ARCHIVIO

Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.

Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:

Collegamento esterno

Comunicati Stampa

GENNAIO 2014

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

NOTA STAMPA   10_01_2014

Giacomo Vendrame

La CGIL condanna l’attentato di via Zermanese: “Atto vile e spregevole. Non si scivoli ulteriormente dentro questo clima di paura”.
Vendrame:“Si metta fine a tutte le forme di intimidazione”.

Il segretario generale: “Stop a fatti e azioni eversive, fuori dalla legalità e dalle regole democratiche. Treviso non può diventare una città ostaggio di bande violente o di altri gruppi irresponsabili”.

“Atti vili e spregevoli. Si ripristini la legalità, per tutti” ha commentato Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, inorridito alla notizia del lancio di una molotov di fronte alla Casa dei Beni Comuni di via Zermanese.

Treviso non può diventare una città ostaggio di bande, della violenza e dell’illegalità.
Intimidazioni di ogni forma sono foriere di pensieri eversivi e antidemocratici.
E per questo vanno condannate – ha tuonato Vendrame. Come Sindacato siamo molto preoccupati per quest’azione di stampo neofascista compiuta ai danni della sede di via Zermanese tanto quanto osserviamo con diffidenza il prendere piede di sacche di irresponsabilità che rischiano di avvallare ulteriori fenomeni violenti e di istillare indirettamente un clima pericoloso”.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA   10_01_2014

Paolino Barbiero

Dal 2014 ripristinata la perequazione delle pensioni per 67.391 trevigiani.
Percepiranno in media dai 28,60 ai 74,90 euro in meno del precedente sistema di rivalutazione.

Pensioni, Barbiero: “Persi 106milioni di euro in due anni”.
Il Segretario generale: “I pensionati trevigiani sempre più poveri. Non basta lo sblocco e il contributo di solidarietà a compensare i sacrifici chiesti e a ripristinare l’equità sociale”.

Il blocco della perequazione sulle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo Inps erogate nella Marca ha determinato una perdita di oltre 100milioni di euro in due anni. E’ il Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI CGIL di Treviso a quantificare l’impoverimento dei pensionati trevigiani dovuto al mancato adeguamento delle pensioni, bloccato nel 2012 e 2013. Tabella Tabella

L’ANALISI - Se nel 2012 la mancata erogazione pensionistica nella Marca ha determinato un risparmio per le casse Inps di 50.438.136,44 euro, nell’anno appena concluso il blocco della perequazione sulle pensioni ha toccato dei 223.471 ben 67.391 pensionati trevigiani, che hanno subito con un mancato adeguamento al costo della vita pari a 55.811.596,72 euro. Il dato emanato dal Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI per l’Ufficio Studi della CGIL di Treviso prende in considerazione la fascia di pensionati che mensilmente percepisce un assegno Inps tra i 1.486,30 euro, tre volte il trattamento pensionistico minimo, e i 2.972,59 euro lordi. E, all’interno di questa fascia, è proprio la classe di reddito pensionistico più bassa, tra i 1.486,30 euro e i 1.749,99 euro lordi mensili, a contare più pensionati: 19.915 sull’intero territorio provinciale. Per questa classe di importo, considerando una pensione media percepita pari a 1.618,14 euro lordi, il blocco della perequazione ha comportato una mancata erogazione di 48,54 euro mensili, che moltiplicato per tredici mensilità costituisce una perdita di 631,07 euro anni. I più colpiti sono 9.376 pensionati che percepiscono un assegno Inps superiore ai 2.972,59 euro lordi, per i quali la perdita mensile calcolata nel corso del 2013 è pari a 89,17 euro, per un totale di 1.159,21 euro annui.

Considerando questi numeri quantifichiamo il sacrificio dei pensionati trevigiani negli ultimi due anni: 106.249.733,16 euro di mancato adeguamento alle pensioni a fronte dell’impennata del costo della vita causata dai prezzi al consumo, dall’inasprimento della pressione fiscale, generale e locale, e delle tariffe per i servizi. Nel 2014 la perequazione è stata solo in parte sbloccata. Infatti, ai pensionati che lo scorso anno avrebbero percepito 48,54 euro mensili di adeguamento, quelli appartenenti alla fascia tra i 1.486,30 euro e i 1.749,99 euro lordi mensili, dal 1° gennaio hanno diritto, secondo il nuovo coefficiente dell’1,140, ad appena 19,94 euro mensili di perequazione (28,60 euro in meno). E così la fascia di pensioni più alta, con assegno Inps superiore ai 2.972,59 euro lordi, che rispetto agli 89,17 euro non erogati nel 2013 da quest’anno percepirà un adeguamento pari a 14,27 euro mensili (74,90 euro in meno).

IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ SULLE PENSIONI ELEVATE - Inoltre, per il triennio 2014-2016, il contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici obbligatori particolarmente elevati, ovvero sulle pensioni superiori a 90mila euro lordi annui, 6.936,00 euro mensili, acquisito dalle gestioni previdenziali anche al fine di concorrere al finanziamento del costo relativo all’ampliamento del numero di lavori salvaguardati dalla riforma Forneo, viene fissato al 6% per la parte compresa fra le 14 e le 20 volte il trattamento minimo Inps (da 90.168 a 128.811 euro lordi anni, al 12% per la parte compresa fra i 128.812 e i 193.217,70 euro lordi annui, e al 18% per tutte le pensioni superiori a 193.217,80 euro lordi anni. Sono poi soggetti al contributo di solidarietà anche i vitalizi dei parlamentari superiori ai 90mila euro anni, i consiglieri regionali e provinciali, e tutti i funzionari degli organi costituzionali.

IL COMMENTO - “Molto è stato tolto troppo poco viene rimesso in gioco. Sul fronte dell’equità la partita è ancora aperta”. Ha commentato Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso “Grazie alla battaglia condotta dallo SPI e dalla CGIL è aumentata la platea dei pensionati che possono, dopo due anni di sospensione, beneficiare dell’adeguamento delle pensioni. In provincia di Treviso sono 67.391 i pensionati che possono nuovamente godere della rivalutazione. Ma è imparagonabile e nettamente inferiore al sacrificio richiesto nel 2012 e 2013 ai pensionati quello che viene ridato oggi attraverso il ripristino parziale della rivalutazione media, ovvero quelle tra i 1.500 euro e i 3mila euro lordi mensili. Inoltre – ha sottolineato Paolino Barbiero - la classe politica manca di coraggio nel mettere mani ai privilegi propri e di chi può di più. Non è ancora sufficiente, infatti, la redistribuzione della ricchezza avviata con l’approvazione del contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici elevati”.

Per questa battaglia di equità, che sul territorio ci vede impegnati, anche grazie alla contrattazione sociale con i Comuni e con le multiutilities, in accordi e piattaforme allo scopo di contenere quanto più possibile la pressione fiscale e la perdita di potere d’acquisto per le fasce più deboli della società trevigiana – ha aggiunto Paolino Barbiero - lo SPI CGIL di Treviso continua a dialogare con tutti i corpi intermedi, con le istituzioni e con la politica, perché ci si assuma la responsabilità di intervenire e di non abbandonare la popolazione anziana, che oggi più che mai svolge un ruolo di ammortizzatore e di collante sociale e – ha concluso Barbiero - chiediamo proprio ai pensionati la più ampia adesione alle iniziative e alle forme di protesta e di richiesta di diritti che il Sindacato condurrà nel corso di questo anno”.

Ufficio stampa

DOCUMENTI FLC   17_01_2014

FLC

17° CONGRESSO DELLA CGIL - Disponibilità ad esser delegati in prima persona per un futuro migliore, per il lavoro, i diritti, una maggiore equità.
link Invito alla partecipazione e al dibattito
SCUOLA PUBBLICA link Mappa delle assemblee congressuali 2014
SCUOLA PRIVATA link Convocazione di assemblea NON in orario di servizio di tutto il personale delle scuole paritarie e non paritarie di Treviso e provincia

COMUNICATO STAMPA UNITARIO  23_01_2014

CGIL,CISL,UIL

Le Organizzazioni Sindacali invitano i cittadini ad esprimersi al referendum del 26 gennaio.
Fusione Ormelle e San Polo di Piave, i Sindacati per il sì
.
I Segretari Generali CGIL CISL e UIL: “Un’occasione da non mancare. Di questo passo si rischia la paralisi dei Comuni: l’immobilismo ha un prezzo più caro del cambiamento”

Quello della fusione dei Comuni è un progetto giusto e che noi condividiamo. Come Sindacati impegnati sul fronte dei diritti e per l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni, sosteniamo il processo intrapreso dai Sindaci e dai Consigli Comunali di Ormelle e di San Polo di Piave e che ha offerto ai cittadini dei due Comuni la possibilità di esprimersi attraverso il referendum”. Con queste parole le Organizzazioni Sindacali CGIL Treviso, CISL Belluno-Treviso e UIL Belluno-Treviso, invitano i cittadini dei due Comuni dell’opitergino mottense a votare il prossimo 26 gennaio al referendum di fusione.

Siamo convinti, dopo adeguato approfondimento, che le fusioni dei Comuni rappresentino un’opportunità e un valore per il territorio e che i vantaggi siano di gran lunga superiori ai problemi e alle difficoltà da superare” – hanno sottolineato Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, Franco Lorenzon, segretario generale CISL Belluno Treviso, e Carlo Viel, segretario generale UIL Belluno Treviso.
“La fusione in un unico Comune di circa diecimila abitanti permetterà, infatti, di raggiungere migliori risultati in termini organizzativi e di specializzazione del personale, effettuare una buona programmazione territoriale, avviare la semplificazione burocratica, dare luogo a economie di scala; razionalizzare e ridurre i costi amministrativi, di gestione, e legati alla rappresentanza istituzionale e politica”.

Il miglior utilizzo delle risorse esistenti – hanno continuato i segretari generali CGIL CISL e UIL - consentirà così di ricominciare a investire sulla quantità e qualità dei servizi rivolti ai cittadini, che altrimenti, in questo momento di tagli alla spesa e di mancati trasferimenti dallo Stato, verranno progressivamente meno. Ormelle e San Polo di Piave hanno tagliato la spesa in conto capitale in bilancio rispettivamente del 45% (-379.000 euro) e del 100% (-683.000 euro). A fusione avvenuta, grazie all’incentivo di 769.000 euro all’anno per 10 anni previsto dalla Legge per i Comuni che si uniscono, e alla possibilità di sforare il Patto di Stabilità per tre anni consecutivi, ci saranno risorse maggiori a disposizione e la possibilità di utilizzarle”.

A tale processo non mancano legittime resistenze, spesso legate a preoccupazioni che riguardano il rifacimento dei documenti anagrafici, che invece andranno a regolare scadenza, e la soppressione di una delle due sedi municipali, che resteranno entrambe attive sul territorio. Pochi tuttavia si domandano quanto costa stare fermi e quanto costa non fare nulla – hanno aggiunto Vendrame, Lorenzon e Viel – in altre parole quanto costa non accettare la sfida del cambiamento? Se non si affronta attivamente la questione, presto o tardi, la si dovrà subire con costi superiori. Non possiamo quindi aspettare passivamente un intervento generale di riordino – hanno concluso i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali - ma dobbiamo cogliere questa reale opportunità partendo dal nostro territorio”.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA   23_01_2014

Giacomo Vendrame

Il Sindacato sulla vertenza Electrolux: “Ci aspettiamo dalla proprietà scelte responsabili, che mirino al rilancio dell’azienda e il mantenimento dei posti di lavoro”.
CGIL: “Basta operazioni al ribasso. Più contratti di solidarietà”.
Il segretario generale: “Si apra insieme una fase che prenda in considerazione soluzioni in termini immediati, realistici, propositivi e positivi. Per tutelare l’occupazione si usi la solidarietà in modo espansivo sul territorio e si riporti all’80% la copertura INPS delle ore non lavorate”.

Electrolux oltre ad essere questione di importanza europea, deve essere contemporaneamente considerata una vertenza di carattere territoriale.
Difatti anche la pessima proposta avanzata dagli industriali di Pordenone va in questa direzione. Sembra però che il futuro del nostro territorio non si giochi sulle capacità imprenditoriali e su serie politiche industriali ma solo sul problema dell’alto costo del lavoro”. Ha detto Giacomo Vendrame, segretario della CGIL di Treviso, intervenendo sulla vicenda dell’azienda di Susegana.

Alla pari del ministro Zanonatoha sottolineato il segretario generale della CGIL di Treviso – stiamo aspettando dalla proprietà delle risposte, che auspichiamo responsabili e che conducano all’intenzione di rivedere i piani di disimpegno dall’Italia, così da iniziare ad avviare una fase di vero rilancio per Electrolux. Sulla base dei contratti nazionali – ha aggiunto Giacomo Vendrame - siamo ben disposti a ragionare su accordi territoriali e aziendali che prendano in considerazione forme di welfare integrativo ma non avvalleremo nessun progetto che miri a scaricare interamente sui lavoratori il prezzo del rilancio competitivo di Electrolux o di altre aziende del territorio, sacrificando diritti e tutele”.

Un’azienda, infatti, non guadagna in competitività peggiorando le condizioni di lavoro dei propri dipendentiha ribadito Vendrame - piuttosto investendo proprio sul capitale umano, in tecnologia, e nella ricerca e sviluppo del prodotto.
Non possiamo permettere che si continui ad affievolire ulteriormente il mercato del lavoro proponendo operazioni al ribasso che non garantiscono l’occupazione e alla lunga, come si è constatato, peggiorano la qualità di vita delle nostre famiglie. Ogni qualvolta si presenta una congiuntura economica negativa la ricetta di questi giuslavoristi “preindustriali” pare sempre la stessa: sacrificare le condizioni dei lavoratori”.

Bisogna avviare una fase in cui si ragiona a livello territoriale di come mantenere l’occupazione in termini complessivi agendo in varie direzioni. Bisogna allargare l’utilizzo dei contratti di solidarietà per i lavoratori – ha continuato Vendrame - sia in termini difensivi, per mantenere l’occupazione, che espansivi, per creare nuova occupazione. Solo così riusciremo a risalire la china rispetto all’emergere diffuso della mancanza di lavoro. Infatti, promuovendo i contratti di solidarietà espansivi si dà modo alle realtà aziendali sane di assumere lavoratori disoccupati e stabilizzare lavoratori precari, quindi si riesce anche a generare buona occupazione. Questi – ha concluso Vendrame – sono i termini dentro i quali si può parlare di sgravio del costo del lavoro e le ragioni per le quali si deve lottare per cambiare la norma della Legge di Stabilità che porta dall’80 al 70% la copertura INPS delle ore non lavorate tramite contratti di solidarietà.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA   24_01_2014

FILCAMS

TREVISO, CONFCOMMERCIO & SINDACATI UNITI: ECCO IL NOSTRO WELFARE
Per il 2014 stanziato 1 milione e 300 mila euro per sostenere i lavoratori e le imprese del terziario.
Si apre il capitolo delle “politiche attive” con incentivi concreti occupazionali Sostenere il reddito dei lavoratori nel momento di massima crisi significa sostenere le famiglie, rilanciare i consumi e contribuire allo sviluppo dell’intera società e dell’economia.

E’ questa la premessa di fondo dalla quale sono partiti le Organizzazioni Sindacali ovvero: Nadia Carniato per Filcams CGIL, Edoardo Dorella per Fisascat CISL, e Massimo Marchetti per Uiltucs, con la supervisione dei segretari generali Giacomo Vendrame (CGIL), di Franco Lorenzon ( CISL) e di Carlo Viel (UIL) e Confcommercio Treviso (il presidente Guido Pomini assistito dal segretario Piero Tedesco, dal responsabile degli uffici sindacali Luca Bertuola e da Valter Carnio, consulente del lavoro di Ascom) per costruire- tassello dopo tassello - un accordo che, mettendo a disposizione la somma complessiva di 1 milione e 300 mila euro (del bilancio EbiCom), potesse veramente diventare “strategico ed innovativo per il terziario per l’occupazione trevigiana, frutto di una concertazione territoriale efficace e lungimirante”.
L’accordo, siglato a dicembre, presentato oggi alla stampa, decollerà da questo mese, è rivolto a tutte le imprese aderenti al sistema Confcommercio ed ai loro lavoratori dipendenti ed è destinato a caratterizzare questo territorio per il carattere propositivo ed innovativo dei contenuti espressi.

Molte le novità “tutelanti” previste, che superano ed integrano i precedenti accordi di sostegno al reddito. Vengono estesi e potenziati i sostegni economici già previsti negli anni scorsi (sia per efficacia che per durata), sostenendo ulteriormente, con una quota aggiuntiva (del 20%), i lavoratori già beneficiari di integrazione Aspi (licenziati per giustificato motivo oggettivo), i lavoratori “sospesi” (anche apprendisti, ovvero quelli a casa per crisi o mancanza di lavoro) e quelli in contratto di solidarietà (ovvero quelli con orario di lavoro ridotto anche di aziende con meno di 50 dipendenti).
Fortemente innovativo il capitolo sugli incentivi per le assunzioni, che “apre concretamente alle politiche attive”. Ovvero, non solo contribuzione economica, ma incentivo vero e proprio per le imprese che decidono di assumere un lavoratore disoccupato, sospeso o in cassa integrazione, anche se non a tempo indeterminato. “Si tratta”- spiegano i firmatari- “di una sorta di “dote” che il lavoratore porta con sé, trasformando così il rapporto lavoratore/azienda e contribuendo a cambiare l’ottica dell’aiuto fine a se stesso in un meccanismo nuovo e premiante.” Sui contratti a tempo indeterminato la “dote incentivante” può essere anche cospicua, circa 600 euro al mese per persona assunta (comprensivi di contributi pubblici), “ossigeno puro” per le imprese in affanno.

Ampio e significativo il capitolo “formazione” consacrata ufficialmente come parte “saliente di una corretta politica attiva di lavoro”.
Oltre alla formazione di “default” già prevista (igiene, sicurezza, professionalizzante), vengono finanziate azioni formative nuove finalizzate a “favorire le aggregazioni tra imprese, a premiare l’efficienza organizzativa, i livelli di produttività”. In una parola: “il merito”, che in questo accordo trova, per la prima volta nella storia sindacale trevigiana, concretezza, legittimità e soprattutto denaro immediatamente erogabile. Non manca il capitolo sulla sicurezza del lavoro che permette alle aziende di modernizzarsi, adeguarsi ed assolvere ai molti obblighi previsti dalla normativa senza costi aggiuntivi, con un canale semplificato ed agevolato.
In sintesi, questo “accordo 2014” che contiene in sé tutta l’esperienza sindacale maturata in questi anni sofferti e pur laboriosi, non rappresenta solo una significativa “boccata di ossigeno” per le imprese in crisi e per i lavoratori disoccupati, ma apre al futuro tratteggiando un welfare che introduce ottimi ingredienti nella grande ricetta del rilancio: la flessibilità, l’efficienza, l’apprendimento continuo, l’aggregazione tra imprese. Perché garantire un reddito significa restituire serenità alle famiglie, dare prospettiva alla società, reimmettere denaro nel circuito dei consumi, prevenire il disagio e ridurre i pericoli.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA   24_01_2014

Tribunale di Treviso

Cause del lavoro, CGIL: “Grave danno ai lavoratori ai quali non viene riconosciuta la certezza del diritto in tempi accettabili. L’inefficienza della giustizia si scarica anche sugli Uffici Vertenze”.
Tribunale, Vendrame: “Il Ministero intervenga subito”.
Il segretario generale: "Situazione al collasso che potrebbe portare un allungamento dei tempi della giustizia fino a sei anni. Necessario ristabilire un organico efficiente”.

TREVISO – La CGIL fa eco alle parole del presidente del Tribunale di Treviso e ribadisce l’allarme già lanciato dai Sindacati Confederali lo scorso novembre: “Carenza di organico e rinvio delle udienze sono i mali della macchina della giustizia trevigiana. Dei tre giudici del lavoro a ruolo nel 2011 fra pochi giorni ne resterà solo uno, così le cause potrebbero allungarsi fino a 6 anni”. Una situazione “al collasso” la definisce Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, preoccupato per un malessere, quello della giustizia, che “rischia di aggravare la già dura realtà del mondo del lavoro. Necessario un intervento urgente del Ministero di Grazia e Giustizia per ristabilire l’efficienza”.

Rispetto alla crescita esponenziale delle cause del lavoro, anche a causa delle criticità e dei fenomeni legati al mercato occupazionale emersi in questi anni di crisispiega il segretario generale della CGIL di Treviso - la Sezione Lavoro del Tribunale di Treviso si trova con un organico ridotto all’osso. Infatti, se già l’assenza di uno dei tre giudici a ruolo nel 2011, e mai sostituto, ha creato enormi problemi e ritardi, tant’è che le cause in capo a questo giudice non sono ancora state riassegnate, e dopo oltre due anni restano ancora ferme, la mole di lavoro per i due giudici rimasti è notevolmente aumentata, facendo trascorrere ad oggi un tempo anche di quattro anni prima che le parti abbiano la possibilità di comparire in udienza la prima volta. Inoltre, dal primo febbraio di quest’anno uno dei due giudici rimasti lascerà il ruolo a Treviso”.

Tale carenza di organico e l’allungarsi fuori controllo dei tempi delle cause, che potrebbero arrivare fino a sei anni, crea una totale e inaccettabile mancanza della certezza del diritto in materia di lavoro – ha precisato Giacomo Vendrame – una situazione al collasso causa di gravissimi disagi per i lavoratori e per le aziende della Marca. Il non riconoscere il diritto in un momento difficile e di emergenza economica e sociale, quale quello che stiamo vivendo, rappresenta, infatti, un danno incalcolabile a spese di chi sta già soffrendo”.

Tale situazionehanno aggiunto Vendramesi sfoga, inoltre, sui nostri Uffici Vertenze, costretti a ricoprire sempre più il ruolo di parafulmine delle inefficienze e delle lungaggini della giustizia, non solo relativamente al quantitativo di lavoro, in particolare legato agli innumerevoli fallimenti, recupero crediti e altre tipologie di contenzioso. E anche l’idea di spostare l’organico dal fronte civile, a causa dell’intasamento della Sezione Penale, non è assolutamente la strada giusta”.

Per questo – conclude Vendrame – chiediamo un intervento urgente da parte del ministero che ripristini un organico efficiente, sia per quanto riguarda gli organi di giustizia che gli operatori del Tribunale”.

Ufficio stampa

COMUNICATO STAMPA   28_01_2014

Funzione Pubblica

Scende la scure sui fondi contrattuali, il ministero delle Finanze chiede la restituzione delle retribuzioni degli ultimi dieci anni.
Stipendi pubblici a rischio, Bernini: “Lavoratori-bancomat sempre più poveri”. Controlli degli ispettori del ministero delle Finanze negli enti del Veneto.
Il segretario generale FP CGIL di Treviso: “Stanno chiedendo ai dipendenti somme già percepite e non più esigibili”.

Stipendi bloccati dal 2009, blocco delle assunzioni, tagli ai servizi pubblici. E come se non fosse sufficiente aver impoverito chi lavora, ora ci si mettono di mezzo anche Corte dei Conti e Ragioneria Generale dello Stato che, interpretando i contratti nazionali e decentrati, mettono in discussione retribuzioni distribuite nell’ambito della contrattazione negli ultimi 10 anni e pretendendone la restituzione da parte dei lavoratori, alcuni dei quali sono in pensione”.
Lo ha detto Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL di Treviso, rilevando che in alcuni enti locali e case di riposo del Veneto sono già stati avviati controlli sui fondi contrattuali da parte degli ispettori del Ministero delle Finanze.

Non bastasse l’iniqua norma sul patto di stabilità interno che strangola gli enti locali e che concretamente ricade sui servizi ai cittadini, sull’occupazione e sulle buste paga dei lavoratori – ha sottolineato il segretario generale della FP CGIL di Treviso – ora anche soggetti che non hanno ruolo contrattuale dicano la loro su questioni che non sono di loro competenza e pretendono che i lavoratori pubblici restituiscano somme andando a ritroso di 10 anni. E la parte datoriale pubblica (ARAN) tace”.

Lavoratori che molto hanno già subito in termini di blocco degli stipendi e di qualità del lavoro e che con il proprio reddito garantisce il sostegno alla famiglia, ha continuato Ivan Bernini. All’attenzione degli ispettori settori pubblici quali gli enti locali, le camere di Commercio e le case di riposo. I fondi contrattuali, nella loro costituzione, sono sempre stati materia che le parti datoriali pubbliche hanno considerato non negoziabile. Inoltre, – ha spiegato Bernini - con la riforma Brunetta si sono operati interventi che hanno reso la materia ancor più assoggettata alla facoltà datoriale. Per quanto ci riguarda quello che sta accadendo è inammissibile e rende ancora più evidente l’accanimento verso i lavoratori del pubblico impiego, trattati come bancomat”.

Se le Corti e le ragionerie andranno avanti in questa direzione, nel silenzio assordante della parte datoriale pubblica, si sappia che non solo ci opporremmo a qualsiasi intervento, soprattutto fatto a posteriori, sulle tasche dei lavoratori, ma che avanzeremo immediatamente le dimissioni di tutti coloro che non hanno controllato finora, a partire proprio dagli alti dirigenti di Corti, organismi di controllo e soggetti politici che hanno guidato quegli enti negli ultimi 10 anni”.

Ufficio stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina