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Comunicati Stampa

APRILE 2014

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

FEDERALISTI NELL’EUROPA DEI POPOLI, L’AUTONOMIA NASCA DALLA CONSAPEVOLEZZA DEI BISOGNI COMUNI DEI TERRITORI   02_04_2014

Giacomo Vendrame

Pare che ciclicamente il “Popolo Veneto” si desti. Ma sembra quasi che il folklore che riveste questi movimenti, e che ancora abbiamo visto venerdì scorso in piazza dei Signori, nel cuore del capoluogo della Marca trevigiana, insista maggiormente nel ribadire un’unitarietà e identità, fatta unicamente di tradizioni e riti, piuttosto che di consapevolezze, bisogni e visioni comuni.
L’autonomia è una cosa seria, l’indipendenza per questionario, perché questo è stato fatto e non un referendum, è una “baracconata” che ci riporta indietro di vent’anni, alla prima Liga Veneta, alla Padania, alle ampolle ripiene dell’acqua del Po e delle vane speranze dei veneti.
E ancora quel partito romano tenta di riappropriarsi della battaglia che ha così platealmente e indecorosamente perso, spazzando via la fiducia di militanti ed elettori.

Non dell’ennesima strumentalizzazione politica, che poi diventa partitica, ma di un processo serio, costituzionale, riformista, di autonomia di stampo federale c’è, invece, un gran bisogno. Se il nostro Paese, dopo 150 anni di storia, quasi per metà repubblicana, è maturo per trasformarsi in una realtà composita che non guardi indietro, come alla millenaria storia della Serenissima Repubblica, ma che affronti il futuro in Europa, probabilmente la sua classe politica non lo è ancora. Ed è proprio questo il vero freno alle riforme che ci vorrebbero.
Non secessionisti ma federalisti in Europa per realizzare l’Europa dei popoli, questo dobbiamo essere, o meglio diventare, se vogliamo veramente una maggiore autonomia dei territori. Un’autonomia che risponda non solo alla storia e alla cultura, che a volte sfocia più che altro in forme di campanilismo e di “riserva naturale”, ma ai bisogni della popolazione e del territorio stesso.

Questo serve oggi al Veneto, e probabilmente al Nord Est, all’Italia e all’Europa: una grande stagione riformista di stampo federale. Non è più concepibile, infatti, seguire quell’idea sbagliata e forviante di federalismo ideologico e fine a se stesso perché, inoltre, non siamo più, noi veneti, al centro dell’Europa, non siamo forti, non siamo più modello, e del mondo che ci circonda abbiamo più bisogno che mai. E il rischio è rimanere al margine, magari indipendenti, forse senza euro, ma di non contare nulla o meno di nulla.
La misura è colma e gli interventi marginali, quasi sempre inutili, non solo non servono ma rischiano di generare ulteriore malumore tra alcune categorie e fasce della nostra società. La vera riforma federale va allora fatta al più presto, ed è stretto il filo che la lega alla questione fiscale, che deve essere affrontata secondo criteri di equità e di solidarietà per stringere un nuovo patto sociale e fiscale nel segno della coesione e della legalità. Riforma federale, questione fiscale, bisogni comuni dei territori, questa è la reale base per ragionare in termini di autonomia. Autonomia quale maggiore assunzione di responsabilità del popolo e di chi governa.

Giacomo Vendrame, Segretario Generale della Camera del Lavoro CGIL Treviso

NOTA STAMPA  02_04_2014

Trattore rovesciato

Nicola Atalmi: “Cerchiamo di intensificare la campagna informativa e formativa con l’ente bilaterale e di vigilanza”.
Morti in agricoltura, Atalmi: “Si faccia cultura della sicurezza”.
Il Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL provinciale rileva che in agricoltura l’incidenza più alta di infortuni, spesso mortali, nella nostra provincia si trova soprattutto nella categoria dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli part-time età avanzata.

I dati dell’Inail ci dicono che l’incidenza più alta di infortuni, spesso mortali, in agricoltura nella nostra provincia si trova soprattutto nella categoria dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli part-time di età avanzata”. A rilevarlo è Nicola Atalmi, membro della segreteria provinciale CGIL di Treviso e del Dipartimento Salute e Sicurezza. “L’incidente che ha ucciso sui campi a Castello di Godego Giovanni Zordan di 64 anni, travolto dal suo trattore, è solo l’ultima delle morti sul lavoro che insanguinano la nostra agricoltura”.

Si tratta di una tipologia di lavoratori spesso non raggiunti da una adeguata formazione ed informazione circa le necessarie misure e dotazioni di sicurezza – ha spiegato l’esponente della CGIL trevigiana - vi è inoltre il problema delle responsabilità penali che ricadono sui proprietari delle macchine agricole non a norma quando queste vengono utilizzate dai famigliari, prestate o informalmente noleggiate tra vicini”.

Serve un impegno congiunto delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria, che sono riunite nell’Ente Bilaterale Ebat costituito appositamente per promuovere la sicurezza nel comparto agroforestale, per intensificare la campagna formativa rivolta specificatamente ai coltivatori diretti adulti ed anziani costruita con la collaborazione con gli enti di vigilanza preposti. Infatti – ha concluso Nicola Atalmi - dal 2012 si stanno tenendo delle serate, nei comuni che lo richiedono, a cui partecipano come relatori della Provincia e tecnici Spisal e dell’Ebat”.

Ufficio Stampa

NOTA STAMPA  12_04_2014

Trattore rovesciato

Nicola Atalmi: “Lega ipocrita, si cercano ancora di seminare paura e intolleranza”.
Profughi, Atalmi: “Da Manildo decisione responsabile e solidale”.
Il Dipartimento Immigrazione della CGIL provinciale plaude al Sindaco di Treviso.
“La scelta responsabile e solidale del Sindaco Manildo, che si è prontamente organizzato per dare ospitalità a venti profughi, dimostra che davvero il clima in città è cambiato”.

Questo il commento di Nicola Atalmi, membro della segreteria provinciale e a capo del Dipartimento Immigrazione della CGIL di Treviso.
Siamo certi che i trevigiani respingeranno le strumentalizzazioni della Lega che ancora cercano di seminare, al solito, paura e xenofobia.
Sarebbe ipocrita – ha detto Nicola Atalmi - piangere collettivamente sui morti in mare per poi, invece, respingere quelli sopravvissuti a queste tragedie che riescono ad arrivare vivi sulle nostre coste fuggendo da guerre e miseria”.

Rimane intatto però il problema enorme della pressione sulle coste del Nord Africa di una massa di disperati che si affidano a mercanti di uomini senza scrupoli per raggiungere l’Europa attraverso le nostre coste. Questa è una emergenza della quale deve farsi carico tutta l’Europa e che non può essere scaricato sull’Italia che vive già una grave crisi economica ed occupazionale.
L’Europa – ha spiegato l’esponente della CGIL trevigiana - deve intervenire in modo organico sia dando tutela alle vittime di persecuzioni e guerre con una legge comunitaria omogenea sul diritto d’asilo, sia combattendo le migrazioni economiche clandestine attraverso la predisposizione di flussi regolari dai paesi di origine che possano incrociare vere opportunità di lavoro dove vi sia una domanda di manodopera”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  16_04_2014

Unitario Sindacale

Le OOSS di categoria hanno subito chiesto chiarimenti e un incontro col la direzione del Gruppo Orpea Italia.
Sindacati e lavoratori pronti alla mobilitazione Casa Mia di Casier, stipendi in ritardo a causa del mancato pagamento delle prestazioni al Gruppo da parte della Regione Piemonte.
Casarin-Manca-Meneghello: “Inammissibile far pagare ai lavoratori veneti la mala gestione della Sanità piemontese”.
La scorsa settimana, Josè Parrella, rappresentante legale del Gruppo Orpea Italia, che gestisce, attraverso la Cooperativa Essetre, la struttura per anziani "Casa Mia" di Casier, ha comunicato ai dipendenti la decisione di erogare solo metà dello stipendio di marzo e non erogare quello di aprile.

A comunicarlo le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori della Funzione Pubblica di Cgil, FPL Uil e Fisascat Cisl di Treviso, che hanno chiesto un incontro unitario, al fine di risolvere la questione e assicurare il pagamento degli stipendi ai lavoratori da parte di Cooperativa.
“Secondo il Gruppo Orpea, che opera e gestisce varie strutture tra Piemonte e Veneto – hanno riportato i rappresentanti di Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl - la mancata erogazione degli stipendi ai dipendenti di “Casa Mia” è dovuta al ritardo nel pagamento delle prestazioni, circa 6 milioni di euro, da parte della Asl di Novara”.

Non si capisce come sia possibiletuonano Marta Casarin (Cgil) Patrizia Manca (Cisl) e Roberto Meneghello (Uil) – che i lavoratori, che operano un servizio di assistenza 24 ore su 24, non percepiscano per intero il loro stipendio quando oltretutto la Regione Veneto ad oggi ha sempre pagato con puntualità le prestazioni alla struttura, tra le poche della provincia di Treviso occupata per intero da ospiti residenti. Se il saldo degli stipendi di marzo dovrebbe essere erogato in tempi brevi – aggiungono Casarin, Manca e Meneghello – non sussistono sufficienti garanzie per i mesi futuri”.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente alla direzione – hanno concluso le OOSS di categoria - se la situazione non dovesse rientrare in tempi brevi i lavoratori e le lavoratrici sono pronti alla mobilitazione e al conseguente coinvolgimento di tutti gli Enti preposti, Regione Veneto, Ulss 9, Comune di Casier e di Treviso, Comitato dei familiari, al fine di garantire la salvaguardia degli stipendi e del servizio”.

Funzione Pubblica Cgil Treviso Marta Casarin 3477047340 marta.casarin@cgiltreviso.it Fisascat Cisl Belluno Treviso Patrizia Manca 3666620491 patrizia.manca@cisl.it Uil Fpl Belluno Treviso Roberto Meneghello 3461513175 rmeneghello@uilfpltreviso.it

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  16_04_2014

NonStiamoSereni

Da fine aprile anche nella Marca la raccolta firme dello SPI CGIL per cambiare la Legge Fornero.
Pensioni, Barbiero: “Uscite flessibili a partire dai 62 anni”.
Il Segretario generale SPI CGIL: “Se servono risorse Renzi le trovi nella lotta all’evasione fiscale e previdenziale, nei tagli ai costi della politica e ponendo un tetto alle pensioni d’oro.
Pensioni anticipate a 62 anni per tutti,uomini e donne, e uno slittamento ai 67 anni d’età o 43 anni di contribuzione per chi vuole percepire qualcosa in più”.

Questa, per voce di Paolino Barbiero, la proposta della CGIL, appoggiata con forza anche dallo SPI di Treviso, che nei prossimi giorni darà il via, in seno alla campagna unitaria #NonStiamoSereni, ad una raccolta firme, con le cartoline di Spi, Fnp e Uilp, rivolta al Presidente Renzi, relativamente ai temi cari ai pensionati.
Uscite flessibili a partire dai 62 anni di età – dice Barbiero – fino al conseguimento di una pensione maggiore per coloro che decideranno di ritirarsi dal lavoro a 67 anni. Renzi – continua Barbiero – guardi con attenzione alla proposta del Sindacato anche in merito ad un sistema crescente di pensionamento che veda la possibilità di andare in pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, con 40 anni di contribuzione e per coloro che decidano di raggiungere i 43 anni di contribuzione l’erogazione di un reddito pensionistico più elevato.
Per mettere mano alla Legge Fornero e migliorarla, sia per i pensionati che per i giovani lavoratori che potrebbero così trovare più facilmente occupazione, servono circa 10miliardi di euro. Risorse – ha spiegato Barbiero - recuperabili dall’evasione fiscale e previdenziale, dalla lotta alla corruzione, tagliando ulteriormente i costi della politica e ponendo un tetto alle pensioni oltre i 5mila euro netti al mese, le cosiddette pensioni d’oro”.

Rivolgendosi ancora al Governo, il segretario dello Spi Cgil di Treviso ha ribadito il giudizio positivo sulla scelta della nuova 14esima, ovvero la restituzione dei circa mille euro di Irpef all'anno in busta paga, “ma – ha sottolineato amaramente Barbiero - resta il vuoto rispetto ai pensionati.
Abbiamo chiesto di dirci che cosa vogliono fare sulle pensioni, visto che anche oggi sui giornali leggiamo di tagli e di possibili ulteriori interventi. Ci dicono di stare tranquilli – ha concluso Barbiero facendo eco al segretario nazionale Carla Cantone - abbiamo risposto loro che anche a Treviso non stiamo affatto sereni.

E, attraverso le cartoline della campagna unitaria Spi, Fnp e Uilp #NonStiamoSereni, glielo faremo sapere raccogliendo da fine aprile, presso le sedi del Sindacato, le Camere del Lavoro e ai banchetti in tutti i Comuni della Marca, migliaia di cartoline firmate dai pensionati e da tutti i trevigiani che vogliono risposte concrete dal presidente del Consiglio in merito a lavoro, sviluppo, occupazione, tutela del reddito, welfare pubblico e solidale, legge sulla non autosufficienza, sistema pensionistico equo e riduzione delle tasse anche ai pensionati”.

In allegato la locandina della campagna unitaria#NonStiamoSereni

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  18_04_2014

Comunità Senegalese

La CGIL di Treviso al raduno europeo della comunità senegalese domani 19 aprile a Conegliano.
Integrazione e solidarietà, CGIL: “Lavoro bisogno comune”
.
Il segretario generale Giacomo Vendrame: “Oggi più che mai scopriamo che problemi e preoccupazioni degli stranieri e delle loro famiglie sono simili a quelle dei trevigiani. Da quel bisogno comune che è il lavoro nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale. Facilitare l'integrazione, capire usi e costumi diversi ed evitare scontri di convivenza é un obiettivo che va oltre i confini comunali e deve vedere l’impegno sia delle nostre Amministrazioni sia delle forze politiche, economiche e sociali”.

Lo ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, annunciando la partecipazione del Sindacato all’incontro europeo della comunità senegalese, che avrà luogo domani 19 aprile allo Stadio Zoppas Arena di Conegliano Veneto.
“Bisogna sostenere e incoraggiare i processi di confronto e di dialogo con le comunità di migranti che nel nostro territorio vivono e per il quale rappresentano una risorsa – ha detto il segretario generale CGIL di Treviso –.
Nella Marca risiedono oltre centomila cittadini stranieri, circa l’11% della popolazione e pari al 20% del totale regionale.
Quella senegalese è tra le dieci più numerose comunità, conta, infatti, più di 3mila persone per lo più residenti nel coneglianese, area che, dopo il capoluogo, con 35mila presenze registra la più alta percentuale di stranieri residenti”.

“Sebbene più pesanti e maggiori – ha sottolineato Vendrame - le preoccupazioni e le difficoltà che sono costrette ad affrontare le famiglie di migranti in un momento storico come quello attuale non sono poi così distanti da quelle delle famiglie trevigiane. Per questo alla base dei rapporti intercomunitari dobbiamo oggi più che mai respirare un clima di solidarietà e non di ostilità o di diffidenza. Eventi come il raduno europeo dei senegalesi rappresentano l’evolversi della capacità ricettiva della nostra comunità trevigiana nei confronti delle altre 148 diverse nazionalità ed etnie. Le più piccole di appena un centinaio di membri”.
Uomini e donne che vivono quotidianamente con la maggiore delle preoccupazioni, quella relativa al mantenimento del lavoro e dunque del permesso di soggiorno. Per questo – ha aggiunto Vendrame – ci auguriamo che proprio da quello che oggi è il grande bisogno comune, il lavoro, nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale del nostro territorio.”

Possiamo evidenziare – ha concluso Vendrame - che senza il contributo dei cittadini stranieri, in termini di lavoro, di fiscalità e contribuzione, di fruizione del welfare locale, la provincia di Treviso è destinata, in pochi anni, non solo ad un progressivo invecchiamento e una progressiva diminuzione dei propri abitanti, ma ad un’ulteriore impoverimento economico, sociale e culturale”.

Ufficio Stampa

NOTA FLC  19_04_2014

FLC

AGGIORNAMENTO GRADUATORIE AD ESAURIMENTO 2014/2017
CHIARIMENTI
Alle nostre sedi di consulenza giungono talvolta docenti sprovvisti di alcuni indispensabili strumenti atti ad avviare la procedura di aggiornamento della propria posizione in graduatoria.

Al fine di evitare lunghe e infruttuose code si specifica quanto segue:
1. La procedura di aggiornamento va effettuata esclusivamente via web tramite l’accesso all’applicazione “ Istanze online” reperibile presso il sito del MIUR (link n.1);

2. Per poter accedere all’applicazione si deve essere in possesso del nome utente (es. tizio.caio), della password di accesso, oltre che del codice personale, indispensabile quest’ultimo per poter convalidare e inviare la domanda.
Le prime due si possono recuperare utilizzando il recupero credenziali (link n.2).
Il codice personale si può rigenerare solo all’interno di “ Istanze online” cliccando sulla voce “Recupero codice personale” nel menu “ Gestione utenza”.
Si allega ad ogni buon conto la procedura di iscrizione all’applicazione “ Istanze online”per coloro che non abbiano ancora provvisto ad accreditarsi (link n.3)

3. Si ricorda infine che il mancato aggiornamento o la mancata richiesta di permanenza per qualsiasi classe di concorso o indirizzo comporta la cancellazione definitiva dalle GAE; di conseguenza, anche se non si ha punteggio da dichiarare, conviene sempre inviare la domanda, anche se di semplice permanenza!

1. Link istanze online: http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/index.shtml
2. Link per il recupero delle credenziali perdute: http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/recupero_credenziali.shtml
3. Link vademecum iscrizione istanze online: http://www.flcgil.it/files/pdf/20110328/guida-flc-cgil-alla-registrazione-alle-istanze-on-line.pdf

FLC Treviso

COMUNICATO STAMPA SPI  22_04_2014

SPI - Barbiero

L’analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso: rispetto alla vecchia Ici l’Imu 2012 è stata un salasso per i trevigiani: in media ben 408 euro pro capite in più.
Tasi, Barbiero: “1,5‰ l’aliquota standard per tutti i Comuni”.
Il Segretario generale: “Le Amministrazioni facciano scelte lineari e trasparenti.
La Tasi non può essere un nuovo metodo per fare cassa, anzi, sul fronte della fiscalità locale si crei un sistema il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità”.

Se nel 2012 i Comuni della Marca hanno incassato circa lo stesso importo della vecchia ICI applicata nel 2007, i trevigiani, rispetto a cinque anni prima hanno pagato in più allo Stato Centrale circa 400 euro pro capite, complessivamente 123.730.283 euro.
Per i 310.903 trevigiani proprietari di prima casa, e per i 292.861 possessori di altri immobili, infatti, la media IMU 2012 si è attestata sui mille euro, esattamente 1.008. Cifra che, secondo le stime del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI CGIL di Treviso racchiude sia i 189.697.378 euro di IMU trattenuta direttamente dai Comuni della Marca (610 euro pro capite) sia la quota versata allo Stato Centrale (altri 123.730.283 euro, 398 euro pro capite), per un totale complessivo pari a 313.427.662 euro. Ben 126.844.988 euro in più rispetto all’ICI 2007, ovvero un balzello del 68% che ha intaccato il salvadanaio dei contribuenti per 408 euro pro capite.

ICI 2007 - Il gettito ICI 2007, per un totale di 186.582.674 euro, è pari alla somma di 45.855.729 euro derivante dall’imposta sull’abitazione principale e di 140.726.945 euro per le altre tipologie d’immobile. Per la maggior parte dei Comuni il gettito ICI 2007, che conta l’insieme delle abitazioni principali e degli altri immobili, si è attestato a 600 euro pro capite. La fotografia consegnataci dal Centro Studi mette in evidenza notevoli differenze sul territorio provinciale. Cessalto, Cison e Portobuffolè hanno di molto superato la media, rispettivamente con 1.001 euro, 1.067 euro e 1.297 euro di gettito d’imposta comunale sugli immobili. Mentre Casale sul Sile (389 euro pro capite), Maserada (378 euro pro capite) e Zero Branco (386 euro pro capite) hanno contenuto l’imposizione.
Il capoluogo ha fatto pagare agli oltre 30mila proprietari d’immobili 21.080.242 euro per una media pro capite pari a 688 euro.

IMU 2012 - A distanza di cinque anni la situazione è totalmente cambiata. Se Portobuffolè, con ben 2.191 euro di media, resta in vetta al podio, sono i Comuni di Pieve di Soligo (1.300 euro pro capite), Treviso (1.322 euro pro capite), Castelfranco Veneto (1.358 euro pro capite), Monastier (1.543 euro pro capite) che hanno nel 2012 fatto pagare maggiormente l’imposta sugli immobili (IMU). Nella parte bassa della classifica, Arcade (649 euro pro capite), Crocetta del Montello (670 euro pro capite), Fregona (671 euro pro capite) e Sarmede ( 562 euro pro capite) hanno meno pesato sulle tasche dei proprietari.
Complessivamente nel 2012, ovvero l’anno in cui è stata applicata l’imposta anche sulla prima casa di proprietà, il prelievo medio pro capite relativamente all’abitazione principale è stato pari a 192 euro, per complessivi 59.983.463 euro sull’intero territorio. Cifra che va a sommarsi ad altri 129.713.917 euro derivanti dall’applicazione dell’imposta sulle altre tipologie d’immobile (443 euro di media pro capite).

L’ANALISI – Lo studio mette in evidenza la disomogeneità delle scelte delle Amministrazioni Comunali trevigiane: 43 Comuni hanno aumentato il prelievo derivante dall’IMU 2012 rispetto alla vecchia ICI 2007 e esattamente quanti hanno optato per la soluzione opposta, 9 invece non hanno apportato rilevanti modifiche.
I dati, infatti, confermano che complessivamente i Comuni della Marca hanno sostanzialmente incassato pari risorse dall’ICI 2007 (186.582.674 euro) e dall’IMU 2012 (189.697.378 euro), con una media pro capite che passa da 600 a 610 euro per la parte trattenuta dal Comune stesso. I proprietari però rispetto al 2007 hanno pagato 126.844.988 euro in più (408 euro pro capite) confluiti direttamente allo Stato Centrale. Nel 2007 ai Comuni sono arrivati, inoltre, trasferimenti dallo Stato Centrale per 128.145.678 euro. La quota dei trasferimenti negli anni però si è sensibilmente assottigliata passando da quest’ultimo valore relativo al 2007 ai 30.011.561 euro del 2012. Dunque i Comuni della Marca nel 2007 hanno incassato, tra ICI e trasferimenti, un totale pari a 314.728.352 euro e nel 2012, nell’insieme di IMU e trasferimenti, 219.708.940 euro. Pur gravando sul contribuente per 313.427.662 euro in più le Amministrazioni Comunali hanno registrato un mancato introito pari a 95.019.412 euro.

IMU 2013 / 2014 - Per quanto riguarda il 2013, successivamente all’esenzione dall’imposta sull’abitazione principale, i Comuni trevigiani hanno incassato unicamente l’imposta applicata alle altre tipologia di immobile.
La quota relativa alla prima casa, ovvero 59.983.462 euro, è stata coperta da ulteriori trasferimenti dallo Stato Centrale. Per il 2014 il regime Imu rimane in buona sostanza quello già collaudato: esentata l’abitazione principale della famiglia, resta in vigore per le prime case classificate di lusso, oltre che per tutti gli altri immobili. Aliquote base, per queste categorie, dello 4‰ e dello 7,6‰, che i Comuni possono aumentare o abbassare rispettivamente di due o di tre decimi di punto. È a carico del proprietario del fabbricato, che continuerà a pagarla con le consuete modalità ed eventuali detrazioni.

TASICon gli stessi criteri dell’Imu, la Tasi è la tassa sui servizi indivisibili che si applica a tutte le abitazioni, ovviamente anche alle principali. L’aliquota massima applicabile è dello 2,5‰.
Secondo il nuovo decreto i Comuni hanno la possibilità, non l’obbligo, di aumentare le aliquote di uno 0,8‰ rispetto ai diversi tetti stabiliti per l’Imu. Proprio per questa ragione, secondo le stime elaborate, se i Comuni della provincia di Treviso applicassero equamente su tutti gli immobili, abitazioni principali e non, lo 1,5‰, rispetto all’IMU, si otterrebbe l’omogeneità della fiscalità locale sul territorio e un extragettito che dovrà essere utilizzato per coprire le detrazioni a favore delle fasce deboli. Il Centro Studi stima che applicando lo 1,5 ‰, con un gettito TASI complessivo per l’intero territorio provinciale pari a 71.136.517 euro non solo si andrebbe a coprire i 59.983.462 euro di trasferimenti non stanziati per il 2014 ma si avrebbero risorse per possibili esenzioni e agevolazioni per i redditi più bassi. Sulla base di questa proiezione, che vede per i contribuenti un esborso medio al di sotto dell’euro per i proprietari di abitazioni principali e di 1,5 euro per i proprietari di altre tipologie di immobili, solo 15 dei 95 Comuni della Marca incasserebbero meno rispetto alla copertura necessaria. Comuni che si metterebbero alla pari alzando solo di pochi punti percentuali questa soglia.

CONCLUSIONE DI PAOLINO BARBIERO, SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL TREVISO – “Amministrazioni e cittadini nel caos fiscalità locale, per fare chiarezza serve un’aliquota standard (1,5‰) che valga per tutti se non per la maggior parte dei Comuni del nostro territorio.
Aliquota che non gravi ulteriormente sulle tasche dei trevigiani che hanno già sopportato un appesantimento dell’imposizione nel passaggio dall’Ici all’Imu. Per questo i Comuni devono adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell’imposizione sia dell’esenzione e non utilizzare la Tasi per fare cassa. Questa odiosa tassa attraverso un sistema perverso fa entrare dalla finestra la vecchia Ici o Imu sulla prima casa e si configura, se non applicata correttamente come service tax, per certi versi anticostituzionale. Valuteremo quindi la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale. Questa situazione di incertezza e di caos, inoltre, si scarica sugli uffici del Sindacato, soprattutto rispetto ai tempi dei pagamenti. Alla luce dell’attuale situazione che vede la maggior parte dei Comuni della Marca non aver ancora approntando i bilanci preventivi, anche in maniera strumentale all’imminente voto amministrativo, difficilmente i cittadini potranno versare la prima rata Tasi nel mese di giugno prospettando in alternativa un salasso a dicembre gravando sulla tenuta economica delle famiglie trevigiane.

Alle Amministrazioni lo SPI CGIL chiede una calmierazione della fiscalità locale, l’applicazione di un’unica aliquota Tasi su tutti gli immobili, standardizzata all’introito necessario ai bilanci comunali, esentare, come indica la legge, attraverso dichiarazione ISEE, i proprietari che hanno redditi bassi (sotto i 20mila euro) e destinare trasparentemente le risorse in avanzo a ulteriori agevolazioni. Vigileremo, inoltre, che le detrazioni non possono favorire specifiche categorie di contribuenti”.

Ufficio Stampa

INTERVENTO DI GIACOMO VENDRAME SEGRETARIO GENERALE CGIL TREVISO  25_04_2014

Giacomo Vendrame

25 maggio 2014, la resistenza non finì il 25 aprile 1945.

Gentile Direttore,
se crediamo che la resistenza si sia esaurita il 25 aprile del 1945 ci sbagliamo.
La Liberà, la democrazia, i diritti sono aspetti fondamentali delle nostre vite e del nostro essere collettività che vanno conquistati e preservati di giorno in giorno. Per questo lavorare sulla memoria e celebrare con dignità e orgoglio non solo patriottico ma civile quella data è un dovere di ciascun cittadino e ancora di più di un’Organizzazione come il Sindacato che su quei valori e su quell’esperienza di lotta e di tenacia fonda la propria storia, le proprie radici.

Non possiamo, allora, non riflettere e non prendere in considerazione, seriamente e con preoccupazione, ciò che sta avvenendo in Europa, in quell’Europa allora colonizzata dai regimi fascisti e totalitari e che oggi, a distanza di quasi settant’anni, rivede l’allungarsi di terribili ombre dai tratti autoritaristici, xenofobi, estremistici all’interno degli organi democratici.
Siamo in pericolo e non dobbiamo abbassare la guardia. Non possiamo permettere che la crisi economica e lo smarrimento identitario che viviamo sulla nostra pelle porti strati della società ad abbracciare pensieri di questa natura. Questa volta il fronte, lì dove deve cadere l’impegno e lo sforzo di governanti, amministratori e dei corpi sociali, è il Lavoro e la creazione di quel senso civile europeo che negli ultimi anni si è drammaticamente affievolito.

Siamo a meno di un mese da quel diritto e atto di grande responsabilità che è il voto dei cittadini dell’Unione Europea. Siamo chiamati a scegliere chi ci rappresenterà nelle sedi deputate a costruire l’Europa dei popoli, a riprendere e ridare slancio e vita al processo di unione, non solo economica e normativa, ma anche di coesione sociale. Un momento per essere a nostra volta partigiani, per combattere chi ancora nel terzo millennio fomenta odio e divisione, chi pone davanti agli interessi di tutti, delle nostre comunità in divenire, quelli di pochi. Lo spirito d’appartenenza non è qualcosa che mira ad escludere le minoranze, stranieri e profughi, cittadini di altro credo, di emarginare e allontanare, ma che ci pone di fronte alle alterità in modo inclusivo, nell’obiettivo comune di costruire benessere e futuro per tutti. Sotto questa luce dobbiamo avere la capacità di vivere il nostro innegabilmente difficile quotidiano, fatto delle avversità del mondo del lavoro e delle incertezze di questo momento storico, di celebrare il 25 aprile 2014 e, il 25 maggio prossimo, di adempiere a quel fantastico dovere che è il voto.

Giacomo Vendrame, Segretario Generale CGil Treviso

COMUNICATO STAMPA SPI  27_04_2014

SPI - Barbiero

L’analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso rivela l’aliquota standard (1,5‰) alla quale le Amministrazioni venete dovrebbero allinearsi.
Barbiero: “Tasse qui con un Fisco locale omogeneo ed equo”.
Il Segretario generale: “La Tasi va applicata per quello che è: una service tax. Non può essere un nuovo metodo per fare cassa o per privilegiare alcune categorie". Su questo vigileremo e in caso procederemo con ricorsi. Le Amministrazioni dei capoluoghi veneti, attraverso scelte lineari e trasparenti, si facciano capofila nel creare un sistema fiscale il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità”.

Le tasse locali restino al territorio”. Con queste poche parole Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso, dichiara di condividere la proposta e la battaglia dei Sindaci dei capoluoghi veneti per trattenere le risorse derivanti dalla fiscalità locale.
“Si eviterebbero inutili passaggi e dispendiose complicazioni burocratiche che rallentano se non ostacolano l’azione delle Amministrazioni Comunali, che vivono ormai nell’incertezza e nella ristrettezza finanziaria.
Al contempo, si metterebbero in sicurezza i bilanci dei Comuni – spiega Paolino Barbiero. Soprattutto la partita relativa alla nuova imposta sui servizi indivisibili gioca in questo momento un ruolo fondamentale per andare verso all’omogeneità dell’imposizione fiscale sul territorio regionale. Per questo i Comuni capoluogo, utilizzando al meglio la legislazione vigente, si facciano capofila di un processo di riordino e di orientamento proprio della finanza locale, creando all’interno del nostro contenitore territoriale un sistema di vera equità, senza differenze tra Comune e Comune e senza pesare sulle tasche dei contribuenti”.
La posizione del segretario generale SPI di Treviso nasce e viene avvallata da una ricerca commissionata dal Dipartimento Contrattazione Sociale del Sindacato dei Pensionati al Centro Studi della CGIL provinciale. L’analisi, che si articola su tre modelli, prende in esame l’aliquota Tasi applicata alle abitazioni principali e alle altre tipologie di immobili per ciascuno dei sette Comuni capoluogo del Veneto.

LO STUDIO - Il primo modello ipotizza per tutti i tipi di immobile l’applicazione Tasi dell’1,2‰. Già con l’1,2‰ quattro dei sette maggiori Comuni veneti registrerebbero rispetto all’IMU del 2012, ovvero l’ultimo anno in cui è stata applicata l’imposta anche sulla prima casa, un extragettito che va dai 3.410.849 euro di Venezia ai 5.618.278 euro di Verona.
Belluno, Padova e Rovigo, invece, rispettivamente con meno 112.851 euro, meno 4.357.984 euro e meno 1.064.150 euro non pareggerebbero l’introito derivante dall’IMU prima casa 2012.
Alzando di appena un decimo di punto, applicando così l’1,3‰ sulla Tasi (secondo modello), sarebbero cinque i Comuni capoluogo che, al fine di finanziare i servizi indivisibili da erogare nei corrispondenti territori di competenza, incasserebbero più risorse rispetto all’IMU prima casa 2012: Verona (7.499.033 euro), Venezia (5.544.359 euro), Vicenza (1.684.688 euro), Treviso e Belluno con cifre più modeste (559.796 e 102.164 euro). Padova e Rovigo non raggiungerebbero, anche in questo caso, l’introito del 2012 derivante dall’IMU prima casa (rispettivamente -2.011.638 e -754.854 euro).
Il terzo modello, che ipotizza l’applicazione della Tasi all’1,5‰ (già applicato dal Centro Studi della CGIL di Treviso sulla totalità dei Comuni della Marca), rileva che solo l’introito Tasi di Rovigo sarebbe inferiore a quello IMU 2012 (-136.261 euro). Tutti i restanti Comuni capoluogo andrebbero oltre quella soglia: Verona (11.260.543 euro), Venezia (9.811.378 euro), Vicenza (3.224.979 euro), Padova (2.681.055 euro), Treviso (1.607.457 euro) e Belluno (532.195 euro), per un balzello complessivamente pari a 28.981.347 euro.

CONCLUSIONE - “Sebbene alla necessaria copertura finanziaria prevista da decreto, ovvero l’obbligo per i Comuni di far fronte al mancato gettito Imu prima casa utilizzando le altre leve fiscali, basterebbe l’applicazione dell’1,3‰, adottando l’1,5‰ indistintamente su tutti gli immobili, oltre ad avviare sul territorio un sistema più equo e omogeneo di contribuzione rispetto alla partita dei servizi indivisibili, si troverebbero le risorse per aiutare, attraverso esenzioni e agevolazioni, le famiglie in difficoltà.
Le detrazioni in base alla rendita catastale – sottolinea Paolino Barbiero – per le nostre Amministrazioni non rappresentano, in ordine all’equità contributiva, una buona scelta. Si rischia, infatti, di privilegiare solo alcune situazioni e in modo difforme da Comune a Comune. L’unico metro per poter esentare o agevolare i contribuenti – a detta di Barbiero – è attraverso la determinazione dell’ISEE sul reddito percepito dal nucleo famigliare. Solo così si possono evitare situazioni paradossali di famiglie con una casa di grandi dimensioni, magari ereditata, ma che vivono situazioni di sofferenza economica perché in assenza di lavoro, o ancora, di chi possiede un’abitazione modesta ma è titolare di un reddito elevato. Dobbiamo ricordare – precisa Barbiero – che la Tasi è la tassa sui servizi indivisibili erogati dai Comuni, dei quali tutti i cittadini usufruiscono in egual misura”.

Per questo alle Amministrazioni, in particolare proprio ai Comuni capoluogo, lo SPI CGIL chiede di adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell’imposizione sia dell’esenzione.
Non utilizzare la Tasi per fare cassa bensì, attraverso l’applicazione di un’unica aliquota su tutti gli immobili, standardizzata all’introito necessario ai bilanci comunali, operare una calmierazione e un riordino della fiscalità locale, esentare, come indica la legge, attraverso dichiarazione ISEE, i proprietari che hanno redditi bassi (sotto i 20mila euro) e destinare trasparentemente le risorse in avanzo a ulteriori agevolazioni.
In provincia di Treviso – ha concluso Barbiero - vigileremo e se questo non avverrà valuteremo di volta in volta la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale”.
In allegato la tabella con le proiezioni.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  28_04_2014

Credito bancario

Le aspettative del Sindacato: “Serve una visione complessiva, si guardi al territorio dando risposte alle esigenze di imprenditori, risparmiatori e lavoratori”.
Sistema creditizio, Vendrame: “Si apra una fase nuova”.
Il segretario generale della CGIL: “L’azzeramento dei vertici di Veneto Banca porti con sé nuovo slancio all’attività creditizia, soprattutto a quella caratteristica.
Non spaventino le nuove strategie del gruppo montebellunese e dell’intero sistema del credito se queste avranno lo scopo di conservare posizioni chiave, aiutare l’occupazione e stimolare la crescita delle nostre comunità”.
Banche cresciute col territorio e che devono rimanere a servizio del territorio”. Con queste parole Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, commenta il rinnovo dei vertici di Veneto Banca arrivato sabato scorso al termine dell’assemblea dei soci. Coglie così l’occasione per affrontare in termini più generali la questione del credito in Veneto.

Le pressioni esercitate da Banca d’Italia, soprattutto in merito all’ipotesi di fusione dell’Istituto di credito con la Popolare di Vicenza, nascono anche dalla mancanza di una visione complessiva che rafforzi il sistema creditizio a livello territoriale – ha spiegato il segretario generale della CGIL di Treviso -. Confido che il rinnovo degli organi dirigenziali di Veneto Banca porterà con sé nuovo slancio e vigore all’attività, soprattutto quella caratteristica. E che questo aspetto si riverberi all’intero mondo del credito della Marca e del Veneto quale elemento a base del necessario rilancio e dell’utilizzo della finanza “buona” a sostegno del sistema economico, al fine di produrre ricchezza e nel trovare nuovi presupposti per uscire dalla crisi. Le banche che hanno giocato un ruolo fondamentale per la crescita e per lo sviluppo del sistema produttivo – ha aggiunto Giacomo Vendrame – oggi più che mai non possono abdicare alla funzione anche strategica che rivestono”.

Per il Gruppo montebellunese con l’azzeramento del vecchio e la costituzione del nuovo consiglio d’amministrazione si apra allora una fase di riflessione – ha precisato Vendrame – si riparta dalle necessità del territorio che negli ultimi anni si è in parte sentito tradito dal sistema bancario locale sul fronte dell’erogazione del credito. Le piccole attività imprenditoriali e le nostre famiglie sentono, in questo particolare momento storico, l’esigenza forte di essere sostenuti da tutte quelle che sono state storicamente le loro Banche.
Banche – a detta di Vendrame – che hanno elargito credito a fronte di un certo disimpegno degli Istituti a carattere nazionale e che devono continuare a sostenere l’economia locale, non solo nella fase di crescita ma anche oggi che viviamo la crisi economica e occupazionale a tutti i livelli. Serve per questo una visione complessiva su quale tipo di sistema creditizio vogliamo per la nostra provincia, per la nostra regione. Questo vuol dire affrontare anche la questione delle banche popolari così come quella dei crediti cooperativi, profondamente in difficoltà e senza una vera linea operativa per uscire da tale situazione. Fusioni e aggregazioni non devono spaventare – sottolinea Vendrame - la questione di fondo è la strategia da mettere in campo per continuare a conservare soggetti chiave che operino in modo fattivamente utile al territorio stesso.”

L’aspettativa di tutti i soggetti economici è alta – ha concluso Vendrame – se dovranno esserci delle operazioni di riordino, come Sindacato, chiediamo che si ragioni innanzitutto di razionalizzazione della spesa dei vertici, che ci sia la massima salvaguardia del personale e della loro professionalità. Si ritorni a investire veramente sul territorio poiché la crescita non potrà ripartire se le nostre banche non giocheranno il loro fondamentale ruolo di propulsore”.

COMUNICATO STAMPA FISAC  30_04_2014

Fisac Cgil

Veneto Banca, Ongaro: “Salvaguardia dell’occupazione nel territorio”.
Le Banche Popolari e Veneto Banca in particolare hanno sempre operato a sostegno del territorio.
Imprese, piccole e medie, artigiani, imprenditori e famiglie possono continuare a contare sul sostegno di un sistema che ha sopperito in questi ultimi anni al ritiro delle grandi banche nazionali. Ad affermarlo è Luca Ongaro, neoeletto segretario generale della Fisac di Treviso.

Banca d’Italia è un’importante e autorevole istituzione del nostro Paese con il compito di vigilare e indirizzare il mondo del credito e tutelare investitori, clienti e dipendenti, in sintesi la ‘banca’ stessa. Per questo – ha sottolineato Ongaro - riteniamo che il Sindacato non debba intervenire sulle autorevoli valutazioni dell’organo di vigilanza ed entrare nel merito delle voci di fusione con altre banche popolari del Veneto”.

Bisogna rilevare però come, nel passato, la mancanza di progettualità ha visto i centri decisionali della finanza spostarsi fuori dalla nostra regione.
Che fine hanno fatto le nostre casse di risparmio? E chi si ricorda della banca cattolica del veneto? – si domanda provocatoriamente il segretario Fisac di Treviso”.
In qualità di rappresentanti dei lavoratori ci preme sottolineare come in questi anni i dipendenti di Veneto Banca abbiano operato per la crescita dell’Istituto dimostrando grande professionalità. Non possono allora essere penalizzati – ha concluso Ongaro - la difesa dell’occupazione nei territori e della professionalità di chi lavora sarà l’obiettivo primario della Fisac Cgil e ci auguriamo che sia l’obiettivo comune anche di coloro che prendono oggi in gestione il futuro di Veneto Banca e del capitale umano che rappresenta”.

Ufficio Stampa

INTERVENTO DI GIACOMO VENDRAME  30_04_2014

Giacomo Vendrame

Fuori dal sogno, per delle scelte politiche e industriali di rottura che guardino al territorio, all’Europa, al Lavoro.

Gentile Direttore,
Più Lavoro, più Europa, più Solidarietà, questo il titolo della Manifestazione Unitaria del 1° maggio, che quest'anno si svolgerà a Pordenone.
Dietro queste parole ci sta molto di più di quello che può apparire. Lavoro, Europa e Solidarietà rappresentano un’idea di sviluppo che non può mancare alla tavola di un Paese che deve ripartire, di un territorio come il nostro che necessita di rivedere la propria strategia di crescita e di sviluppo, uscendo dagli schemi utilizzati finora, da quel sogno infranto di benessere inesauribile e per tutti.

Concretizzare quelle parole significa realizzare un progetto che permetta di uscire dalla crisi. Una svolta netta e coraggiosa che gli italiani, i veneti in particolare, attendono da tempo sotto il profilo delle riforme istituzionali e delle politiche economiche. Proprio per questa ragione i Sindacati Confederali quest’anno scelgono il nord est per fare la celebrazione della Festa dei Lavoratori. La manifestazione nazionale si terrà infatti nella città friulana, sede dello stabilimento Electrolux, la cui vertenza è diventata simbolo per quanto riguarda il tema della politica industriale.
Un esempio vero delle drammatiche vicissitudini di quello che sta accadendo anche nella Marca trevigiana, dov’è inoltre presente un altro degli stabilimenti Electrolux, quello di Susegana. Territori limitrofi e fratelli che vivono il forte rischio di deindustrializzazione, non solo di un distretto e di un settore importante come quello del legno mobilio, ma dell’intero sistema produttivo. Qui abbiamo più di altri il bisogno di trovare una guida alla politica industriale regionale e di area vasta.
Dobbiamo affrontare senza paura del cambiamento i limiti del nostro sistema industriale e artigianale, mettere in atto una programmazione economica che parta dalle potenzialità e dalle peculiarità ancora fruttuose per avviare la trasformazione necessaria, sostenendo l’occupazione e la valorizzazione della tanta professionalità ancora presenti. Politiche industriali del lavoro che guardino al territorio e anche all’Europa. Per far questo bisogna raccogliere le istanze del mondo del lavoro e traghettare il cambiamento. La programmazione negoziata, che presume il confronto con i corpi intermedi è, infatti, fondamentale per creare il consenso sulle linee strategiche di medio e lungo periodo e tipica di una modalità di intervento di carattere europeo.

Non possiamo dimenticare che politica industriale è anche Solidarietà: mai come ora è necessaria la crescita quale elemento essenziale per aiutare chi ha bisogno, chi ha perso il lavoro, chi non riesce a trovarlo, chi non arriva a fine mese, chi non può progettare il futuro suo e della propria famiglia. Come Sindacato che lavora quotidianamente sul e per il territorio, per i lavoratori, per i trevigiani abbiamo il dovere ineluttabile di contrapporre al “si salvi chi può” l’idea forte e imprescindibile di azione collettiva, propedeutica per il rilancio di uno sviluppo sostenibile e di ampio respiro. Per fare questo c’è bisogno di scelte, scelte vere, scelte politiche.

Non possiamo attendere che le cose vadano meglio, dobbiamo intervenire perché ciò succeda ora, con il coraggio di utilizzare l’intervento pubblico in modo diverso, di rompere l’incantesimo liberista che lo vede sempre erroneo e inefficace. Progresso e cambiamento si praticano impiegando gli strumenti appropriati al momento storico.
Festeggiamo il Lavoro e con fermezza chiediamo che Parlamento, Governo, ma anche Regione Veneto e Friuli con coerenza diano seguito a quanto sancito dalla nostra costituzione “fondata sul lavoro”. Non è concetto “vecchio”, è il valore pratico che da sempre offre risposta ai bisogni dei cittadini e delle famiglie.

Buona Festa del Lavoro!

Giacomo Vendrame, Segretario Generale CGIL di Treviso

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina