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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Pare che ciclicamente il “Popolo Veneto” si desti. Ma sembra quasi che il folklore che riveste questi movimenti, e che ancora abbiamo visto venerdì scorso in piazza dei Signori,
nel cuore del capoluogo della Marca trevigiana, insista maggiormente nel ribadire un’unitarietà e identità, fatta unicamente di tradizioni e riti,
piuttosto che di consapevolezze, bisogni e visioni comuni.
L’autonomia è una cosa seria, l’indipendenza per questionario, perché questo è stato fatto e non un referendum,
è una “baracconata” che ci riporta indietro di vent’anni, alla prima Liga Veneta, alla Padania, alle ampolle ripiene dell’acqua del Po e delle vane speranze dei veneti.
E ancora quel partito romano tenta di riappropriarsi della battaglia che ha così platealmente e indecorosamente perso, spazzando via la fiducia di militanti ed elettori.
Questo serve oggi al Veneto, e probabilmente al Nord Est, all’Italia e all’Europa: una grande stagione riformista di stampo federale. Non è più concepibile, infatti, seguire quell’idea sbagliata e forviante di federalismo ideologico e fine a se stesso perché, inoltre, non siamo più, noi veneti, al centro dell’Europa, non siamo forti, non siamo più modello, e del mondo che ci circonda abbiamo più bisogno che mai. E il rischio è rimanere al margine, magari indipendenti, forse senza euro, ma di non contare nulla o meno di nulla.
La misura è colma e gli interventi marginali, quasi sempre inutili, non solo non servono ma rischiano di generare ulteriore malumore tra alcune categorie e fasce della nostra società. La vera riforma federale va allora fatta al più presto, ed è stretto il filo che la lega alla questione fiscale, che deve essere affrontata secondo criteri di equità e di solidarietà per stringere un nuovo patto sociale e fiscale nel segno della coesione e della legalità.
Riforma federale, questione fiscale, bisogni comuni dei territori, questa è la reale base per ragionare in termini di autonomia. Autonomia quale maggiore assunzione di responsabilità del popolo e di chi governa.
Giacomo Vendrame, Segretario Generale della Camera del Lavoro CGIL Treviso
Nicola Atalmi: “Cerchiamo di intensificare la campagna informativa e formativa con l’ente bilaterale e di vigilanza”.
Morti in agricoltura, Atalmi: “Si faccia cultura della sicurezza”.
Il Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL provinciale rileva che in agricoltura l’incidenza più alta di infortuni, spesso mortali,
nella nostra provincia si trova soprattutto nella categoria dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli part-time età avanzata.
“Si tratta di una tipologia di lavoratori spesso non raggiunti da una adeguata formazione ed informazione circa le necessarie misure e dotazioni di sicurezza – ha spiegato l’esponente della CGIL trevigiana - vi è inoltre il problema delle responsabilità penali che ricadono sui proprietari delle macchine agricole non a norma quando queste vengono utilizzate dai famigliari, prestate o informalmente noleggiate tra vicini”.
“Serve un impegno congiunto delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria, che sono riunite nell’Ente Bilaterale Ebat costituito appositamente per promuovere la sicurezza nel comparto agroforestale, per intensificare la campagna formativa rivolta specificatamente ai coltivatori diretti adulti ed anziani costruita con la collaborazione con gli enti di vigilanza preposti. Infatti – ha concluso Nicola Atalmi - dal 2012 si stanno tenendo delle serate, nei comuni che lo richiedono, a cui partecipano come relatori della Provincia e tecnici Spisal e dell’Ebat”.Ufficio Stampa
Nicola Atalmi: “Lega ipocrita, si cercano ancora di seminare paura e intolleranza”.
Profughi, Atalmi: “Da Manildo decisione responsabile e solidale”.
Il Dipartimento Immigrazione della CGIL provinciale plaude al Sindaco di Treviso.
“La scelta responsabile e solidale del Sindaco Manildo, che si è prontamente organizzato per dare ospitalità a venti profughi, dimostra che davvero il clima in città è cambiato”.
“Rimane intatto però il problema enorme della pressione sulle coste del Nord Africa di una massa di disperati che si affidano a mercanti di uomini senza scrupoli per raggiungere l’Europa attraverso le nostre coste. Questa è una emergenza della quale deve farsi carico tutta l’Europa e che non può essere scaricato sull’Italia che vive già una grave crisi economica ed occupazionale.
L’Europa – ha spiegato l’esponente della CGIL trevigiana - deve intervenire in modo organico sia dando tutela alle vittime di persecuzioni e guerre con una legge comunitaria omogenea sul diritto d’asilo, sia combattendo le migrazioni economiche clandestine attraverso la predisposizione di flussi regolari dai paesi di origine che possano incrociare vere opportunità di lavoro dove vi sia una domanda di manodopera”.
Ufficio Stampa
Le OOSS di categoria hanno subito chiesto chiarimenti e un incontro col la direzione del Gruppo Orpea Italia.
Sindacati e lavoratori pronti alla mobilitazione Casa Mia di Casier, stipendi in ritardo a causa del mancato pagamento delle prestazioni al Gruppo da parte della Regione Piemonte.
Casarin-Manca-Meneghello:
“Inammissibile far pagare ai lavoratori veneti la mala gestione della Sanità piemontese”.
La scorsa settimana, Josè Parrella, rappresentante legale del Gruppo Orpea Italia, che gestisce, attraverso la Cooperativa Essetre, la struttura per anziani "Casa Mia" di Casier, ha comunicato ai dipendenti la decisione di erogare solo metà dello stipendio di marzo e non erogare quello di aprile.
“Non si capisce come sia possibile – tuonano Marta Casarin (Cgil) Patrizia Manca (Cisl) e Roberto Meneghello (Uil) – che i lavoratori, che operano un servizio di assistenza 24 ore su 24, non percepiscano per intero il loro stipendio quando oltretutto la Regione Veneto ad oggi ha sempre pagato con puntualità le prestazioni alla struttura, tra le poche della provincia di Treviso occupata per intero da ospiti residenti. Se il saldo degli stipendi di marzo dovrebbe essere erogato in tempi brevi – aggiungono Casarin, Manca e Meneghello – non sussistono sufficienti garanzie per i mesi futuri”.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente alla direzione – hanno concluso le OOSS di categoria - se la situazione non dovesse rientrare in tempi brevi i lavoratori e le lavoratrici sono pronti alla mobilitazione e al conseguente coinvolgimento di tutti gli Enti preposti, Regione Veneto, Ulss 9, Comune di Casier e di Treviso, Comitato dei familiari, al fine di garantire la salvaguardia degli stipendi e del servizio”.
Funzione Pubblica Cgil Treviso Marta Casarin 3477047340 marta.casarin@cgiltreviso.it | Fisascat Cisl Belluno Treviso Patrizia Manca 3666620491 patrizia.manca@cisl.it | Uil Fpl Belluno Treviso Roberto Meneghello 3461513175 rmeneghello@uilfpltreviso.it |
Ufficio Stampa
Da fine aprile anche nella Marca la raccolta firme dello SPI CGIL per cambiare la Legge Fornero.
Pensioni, Barbiero: “Uscite flessibili a partire dai 62 anni”.
Il Segretario generale SPI CGIL: “Se servono risorse Renzi le trovi nella lotta all’evasione fiscale e previdenziale, nei tagli ai costi della politica e ponendo un tetto alle pensioni d’oro.
Pensioni anticipate a 62 anni per tutti,uomini e donne, e uno slittamento ai 67 anni d’età o 43 anni di contribuzione per chi vuole percepire qualcosa in più”.
Rivolgendosi ancora al Governo, il segretario dello Spi Cgil di Treviso ha ribadito il giudizio positivo sulla scelta della nuova 14esima, ovvero la restituzione dei circa mille euro di Irpef all'anno in busta paga, “ma – ha sottolineato amaramente Barbiero - resta il vuoto rispetto ai pensionati.
Abbiamo chiesto di dirci che cosa vogliono fare sulle pensioni, visto che anche oggi sui giornali leggiamo di tagli e di possibili ulteriori interventi. Ci dicono di stare tranquilli – ha concluso Barbiero facendo eco al segretario nazionale Carla Cantone - abbiamo risposto loro che anche a Treviso non stiamo affatto sereni.
In allegato la locandina della campagna unitaria#NonStiamoSereni
Ufficio Stampa
La CGIL di Treviso al raduno europeo della comunità senegalese domani 19 aprile a Conegliano.
Integrazione e solidarietà, CGIL: “Lavoro bisogno comune”.
Il segretario generale Giacomo Vendrame: “Oggi più che mai scopriamo che problemi e preoccupazioni degli stranieri e delle loro famiglie sono simili a quelle dei trevigiani.
Da quel bisogno comune che è il lavoro nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale.
Facilitare l'integrazione, capire usi e costumi diversi ed evitare scontri di convivenza é un obiettivo che va oltre i confini comunali e deve vedere l’impegno
sia delle nostre Amministrazioni sia delle forze politiche, economiche e sociali”.
“Sebbene più pesanti e maggiori – ha sottolineato Vendrame - le preoccupazioni e le difficoltà che sono costrette ad affrontare le famiglie di migranti in un momento storico come quello attuale non sono poi così distanti da quelle delle famiglie trevigiane. Per questo alla base dei rapporti intercomunitari dobbiamo oggi più che mai respirare un clima di solidarietà e non di ostilità o di diffidenza. Eventi come il raduno europeo dei senegalesi rappresentano l’evolversi della capacità ricettiva della nostra comunità trevigiana nei confronti delle altre 148 diverse nazionalità ed etnie. Le più piccole di appena un centinaio di membri”.
“Uomini e donne che vivono quotidianamente con la maggiore delle preoccupazioni, quella relativa al mantenimento del lavoro e dunque del permesso di soggiorno. Per questo – ha aggiunto Vendrame – ci auguriamo che proprio da quello che oggi è il grande bisogno comune, il lavoro, nasca un forte senso di solidarietà che ci permetta di superare insieme la crisi economica e occupazionale del nostro territorio.”
Ufficio Stampa
AGGIORNAMENTO GRADUATORIE AD ESAURIMENTO 2014/2017
CHIARIMENTI
Alle nostre sedi di consulenza giungono talvolta docenti sprovvisti di alcuni indispensabili strumenti atti ad avviare la procedura di aggiornamento della propria posizione in graduatoria.
1. Link istanze online: http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/index.shtml
2. Link per il recupero delle credenziali perdute: http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/recupero_credenziali.shtml
3. Link vademecum iscrizione istanze online: http://www.flcgil.it/files/pdf/20110328/guida-flc-cgil-alla-registrazione-alle-istanze-on-line.pdf
FLC Treviso
L’analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso: rispetto alla vecchia Ici l’Imu 2012 è stata un salasso per i trevigiani: in media ben 408 euro pro capite in più.
Tasi, Barbiero: “1,5‰ l’aliquota standard per tutti i Comuni”.
Il Segretario generale: “Le Amministrazioni facciano scelte lineari e trasparenti.
La Tasi non può essere un nuovo metodo per fare cassa, anzi, sul fronte della fiscalità locale si crei un sistema il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità”.
ICI 2007 - Il gettito ICI 2007, per un totale di 186.582.674 euro, è pari alla somma di 45.855.729 euro derivante dall’imposta sull’abitazione principale e di 140.726.945 euro per le altre tipologie d’immobile. Per la maggior parte dei Comuni il gettito ICI 2007, che conta l’insieme delle abitazioni principali e degli altri immobili, si è attestato a 600 euro pro capite.
La fotografia consegnataci dal Centro Studi mette in evidenza notevoli differenze sul territorio provinciale. Cessalto, Cison e Portobuffolè hanno di molto superato la media, rispettivamente con 1.001 euro, 1.067 euro e 1.297 euro di gettito d’imposta comunale sugli immobili. Mentre Casale sul Sile (389 euro pro capite), Maserada (378 euro pro capite) e Zero Branco (386 euro pro capite) hanno contenuto l’imposizione.
Il capoluogo ha fatto pagare agli oltre 30mila proprietari d’immobili 21.080.242 euro per una media pro capite pari a 688 euro.
L’ANALISI – Lo studio mette in evidenza la disomogeneità delle scelte delle Amministrazioni Comunali trevigiane: 43 Comuni hanno aumentato il prelievo derivante dall’IMU 2012 rispetto alla vecchia ICI 2007 e esattamente quanti hanno optato per la soluzione opposta, 9 invece non hanno apportato rilevanti modifiche.
I dati, infatti, confermano che complessivamente i Comuni della Marca hanno sostanzialmente incassato pari risorse dall’ICI 2007 (186.582.674 euro) e dall’IMU 2012 (189.697.378 euro), con una media pro capite che passa da 600 a 610 euro per la parte trattenuta dal Comune stesso. I proprietari però rispetto al 2007 hanno pagato 126.844.988 euro in più (408 euro pro capite) confluiti direttamente allo Stato Centrale.
Nel 2007 ai Comuni sono arrivati, inoltre, trasferimenti dallo Stato Centrale per 128.145.678 euro. La quota dei trasferimenti negli anni però si è sensibilmente assottigliata passando da quest’ultimo valore relativo al 2007 ai 30.011.561 euro del 2012. Dunque i Comuni della Marca nel 2007 hanno incassato, tra ICI e trasferimenti, un totale pari a 314.728.352 euro e nel 2012, nell’insieme di IMU e trasferimenti, 219.708.940 euro. Pur gravando sul contribuente per 313.427.662 euro in più le Amministrazioni Comunali hanno registrato un mancato introito pari a 95.019.412 euro.
TASI – Con gli stessi criteri dell’Imu, la Tasi è la tassa sui servizi indivisibili che si applica a tutte le abitazioni, ovviamente anche alle principali. L’aliquota massima applicabile è dello 2,5‰.
Secondo il nuovo decreto i Comuni hanno la possibilità, non l’obbligo, di aumentare le aliquote di uno 0,8‰ rispetto ai diversi tetti stabiliti per l’Imu. Proprio per questa ragione, secondo le stime elaborate, se i Comuni della provincia di Treviso applicassero equamente su tutti gli immobili, abitazioni principali e non, lo 1,5‰, rispetto all’IMU, si otterrebbe l’omogeneità della fiscalità locale sul territorio e un extragettito che dovrà essere utilizzato per coprire le detrazioni a favore delle fasce deboli. Il Centro Studi stima che applicando lo 1,5 ‰, con un gettito TASI complessivo per l’intero territorio provinciale pari a 71.136.517 euro non solo si andrebbe a coprire i 59.983.462 euro di trasferimenti non stanziati per il 2014 ma si avrebbero risorse per possibili esenzioni e agevolazioni per i redditi più bassi. Sulla base di questa proiezione, che vede per i contribuenti un esborso medio al di sotto dell’euro per i proprietari di abitazioni principali e di 1,5 euro per i proprietari di altre tipologie di immobili, solo 15 dei 95 Comuni della Marca incasserebbero meno rispetto alla copertura necessaria. Comuni che si metterebbero alla pari alzando solo di pochi punti percentuali questa soglia.
CONCLUSIONE DI PAOLINO BARBIERO, SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL TREVISO – “Amministrazioni e cittadini nel caos fiscalità locale, per fare chiarezza serve un’aliquota standard (1,5‰) che valga per tutti se non per la maggior parte dei Comuni del nostro territorio.
Aliquota che non gravi ulteriormente sulle tasche dei trevigiani che hanno già sopportato un appesantimento dell’imposizione nel passaggio dall’Ici all’Imu. Per questo i Comuni devono adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell’imposizione sia dell’esenzione e non utilizzare la Tasi per fare cassa. Questa odiosa tassa attraverso un sistema perverso fa entrare dalla finestra la vecchia Ici o Imu sulla prima casa e si configura, se non applicata correttamente come service tax, per certi versi anticostituzionale. Valuteremo quindi la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.
Questa situazione di incertezza e di caos, inoltre, si scarica sugli uffici del Sindacato, soprattutto rispetto ai tempi dei pagamenti. Alla luce dell’attuale situazione che vede la maggior parte dei Comuni della Marca non aver ancora approntando i bilanci preventivi, anche in maniera strumentale all’imminente voto amministrativo, difficilmente i cittadini potranno versare la prima rata Tasi nel mese di giugno prospettando in alternativa un salasso a dicembre gravando sulla tenuta economica delle famiglie trevigiane.
25 maggio 2014, la resistenza non finì il 25 aprile 1945.
Gentile Direttore,Non possiamo, allora, non riflettere e non prendere in considerazione, seriamente e con preoccupazione, ciò che sta avvenendo in Europa, in quell’Europa allora colonizzata dai regimi fascisti e totalitari e che oggi, a distanza di quasi settant’anni, rivede l’allungarsi di terribili ombre dai tratti autoritaristici, xenofobi, estremistici all’interno degli organi democratici.
Siamo in pericolo e non dobbiamo abbassare la guardia. Non possiamo permettere che la crisi economica e lo smarrimento identitario che viviamo sulla nostra pelle porti strati della
società ad abbracciare pensieri di questa natura. Questa volta il fronte, lì dove deve cadere l’impegno e lo sforzo di governanti, amministratori e dei corpi sociali, è il Lavoro e la creazione di quel senso civile europeo che negli ultimi anni si è drammaticamente affievolito.
Giacomo Vendrame, Segretario Generale CGil Treviso
L’analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso rivela l’aliquota standard (1,5‰) alla quale le Amministrazioni venete dovrebbero allinearsi.
Barbiero: “Tasse qui con un Fisco locale omogeneo ed equo”.
Il Segretario generale: “La Tasi va applicata per quello che è: una service tax. Non può essere un nuovo metodo per fare cassa o per privilegiare alcune categorie".
Su questo vigileremo e in caso procederemo con ricorsi. Le Amministrazioni dei capoluoghi veneti, attraverso scelte lineari e trasparenti, si facciano capofila nel creare un sistema fiscale il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità”.
LO STUDIO - Il primo modello ipotizza per tutti i tipi di immobile l’applicazione Tasi dell’1,2‰. Già con l’1,2‰ quattro dei sette maggiori Comuni veneti registrerebbero rispetto all’IMU del 2012, ovvero l’ultimo anno in cui è stata applicata l’imposta anche sulla prima casa, un extragettito che va dai 3.410.849 euro di Venezia ai 5.618.278 euro di Verona.
Belluno, Padova e Rovigo, invece, rispettivamente con meno 112.851 euro, meno 4.357.984 euro e meno 1.064.150 euro non pareggerebbero l’introito derivante dall’IMU prima casa 2012.
Alzando di appena un decimo di punto, applicando così l’1,3‰ sulla Tasi (secondo modello), sarebbero cinque i Comuni capoluogo che, al fine di finanziare i servizi indivisibili da erogare nei corrispondenti territori di competenza, incasserebbero più risorse rispetto all’IMU prima casa 2012: Verona (7.499.033 euro), Venezia (5.544.359 euro), Vicenza (1.684.688 euro), Treviso e Belluno con cifre più modeste (559.796 e 102.164 euro). Padova e Rovigo non raggiungerebbero, anche in questo caso, l’introito del 2012 derivante dall’IMU prima casa (rispettivamente -2.011.638 e -754.854 euro).
Il terzo modello, che ipotizza l’applicazione della Tasi all’1,5‰ (già applicato dal Centro Studi della CGIL di Treviso sulla totalità dei Comuni della Marca), rileva che solo l’introito Tasi di Rovigo sarebbe inferiore a quello IMU 2012 (-136.261 euro). Tutti i restanti Comuni capoluogo andrebbero oltre quella soglia: Verona (11.260.543 euro), Venezia (9.811.378 euro), Vicenza (3.224.979 euro), Padova (2.681.055 euro), Treviso (1.607.457 euro) e Belluno (532.195 euro), per un balzello complessivamente pari a 28.981.347 euro.
“Per questo alle Amministrazioni, in particolare proprio ai Comuni capoluogo, lo SPI CGIL chiede di adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell’imposizione sia dell’esenzione.
Non utilizzare la Tasi per fare cassa bensì, attraverso l’applicazione di un’unica aliquota su tutti gli immobili, standardizzata all’introito necessario ai bilanci comunali, operare una calmierazione e un riordino della fiscalità locale, esentare, come indica la legge, attraverso dichiarazione ISEE, i proprietari che hanno redditi bassi (sotto i 20mila euro) e destinare trasparentemente le risorse in avanzo a ulteriori agevolazioni.
In provincia di Treviso – ha concluso Barbiero - vigileremo e se questo non avverrà valuteremo di volta in volta la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale”.
In allegato la tabella con le proiezioni.
Ufficio Stampa
Le aspettative del Sindacato: “Serve una visione complessiva, si guardi al territorio dando risposte alle esigenze di imprenditori, risparmiatori e lavoratori”.
Sistema creditizio, Vendrame: “Si apra una fase nuova”.
Il segretario generale della CGIL: “L’azzeramento dei vertici di Veneto Banca porti con sé nuovo slancio all’attività creditizia, soprattutto a quella caratteristica.
Non spaventino le nuove strategie del gruppo montebellunese e dell’intero sistema del credito se queste avranno lo scopo di conservare posizioni chiave, aiutare l’occupazione e stimolare la crescita delle nostre comunità”.
“Banche cresciute col territorio e che devono rimanere a servizio del territorio”. Con queste parole Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, commenta il rinnovo dei vertici di Veneto Banca arrivato sabato scorso al termine dell’assemblea dei soci. Coglie così l’occasione per affrontare in termini più generali la questione del credito in Veneto.
“Le pressioni esercitate da Banca d’Italia, soprattutto in merito all’ipotesi di fusione dell’Istituto di credito con la Popolare di Vicenza, nascono anche dalla mancanza di una visione complessiva che rafforzi il sistema creditizio a livello territoriale – ha spiegato il segretario generale della CGIL di Treviso -. Confido che il rinnovo degli organi dirigenziali di Veneto Banca porterà con sé nuovo slancio e vigore all’attività, soprattutto quella caratteristica. E che questo aspetto si riverberi all’intero mondo del credito della Marca e del Veneto quale elemento a base del necessario rilancio e dell’utilizzo della finanza “buona” a sostegno del sistema economico, al fine di produrre ricchezza e nel trovare nuovi presupposti per uscire dalla crisi. Le banche che hanno giocato un ruolo fondamentale per la crescita e per lo sviluppo del sistema produttivo – ha aggiunto Giacomo Vendrame – oggi più che mai non possono abdicare alla funzione anche strategica che rivestono”.
“Per il Gruppo montebellunese con l’azzeramento del vecchio e la costituzione del nuovo consiglio d’amministrazione si apra allora una fase di riflessione – ha precisato Vendrame – si riparta dalle necessità del territorio che negli ultimi anni si è in parte sentito tradito dal sistema bancario locale sul fronte dell’erogazione del credito. Le piccole attività imprenditoriali e le nostre famiglie sentono, in questo particolare momento storico, l’esigenza forte di essere sostenuti da tutte quelle che sono state storicamente le loro Banche.“L’aspettativa di tutti i soggetti economici è alta – ha concluso Vendrame – se dovranno esserci delle operazioni di riordino, come Sindacato, chiediamo che si ragioni innanzitutto di razionalizzazione della spesa dei vertici, che ci sia la massima salvaguardia del personale e della loro professionalità. Si ritorni a investire veramente sul territorio poiché la crescita non potrà ripartire se le nostre banche non giocheranno il loro fondamentale ruolo di propulsore”.
Veneto Banca, Ongaro: “Salvaguardia dell’occupazione nel territorio”.
Le Banche Popolari e Veneto Banca in particolare hanno sempre operato a sostegno del territorio.
Imprese, piccole e medie, artigiani, imprenditori e famiglie possono continuare a contare sul sostegno di un sistema che ha sopperito in
questi ultimi anni al ritiro delle grandi banche nazionali. Ad affermarlo è Luca Ongaro, neoeletto segretario generale della Fisac di Treviso.
“Bisogna rilevare però come, nel passato, la mancanza di progettualità ha visto i centri decisionali della finanza spostarsi fuori dalla nostra regione.
Che fine hanno fatto le nostre casse di risparmio? E chi si ricorda della banca cattolica del veneto? – si domanda provocatoriamente il segretario Fisac di Treviso”.
“In qualità di rappresentanti dei lavoratori ci preme sottolineare come in questi anni i dipendenti di Veneto Banca abbiano operato per la crescita dell’Istituto dimostrando grande professionalità. Non possono allora essere penalizzati – ha concluso Ongaro - la difesa dell’occupazione nei territori e della professionalità di chi lavora sarà l’obiettivo primario della Fisac Cgil e ci auguriamo che sia l’obiettivo comune anche di coloro che prendono oggi in gestione il futuro di Veneto Banca e del capitale umano che rappresenta”.
Ufficio Stampa
Fuori dal sogno, per delle scelte politiche e industriali di rottura che guardino al territorio, all’Europa, al Lavoro.
Gentile Direttore,Concretizzare quelle parole significa realizzare un progetto che permetta di uscire dalla crisi. Una svolta netta e coraggiosa che gli italiani, i veneti in particolare, attendono da tempo sotto il profilo delle riforme istituzionali e delle politiche economiche. Proprio per questa ragione i Sindacati Confederali quest’anno scelgono il nord est per fare la celebrazione della Festa dei Lavoratori. La manifestazione nazionale si terrà infatti nella città friulana, sede dello stabilimento Electrolux, la cui vertenza è diventata simbolo per quanto riguarda il tema della politica industriale.
Un esempio vero delle drammatiche vicissitudini di quello che sta accadendo anche nella Marca trevigiana, dov’è inoltre presente un altro degli stabilimenti Electrolux, quello di Susegana. Territori limitrofi e fratelli che vivono il forte rischio di deindustrializzazione, non solo di un distretto e di un settore importante come quello del legno mobilio, ma dell’intero sistema produttivo. Qui abbiamo più di altri il bisogno di trovare una guida alla politica industriale regionale e di area vasta.
Dobbiamo affrontare senza paura del cambiamento i limiti del nostro sistema industriale e artigianale, mettere in atto una programmazione economica che parta dalle potenzialità e dalle peculiarità ancora fruttuose per avviare la trasformazione necessaria, sostenendo l’occupazione e la valorizzazione della tanta professionalità ancora presenti. Politiche industriali del lavoro che guardino al territorio e anche all’Europa. Per far questo bisogna raccogliere le istanze del mondo del lavoro e traghettare il cambiamento. La programmazione negoziata, che presume il confronto con i corpi intermedi è, infatti, fondamentale per creare il consenso sulle linee strategiche di medio e lungo periodo e tipica di una modalità di intervento di carattere europeo.
Non possiamo dimenticare che politica industriale è anche Solidarietà: mai come ora è necessaria la crescita quale elemento essenziale per aiutare chi ha bisogno, chi ha perso il lavoro, chi non riesce a trovarlo, chi non arriva a fine mese, chi non può progettare il futuro suo e della propria famiglia. Come Sindacato che lavora quotidianamente sul e per il territorio, per i lavoratori, per i trevigiani abbiamo il dovere ineluttabile di contrapporre al “si salvi chi può” l’idea forte e imprescindibile di azione collettiva, propedeutica per il rilancio di uno sviluppo sostenibile e di ampio respiro. Per fare questo c’è bisogno di scelte, scelte vere, scelte politiche.
Non possiamo attendere che le cose vadano meglio, dobbiamo intervenire perché ciò succeda ora, con il coraggio di utilizzare l’intervento pubblico in modo diverso, di rompere l’incantesimo liberista che lo vede sempre erroneo e inefficace. Progresso e cambiamento si praticano impiegando gli strumenti appropriati al momento storico.Buona Festa del Lavoro!
Giacomo Vendrame, Segretario Generale CGIL di Treviso
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |