ARCHIVIO

Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.

Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:

Collegamento esterno

Comunicati Stampa

GIUGNO 2014

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA  02_06_2014

Giacomo Vendrame

Analisi del Centro Studi della Cgil di Treviso sullo scenario occupazionale trevigiano.
Occupazione, Vendrame: “Debolissimi segnali di ripresa”.

Il segretario generale: “Sebbene nel primo quadrimestre 2014 qualche settore risenta meno dell’emorragia di posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registriamo complessivamente un incremento di ben 336 licenziamenti oltre ai 919 del 2013”.

Altri 1.255 posti di lavoro persi da inizio anno, contrazione del manifatturiero, saldo natalità/mortalità negativo per le aziende.
Sono alcuni degli elementi che emergono dallo studio sul paesaggio lavoro ed economia delle relazioni nel territorio provinciale realizzato dal Centro Studi della Cgil di Treviso. La ricerca prende in esame come aree di riferimento i diversi mandamenti del trevigiano e ne analizza l'andamento in questi anni di crisi economica. I servizi alle imprese e alle persone, e il terziario, più concentrati nel capoluogo e nel coneglianese, hanno perso nei primi quattro mesi nel 2014 40 addetti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (191 contro 151), assorbendo una percentuale maggiore sul totale complessivo dei lavoratori coinvolti nella mobilità (legge 223/91): 20,8% a differenza del 12% del 2013.
Relativamente agli insediamenti produttivi concentrati nella zona di Montebelluna e Oderzo, il manifatturiero e le costruzioni scendono mediamente del 15,9% (367 posti di lavoro in meno oltre il dato del 2013 pari a 458 lavoratori interessati, 230 solo nel tessile-abbigliamento, 207 nelle costruzioni e 348 nel comparto legno, dei quali 155 solo nell’opitergino).

Per quanto riguarda il paesaggio del lavoro i numeri mostrano che è proprio questa l’area della provincia più colpita nel primo quadrimestre dell’anno: sono 272 i posti di lavoro persi, il 431% rispetto al periodo preso in esame nel 2013. Sempre nel medesimo periodo, sono stati registrati alcuni segnali d'inversione di tendenza nell’area del vittoriese che vede meno lavoratori coinvolti nella mobilità: 67 contro gli 82 del 2013. Le variazioni del primo quadrimestre vedono la Marca con un saldo di natalità/mortalità negativo per oltre 1.500 aziende, soprattutto nel settore del manifatturiero e nel comparto edile.
Il metalmeccanico, legato alla grande industria, è il settore che tendenzialmente, rispetto al 2013, ha perso lo stesso numero di posti di lavoro da gennaio a fine aprile (223 lo scorso anno e 216 nel 2014). La differenza si fa sentire analizzando la distribuzione dei posti persi sul territorio. Se l’emorragia nel quadrimestre considerato per entrambi gli anni tocca in particolare il capoluogo e il coneglianese, nel 2014 anche l’area di Montebelluna ha risentito di una drastica crescita delle fuoriuscite dal mercato del lavoro, passando da 5 a 54 licenziamenti per fallimenti o cessata attività. Va meglio per il settore dell'agroalimentare che, invece, riduce le perdite dalle 31 del primo quadrimestre 2013 alle 10 dell’anno in corso.

Tracciando sinteticamente un profilo dei lavoratori interessati alla 223/91 lo studio rileva che sono per il 61,5% operai, soprattutto compresi nella fascia d’età che va dai 41 ai 50 anni, in particolare uomini (64%). Dei 1.255 nuovi disoccupati si contano 197 stranieri.

Sebbene lo studio evidenzi in termini di uscite una preoccupante quanto prevedibile crescita del numero dei licenziamenti dalla grande impresa – commenta Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil di Treviso – relativamente al mercato del lavoro, rileviamo un certo dinamismo in entrata.
Di fronte ai dati di uscita, infatti, registriamo, ma solo a conclusione del primo semestre riusciremo ad avere un quadro reale del fenomeno, qualche debole segnale di controtendenza, soprattutto dovuto ad un incremento delle assunzioni, in particolare a tempo determinato, e, solo per alcuni settori, un rallentamento delle cessazioni”.
“Per questo – conclude Vendrame – è fondamentale oggi definire politiche industriali ed economiche di vasta area, il Triveneto, e di concentrarsi sui settori trainanti, quali propulsori di un cambiamento non solo di trend ma di sistema produttivo.
Torniamo allora ad investire nel nostro sistema produttivo territoriale ed arriverà la vera e positiva svolta sul mercato del lavoro”.

Ufficio Stampa

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI TREVISO  03_06_2014

Giacomo Vendrame

La Terza Repubblica Italiana fondata sul Lavoro.
Gentile direttore,
nella data che celebra la scelta civile e democratica della forma repubblicana del nostro governo e ordinamento vorrei fare alcune riflessioni in merito al coraggio e al valore del cambiamento.
In questa fase storica il cambiamento lo stiamo vivendo, che lo vogliamo o no, nell’economia, nella politica, la nostra società italiana e veneta sta mutando pelle con una tal velocità che difficilmente riusciamo a comprendere pienamente e in profondità quel che ci accadde.

Quello che nel nostro piccolo, nella nostra provincia e regione dovremmo fare, almeno per quanto ci riguarda e su questi fronti (economia, politica e società) è non subire il cambiamento ma governarlo e orientarlo, grazie a decisioni consapevoli, responsabili e che guardino al futuro di questo nostro territorio.
Ora da qui, con una sferzata di fiducia e passione, parta un processo di rinnovamento che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, economici, associativi, e che getti i presupposti reali e tangibili per quella che immagino e vorrei definire una terza Repubblica Italiana fondata sul lavoro.
Non avevano visto sbagliato i padri costituenti nell’identificare alla base dell’ordinamento, della società e della crescita di una nazione il Lavoro. Oggi, su questo versante stiamo toccando il punto più basso, e non solo perché manca occupazione, la nostra economia è una fase di stagnazione, il nostro sistema produttivo, in particolare quello del nord est così per come l’abbiamo finora conosciuto è strutturalmente in crisi e va ripensato, ma anche perché tutto l’impianta la normativa contrattualistica risente di errori, di carenze, di iniquità e andrebbe al più presto rivista alla luce del valore fondativo e di tutela del Lavoro.

Non possiamo aspettare che le risposte piovano dall’alto, il nostro territorio, da sempre foriero e portatore di innovazione, di sperimentazione, sia ancora capace di risollevarsi e di farsi avanguardia. Non abbiamo paura di sperimentare, né sul fronte economico-finanziario né su quello istituzionale politico, stanno dentro la legge cogliamo le possibilità che ci vengono offerte e allarghiamo quanto più possibile i confini d’azione e gli ambiti normativi. Il piccolo è una visione morta, proprio per edificare la terza Repubblica, dobbiamo partire costruendo insieme il grande Veneto, fuori dalle logiche separatiste, andando oltre all’immobilismo campanilista che attanaglia i nostri Comuni. Dobbiamo smetterla di guardare al nostro ombelico e alzare lo sguardo. Ai nostri imprenditori, ai nostri politici, ai nostri uomini delle Istituzioni chiedo di alzare lo sguardo e di fare la storia come l’hanno fatta nel ‘46 gli italiani che hanno optato per la forma repubblicana, come l’hanno fatta nel ’48 coloro che hanno scritto la nostra Carta Costituzionale.

Questo è il verso, questa ancora una volta la strada maestra, quella del progresso sociale e dello sviluppo, quella stessa strada, che come allora, conduce all’Europa dei popoli. In particolare, dopo questa tornata elettorale è mio auspicio che nella Marca trevigiana si affrontino tali questioni e che si riprenda a parlare la stessa lingua per quanto riguarda fisco, politiche sociali ed economiche, governance locale e accorpamento amministrativo, soprattutto alla luce delle crescenti difficoltà dei nostri Comuni e dell’imminente venir meno dell’ente provinciale.

Giacomo Vendrame

COMUNICATO STAMPA  03_06_2014

Funzione Pubblica

FP CGIL: per alcuni settori del pubblico impiego sono interessati al bonus fiscale anche oltre il 90% dei lavoratori della Marca. Bonus 80euro, Bernini: “Stipendi pubblici sotto i 26mila euro lordi annui”.
Il segretario generale: “Progressivo slittamento verso la soglia di povertà, specialmente quando per questi lavoratori è l’unico reddito del nucleo familiare. Si avvii al più presto una seria riforma della PA e si proceda col rinnovo e l’unificazione dei contratti della filiera pubblica, oggi divergenti sia sul versante economico che normativo”.

La FP CGIL di Treviso ha operato in questo mese alcune rilevazioni a campione sugli Enti della Pubblica Amministrazione (Enti Locali, Sanità Pubblica, Case di riposo, Enti dello Stato) del territorio provinciale per avere un ritorno che provasse a quantificare i numeri del personale coinvolto al bonus previsto dal D.L. Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, pari a 80 euro (pienamente erogato fino ai 24.000 euro lordi) e modulato fino ai 26mila euro. Le sorprese non sono poche considerando le campagne sul lavoro pubblico di questi anni e l’effetto che le stesse hanno avuto sull’opinione pubblica”. Ha detto Ivan Bernini, segretario generale Funzione Pubblica CGIL di Treviso.

Il bonus si rivolge, così come indicato nel decreto, ad una platea considerata di reddito medio–basso – ha spiegato il segretario generale FP CGIL di Treviso – e gli effetti della manovra sono già misurabili nelle buste paga che i lavoratori pubblici hanno ricevuto a maggio. Nel sistema delle autonomie locali è interessata al provvedimento, ai vari livelli della modulazione prevista, una percentuale di lavoratori compresa tra il 70% e l’85% del totale occupati. Nelle case di riposo sono coinvolti mediamente tra il 93 e 98% dei lavoratori. Anche negli Enti dello Stato abbiamo percentuali molto alte ma, ad oggi, difficilmente riscontrabili per i meccanismi centralizzati delle paghe. Mentre nella Sanità pubblica la media s’abbassa tra il 45 e il 60%. Spesso poi – continua Ivan Bernini - abbiamo riscontrato che il discrimine tra chi percepisce il bonus e chi non ne ha diritto è dato dal superamento della soglia di reddito per effetto di orario straordinario o, come nella sanità, per effetto della pronta disponibilità (che altro non è che orario straordinario altrimenti detto). Inoltre, è realisticamente ipotizzabile un coinvolgimento di ampi settori del resto della filiera pubblica (cooperazione sociale, terzo settore), addirittura oltre il 95%”.

I dati – aggiunge Bernini - ci dimostrano chiaramente che le retribuzioni della gran parte dei lavoratori pubblici stanno dentro ad una soglia definita medio–bassa e pertanto considerata nel riconoscimento del bonus fiscale. Lavoratori questi che progressivamente, senza interventi di adeguamento economico, stanno scivolando verso livelli di povertà relativa che rischia, se considerato l’innegabile restringimento di servizi pubblici alla persona (nell’ambito socio, sanitario e assistenziale), di diventare assoluta, specie quando, se a far fronte esclusivamente con mezzi propri ai bisogni fondamentali, sono gli unici percettori di reddito del nucleo familiare”.

Queste prime stime ci portano inevitabilmente a fare alcune considerazioni che provino, se non altro, a sfatare alcuni luoghi comuni relativamente al fatto che il livello della spesa pubblica si sarebbe ridotto con una riduzione dell’occupazione e con il blocco dei salari. Sebbene dal 2010 con il blocco dei rinnovi contrattuali si siano arrestate le assunzioni – spiega secco Bernini - il livello della spesa pubblica è comunque aumentato. Per queste ragioni – conclude Bernini – oltre all’avvio di una seria riforma delle Pubbliche Amministrazioni, riteniamo fondamentale che si riaprano quanto prima percorsi non più evitabili, che considerino con attenzione non solo la partita del rinnovo del CCNL, ma anche la necessaria unificazione dei contratti che fanno capo alla filiera pubblica, oggi dei più differenziati e con evidenti difformità di trattamento economico e normativo rispetto a lavoratori che ricoprono le stesse mansioni”.

Ufficio Stampa

NOTA STAMPA  04_06_2014

Giacomo Vendrame

Appello del Sindacato perché si mettano i contribuenti nella situazione di far fronte al proprio dovere.
Tasi, Vendrame: “Il Governo riveda la norma”
.
Il segretario generale: “Comuni e contribuenti in fermento. Si rivedano i termini di scadenza o si preveda a livello nazionale un regime transitorio senza sanzioni per eventuali ritardi di pagamento. Il Governo dia un segno di concretezza e snodando la matassa Tasi avvii la semplificazione fiscale”.

Ci vuole un cambiamento normativo a livello nazionale che sospenda le sanzioni amministrative per i ritardi nei pagamenti della Tasi, così da mettere i cittadini nelle condizioni idonee ad esercitare il proprio dovere di contribuente”. Lo ha detto oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, che si associa alla richiesta avanzata dal Comune capoluogo della Marca al Governo centrale.
I tempi ristretti, la grande confusione normativa, la mancanza di procedure adatte e testate per adempiere al pagamento e la poca informazione chiara e operativa fatta nei confronti dei cittadini, chiamano ad un atto di responsabilità il Governo e di conseguenza i Comuni nel prevedere per decreto una fase transitoria che contempli la necessità, nel caso in cui non optasse per posticipare il termine a luglio, di non applicare le sanzioni amministrative per eventuali ritardi nel pagamento fino a fine anno – ha ribadito Giacomo Vendrame -. Sia chiaro, non è una forma di indulgenza rispetto a chi non paga, tutt’altro, è prendere atto di un problema di gestione che sta così pesantemente gravando sui Comuni e un modo per agevolare l’esercizio del dovere fiscale da parte dei cittadini, così come previsto anche dall’articolo 3 dello Statuto del Contribuente”.

In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell'adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti. Legge 27.07.2000 n°212, G.U. 31.07.2000, art.3 comma2
La Tasi, così com’è stata concepita, ha generato una serie infinita di difficoltà, per le Amministrazioni Locali, per l’apparato comunale e per i cittadini – ha continuato Vendrame –. Serve allungare i tempi perché si operino scelte ponderate, perché i Comuni si attrezzino e perché i contribuenti abbiano tutte le informazioni necessarie. Basta caos, dobbiamo iniziare a gestire la questione fiscale nella sua totalità e complessità. Per questo – aggiunge Vendrame – il Governo dia un segnale di concretezza nei confronti di cittadini e inizia snodando la matassa Tasi a guardare ad una seria riforma della fiscalità”.

“I trevigiani, infatti, già in difficoltà per la situazione di crisi, si trovano oggi di fronte a continue complicazioni, senza essere messi nelle condizioni di capire e di agire.
Se vogliamo la semplificazione fiscale - conclude provocatoriamente Vendrame - bene, andiamo in quella direzione. I nostri Caaf servono a questo: a semplificare la vita dei cittadini-contribuenti”.

Ufficio Stampa

NOTA STAMPA  05_06_2014

Funzione Pubblica

FP CGIL sul piede di guerra, manifesteremo contro i patti non rispettati di Codess.
Retribuzioni al ribasso per i lavoratori della Cooperativa Codess Mogliano Veneto
.
Ivan Bernini: “Appena insediata la nuova Amministrazione comunale la interpelleremo per risolvere questa grave situazione di sopruso nei riguardi degli operatori all’infanzia”.

Abbiamo segnalato più volte alla Direzione della Cooperativa Codess errori e anomalie presenti nelle buste paga delle lavoratrici, sia in riferimento all’accordo sottoscritto nel marzo 2013 che alle ordinarie applicazioni normative e contrattuali su ferie, malattia e straordinari. L’ultima busta pagaavrebbe dovuto apportare le giuste correzioni e rilevare così l’impegno assunto da Codess a risolvere le questioni. Cosa che non è avvenuta e le lavoratrici continuano ad essere retribuite con valori inferiori rispetto a quanto previsto.

Lo ha detto oggi Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL di Treviso.
“Con il passaggio d’appalto dei servizi all’infanzia dalla Mogliano Servizi Srl (concessionario il Comune di Mogliano) alla Cooperativa Codess Sociale si definivano anche le modalità di trasferimento del personale, le condizioni occupazionali, quelle retributive ed applicative del contratto di riferimento – ha spiegato il segretario generale della categoria dei lavoratori della funzione pubblica della Cgil provinciale – termini non rispettati nelle successive buste paga delle lavoratrici assunte dalla Cooperativa. Responsabilmente come FP CGIL abbiamo provato a trovare una soluzione consensuale per ovviare ad eventuali azioni legali – ha ribadito Ivan Bernini - soluzione, insistiamo, che Codess, che pure aveva riconosciuto oggetto di corretta interpretazione sindacale e convenendo sulle ragioni da noi poste, si era resa disponibile a ricercare”.

Alla luce dell’inerzia e dell’indifferenza di Codess nei confronti di lavoratrici e loro rappresentanti sindacali – ha reso noto Bernini - nelle prossime settimane avvieremo una serie di iniziative di mobilitazione che coinvolgeranno necessariamente anche la neo insediata Amministrazione comunale di Mogliano che rimane il soggetto titolare del servizio e che non può disinteressarsi globalmente a quello che avviene”.

La critica che rivolgiamo ai concessionari pubblici, in questo caso il Comune di Mogliano, è che troppo spesso appaltano servizi disimpegnandosi successivamente a controlli e verifiche. La rilevanza assunta dal prezzo, anziché dalla qualità e dal progetto tecnico, sta determinando situazioni di preoccupazione relativamente all’erogazione stessa del servizio e alle condizioni lavorative e retributive di coloro che operativamente lo offre. A pagare per queste scelteal ribasso – ha concluso Bernini - e, direi foriere di cinismo e miopia amministrativa, sono i lavoratori sui quali si scaricano tali contraddizioni”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  05_06_2014

Paolino Barbiero

Tasi - inquilini Ater in allarme, coinvolte oltre 4mila famiglie in provincia.
SPI-SUNIA: “Il Comune di Treviso fissi subito un incontro
”.
I segretari generali, Barbiero-Gava: “La Tasi, similmente all’Imu, sugli alloggi popolari non è dovuta”.
Anche tra le famiglie residenti nelle case popolari, oltre 4mila in tutti la provincia, e di questi immobili ben 1.200 dell’Ater del capoluogo e altre 800 di proprietà del Comune di Treviso, le preoccupazione per il pagamento della Tasi sono prepotentemente emerse e hanno coinvolto gli sportelli Sunia e Spi Cgil della Marca.

Alla luce della normativa vigente e dell’aliquota applicata dal Comune di Treviso nulla sarà dovuto da Ater e dagli inquilini per la Tasi, ma è necessario, anche per tranquillizzare le quasi 2mila famiglie coinvolte, fare subito chiarezza. Per questo l’Amministrazione comunale fissi entro le prossime 48 ore un incontro con Ater e le Parti Sociali”.
Lo hanno detto Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, e Alessandra Gava, segretario generale del SUNIA CGIL di Treviso.

Gli immobili Ater sono assimilabili alle prime case – spiega Alessandra Gava – e questo è suffragato dal fatto che l’Ente stesso ha vinto il ricorso relativamente al pagamento dell’Imu e che la Legge 80/2014 ha recentemente esonerato questa tipologia di residenze proprio dall’imposta municipale sulla proprietà. Nello specifico del caso di Treviso in seguito all’applicazione dell’aliquota all’1,6 per mille e della detrazione, pari a 200 euro, quasi la totalità degli alloggi, che per il 95% hanno una rendita catastale inferiore ai 790 euro, nulla è dovuto né da Ater né dagli inquilini”.
Dobbiamo rassicurare le famiglie trevigianeaggiunge Paolino Barbiero – per questo il Comune di Treviso fissi urgentemente, entro le prossime 48 ore, un incontro con i vertici Ater e le Organizzazioni Sindacali per affrontare la questione e dipanare la matasse, ed evitare, inoltre, contenziosi che coinvolgerebbero Enti e cittadini in una inutile guerra fra poveri e spreco di risorse pubbliche”.

Affrontiamo subito il nodo nel capoluogo, che da solo raggruppa metà degli immobili di residenza popolare della Marca – continua la Gava – e successivamente procederemo ad interessarci di tute le altre situazioni in provincia”. “In altri Comuni, soprattutto in quelli che hanno applicato un’aliquota superiore, tipo il 2,5 per mille – conclude Barbiero - si potrebbero, infatti, verificare problemi maggiori.
Troviamo, inoltre, inutile che alcune partite economiche rimbalzino da un’Amministrazione pubblica all’altra trascinando con se sprechi di gestione che potrebbero essere evitati per investire, in questo caso, sulla manutenzione degli edifici e sulla costruzione di nuovi alloggi popolari”.

Ufficio Stampa

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI TREVISO 09_06_2014

Giacomo Vendrame

Edifichiamo con mattoni di cristallo la Sanità Veneta.

Gentile Direttore,
le inchieste che le magistrature stanno svolgendo in questi anni e che hanno portato agli arresti numerosi protagonisti del mondo politico, amministrativo, imprenditoriale, finanche a soggetti appartenenti alle Istituzioni che garantiscono la giustizia nel Paese, svelano inquietanti scenari di illegalità e corruzione diffusa, e per certi versi tollerata, che opera in tutti i settori economici e produttivi del nostro territorio.

Le inchieste sull’EXPO di Milano, sul MOSE di Venezia, rappresentano forse la punta di un iceberg di un sistema perverso di realizzare le opere pubbliche o a rilevanza pubblica in Veneto e più in generale nel Nord.
Dalla pedemontana Veneta, al passante di Mestre, alle bonifiche dell’area di Marghera o al giro di affari che ruota attorno al campo della sanità, sia per quanto attiene all’edilizia ospedaliera che per quanto riguarda acquisti di servizi e forniture, nulla potenzialmente è immune dall’avidità e dalla delinquenza, anche da quella organizzata.

Non può più essere solo la voce di chi rappresenta i lavoratori sfruttati da questi meccanismi clientelistici e malavitosi, come nei casi eclatanti della logistica e del facchinaggio, a denunciare questa aberrante situazione.
Ci sia, prima di sprofondare ancora più in basso, uno scatto di reni. Tutti gli attori istituzionali, a tutti i livelli, si assumano la responsabilità di migliorare le normative sugli appalti, di ripristinare il reato di falso in bilancio, di varare una seria legge anticorruzione che preveda controlli e inasprisca le pene. Il malaffare e la corruzione sono problemi complessi con i quali facciamo i conti da lungo tempo, e deve essere chiaro a tutti che anche nuove buone regole non saranno sufficienti se non abbiamo la volontà e la caparbietà di affrontare la questione sotto il profilo culturale, di tirare una linea col passato ed edificare le nostra economia, la politica, il governo del territorio con mattoni di cristallo. Per fare questo serve un impegno di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali, sindacato compreso.

La corruzione ha un impatto importante sulla spesa pubblica, un fenomeno che altera la percezione dell’utilità della spesa pubblica stessa, dissuade gli investimenti nel nostro Paese, demolisce la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, indebolendo ulteriormente democrazia e coesione sociale, mette a rischio il lavoro già fortemente compromesso, esclude il mondo sano delle imprese e della cooperazione.
La cultura della legalità, la responsabilità che sta in capo a ogni singolo cittadino, deve maturare nell’insieme della società. Diversamente non sarà possibile trasformare un sistema che si regge su una tolleranza diffusa o su un generico sentimento di indignazione che dura lo spazio di un momento.

L’ex Direttore alla Sanità veneta risulta tra gli indagati e proprio perché il 75% del bilancio regionale è composto da spese che riguardano la sanità, e che gli appetiti attorno a tale giro di affari non mancano, come CGIL riteniamo importante che la Regione Veneto operi una messa in piena trasparenza sui progetti che si sono fatti in questi anni nel campo dell’edilizia sanitaria pubblica e nella lunga filiera del settore sanitario, anche sul nostro territorio. Non vogliamo diffondere la cultura del sospetto, anzi vogliamo proprio evitarla, dando trasparenza all’agire pubblico di soggetti istituzionali e privati.

Giacomo Vendrame

INVITO STAMPA  10_06_2014

Stetoscopio

CONVEGNO
Dove si nasconde la Salute?
La dimensione territoriale della Sanità.
Mercoledì 11 giugno 2014
alle ore 14:30
Cinema Turroni – Via Garibaldi, 43 Oderzo

Il diritto alla salute, base di eguaglianza tra i cittadini, è uno dei cardini del patto sociale e democratico di un Paese.

Le domande di benessere e salute si fanno più pressanti e differenziate, basti pensare all’invecchiamento della popolazione, e mettono alla prova il sistema pubblico della sanità e le reti di assistenza familiari e territoriali. È necessario ripensare gli assetti istituzionali e migliorare l’integrazione tra le strutture, pubbliche e private, e le reti sociali vicine ai cittadini.
È recente l’approvazione del nuovo Piano socio-sanitario della Regione Veneto (PSSR), che attende applicazione coerente nei diversi territori.
Mercoledì 11 giugno alle ore 14:30, al Cinema Garibaldi di Oderzo, la CGIL della zona dell’opitergino (Oderzo, Motta e Ponte di Piave), organizzando, in collaborazione con l’IRES Veneto, il Convegno "Dove si nasconde la Salute? La dimensione territoriale della sanità", chiama al confronto i protagonisti e i responsabili dei vari servizi.
Sono invitati a partecipare - oltre ai delegati sindacali e agli attivisti delle leghe dei pensionati - i Sindaci del comprensorio, i Medici di base, i responsabili delle Case di riposo (CSA), le associazioni, Auser, Fnp Cisl, Uil Pensionati e singoli cittadini.

Programma:
Saluto
Ugo Costantini segretario Cgil zona Motta-Oderzo
Introduce
Ivan Bernini segretario Funzione Pubblica Treviso
Intervengono
Annalisa Visentin, Giorgio Bazzerla ULSS 9
Paolo Speranzon, Romano Astolfo Conferenza dei Sindaci
Brunello Gorini rappresentante Medici di base
dirigente Casa di riposo/RAOderzo
Comunicazione
Camilla Costa IRES Veneto
Conclude
Giacomo Vendrame segretario generale Cgil Treviso.

COMUNICATO STAMPA SPI  16_06_2014

Paolino Barbiero

Diritto sospeso d’ufficio per oltre 4mila trevigiani, per ripristinarlo serve l’autocertificazione. Esenzione sanitaria, SPI: “Colpite anche quelle permanenti”.
Paolino Barbiero: “I titolari dei certificato di esenzione che hanno ricevuto le lettere delle ULSS, per non perdere il diritto, si rechino quanto prima presso gli uffici competenti”.
L’ULSS tira dritto, anche coloro che erano in possesso dell’esenzione permanente al ticket sanitario devono certificare che il loro reddito familiare sia inferiore ai 36.151,98 euro annui.

Solo recandosi al Distretto di appartenenza verrà rilasciata loro una nuova certificazione valida fino al 31 marzo 2015”. Lo ha detto Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL Treviso, che, dopo la denuncia lanciata dal Sindacato dei Pensionati a fine maggio, informa gli oltre 4mila trevigiani interessati a rivolgersi quanto prima agli uffici dell’ULSS per compilare l’autocertificazione e non perdere il diritto precedentemente riconosciuto.

Le tre ULSS della provincia hanno revocato, a far data dal 1° giugno, il certificato di esenzione per condizione economica – ha spiegato il segretario generale SPI CGIL di Treviso – come già denunciato sono oltre 4mila i trevigiani che a causa di questa strumentale operazione, al solo scopo di contenere la spesa sanitaria, rischiano di vedersi revocare d’ufficio un diritto acquisito permanentemente. Per la stralarga maggioranza sono anziani ultrasessantacinquenni il cui reddito lordo del nucleo familiare, inferiore alla soglia stabilita per l’esenzione, non è minimamente cambiato da un anno a questa parte, in quanto il pensionato è titolare unicamente del reddito da pensione. Le lettere delle ULSS stanno arrivando – ha continuato Paolino Barbiero - e per ripristinare il diritto sospeso i titolari dei certificati 7R2 per reddito, 7R4 beneficiario di assegno sociale, 7R5 con pensione al minimo e 7RQ esente dal super ticket, devono dunque accertare nuovamente la ragione economica alla base dell’esenzione”.

Questa è una forma di burocrazia nemica – tuona Barbiero – cancellare un diritto d’ufficio non è sicuramente il modo giusto per portare avanti una seria battaglia contro gli evasori. I soggetti deputati a controllare non dovrebbero utilizzare tali stratagemmi, che pesano e s’abbattono sulla fascia debole della nostra società, ma piuttosto condurre verifiche puntuali allo scopo di scovare i furbetti della sanità. Il diritto all’esenzione sanitaria per gli anziani, per i disoccupati va garantito e tutelato – ha concluso Barbiero - non è tollerabile che per pochi debbano pagare tutti. Invitiamo tutti coloro che ritengono di dover mantenere e preservare il diritto all’esenzione di recarsi pressi gli uffici dell’ULSS competente o di inviare alla propria ULSS l’autocertificazione dei redditi, così come indicato nella lettera stessa”.

Ufficio Stampa

NOTA STAMPA SPI-SUNIA  20_06_2014

Casa

Appello della Cgil all’Amministrazione di Castelfranco: è una fascia di cittadini da tutelare, il Comune si faccia carico di una parte dei debiti.
Arretrati, gli inquilini AEEP danno mandato al Sindacato.
SPI e SUNIA di Treviso scrivono all’Ente e al Comune per sospendere le procedure di recupero fin quando non si trovi una soluzione condivisa.
Barbiero- Gava: “Non si pretendano più di cinque anni”.

Errori di calcolo degli affitti che risalgono fino al 2002 hanno generato arretrati anche per 8mila euro a inquilino. Questa è la situazione emersa per 303 residenti nelle case AEEP di Castelfranco Veneto e che ha interessato lo SPI e il SUNIA CGIL di Treviso nel tutelare i diritti degli affittuari.

“Dopo un primo incontro con la direzione AEEP, l’azienda di edilizia e popolare di Castelfranco, che ad oggi si è dimostrata disponibile, almeno a parole, nel trovare la migliore soluzione possibile, ieri il Sindacato Pensionati e il SUNIA hanno condotto un’assemblea alla quale erano presenti oltre 200 inquilini”.
Hanno riferito Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL, e Alessandra Gava, segretaria generale SUNIA CGIL, impegnati sulla vicenda. “Gli affittuari coinvolti nelle procedure di recupero avviate da AEEP hanno dato pieno mandato alla CGIL per avviare un dialogo con l’azienda e con il Comune di Castelfranco al fine di trovare una soluzione equa e risolvere la difficile, per alcuni drammatica, questione generata da un errore di elaborazione nel calcolo del canone mensile”.

Il massimo che l’AEEP può pretendere nei confronti degli affittuari che in undici anni hanno alloggiato nelle residenze popolari – hanno detto Barbiero e Gava – deve essere circoscritto agli ultimi cinque anni, come normale prescrizione dei termini. Chiederemo l’intervento del Comune di Castelfranco perché sostenga gli inquilini nel ripiano del debito, con un contributo pari ad almeno la metà degli importi.
Debito – sottolineano i segretari generali SPI e SUNIA – non contratto per morosità ma un errore di AEEP. Vogliamo poi verificare se sussista una copertura assicurativa in capo all’Ente che attenui la perdita”.

“I costi burocratici, le pratiche di recupero, tenuto presente che diversi inquilini sono deceduti e ci si rivarrebbe nei confronti degli eredi, e le azioni legali che potrebbero sorgere a carico di AEEP – evidenziano i rappresentanti sindacali – produrrebbero un danno forse maggiore rispetto al debito accumulato. Dobbiamo cercare una soluzione condivisa che contempli tutti questi aspetti. Per questo, rappresentando gli inquilini, invieremo subito all’Ente e al Comune una lettera perché vengano sospesi i termini fin quando non si trovi la quadra”.

Questi inquilini – ricordano Gava e Barbiero – sono per la maggior parte anziani pensionati e persone con problemi fisici, titolari di redditi bassi che si aggirano intorno ai 10mila euro l’anno. Dobbiamo fare di tutto, e questo è l’appello che lanciamo anche all’Amministrazione comunale, perché quello che ora è un incubo per questi cittadini, già da proteggere a causa di altri fattori, si risolva positivamente e senza drammi”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO FLC  24_06_2014

FLC

Per il personale precario inserito nelle graduatorie ad esaurimento ( provinciali).
E' stato emanato il decreto che consente le operazioni annuali di scioglimento delle riserve, inserimento nelle graduatorie provinciali del titolo di sostegno e inserimento dei titoli alla riserva dei posti per i soggetti ex lege 68/99.
Tutti i titoli devono essere posseduti entro e non oltre il termine di scadenza delle domande che è stato fissato per il 18 luglio.

COMUNICATO STAMPA  24_06_2014

Giacomo Vendrame

Allarme CGIL: dal 1° luglio 2014 scade la copertura della Cassa integrazione in deroga.
Il segretario generale: “Anche nella Marca i nodi della crisi vengono al pettine. Rischiamo una fuoriuscita di massa dal mondo del lavoro e fra qualche mese ci potremmo trovare a dover dare risposte ai lavoratori licenziati e alle loro famiglie senza più reddito”.
Cigd, Vendrame: “Mina occupazionale da 5mila lavoratori”.
Giacomo Vendrame: “In particolare per il mondo dell’artigianato servono nuove e imminenti soluzioni: mini cassa integrazione ordinaria per le piccole imprese e utilizzo dei contratti di solidarietà”.

La drammaticità della situazione occupazionale in Veneto e nella Marca non consente in questa fase una riduzione delle risorse per la Cigd: sono oltre 5mila i lavoratori trevigiani in cassa integrazione in deroga che da ottobre 2014 potrebbero restare senza lavoro e senza reddito”. Lo ha denunciato oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil di Treviso, allarmato per la situazione che si sta configurando in provincia relativamente allo scadere della copertura sociale.
Le mine seminate dalla crisi del nostro sistema produttivo s’innescheranno presto – afferma il segretario generale CGIL - prima fra tutte è pronta ad esplodere, dal 1°luglio, la bomba occupazionale che coinvolge i circa 5mila lavoratori in cassa integrazione in deroga, che da lì a pochi mesi si potrebbero ritrovare senza ammortizzatore sociale e con il forte rischio di rimanere per lungo tempo senza impiego.
Una fuoriuscita di massa dal mondo del lavoro devastante per la nostra economia territoriale – sottolinea Giacomo Vendrame - le migliaia di famiglie che oggi si ritrovano a dover affrontare i ritardi dell’erogazione della Cigd, ultimo percepito quello di gennaio, e per alcuni addirittura novembre-dicembre 2013, domani non avranno più un reddito sul quale contare per vivere”.

Rispetto ai periodi di tenuta occupazione non è possibile nel corso di una congiuntura economica come quella che il nostro territorio sta passando abbassare le tutele e le coperture finanziarie per mantenerle. Stiamo aspettando le decisioni del Governo e confidiamo che non si procede sulla strada del massacro – continua Vendrame – le soluzioni a cambiare questa insostenibile e controproducente situazione relativamente agli ammortizzatori in deroga, finanziati dalla fiscalità generale e che sono, dopo 6 anni di crisi duratura e strutturale, difficilmente considerabili ancora come “una deroga”, ci sono. Per intraprenderle dobbiamo però avere il tempo necessario ad avviare il cambiamento normativo e operativo non lasciando scoperti i lavoratori: in altre parole dobbiamo avere copertura fino a fine anno”.

Due le proposte possibili – ha concluso Vendrame - trasformiamo la Cig in deroga in una “mini” cassa integrazione ordinaria per le piccole imprese finanziata dalle stesse aziende, come già funziona per la altre casse integrazioni.
E, soprattutto rispetto al mondo dell’artigianato, si apra una riflessione ponderata e responsabile relativamente al possibile utilizzo dei contratti di solidarietà per gestire le fase di difficoltà a garantendo l’occupazione”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  24_06_2014

Giacomo Vendrame

Allarme CGIL: dal 1° luglio 2014 scade la copertura della Cassa integrazione in deroga.
Il segretario generale: “Anche nella Marca i nodi della crisi vengono al pettine. Rischiamo una fuoriuscita di massa dal mondo del lavoro e fra qualche mese ci potremmo trovare a dover dare risposte ai lavoratori licenziati e alle loro famiglie senza più reddito”.
Cigd, Vendrame: “Mina occupazionale da 5mila lavoratori”.
Giacomo Vendrame: “In particolare per il mondo dell’artigianato servono nuove e imminenti soluzioni: mini cassa integrazione ordinaria per le piccole imprese e utilizzo dei contratti di solidarietà”.

La drammaticità della situazione occupazionale in Veneto e nella Marca non consente in questa fase una riduzione delle risorse per la Cigd: sono oltre 5mila i lavoratori trevigiani in cassa integrazione in deroga che da ottobre 2014 potrebbero restare senza lavoro e senza reddito”. Lo ha denunciato oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil di Treviso, allarmato per la situazione che si sta configurando in provincia relativamente allo scadere della copertura sociale.
Le mine seminate dalla crisi del nostro sistema produttivo s’innescheranno presto – afferma il segretario generale CGIL - prima fra tutte è pronta ad esplodere, dal 1°luglio, la bomba occupazionale che coinvolge i circa 5mila lavoratori in cassa integrazione in deroga, che da lì a pochi mesi si potrebbero ritrovare senza ammortizzatore sociale e con il forte rischio di rimanere per lungo tempo senza impiego.
Una fuoriuscita di massa dal mondo del lavoro devastante per la nostra economia territoriale – sottolinea Giacomo Vendrame - le migliaia di famiglie che oggi si ritrovano a dover affrontare i ritardi dell’erogazione della Cigd, ultimo percepito quello di gennaio, e per alcuni addirittura novembre-dicembre 2013, domani non avranno più un reddito sul quale contare per vivere”.

Rispetto ai periodi di tenuta occupazione non è possibile nel corso di una congiuntura economica come quella che il nostro territorio sta passando abbassare le tutele e le coperture finanziarie per mantenerle. Stiamo aspettando le decisioni del Governo e confidiamo che non si procede sulla strada del massacro – continua Vendrame – le soluzioni a cambiare questa insostenibile e controproducente situazione relativamente agli ammortizzatori in deroga, finanziati dalla fiscalità generale e che sono, dopo 6 anni di crisi duratura e strutturale, difficilmente considerabili ancora come “una deroga”, ci sono. Per intraprenderle dobbiamo però avere il tempo necessario ad avviare il cambiamento normativo e operativo non lasciando scoperti i lavoratori: in altre parole dobbiamo avere copertura fino a fine anno”.

Due le proposte possibili – ha concluso Vendrame - trasformiamo la Cig in deroga in una “mini” cassa integrazione ordinaria per le piccole imprese finanziata dalle stesse aziende, come già funziona per la altre casse integrazioni.
E, soprattutto rispetto al mondo dell’artigianato, si apra una riflessione ponderata e responsabile relativamente al possibile utilizzo dei contratti di solidarietà per gestire le fase di difficoltà a garantendo l’occupazione”.

Ufficio Stampa

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI TREVISO
26_06_2014

PaTreVE

A sostegno della realizzazione dell’area metropolitana:
PaTreVe, un progetto politico per tutto il Veneto
.

Gentile Direttore,
ragionare sul futuro dell’area metropolitana e di tutto il nord est significa non riflettere solo in termini di governance territoriale ma anche di sviluppo infrastrutturale, di strategie del sistema produttivo, della stessa capacità attrattiva e competitiva della macroarea, di società. È un progetto si politico ma che va oltre la politica degli schieramenti e delle competizioni elettorali, e che non deve battere questa o quella bandiera.

Dobbiamo avere la capacità e il coraggio di affrontare la sfida al cambiamento che il momento storico ci impone. Non possiamo più stare inermi a guardare i devastanti effetti della crisi, sia a livello produttivo e occupazionale, sia di carattere più generale, come il blocco dell’azione amministrativa territoriale, la progressiva carenza di servizi di qualità e l’inasprirsi della fiscalità locale. Se non ci trasformiamo rischiamo fortemente di non riprenderci più. Questa che abbiamo il dovere di giocare è una partita che non ha colore politico e non può più risolversi in vecchie logiche di potere o di partito. Il progetto PaTreVe non è monopolio di nessuno. Al dibattito tutte le forze, istituzionali, politiche, economiche, produttive e aggiungo sociali, devono partecipare. I contributi, anche diversi tra loro, portino a una sentesi ragionata e a un intervento condiviso nel gettare le basi di una nuova visione territoriale.

Amministratori comunali e regionali, i politici tutti, non possono abdicare a questa responsabilità e non possono farsi imprigionare nel campanilismo o nel timore di perdere centralità o autonomia.
Il sistema veneto va rivisto nel suo complesso: dall’aggregazione dei piccoli Comuni alle politiche di area vasta, dagli interventi a sostegno del reddito alla fiscalità locale, dalle strategie aziendali di rete e di settore a quelle industriali per l’intero nord est. Solo una nuova filiera istituzionale legata a un nuovo modello di sviluppo ci permetterà di risalire la china. Lavorare e investire su questo progetto territoriale ci darebbe modo di innescare un ciclo economico di crescita, realizzare un sistema produttivo più forte, creare nuovi posti di lavoro e una società che guarda al progresso, europea, in grado di ragionare in grande per agire nel piccolo.

Giacomo vendrame

COMUNICATO FLC  26_06_2014

FLC

E' stata pubblicata la nota ministeriale di avvio delle procedure di scelta delle scuole da parte del personale docente inserito nelle graduatorie sia provinciali che d'istituto per il triennio 2014/2017.
Si potrà compilare il modello B solo ed esclusivamente su Istanze online a partire dalle ore 9 del 4 luglio fino alle ore 14.00 del 4 agosto.
Si ricorda inoltre che, per il personale che ha consegnato i modelli cartacei A1, A2 e A2bis di inserimento/ permanenza nelle graduatorie d'istituto, la prima delle scuole scelte nel modello B deve corrispondere alla scuola alla quale è stato inviato il modello cartaceo.

link Questo è il link per le procedure di iscrizione ad istanze online: http://www.flcgil.it/files/pdf/20110328/guida-flc-cgil-alla-registrazione-alle-istanze-on-line.pdf

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina