili.
Chiediamo – ha concluso Vendrame - che si profili un serio confronto sul futuro del nostro territorio, varando concreti e fattibili processi di aggregazione tra i Comuni, non solo in termini di servizi offerti al cittadino ma anche di governance, per essere più forti nell’affrontare i drammatici fenomeni emersi con la crisi economica e occupazionale e, limitando la frammentazione e di conseguenza i disequilibri e le disparità, sviluppare politiche di indirizzo di più ampio respiro, anche alla luce anche di una visione “metropolitana” che deve interessare anche il nostro territorio provinciale”.
Ufficio stampa.
Per ulteriori informazioni
Hobocommunication,
Tel 0422 582791
TUTTI i giovedì alle ore 13,15 il CAAF CGIL risponderà alle domande e informazioni in diretta
sulle problematiche fiscali.
Chiamate durante la trasmissione di Rete Veneta
al numero 0422 427907
PROGRAMMAZIONE:
Aprile: 4/11/18/24
Maggio: 2/9/16/23/30
Giugno: 6/13/20/27
Rete Veneta Frequenza 642, Mhz Canale 42, Lcn 18
Per leggere il testo completo
seguire questo link.
Lo SPI della zona di Asolo-Castelfranco e lo SPI CGIL provinciale bocciano il Pat e aderiscono alla petizione on line, appello agli iscritti.
Asolo, Barbiero: “Insieme contro la cementificazione”.
Paolino Barbiero: “Serve un piano di riqualificazione e recupero dei centri storici che devono tornare ad essere abitati.
Per fermare lo scempio del nostro territorio mettiamo a disposizione le nostre sedi di Onè di Fonte e di Castelfranco per i cittadini
che vogliono sottoscrivere la protesta via web”.
“Basta colate di cemento, basta nuovi insediamenti abitativi che consumano territorio e aumentano la speculazione edilizia – ha tuonato il segretario provinciale SPI CGIL – serve un serio programma di riqualificazione dell’esistente e di valorizzazione del nostro territorio. Anche Asolo non è immune dallo svuotamento del centro storico: innumerevoli abitazioni vuote che diventano un costo per la collettività e un depauperamento delle bellezze architettoniche della Marca”.
“Chi amministra oggi non più continuare a permettere di costruire senza sosta – ha aggiunto Barbiero – deve pensare a ripopolare i centri storici e le aree periferiche dando loro nuove opportunità di sviluppo. E questo lo si può fare con serie politiche di riqualificazione delle aree industriali, di recupero degli edifici dismessi e di ricostruzione mantenendo le stesse cubature e promuovendo la sostenibilità ambientale”.“Questa è una battaglia che riguarda tutti – ha concluso Barbiero – ed è per questo che anche lo SPI CGIL ha deciso di appoggiare l’iniziativa popolare mettendo a disposizione le proprie sedi ai cittadini che vogliono sottoscrivere la petizione.
Per bloccare questo inconcepibile piano di sfruttamento del territorio, di rovina delle nostre zone agricole e dei nostri paesaggi, apprezzati da tutto il mondo, parteciperemo anche noi al prossimo consiglio comunale di mercoledì 10 aprile”.
Ufficio stampa.
Per ulteriori informazioni
Hobocommunication,
Tel 0422 582791
La Segreteria Generale di Treviso: “La CGIL attiva nel combattere la cultura del possesso”.
Violenza sulle donne, Salogni: “Emergenza sociale”
Maria Grazia Salogni: “Fare informazione, applicare e finanziare la nuova Legge regionale è il primo passo per combattere i fenomeni di violenza sulle donne,
sempre più diffusi e acuiti in una situazione di disagio sociale e incertezza conseguente alla crisi economica e occupazionale”.
“Un traguardo importantissimo fortemente voluto dai Centri antiviolenza, dalle Associazioni di donne e dalla CGIL che hanno supportato e seguito con attenzione il dibattito in Commissione, partecipando attivamente alla stesura della proposta. Il Veneto, infatti, per quanto riguarda le vittime di violenza, con il 34,3% delle donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita, è al di sopra della media nazionale del 31,2%. E la provincia di Treviso non è difforme dal quadro regionale – ha spiegato la Segretaria CGIL – la violenza domestica, in particolare, è ancora diffusissima e la più difficile da combattere”.
“Troppo spesso le donne diventano le vittime silenziose di una cultura del possesso e del controllo assurda – ha sottolineato la Salogni – perpetrata quotidianamente sia nel luogo del lavoro sia tra le mura di casa, soprattutto in questo momento di crisi economica e sociale, quando la tensione è altissima. Possiamo dire che ci sia una vera emergenza sociale che si accompagna ai fenomeni legati alla crisi occupazionale e alla precarietà, e che acuisce e s’aggiunge alle forme di violenza”.“Questa è una legge che mancava in Veneto e che finalmente riconosce il fenomeno della violenza sulle donne e la necessità di promuovere e favorire, finanziando le loro attività, l’attivazione di centri antiviolenza, di case rifugio e di case di secondo livello come luoghi dedicati alle donne che vivono situazioni di violenza. Ma prima di tutto è indispensabile che la nuova Legge regionale trovi applicazione sul territorio. Bisogna fare informazione – ha aggiunto la Salogni – arrivare alle donne, per rassicurarle e far conoscere gli strumenti e gli spazi a loro disposizione per tutelarsi, difendersi dai soprusi e non avere più paura di denunciare le violenze, qualsiasi esse siano. Per non leggere più sui giornali di casi drammatici e distruttivi come quello avvenuto questa settimana a Montebelluna”.
“La CGIL di Treviso – ha concluso Giacomo Vendrame, segretario generale CGIL di Treviso - è parte attiva nella battaglia quotidiana contro la violenza alle donne partecipando attivamente alle Associazioni e Sportelli di donne e per le donne che hanno questa finalità, e vuole promuovere le stessa sensibilità nelle istituzioni del territorio con una continua collaborazione con i vari comitati e commissioni di parità già presenti ed operativi”.Ufficio stampa.
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Hobocommunication,
Tel 0422 582791
La Segreteria Generale di Treviso: “Fotografia irreale del mercato del lavoro”.
Occupazione giovanile: Vendrame “Zanette marziana”
Giacomo Vendrame: “Critiche inopportune che mortificano i tanti giovani che non trovano lavoro, vengono sottopagati e costretti ad adattarsi ad ogni tipologia di contratto.
Indirizzeremo tutti coloro che vengono al Sindacato alla ricerca d’aiuto a rivolgersi agli uffici dell’assessore”.
“Deve essere stata una bella giornata quella di ieri per l’assessore Noemi Zanette se riusciva a vedere positivo e privo di preoccupazione il mercato del lavoro della nostra provincia – ha detto ironicamente il segretario CGIL - quando i dati ci danno una disoccupazione giovanile al 30%, quando gli imprenditori si suicidano pur di non licenziare i dipendenti, quando diminuiscono i consumi, aumenta il tasso di povertà e i redditi delle famiglie trevigiane non bastano a sbarcare il lunario”.
“Queste posizioni, che non ci aspettavamo da un rappresentante delle Istituzioni – ha continuato Vendrame – falsano la realtà ed esasperano ancor di più la situazione di tanti giovani che non riescono a trovare lavoro e un reddito sufficiente a essere autonomi. Uno schiaffo ben piazzato a quei giovani sottopagati e costretti ad adattarsi a ogni tipo di trattamento economico e contrattuale, sballottati da un cococo all’altro, costretti ad aprire partita iva monomandatarie, senza nessuna garanzia nel domani.“Sono centinaia e centinaia che ogni mese contattano il Sindacato non solo per ottenere informazioni e supporto burocratico, ma alla ricerca di qualche speranza, di una rassicurazione che le cose miglioreranno. L’opinione dell’assessore provinciale – aggiunge Vendrame – è che alle richieste di questi ragazzi dovremmo rispondere che basta avere voglia di sacrificarsi?
Ma se preferisce dirglielo direttamente lei possiamo sempre pensare di dirottare nei sui uffici questo piccolo esercito di giovani inoccupati che ogni giorno bussa alla porta delle nostre sedi.
Da Marte la Zanette dovrebbe guardare più attentamente e vedere che i sacrifici non spaventano i nostri giovani, e che quello scenario in cui si lavora il fine settimana e si fanno straordinari non è sicuramente quello diffuso oggi, quando nella nostra provincia, e l’assessore dovrebbe saperlo bene, dall’inizio dell’anno sono più di 650 le aziende che utilizzano cassa integrazione con più di 9mila lavoratori coinvolti, e gli espulsi dal mondo del lavoro sono circa 2.500”.
Ufficio stampa.
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Hobocommunication,
Tel 0422 582791
Appello dello SPI CGIL ai Primi Cittadini: “Intervenendo sulle detrazioni abbassate la
pressione fiscale sulla prima casa per dare respiro al reddito dei trevigiani e ristabilire l’equità”.
Imu: più cara dell’Ici, meno soldi per i Comuni.
Il Segretario generale: “I pensionati trevigiani impegnati nella contrattazione denunciano le troppe disparità tra i Comuni della Marca e chiedono di rivedere la governance del territorio,
attraverso aggregazioni e fusioni, per reperire le risorse necessarie a servizi e al sociale”.
IMU SULL’ABITAZIONE PRINCIPALE
Dai dati, che raffrontano per tutti i 95 Comuni della Marca l’Imu pagata nel 2012 e la vecchia Ici conferita nel 2007, emergono sostanziali differenza tra le scelte della Amministrazioni Comunali.
Nel trevigiano i versamenti Imu totali ammontano a 296.239.414 euro, pagati da 603.764 contribuenti. Per l’abitazione principale 75 Comuni hanno applicato l’aliquota base del 4 per mille, 18 l’hanno aumentata, 2 l’hanno ridotta. Tra le Amministrazione che hanno deciso l’aumento dell’aliquota base 10 Comuni hanno applicato il 5 per mille (Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Monfumo, Montebelluna, Oderzo, Ormelle, Paderno del Grappa e Vidor), 4 il 4,5 per mille (Casale sul Sile, Cison di Valmarino, Codognè e Morgano), Povegliano il 4,4 per mille, Zero Branco il 4,6 per mille, San Biagio di Callalta il 4,8 per mille, e infine Santa Lucia di Piave il 5,6 per mille. Solamente il Comune di Castello di Godego e Segusino hanno ridotto l’aliquota, rispettivamente dello 0,5 e dell’1 per mille. A questo quadro sebbene indicativo del contributo versato dai proprietari delle prime abitazioni si sommano ulteriori differenze. Infatti, ciascuno dei Comuni ha potuto anche decidere relativamente alla detrazione stabilita per legge a 200 euro e sulla detrazione per figlio a carico.
Nel confronto sul tributo sull’abitazione principale versato dai trevigiani nel 2012 rispetto a quanto pagato nel 2007 per l’Ici, ovvero prima della sospensione e successivamente dell’abolizione dell’imposta, mentre il versamento dell’Ici è di circa 45,9 milioni di euro, l’Imu è pari a 58,9 milioni di euro, con un aumento di 13 milioni di euro, ovvero il 28,54% in più. Ma il ventaglio è molto ampio: su 11 dei 95 Comuni la differenza tra Imu pagata nel 2012 rispetto all’Ici versata nel 2007 è negativa (Chiarano, Farra di Soligo, Fregona, Mareno di Piave, Moriago, Nervesa, Orsago, Preganziol, Segusino, Tarzo, Zenson); mentre per 6 Comuni della Marca l’aumento ha superato il 100% (Codognè, Gaiarine, Mansuè, Santa Lucia, Vedelago e Vidor), qullo di Giavera tocca ben il 263,9% di aumento.
IMU SULLE ALTRE TIPOLOGIE DI IMMOBILI
L’Imu viene applicata anche alle seconde abitazioni, ai fabbricati, alle aree fabbricabili, rurali e ai terreni agricoli.
Il gettito Imu sui fabbricati diversi dall’abitazione principale ammonta a 238milioni di euro, che vanno ripartiti tra Comuni e Stato, rispettivamente 125milioni sono rimasti nel territorio e 113 sono andati allo Stato centrale.
Anche in questo caso si è riscontrata un’ampia varietà di comportamenti tra i nostri Amministratori nella determinazione delle aliquote: 72 Comuni hanno applicato quella ordinaria del 7,6 per mille, altri 23 Comuni l’hanno aumentata con una scala di valori tra il 7,8 e il 10,60 per mille.
Per le altre tipologie di immobili, sebbene il gettito complessivo Imu a carico del contribuente ammonti a 237.295.702 euro, la parte destinata ai Comuni è pari a 124.566.758 euro, diminuita dell’11,48% rispetto al gettito Ici del 2007, che ammontava a 140.726.945. Il rimanente versato dai contribuenti Imu per il 2012, 112.728.944 euro, è confluito nelle casse dello Stato. Dunque, benché i contribuenti delle altre tipologie di immobili abbiano pagato quasi 100milioni di euro in più rispetto al 2007 i Comuni della Marca hanno incassato 16.160.187 euro in meno.
I TOTALI IMU
Complessivamente per Imu prima casa e per le altre tipologie assoggettate all’imposta, per la quota Stato e quella comunale, i trevigiani hanno sborsato 296.239.414 euro, ben 109.656.740 euro in più rispetto alla vecchia Ici, ovvero un incremento del 58,77%.
Dalla parte dei Comuni è pari a 3.072.204 euro l’ammontare negativo totale rispetto all’Ici 2007.
Evidenziando le diversità tra i singoli Comuni si riscontra che 5 Comuni (Castello di Godego, Giavera, Monastier, Portobuffolè e Vazzola) si allontanano dalla media superando addirittura del 100% la differenza complessiva tra l’incassato Ici/Imu; altrettanti s’aggirano o stanno al di sotto del 20% (Arcade, Fregona, Meduna, Miane, Tarzo e Vidor) e Cison registra il record del più basso aumento solo con l’8,95%.
CONCLUSIONI DEL SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL DI TREVISO
“Alla luce di questa analisi il Sindacato, che conduce da tempo un grande lavoro di contrattazione sociale sul territorio, rivolge un appello ai nostri Sindaci:
- in base all’ISEE scontare il più l’imposta sulla prima casa grazie all’azione sulla detrazione, così da ripristinare una situazione di equità tra le fasce di reddito, dove chi ha di più paga di più;
- trovare delle politiche omogenee relativamente all’applicazione delle aliquote e alle detrazioni, così da eliminare le disparità di contribuzione tra i cittadini di diversi Comuni;
- ci si interroghi, infine, sulla riorganizzazione della governance locale, attraverso l’aggregazione delle funzioni e la fusione dei Comuni, al fine di creare una massa critica sufficiente a sostenere i servizi al cittadino e gli interventi sociali, ridefinendo la spesa, in particolare quella legata alla politica”.
Ufficio stampa.
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Il Sindacato Pensionati CGIL incontra il SUH.
SPI di Castelfranco, gemellaggio con Dignano d'Istria.
Paolino Barbiero: “Prezioso incontro di tradizioni, di memoria e di cultura sindacale
che getta le basi per un gemellaggio istituzionale tra le due città”.
“Dignano, nella regione che fa capo a Pola, conta 6mila abitanti dei quali quasi un migliaio sono pensionati – ha spiegato il segretario SPI di Treviso. Frutto della comunanza di elementi e di aspetti caratteristici dei due Sindacati, il gemellaggio dà l'opportunità di creare le condizioni per uno scambio socio-culturale come momento di conoscenza della storia, anche comune, delle tradizioni locali oltre che di dialogo tra culture e attività sindacali mirate alla tutela sociale individuale e collettiva in favore dei pensionati, e dei cittadini più deboli. Un sodalizio mirato a sostenere il sindacato croato nella battaglia comune in difesa dei pensionati. Ma non solo – ha aggiunto Barbiero - il gemellaggio è stato anche una testimonianza di rinnovata memoria in onore di tutti i pensionati croati di origine italiana che in Istria sono rimasti nonostante le persecuzioni titine”.
“A Dignano l’incontro della delegazione della Lega SPI di Castelfranco, composta dai segretari di zona, dai rappresentanti della segreteria provinciale e regionale e da una rappresentanza del Gruppo Donne SPI di Treviso, con i vertici nazionali del Sindacato Croato, il SUH, oltre alla firma del trattato – ha aggiunto Barbiero - grazie alla presenza dell’assessore al bilancio di Castelfranco, ha gettato le basi per far seguire a quello sindacale anche il gemellaggio istituzionale tra il Comune della Marca e la località istriana”. In allegato le foto di alcuni momenti del gemellaggio.
Ufficio stampa.
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OOSS, contro le aperture dei negozi i giorni di festa, non è indispensabile fare la spesa il 25 aprile.
Sindacati: “Insieme per rispettare i valori costituzionali”.
FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – TUCS UIL: “Una battaglia di civiltà. Le nostre festività rappresentano quello che siamo, la nostra storia,
le nostre tradizioni, cultura, che non è quella del consumo fine a se stesso”.
“Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è una festa che rappresenta la storia di uomini e donne che hanno lottato per la libertà e i diritti delle persone e del loro territorio – hanno precisato Nadia Carniato, della FILCAMS CGIL, Edoardo Dorella della FISASCAT CISL, e Massimo Marchetti della UILTUCS UIL, “in una giornata così importante vogliamo ricordare le nostre tradizioni, le nostre feste, la nostra storia e vogliamo rispettare i valori. Non trasformiamo un giorno di storia e di ricordo solo in una banale festa del consumo”.
“Crediamo che le aperture nei giorni domenicali e festivi possano essere regolamentate per garantire qualità e dignità del lavoro e dei lavoratori”.“Siamo convinti che ricordare gli avvenimenti che hanno fatto la storia dell'Italia e del nostro territorio possano aiutare a far diventare grande questo Paese – hanno concluso i segretari di FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – UILTUCS UIL - siamo convinti che mai come in questo momento abbiamo bisogno della storia per costruire il futuro, siamo convinti che il futuro sono le persone, i giovani, i loro progetti, le speranze e le loro storie. Vogliamo costruire una società dove i principi cardini siano dignità, lavoro, rispetto delle persone e del loro lavoro. Ripartire dunque dal lavoro per liberare la speranza per il futuro e regolamentiamo le "liberalizzazioni" per creare buona occupazione e la vera libertà dei cittadini”.
Ufficio stampa.
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Hobocommunication,
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1° maggio 2013 a Treviso, uniti per il lavoro.
Lavoro, lavoratori, imprese: le voci della crisi
in piazza dei Signori a Treviso dalle 10 alle 12.
Sul palco anche le associazioni imprenditoriali e di volontariato.
Una presenza, quella del mondo dell’imprenditoria e del volontariato, che i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil Treviso, rispettivamente Giacomo Vendrame, Franco Lorenzon e Antonio Confortin, questa mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Festa del Lavoro a Treviso, hanno spiegato così: “E’ la naturale espressione di un lavoro che da anni portiamo avanti tutti assieme nell’interesse dei lavoratori e delle aziende: non esiste lavoro senza impresa e non esiste impresa senza lavoro. I ruoli rimangono distinti, ma gli obiettivi, oggi più che mai, sono comuni. La festa del primo maggio quest’anno sarà caratterizzata da un forte richiamo alle ragioni del lavoro e dell’impresa e alle necessità di rilanciare quella fase espansiva senza la quale saremo destinati a ripartire solo la miseria”.
“La crisi – affermano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Treviso - sta producendo effetti sul lavoro e sulla coesione sociale che possono diventare irreversibili.“E’ necessario un cambiamento radicale dell’intervento politico, a favore del lavoro, dei lavoratori e delle imprese per favorire un’inversione di tendenza – commentano Vendrame, Lorenzon e Confortin -. Occorre sostenere un sistema di welfare che dia risposte efficaci ai crescenti bisogni. Il carico fiscale va spostato dal lavoro alla rendita e va avviata una vera semplificazione burocratica”.
La festa del primo maggio a Treviso si svolgerà dalle 10 alle 12 di mercoledì. Il ritrovo è fissato per le 9.30 nel piazzale della stazione dei treni, da dove partirà il corteo guidato dai leader sindacali della Marca. In piazza dei Signori interverranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, con testimonianze dal mondo del lavoro e della crisi. Il contributo musicale sarà affidato a giovani studenti.
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |