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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
I profondi cambiamenti che i fenomeni migratori stanno registrando in questi anni nella marca trevigiana stanno trasformando contemporaneamente ed in modo profondo
sia le caratteristiche delle popolazione immigrata e delle sue comunità, sia la stessa società trevigiana.
Da una prima fase di emergenza abitativa legata alla forte domanda di manodopera che attirava nel nordest dei record produttivi degli anni 80 e 90 migliaia di lavoratori spesso single, siamo passati attraverso varie fasi di crisi e di mutamento, fino ad una sedimentazione di famiglie e comunità che hanno una storia ormai decennale di inserimento sociale che sono riusciti a superare gli ostacoli della diffidenza, della burocrazia e della cattiva politica.
Il panorama odierno vede affacciarsi il peso di una crisi economica che ha colpito pesantemente i cittadini immigrati sia perché sono spesso stati i primi a perdere il lavoro o a veder peggiorate le loro condizioni di vita e di lavoro, sia perché nei loro confronti si è cercato di scaricare le tensioni sociali dovute alla crisi ipotizzando inaccettabili discriminazioni sui servizi o sul welfare motivate dalle ristrettezze di bilancio.
A ciò si aggiunge la vicenda dei profughi e dei richiedenti asilo che a causa di una insufficiente ed inefficace regia europea rischia di aggravare la già difficile situazione.
Le seconde generazioni possono abbattere barriere e pregiudizi, costruire relazioni tra loro e con le nostre realtà sociali, divenire un volano di iniziative volte a formare ed orientare sul funzionamento dei servizi e delle opportunità che il servizio pubblico con le sue Istituzioni, ma anche il no-profit, il terzo settore e la cooperazione mettono a disposizione per affrontare un mondo del lavoro che cambia, la continuità scuola lavoro, le politiche attive per l’occupazione, il sostegno all’associazionismo.
Per questi motivi le organizzazioni sindacali vi chiedono la disponibilità di programmare un incontro preliminare di discussione ed approfondimento su questi temi, per raccogliere suggerimenti, bisogni ed idee, per mettere in rete le realtà già esistenti e le tante ancora non formalizzate e costruire un percorso partecipato ed inclusivo per un protagonismo delle nuove generazioni che vivono una società complessa e multiculturale e ne possono accettare le sfide.Con quello di Oderzo Treviso prima in Veneto per incidenti mortali sul lavoro.
Morti bianche, Atalmi: “Serve fare cultura della sicurezza”
Nicola Atalmi: “Prevenzione e dispositivi di sicurezza appropriati salvano vite e fanno risparmiare”.
Con le ultime due morti bianche in meno di un mese la provincia di Treviso strappa a Venezia la maglia nera per incidenti mortali sul lavoro.
“Le morti bianche – ha continuato il responsabile del Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL di Treviso - videnziano quanto ci sia ancora da fare per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro.
In questi anni sono stati fatti passi avanti ma questi drammatici fatti dimostrano quanto si sia ancora da fare nel promuovere un serio processo culturale che coinvolga impresa e lavoratori”.
“Bisogna uscire dalla logica della presunta fatalità – ha concluso Atalmi - investire quotidianamente sulla cultura del fare sicurezza, e non solo occasionalmente al verificarsi degli incidenti riportati dalla cronaca”.
L’Organizzazione esprime vicinanza alla famiglia.
Ufficio Stampa
Palazzo di Giustizia di Treviso, cronica mancanza di personale. La CGIL fa appello ai rappresentanti del territorio a Roma.
Tribunale, Vendrame: “Gap dannoso per l’economia locale”.
Giacomo Vendrame: “Servono correttivi strutturali, interventi urgenti e un buon investimento sull’occupazione per ripianare il deficit e rimettere in efficienza il sistema della giustizia della Marca”.
“Sul pubblico non si può continuare a tagliare. Un Tribunale efficiente è funzionale alla competitività del nostro territorio – puntualizza il segretario generale CGIL di Treviso – accorciare la durata dei processi dà certezza alle imprese e ai lavoratori.
Che la sezione Lavoro nel corso dell’anno abbia operato con un solo magistrato per quattro mesi e sottodimensionata anche di personale è inammissibile. Così facendo, come testimoniano i nostri uffici legali, i processi durano anche sei anni.
Servono allora, come già denunciato più e più volte dalle Parti Sociali – ha continuato Giacomo Vendrame – interventi urgenti a questi problemi e correttivi strutturali che identifichino soluzioni concrete a tale dannoso deficit di personale a tutti i livelli. Traviamo eccessivamente gravosi i carichi di lavoro ai quali i dipendenti sono soggetti, altro che spending review bisogna sempre più investire nell’occupazione, nell’organizzazione e nelle professionalità anche della macchina della giustizia”.
Ufficio Stampa
FP CGIL: “In gioco il destino di 42 dipendenti e l’offerta di servizi riabilitativi sul territorio”
Arep, Casarin: “Serve un reale e condiviso piano di rilancio”
Marta Casarin: “Si abbandonino le polemiche per tracciare soluzioni concrete. È indispensabile elaborare un piano di rilancio condiviso che salvaguardi i livelli
occupazionali e guardi a una programmazione sinergica complessiva delle strutture sul territorio, così da evitare la fuoriuscita della struttura del polo trevigiano”.
“È da diversi anni che Arep ha aperto la crisi aziendale con il conseguente licenziamento di lavoratrici e lavoratori, un periodo lungo durante il quale un piano di rilancio, seppur più volte richiesto, non solo è mai stato condiviso con le OOSS ma del quale non c’è traccia, compromettendo così il futuro della struttura stessa – afferma la Casarin della FP CGIL.
Dunque, il mancato finanziamento da parte dell’Ulss non è l’unico responsabile di un bilancio in negativo. In più si sta accelerando una proposta, che ha molti aspetti non chiari, quella della creazione di una nuova srl partecipata da Arep e con un ruolo centrale della friulana Sereni Orizzonti spa. Vorremmo capire di che svolta stiamo parlando – incalza Marta Casarin - sia per quanto riguarda la tenuta occupazionale, ricordiamo che la partita sanitaria comprende 42 dipendenti, sia l’offerta di servizi al territorio. Diverse parti politiche hanno espresso la loro contrarietà all’operazione, le stesse che però non delineano ancora quali siano le effettive soluzioni che si possono mettere in piedi per mantenere Arep in Veneto”.
Ufficio Stampa
In 18mila dipendenti pubblici trevigiani pronti a mobilitarsi per lo sciopero unitario del 12 dicembre.
Lavoro Pubblico, Bernini: “Persi 58milioni di euro in 4 anni”.
Il segretario generale: “Mediamente il mancato rinnovo dei contratti ha sottratto dalle tasche dei lavoratori pubblici tra i 3 e i 5mila euro. Vanificando la Delrio la Legge di Stabilità rischia di portare con sé
esuberi per il 50% del personale di Provincia e Camera di Commercio. La mobilitazione
dev’essere unitaria perché le decisioni del Governo toccano tutti”.
Quello che succede alla PA, infatti, riverberandosi sulla cooperazione e sull’indotto, coinvolgerà inevitabilmente il mercato privato e l’occupazione”.
I 18mila lavoratori del pubblico impiego della Marca si preparano allo sciopero unitario indetto da CGIL e UIL per la giornata di venerdì 12 dicembre. Una grande mobilitazione che secondo il Sindacato mira a coinvolgere anche il personale della cooperazione sociale che nella provincia di Treviso, solo nel socio assistenziale e settore educativo, conta non meno di altri 10mila lavoratori “toccati dalle pessime decisioni e dai tagli previsti dal Governo”.
“Senza modifiche alla Legge di stabilità e profondi correttivi al disegno di legge delega sul mercato del lavoro, non solo si neutralizza ogni prospettiva di riforma delle Pubbliche Amministrazioni ma si determinano le condizioni per peggiorare ulteriormente l’occupazione nel lavoro pubblico e in quello privato – afferma Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Treviso - sostanzialmente si operano ulteriori tagli indistinti al sistema delle autonomie locali e della sanità pubblica che rischiano, anche a fronte di processi aggregativi tra gli Enti, di non avere comunque le risorse per mantenere gli attuali servizi o comunque di non poterle utilizzare a causa dei vincoli sulla spesa e sul patto di stabilità”.
“Inoltre – aggiunge Ivan Bernini - la Legge di stabilità contiene elementi per i quali proprio lo Stato, che dovrebbe avere un ruolo programmatorio sulle politiche pubbliche e industriali, sulla crescita e sullo sviluppo, creerà esuberi e perdita di posti di lavoro. Infatti, nonostante la riforma Delrio contenesse garanzie dal punto di vista occupazionale nella prospettiva di una diversa organizzazione delle funzioni e del riassetto istituzionale, frutto anche di un accordo con Sindacati e rappresentanti del sistema delle autonomie, la Legge di stabilità va esattamente in senso contrario inevitabili licenziamenti, soprattutto per quanto attiene alle Province e alle Camere di Commercio, dove si rischiano esuberi del 50% del personale. Accanto ai licenziamenti nel pubblico – sottolinea Bernini - i tagli alla spesa e agli investimenti opereranno un’ulteriore contrazione della spesa, colpendo l’indotto e dunque quanti lavorano con e per le Pubbliche Amministrazioni, dunque le cooperative e i fornitori di tutte le categorie merceologiche”.
“La mobilitazione dei soli lavoratori pubblici dentro a questo quadro non solo sarebbe dunque decontestualizzata dal contesto generale ma contribuirebbe ulteriormente a separare, più di quanto non lo sono già oggi, due mondi del lavoro che sono costantemente messi gli uni contro gli altri nell’ottica dell’indebolimento della solidarietà e di battaglie comuni.Ufficio Stampa
VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 12 DICEMBRE IN PIAZZA DEI SIGNORI A TREVISO
Dove stiamo andando? Il Sindacato cerca la risposta, la Politica prenda le decisioni.
Il Sindaco di Castelfranco, Luciano Dussin: “Nelle logiche del PSSR tutti i soggetti si impegnino per la qualificazione delle attività sul territorio”.
Castelfranco, firmato l’accordo Comune-Sindacati.
Le Organizzazioni Sindacali: “Oggi più che mai è necessario ricercare soluzioni organizzative che contengano le spese di gestione. Risorse da destinare ai servizi, in particolare alla spesa sociale, si possono trovare anche attraverso una seria lotta all’evasione fiscale e dal contenimento della morosità legata al fisco locale”.
Dopo aver preso in esame la situazione del Comune a chiusura del Bilancio consuntivo 2013 (10milioni di euro di entrate con un avanzo di gestione pari a 258 euro) le parti hanno evidenziato che nel 2014 ci saranno solo 250mila euro in aggiunta all’anno precedente, somma che non pareggerà nemmeno la riduzione dei trasferimenti dello Stato, con la necessità di nuovi tagli in diversi servizi, ma non nel Sociale. Per il 2014 gli stanziamenti di parte corrente della funzione sociale sono previsti, infatti, nella stessa misura del 2013, 3.548.914 euro pari al 16% delle spese correnti del bilancio stesso, con le seguenti articolazioni: 660.000 euro per l’integrazione delle rette per i non autosufficienti in casa di riposo, 333.400 euro per i servizi domiciliari assistenziali 957.000 euro per i servizi all’infanzia, compresi asili nido e scuole materne.
Anche grazie al percorso di contrattazione sociale aperto con le Organizzazioni Sindacali a inizio anno, l’Amministrazione comunale ha previsto una fascia di esenzione all’addizionale Irpef per i redditi fino a 12mila euro annui e scaglioni progressivi con aliquote che vanno dallo 0,55% allo 0,75%. Per le Parti Sociali lo sforzo chiesto al Comune è quello di innalzare a 15mila euro la fascia di esenzione. Mentre per l’IMU vengono confermate le aliquote dell’anno precedente, per la Tasi l’aliquota per la prima casa è stabilita al 2,8 per mille con una detrazione di 50 euro per ogni figlio a carico fino ai 26 anni d’età, guardando anche alla composizione del nucleo così da dare una reale risposta alle difficoltà delle famiglie. Sugli altri immobili già soggetti a IMU e sui fabbricati produttivi la Tasi non sarà applicata, così come per coloro che presenteranno, per la prima casa, un ISEE inferiore a 15mila euro annui.Punto sul quale le Organizzazioni Sindacali hanno espresso grande soddisfazione: il Comune di Castelfranco è, infatti, l’unico della Marca che ha adottato questo criterio. I modelli per il pagamento dell’imposta saranno, come richiesto dai Sindacati, compilati e consegnati agli utenti direttamente dal Comune, eliminando così le lentezze e le incertezze che hanno caratterizzato il 2014. Mentre per la Tari il compito del calcolo dell’imposta e dell’invio del conto da pagare alle famiglie sarà affidato alla Società che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Le OOSS ritengono utile e responsabile che i Comuni agiscano poi presso i Consorzi per strutturare una riduzione delle tariffe per le famiglie con reddito ISEE fino a 20mila euro.
I Sindacati hanno ribadito la necessità di rendere omogenee le imposte e l'insieme delle prestazioni comunalial fine di contenere e ridurre la pressione fiscale a livello locale e di semplificare il pagamento dei tributi proprio con particolare riferimento alle modalità di applicazione della addizionale comunale IRPEF, della IUC (IMU-TASI-TARI), all’applicazione dell’ISEE per i servizi comunali, anche a quelli erogati in convenzione con soggetti privati. Le OOSS, condividendo il percorso verso una gestione associata delle funzioni fondamentali dei 7 Comuni della castellana, hanno richiesto il rilancio delle attività dell’IPA (Intesa Programmatica d’Area), quale luogo di confronto e partecipazione al progetto e all’obiettivo delle aggregazioni comunali. Un progetto secondo le Parti Sociali che porterà vantaggi sociali ed economici a questa area.I firmatari aderiscono al principio del Piano Socio Sanitario Regionale che mira a portare il diritto alla salute dei cittadini fuori dall'ospedale, una strategia condivisibile solo a condizione che tutti i processi di attivazione delle risorse territoriali siano programmati nell'ambito di un coinvolgimento di tutti i portatori di interessi a partire dai Sindaci. A loro compete la gestione del territorio, loro sono gli azionisti della componente sociale, loro devono diventare referenti nei processi di aggregazione dei medici di medicina generale, di localizzazione delle strutture intermedie (ospedale di comunità, unità riabilitative e hospice). Al sindacato compete di alimentare un dialogo tra le parti sul merito delle scelte e sulla definizione delle alternative possibili.
“Visto l’alto numero di persone anziane presenti nell’area – ha detto il Sindaco di Castelfranco Luciano Dussin - è indispensabile verificare costantemente le condizioni di vita degli anziani, puntando a garantire la domiciliarità attraverso la strutturazione di servizi idonei (l’attivazione dei pasti caldi a domicilio, dei trasporti, dell’assistenza infermieristica e il sostegno per il disbrigo delle pratiche burocratiche e amministrative). Nelle logiche del PSSR, tutti i soggetti si debbono impegnare per la qualificazione delle attività ambulatoriali specialistiche e la costituzione delle attività di medicina di base associata/integrata h12 o h24, mantenendo comunque il presidio medico nelle frazioni. L’amministrazione, infatti, ha già previsto 25 posti come Ospedale di Comunità presso la Casa di Riposo di Castelfranco”.Infine, per garantire la legalità e la trasparenza, il Comune s’impegna a non aprire gare al massimo ribasso e a pubblicare in un apposito albo gli appalti. “Grazie alla convenzione con Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate – concludono i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali - l’Amministrazione comunale può interfacciarsi quotidianamente con le forze dell’ordine per condurre una seria lotta all’evasione fiscale. Questo comporterebbe anche di porre freno all’impennata della morosità rispetto all’imposizione fiscale locale.
Lo sforzo e l’interesse verso questa attività, che non solo guarda alla legalità ma anche all’equità sociale, deve intensificarsi anche alla luce del fatto che le risorse recuperate sono destinate al sociale, dunque alla tenuta della coesione delle comunità”.
Ufficio Stampa
Grazie al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della Provincie venete abbiamo
incontrato l'Assessore Regionale agli Enti Locali Roberto Ciambetti.
L'Assessore Ciambetti ha ribadito di non condividere le scelte che il Governo sta
attuando tagliando i trasferimenti alle Province, 1 miliardo annuo per i prossimi tre
anni, e la proposta di mettere in esubero il 50% dei lavoratori.
L'Assessore ci ha informati che a breve avrà un quadro preciso sul personalenale
impiegato, sulle funzioni sino ad oggi svolte, che parteciperà ai lavori
dell'osservatorio nazionale e che nella giornata di giovedì 11 dicembre invierà la
convocazione per il tavolo regionale.
Per scaricare il volantino seguire questo link.
SPI a Ulss e Regione: “Serve un progetto di rilancio condiviso che valorizzi la collaborazione pubblico-privato”.
Arep, Barbiero: “Pensionati pronti alla mobilitazione”.
Paolino Barbiero: “Non si permetta che venga strappata dal territorio una struttura funzionale che risponde ai crescenti bisogni sanitari dei cittadini, in particolare degli anziani.
Le Istituzioni e il fondatore orientino il processo puntando all’integrazione del polo nella rete locale del sistema socio-sanitario e alla qualità attraverso le professionalità, così da creare economia e occupazione”.
“Non vediamo al momento il profilarsi di una soluzione di qualità e una progettualità di rilancio – tuona il segretario dei pensionati della CGIL – chi subentra a una gestione che ha indubbiamente lasciato sul tavolo forti problemi, soprattutto di natura finanziaria, deve necessariamente portare con sé non solo un nuovo investimento ma un vero progetto di rilancio della struttura. Alla luce della funzione che svolge il centro di riabilitazione nel territorio, Regione e Ulss giochino un ruolo di indirizzo e orientamento, siano promotori di una visione d’insieme che, dentro un’ottica di rete anche con la struttura di Motta di Livenza, porti a una valorizzazione della collaborazione pubblico-privato”.
“L’Arep non va svenduta – ha continuato Paolino Barbiero – ripianare le criticità oggi presenti non significa puntare al ribasso, né in termini di servizio né di occupazione, tantomeno di professionalità. Bisogna assicurare continuità all’intuizione e all’ispirazione di Benetton, anche a lui oggi, insieme agli stakeholders del territorio, spetta il compito di identificare la migliore soluzione per preservare il bene fatto in passato e guardare al futuro e al benessere delle nostre comunità.Ufficio Stampa
Oggi 15 dicembre il presidio delle OOSS a Montecitorio contro la perdita di servizi, di posti di lavoro e il dissesto per il
sistema delle autonomie locali che va a configurarsi.
Province, Bernini: “Parlamentari e amministratori Veneti rompano il silenzio”.
La denuncia di FP CGIL: “Macelleria. Si scarica su lavoratori e cittadini le responsabilità altrui”.
“Il risultato della legge di stabilità – afferma il segretario generale FP CGIL di Treviso - conferma che non i politici ma i lavoratori si troveranno senza posto di lavoro, esattamente il contrario di quanto dichiarato a marzo dal presidente del Consiglio, quando affermava di voler dare un segnale chiaro, forte e netto, con 3mila posti in meno per i politici. Tremila persone smettano di vivere di politica e provino l’ebbrezza di trovare un lavoro, diceva Renzi. La mannaia, invece, si abbatte su dipendenti pubblici, fissi e precari, e sui cittadini e imprese che si vedranno sottratti dei servizi erogati, anche lì dove funzionavano in modo virtuoso”.
“I parlamentari del Veneto e della Marca – chiede Bernini - non avallino questa macelleria di lavoro e spingano per affrontare sul serio le questioni che riguardano direttamente il nostro territorio e la tenuta dei servizi. Bisogna evitare – puntualizza Bernini – manovre che scaricano sugli Enti e sulle Amministrazioni locali le responsabilità di scelte sbagliate e avviare, invece, un percorso di riordino concordato, che contempli la possibilità di ricollocare funzioni e posti di lavoro”.“Oggi CGIL CISL UIL effettueranno un presidio di protesta davanti a Montecitorio – ha comunicato Bernini –
chiediamo che anche i parlamentari veneti siano lì con noi, non per fare passerella ma per ascoltarci e cambiare
concretamente una Legge di stabilità. È l’ultima chiamata.
Poi non ci si meravigli se aumenta l’astensione al voto
e cresce il clima di antipolitica – ha concluso Bernini – quando è il silenzio ad accompagnare le iniziative
democratiche di chi vive sulla propria pelle l’incognita del futuro”.
Ufficio Stampa
La Funzione Pubblica CGIL chiede all’Amministrazione di rivedere il provvedimento.
Premi di risultato, Bernini: “Giunta per un modello vecchio e fallimentare”.
Il segretario generale: “Si guarda al passato. Questo non è un metodo progressista ma conservatore. Nonostante il parere negativo espresso da RSU, CGIL, CISL e UIL,
l’Amministrazione comunale di Treviso va avanti per la sua strada e nel merito del provvedimento che lega premio di risultato dei dirigenti e delle posizioni organizzative".
Crediamo che raggiunge gli obiettivi nell’ambito delle 36 ore di lavoro contrattuali si configuri come un merito del lavoratore, più produttivo rispetto al collega che ce ne impiega di più. Con il nuovo sistema si potrebbe determinare una situazione paradossale per la quale il lavoratore che ha raggiunto gli obiettivi entro l’orario contrattuale prenderà meno soldi di quello che è stato meno bravo nel risultato ma si è fatto le 120 ore annue richieste in più dall’Ente.
“Non a caso fin dagli anni ’90 si era eliminato il meccanismo puntando alla qualità dei risultati raggiunti e non al numero di ore lavorate – aggiunge Bernini - il sistema di valutazione sarà anche datato di 10 anni ma quello proposto è una ricetta ancor più vecchia e che non ha nulla che non sia già stato provato e superato”.
Ufficio Stampa
Spett. Direttore, gentile cittadino.
Dal prossimo gennaio 7 operatori dei Centri per l'Impiego della Provincia di Treviso non potranno più continuare a svolgere il proprio lavoro. I loro contratti di collaborazione, infatti,
non saranno rinnovati dall'Amministrazione provinciale a causa dei tagli finanziari imposti all’Ente. Altri 4 subiranno la stessa sorte alla scadenza del loro contratto prevista entro la metà del 2015.
Finora si sono occupati dei colloqui con i disoccupati, delle pre-selezioni per le aziende alla ricerca di personale, del marketing e nel fornire informazioni su incentivi e sgravi presso le imprese. E ancora, del collocamento mirato per lavoratori disabili, dello sportello badanti, del servizio stage, dei percorsi personalizzati e dell’accompagnamento per lavoratori deboli. Infine, dell’assistenza a ex imprenditori nella delicata fase di ripartenza conseguente a un fallimento. Gli uffici, già in sofferenza a causa degli evidenti problemi del mercato occupazionale, che negli ultimi anni hanno raddoppiato il numero di accessi agli sportelli, si troveranno ancor più in difficoltà nell'erogare servizi puntuali ed efficaci.
Quale sarà dunque la destinazione finale dei Servizi Impiego? Proprio per continuare a garantire il funzionamento di servizi così importanti, la normativa lascia intravedere una deroga ai blocchi delle assunzioni. Per questa ragione invitiamo Governo, Regione, politici locali a riflettere su quanto sta accadendo, su quanto contenuto nella Legge di stabilità: dietro ai tagli, dietro ai numeri, ci sono persone vere che perderanno il proprio lavoro, il reddito, la professionalità.RSU
della Provincia di Treviso
Sindacati insieme ai dipendenti della Provincia, lunedì il presidio al Sant Artemio.
Provincia, OOSS: “La Politica della Marca batta un colpo”.
I segretari generali: “Caos normativo sulla ridistribuzione delle funzioni dell’Ente. Posti di lavoro e servizi al capolinea, non è questa la seria riforma della PA che chiediamo da anni.
La Delrio sembra essere carta straccia alla luce dei tagli previsti nella Legge di Stabilità”.
Norme che non prendono in considerazione i protocolli d’intesa a garanzia dei servizi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro, infischiandosene totalmente del destino dei dipendenti pubblici e dei bisogni dei cittadini.
“Se c’è ancora la Politica nella Marca batta un colpo – incalzano i vertici dei Sindacati della Marca – dove sono i politici quelli che erano per l’abolizione della Provincia e anche chi era contro? Nessuno oggi, oltre alle forze sindacali, difende, senza strumentalizzazioni ma entrando nel merito delle questioni aperte, i lavoratori del Sant Artemio”.
“Da tempo i Sindacati chiedono insieme una riforma seria della Pubblica Amministrazione, coraggiosa e fatta di scelte importanti – aggiungono Vendrame, Lorenzon e Viel – che non ha nulla a che vedere con tagli lineari, blocco delle assunzioni e mancato rinnovo dei contratti. Ed è proprio dalla riorganizzazione delle funzioni della Provincia che si poteva avviare un percorso di messa in efficienza del sistema delle autonomie locali, e che guardasse anche all’aggregazione delle funzioni dei Comuni, destinando maggiori risorse, soprattutto umane, laddove gli enti locali sono in sofferenza e hanno la volontà di abbattere i costi di gestione.
Ma anche altri sono i soggetti pubblici che oggi necessitano di aiuto in termine di forza lavoro – hanno sottolineato i segretari generali – e invece si mandano i lavoratori a casa e si lasciano scoperti i servizi sul territorio, si ingrossano le fila dei disoccupati, tra l’altro senza ammortizzatori sociali, e si complica la vita di utenti e cittadini che hanno bisogno di aiuto”.
Ufficio Stampa
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