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Comunicati Stampa

LUGLIO 2014

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO STAMPA SPI  01_07_2014

Paolino Barbiero

Il Sindaco di Castello di Godego, Pier Antonio Nicoletti:
“La strada verso l’aggregazione delle funzioni è tracciata, ci consentirà di risparmiare risorse da destinare a servizi e sociale”.
Firmato l’accordo Comune-Sindacati su Fisco e Sociale.
Le Organizzazioni Sindacali: “Oggi più che mai è necessario ricercare soluzioni organizzative che contengano le spese di gestione. Abbiamo avviato un percorso di dialogo e consulenza per orientare gli interventi dei Sindaci rispetto alla fiscalità locale, ai servizi e alla spesa sociale”.

È stato firmato oggi l’accordo tra Comune di Castello di Godego e Parti Sociali (SPI CGIL e FNP CISL e UILP UIL di Treviso) relativamente alla piattaforma confederale inviata lo scorso febbraio a tutte le Amministrazioni comunali della Marca.
“Questo è il decimo dei verbali che abbiamo firmato finora – hanno detto Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso, e Bruno Michielin, responsabile per la FNP CISL della zona di Castelfranco –. Anche alla luce dell’imminente scadenza del 31 luglio, termine entro il quale i Comuni devono approvare i bilanci preventivi 2014 – spiegano Mario Bonato, Derio Guidolin e Ezio Pierantozzi per Spi Cgil, Mario Civiero e Alfio Calvagna per Fnp Cisl, e Pietro Beraldo per per Uilp Uil - è massima l’attenzione che poniamo al fisco locale”. Proprio in merito al bilancio di previsione 2014 il Comune di Castello di Godego ha promosso la necessità di agire sui costi standard per una definizione più uniforme sui trasferimenti e al fine di configurare sul territorio una maggiore omogeneità nell'erogazione dei servizi. Infatti, Castello di Godego lo scorso 18 aprile ha sottoscritto con i Comuni di Loria, Riese Pio X e Vedelago una lettera d’intenti con l’obiettivo di aggregare i servizi rivolti ai cittadini. “Attraverso la gestione associata di funzioni e servizi comunali – ha spiegato Pier Antonio Nicoletti, Sindaco di Castello di Godego - stiamo avviando con gli altri Municipi del territorio buone pratiche associative, quali i servizi informatici, la stazione unica appaltante, il coordinamento del primo soccorso, ma anche cultura e beni culturali, e la pianificazione sovra comunale. Questo ci permetterà di contenere i costi di gestione al fine di destinare risorse a servizi e spesa sociale”.

Le delegazioni sindacali affermano la necessità di rendere più omogenee, oltre all'insieme delle prestazioni comunali, anche le imposte applicate dai Comuni del territorio, con l'obiettivo principale di contenere e ridurre la pressione fiscale a livello locale e di semplificare il pagamento dei tributi con particolare riferimento alle modalità di applicazione della addizionale comunale IRPEF, della IUC (IMU-TASI-TARI).
In particolare, per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF, per il 2014 è introdotta l’esenzione fino ai 12mila euro anni. Le OO.SS., pur rilevando la volontà dell’Amministrazione, ribadiscono la proposta di esentare i redditi fino a 15mila euro. Rispetto all’IMU l’Amministrazione comunale ha deliberato per le prime case di lusso (fascia A1-A8-A9) l’aliquota del 3,5% e, anche in ragione della contrattazione portata avanti dai Sindacati, per le seconde case date in comodato d’uso gratuito ai familiari di primo grado, con ISEE inferiore a 15mila euro, l’equiparazione all’abitazione principale, ovvero l’esenzione. Così anche per la prima casa non abitata delle persone anziane residenti in strutture d’assistenza.
L’aliquota TASI 2013 sulla prima casa è stata fissata al 2,5 per mille senza detrazioni, mentre su tutti le altre tipologie di immobili e terreni l’Amministrazione ha optato per l’aliquota zero. Così facendo gli inquilini non pagheranno. I Sindacati hanno condiviso con il Comune che, qualora si registrino entrate eccedenti rispetto alla copertura necessaria, in sede di saldo dell’imposta, i maggiori introiti, attraverso il modello ISEE, verranno destinati al sostegno dei redditi bassi e delle famiglie numerose. Infine, relativamente alle tariffe TARI del Consorzio TV3, le OO.SS. ritengono utile che i Comuni agiscano presso i Consorzio per strutturare una riduzione delle stesse per le famiglie con reddito ISEE fino a 20euro. Amministrazione e Sindacati hanno convenuto che i risultati in termini di recupero di risorse una tantum e strutturali, così come il recupero di nuove entrate derivanti dalla lotta alla evasione fiscale, attraverso gli accordi con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, vanno destinate ai servizi sociali e alla riduzione dell'addizionale IRPEF. Gli stanziamenti della funzione sociale sono previsti complessivamente per 630mila euro, dei quali 75mila destinati all’integrazione delle rette per gli ospiti non autosufficienti in casa di riposo, 81mila per i servizi assistenziali e 90mila per i servizi all’infanzia.

Infine, relativamente al campo socio-sanitario e assistenziale, le OO.SS. richiedono, e l'Amministrazione concorda nell’impegnarsi per la qualificazione delle attività ambulatoriali specialistiche e la costituzione delle attività di medicina di base associata/integrata H12 o H24, mantenendo comunque il presidio medico nelle frazioni, e di verificare costantemente le condizioni di vita delle persone anziane. A tale scopo va costruito il necessario rapporto con ULSS e le Case di riposo (Centro Servizi) presenti nel territorio, per garantire gli interventi a garanzia della domiciliarità, tra l’altro, con l’attivazione dei pasti caldi, dei trasporti, dell’assistenza infermieristica e il sostegno per il disbrigo delle pratiche burocratiche e amministrative.
In allegato la foto della sottoscrizione.

Ufficio Stampa

NOTA STAMPA FP  01_07_2014

Funzione Pubblica

FP CGIL: “In Veneto troppe le aziende aggiudicatrici degli appalti legate alla corruzione. Non succeda anche a Treviso”.
Nuovo ospedale di Treviso, Bernini: “Si abbandoni il progetto di finanza”.
Il segretario generale: “La realizzazione della Cittadella della Salute non può essere compromessa. Già una relazione del Consiglio Regionale del 2010 rilevava le criticità relativa al finanziamento privato di opere pubbliche”.

È indubbio che a Treviso sia necessaria una ristrutturazione della struttura ospedaliera, perché il nostro polo sanitario, con le sue tecnologie e professionalità, rimanga una delle eccellenze nel Veneto e del nord est, adeguata a rispondere ai bisogni dei cittadini”. Ha detto Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL di Treviso, intervenendo sulla questione Cittadella della Salute –. “Alla luce di fatti emersi in tutto il Veneto e delle evidenti problematiche legate al finanziamento privato, la Regione abbandoni il progetto di finanza, realizzi l’opera con risorse pubbliche, negoziando con il Ministero, con l’Ulss e con la Conferenza dei Sindaci e identificando il percorso più opportuno”.

Il Direttore Generale dell’Ulss 9 è stato convocato in V Commissione Veneto per relazionare sul progetto della futura Cittadella della Salute. Cosa può dire di diverso da quanto già detto in questi anni? Mi chiedo – tuona il segretario Cgil - se tale convocazione sarebbe ugualmente avvenuta anche se l’amministratore delegato di Palladio Finanziaria, il gruppo che si è aggiudicato l’appalto, non fosse stato arrestato nell’ambito delle indagini svolte dalla procura di Venezia”.

Mi pongo questo interrogativo distinguendo due aspetti: l’aspetto legato alla corruzione da quello dell’opportunità.
Da un lato – spiega Ivan Bernini - sta emergendo in Veneto che negli appalti relativi alla costruzione o ristrutturazione di ospedali tramite il progetto di finanza sono coinvolte un cartello di imprese, sempre quelle e sempre le stesse, indagate dalla procura veneziana in processi legati a corruzione e tangenti. Una parte delle aziende non coinvolte oggi in questi gravi fatti lo fu comunque nel primo processo degli anni ’90, il dimenticato mani pulite”.

Dal punto di vista dell’opportunità poi – aggiunge Bernini - mi domando che fine abbia fatto la relazione della Commissione Consiliare del dicembre 2010, voluta fortemente da Padrin e che esplicitamente richiedeva cautela nell’uso della finanza di progetto nell’edilizia sanitaria. Da quella relazione emergeva chiaramente che l’utilizzo di tale forma di finanziamento privato presentava elementi di criticità, spesso maggiori rispetto ai vantaggi. Addirittura si definivano allarmanti alcuni aspetti emersi dall’analisi dei progetti di finanza avviati all’Ulss 12 e all’Ulss 8, nel vicentino, nel veronese e nella bassa padovana, dove si individuava la presenza di “clausole capestro” per le aziende pubbliche a tutto vantaggio dei concessionari privati”.

È da allora che Governatore, Giunta e Consiglio Regionale hanno in mano quella relazione e trascorsi quattro anni nessuno ha fatto nulla fino allo scoppiare degli scandali.
Oggi si convoca il dg dell’Ulss 9 – ha concluso Bernini – la Regione dia garanzie e faccia chiarezza rispetto al progetto trevigiano, dica se e come si farà la Cittadella della Salute, e abbandoni il project financing perché quello che succede in Veneto non accada anche nella Marca”.

NOTA STAMPA  02_07_2014

Ramadan

Campagna di informazione e sensibilizzazione nelle aziende e nelle sedi del Sindacato.
Ramadan e lavoro, la CGIL promuove la sicurezza e la salute dei lavoratori immigrati.
Nicola Atalmi: “Vogliamo fornire a imprenditori e lavoratori utili pratiche al fine di prevenire i rischi derivanti dal digiuno”.

Domenica è iniziato il mese sacro per i musulmani che prevede il digiuno dal tramonto all’alba. Molti sono i lavoratori musulmani che nelle fabbriche, nei cantieri e nella attività produttive e commerciali della Marca intendono rispettare questo precetto religioso in questo periodo estivo, lavorando senza mangiare né bere tutto per il giorno, questo può esporre a rischi per la salute e per la sicurezza per sé stessi e per i colleghi”.
Ha detto Nicola Atalmi, responsabile per la sicurezza e per l’immigrazione della CGIL provinciale di Treviso.
“Per questo grazie ad un progetto sperimentale dell’Inail in collaborazione con alcune aziende sanitarie dell’Umbria intendiamo sensibilizzare lavoratori ed imprenditori del Veneto dove i residenti mussulmani sono stimati intorno ai 170.000, al fine di prevenire i rischi e garantire la salute e la sicurezza nei luoghi del lavoro.

Attraverso i nostri delegati nelle aziende e nelle nostre sedi – continua Nicola Atalmi - verrà distribuito durante il Ramadan una serie di comportamenti e avvertenze utili” che qui in breve elenchiamo:
1. Verificare chi tra i propri dipendenti o colleghi seguano il Ramadan.
2. Segnalare al medico competente questi lavoratori al fine di prevenire effetti avversi nei soggetti maggiormente sensibili al digiuno (malattie metaboliche, cardiopatie, epatopatie, turbe endocrine, anziani, particolari trattamenti terapeutici).
3. Predisposizione di un piano di lavoro per garantire una distribuzione dei carichi di lavoro che tenga contro del digiuno dei propri dipendenti o colleghi.
4. Favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa.
5. Predisposizione di un piano di monitoraggio per la sicurezza durante il periodo di Ramadan con i lavoratori coinvolti.
6. Predisporre delle misure di supporto in caso di malore per questi lavoratori in modo specifico (acqua, ghiaccio, zucchero, sali minerali).
7. Garantire momenti di informazione sul rapporto tra lavoro e digiuno avvalendosi nel caso di mediatori culturali.
8. Assicurare durante il periodo un coordinamento con il medico competente ed i necessari raccordi con l’emergenza pubblica.
9. Segnalare e registrare situazioni di malore in questa categoria di lavoratori, comunicandole al medico competente.

In una società aperta e solidale è importante conoscere reciprocamente tradizioni e abitudini per integrarle nel miglior modo, evitando quelle strumentalizzazioni cui assistiamo purtroppo ancor oggi da parte di forze politiche e amministratori locali in cerca di visibilità.
Il Sindacatoha concluso Atalmi – da sempre impegnato sul fronte della coesione sociale e dell’integrazione dei lavoratori immigrati combatte tali atteggiamenti e lo fa in concreto, ogni giorni, nelle nostre aziende e nella nostra società che, a contrario di quanto si pensi, è particolarmente recettiva nei confronti delle altre culture”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA SPI  08_07_2014

Paolino Barbiero

Riese Pio X è il tredicesimo dei Comuni della Marca ad accogliere le istanze delle OOSS confederali e dei pensionati.
Siglato l’accordo Comune-Sindacati su Fisco e Sociale.
Le Parti Sociali: “Oggi più che mai è necessario ricercare soluzioni organizzative che contengano le spese di gestione. Abbiamo avviato un percorso di dialogo e consulenza per orientare gli interventi dei Sindaci rispetto alla fiscalità locale, ai servizi e alla spesa sociale”.

È stato firmato lo scorso lunedì 30 giugno l’accordo tra Comune di Riese Pio X e Parti Sociali relativamente alla piattaforma confederale inviata lo scorso febbraio a tutte le Amministrazioni comunali della Marca.
Questo è il tredicesimo dei verbali che abbiamo firmato finora” – ha detto Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso. “Anche alla luce dell’imminente scadenza del 31 luglio, termine entro il quale i Comuni devono approvare i bilanci preventivi 2014 è massima l’attenzione che poniamo al fisco locale – spiegano Gino Zancanaro e Derio Guidolin per Spi Cgil, Alfio Calvagna e Bruno Michielin per Fnp Cisl, e Pietro Beraldo e Aronne Franzoi per Uilp Uil.

Proprio in merito al bilancio di previsione 2014 il Comune di Riese Pio X ha promosso la necessità di agire sui costi standard per una definizione più uniforme sui trasferimenti e al fine di configurare sul territorio una maggiore omogeneità nell'erogazione dei servizi.
Infatti, Riese Pio X lo scorso 18 aprile ha sottoscritto con i Comuni di Loria, Castello di Godego e Vedelago una lettera d’intenti con l’obiettivo di aggregare i servizi rivolti ai cittadini.
Attraverso la gestione associata di funzioni e servizi comunali – ha spiegato Matteo Guidolin, Sindaco di Riese Pio X - stiamo avviando con gli altri Municipi del territorio buone pratiche associative, quali i servizi informatici, la stazione unica appaltante, il coordinamento del primo soccorso, ma anche cultura e beni culturali, e la pianificazione sovra comunale.
Questo ci permetterà di contenere i costi di gestione al fine di destinare risorse a servizi e spesa sociale”.

FISCALITA’ LOCALE - Le delegazioni sindacali affermano la necessità di rendere più omogenee, oltre all'insieme delle prestazioni comunali, anche le imposte applicate dai Comuni del territorio, con l'obiettivo principale di contenere e ridurre la pressione fiscale a livello locale e di semplificare il pagamento dei tributi con particolare riferimento alle modalità di applicazione della addizionale comunale IRPEF, della IUC (IMU-TASI-TARI). In particolare, per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF, per il 2014 è confermata l’esenzione fino ai 12mila euro anni e il Comune si è impegnato per il 2015 a raccogliere la proposta di esentare i redditi fino a 15mila euro. Rispetto all’IMU l’Amministrazione comunale ha deliberato per le prime case di lusso (fascia A1-A8-A9) l’aliquota del 0,4% e, anche in ragione della contrattazione portata avanti dai Sindacati, per le seconde case date in comodato d’uso gratuito ai familiari di primo grado lo 0,76% stessa aliquota anche per aziende e terreni agricoli. L’aliquota TASI 2014 sulla prima casa è stata fissata al 0,2%, e non l’1,5 come suggerito dalle Parti Sociali. È stata deliberata, inoltre, una detrazione fissa di 50 euro e ulteriori 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni residente nello stesso nucleo familiare, mentre su tutti le altre tipologie di immobili e terreni l’Amministrazione ha optato per l’aliquota dello 0,1%.
Inoltre è a carico degli inquilini il 30%. I Sindacati hanno condiviso con il Comune che, qualora si registrino entrate eccedenti rispetto alla copertura necessaria, in sede di saldo dell’imposta, i maggiori introiti, attraverso il modello ISEE, verranno destinati al sostegno dei redditi bassi e delle famiglie numerose.
Infine, relativamente alle tariffe TARI, le OO.SS. ritengono utile che i Comuni agiscano presso i Consorzio per strutturare una riduzione delle stesse per le famiglie con reddito ISEE fino a 20mila euro.

Amministrazione e Sindacati hanno convenuto sulla centralità della legalità, in particolare relativamente agli appalti pubblici. Pertanto il Comune si è impegnato a non optare per gare al massimo ribasso, di rendere pubblici gli appalti in essere e quelli nuovi, e tutti gli affidamenti di incarichi di forniture e servizi che, a far data dal 1 luglio sono gestiti secondo la nuova normativa, dalla Centrale Unica di Committenza.
Gli stanziamenti della funzione sociale sono previsti complessivamente per 630mila euro, dei quali 50mila destinati all’integrazione delle rette per gli ospiti non autosufficienti in casa di riposo, 80mila per i servizi domiciliari assistenziali e 160mila per i servizi all’infanzia.

Infine, relativamente al campo socio-sanitario e assistenziale, le OO.SS. richiedono, e l'Amministrazione concorda nell’impegnarsi per la qualificazione delle attività ambulatoriali specialistiche e la costituzione delle attività di medicina di base associata/integrata H12 o H24, mantenendo comunque il presidio medico nelle frazioni, e di verificare costantemente le condizioni di vita delle persone anziane.
A tale scopo va costruito il necessario rapporto con ULSS e le Case di riposo (Centro Servizi) presenti nel territorio, per garantire gli interventi a garanzia della domiciliarità, tra l’altro, con l’attivazione dei pasti caldi, dei trasporti, dell’assistenza infermieristica e il sostegno per il disbrigo delle pratiche burocratiche e amministrative.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  11_07_2014

Violenza alle donne

Il Sindacato: “La Regione manca gli impegni presi meno di un anno fa”.
Il Veneto dimezza i fondi destinati dalla Legge regionale contro la violenza sulle donne, la CGIL non ci sta.
La segreteria confederale: “A Treviso sosterremmo le iniziative dei Centri antiviolenza volte a denunciare tale situazione. Non si perde solo l’occasione di implementare i servizi ma a rischio ci sono i progetti in essere, oggi esclusivamente affidati al volontariato. Si facciano vive anche le Istituzioni del territorio”

Nel 2013 erano state 1.269 e da inizio anno al 30 giugno 2014 sono già più di 800 le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza gestiti da associazioni di volontariato in Veneto; nella sola Provincia di Treviso nei primi 5 mesi dell’anno ben 111 donne hanno interpellato il Telefono Rosa.
A fronte di questa situazione il Veneto dimezza le risorse destinate dalla Legge regionale solo lo scorso anno, a rischio tutti i progetti dei Centri antiviolenza, oggi esclusivamente appannaggio dall’azione del volontariato sul territorio. A denunciarlo, attraverso le parole del segretario generale, Giacomo Vendrame, è la segreteria confederale della CGIL di Treviso, che si dice pronta ad affiancare le iniziative di protesta e di sensibilizzazione dei Centri.

Donne ammazzate, donne picchiate, donne vittime di violenza. Donne che drammaticamente entrano nella cronaca a causa di questi orribili episodi, la maggior parte consumanti all’interno delle stesse mura domestiche, o quando decidono di denunciarli uscendo con coraggio dal silenzio. Si era detto di non lasciarle più sole tant’è che finalmente anche la nostra Regione, grazie soprattutto al lavoro svolto dal coordinamento dei centri antiviolenza del Veneto, si è dotata una Legge (la n.5 del 2013) che prevede, tra l’altro, interventi e finanziamenti dedicati al contrasto e al sostegno alle vittime di violenza” ha precisato il segretario generale.
“Ma solo pochi mesi più tardi la stessa Regione Veneto ha deciso per il 2014 di dimezzare i fondi portandoli da 400 a 200mila euro.
Ciò significa un mancato impegno sul tema e una gravissima forma di indifferenza da parte delle Istituzioni e nel concreto l’impossibilità di implementare i servizi messi in piedi dai centri antiviolenza e che nella realtà dei fatti funzionano solo grazie alla generosa ed esclusiva azione del volontariato. Oggi nella Marca contiamo molte di queste realtà che si troveranno a elemosinare risorse, tra l’altro già largamente insufficienti, con il rischio di un progressivo abbandono dei progetti già avviati (dall’accoglienza, al sostegno materiale ed immateriale a donne e minori, alle case di sostegno e di fuga)”.

Come CGIL – ha concluso Vendrame - abbiamo il dovere di denunciare tale grave situazione e sosterremmo anche sul territorio provinciale un’iniziativa comune con i centri antiviolenza del Veneto per contrastare il taglio dei finanziamenti, ma siamo convinti che tale sostegno, rientrando nel welfare, debba arrivare anche dalle Istituzioni Locali (Ulss, Enti Locali). Questi temi, anche sotto il profilo di una nuova Pubblica Amministrazione debbono essere concretizzati e strutturati affrontati con interventi ed azioni finalizzate stabili e non a spot, svolte con continuità e omogeneità su tutto il territorio”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA  14_07_2014

Giacomo Vendrame

La CGIL per un progetto di trasporto pubblico integrato interprovinciale.
Trasporto, Vendrame: “Verso la mobilità integrata metropolitana”.
Il segretario generale: “Dopo la MOM ora si realizzi un ulteriore integrazione tra i vettori locali e con FS, verso il biglietto unico. Serve agli utenti, al turismo e getterebbe nel concreto le basi dell’area metropolitana veneta”.

Fatta la MOM si realizzi la mobilità integrata” esordisce così Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, che, puntando il dito su alcuni aspetti critici della mobilità di Marca, rilancia la partita del trasporto pubblico “non possiamo perdere l’opportunità di mettere in piedi sul territorio un sistema integrato tra la società unica trevigiana, gli altri vettori locali e FS.
Si percorra la strada del miglioramento del servizio, garantendo sostenibilità ambientale, e – aggiunge Vendrame – si vada verso un progetto più ambizioso che anche su questo fondamentale aspetto affonda le proprie radici: la PaTreVe”.

Siamo sulla strada buona – commenta il segretario generale della CGIL di Treviso – dopo la fusione tra le società trevigiane del trasporto pubblico ora si devono risolvere alcune criticità e affrontare la questione dello sviluppo e integrazione di una vera rete di mobilità su gomma e su ferrovia. La PaTreVe inizia anche da qui – sottolinea Vendrame – anche tra i diversi vettori regionali dobbiamo raggiungere una maggiore sinergia. Questo vale per diversi buchi neri sul territorio trevigiano, come quello dell’opitergino-mottense sulla direttiva Treviso-Portogruaro.
Il caso del tratto Preganziol-Mogliano è poi emblematico: sembra esiste un valico invisibile per il quale gli utenti sono costretti a scendere da un mezzo, acquistare un altro biglietto e prendere un altro mezzo per arrivare da Venezia a Treviso e viceversa.
Una situazione di grande disagio per i pendolari, in particolare penalizzati sono soprattutto i soggetti più deboli, quelli che non hanno alternative al trasporto pubblico. Ma è anche la fotografia di una grave mancanza per un territorio come il nostro a vocazione turistica”.

L’integrazione non è irrealizzabile – continua Vendrame – muove dal buon senso e dalla necessità di realizzare maggiore efficienza e qualità del servizio pubblico, dalla lungimiranza e dalla responsabilità che sta in capo ai proprietari istituzionali delle società pubbliche, ovvero i Comuni e le Province, dal rispetto per i cittadini e per l’ambiente.
Non dobbiamo per questo fermarci al primo risultato positivo, ovvero la fusione delle società trevigiane – ha ribadito Vendrame – dobbiamo fare di più: implementare il servizio e rendere la mobilità più fruibile, accessibile a tutti, più sostenibile. Dobbiamo avere la capacità di immaginare e realizzare una mobilità in cui con un unico biglietto si possa viaggiare in tutto il Veneto”.

Per questo – ha concluso Vendrame – è necessario un dialogo tra i vettori, iniziamo da MOM ACTV e FS, nella ricerca di soluzioni immediate alle criticità e per gettare un progetto comune di sistema integrato di mobilità metropolitana”.

Ufficio Stampa

LETTERA AL DIRETTORE  14_07_2014

Ivan Bernini

Oggetto: Renzi e la Rivoluzione Copernicana nella Pubblica Amministrazione.
Gentile Direttore,
Copernico fu molto attento nel rappresentare le proprie teorie a non assumere atteggiamenti rivoluzionari. Questo narra la storia.
Anche perché era più interessato a far maturare tra gli studiosi il consenso alle sue teorie piuttosto che a farsi “bruciare nel rogo dell’inquisizione”.

Tornando a tempi “moderni” è giusto ricordare il lavoro che autorevoli giuristi e politici del nostro Paese, da Sabino Cassese, a Massimo Saverio Giannini, a Massimo D’Antona fino a Franco Bassanini, intentarono nei processi di riforma della Pubblica Amministrazione. Se qualcuno avesse solo la voglia di riprendere quanto emergeva dalle innumerevoli relazioni e proposte che fin da allora si avanzarono, che necessariamente si integravano con interventi di riforma del sistema istituzionale ma anche e soprattutto con processi di cambiamento cheinvestivano la tendenza delle Pubbliche Amministrazioni ad una auroferenzialità di natura conservativa, che male si sposa con una funzione di erogazione di attività e servizi al cittadino, si accorgerà dell’attualità di quei lavori.

Almeno tre sono gli elementi significativi che emergono da quegli studi e che meriterebbero una maggior attenzione da coloro i quali si trovano ad affrontare medesimi temi:

1. Spesso non serve inventarsi nuove leggi, emanare continuamente decreti legge o enfatizzare prospettive future come se si formulassero per la prima volta; a volte basterebbe prendere quello che già c’è, è stato scritto ma non è mai stato applicato. A parere di chi scrive questo rappresenta uno dei veri limiti di chi ha governato e di chi governa la Pubblica Amministrazione: non attuare mai un rendiconto tra obiettivi enunciati da leggi di riforma e verifica dei risultati conseguiti. Anzi, di inverso, il continuo proliferare di nuove norme, spesso emendate ad uso e consumo proprio da coloro che vedono nei processi di cambiamento la messa in discussione del proprio ruolo di potere, ha reso vano ogni tentativo di riforma. E’ del tutto evidente che anche nella percezione dei cittadini la sfiducia in seno alla politica ed alle istituzioni cresce e conferma l’assunto che “la finanza governa, i tecnici amministrano ed i politici vanno in televisione".

2. Va ricordato che i risultati maggiormente significativi si raggiunsero a cavallo tra gli anni novanta e duemila, aspetto che forse il Presidente del Consiglio dovrebbe provare a tenere in maggiore considerazione, quandosi decise di contrattualizzare il rapporto di lavoro pubblico, operando una omogeneizzazione con il privato, e prevedendo una Legge sulla Rappresentanza che operava una riduzione della frammentazione sindacale spesso figlia dei singoli corporativismi. E’ in quella fase storica, con quelle scelte, che si è operato anche un diverso livello di responsabilizzazione dei soggetti negoziali, sfidante anche sulla prevalenza dell’interesse generale a quello particolare. Da questo punto di vista, a parere dello scrivente, uno dei limiti veri delle riforme annunciate è proprio quello di non modificare quanto il Ministro Brunetta ha operato sul terreno della rilegificazione dei rapporti di lavoro. E che inevitabilmente opera dei meccanismi di prevalenza delle ragioni di lobby e gruppi di potere rispetto a qualsivoglia modifica.

3. Le rivoluzioni nel nostro Paese non ci sono mai state. E da un punto di vista storiografico, laddove sono avvenute, sono il frutto di un azione di gruppi (anche dirigenti) più o meno illuminati, che hanno saputo integrare tra loro idee di trasformazione sociale, di profondo cambiamento di status fondati sulle disuguaglianze e sull’accentramento di potere, unendo e coinvolgendo, attraverso maturazioni a volte repentine a volte graduali, classi sociali molto differenti tra loro. La storia del nostro Paese, di inverso, è costellata da ampi processi di restaurazione anche attraverso meccanismi di dubbia legalità, quando non eversivi e violenti, che hanno sostanzialmente prodotto un immobilismo rispetto a ogni processo di cambiamento che alla fine ha comportato maggiori costi – e inefficienze - rispetto ai costi che necessariamente le riforme portano con sé.

L’impressione è che il Presidente del Consiglio stia imboccando una strada, fatta di annunci spesso roboanti, sulla quale troverà un consenso di facciata proprio da coloro che per primi si opporranno a ogni cambiamento. I primi provvedimenti adottati con l’ennesimo decreto legge, se ci fosse l’onestà di leggerli per quello che sono e non di interpretarli rincorrendo la corrente del momento, non fanno altro che dare continuità a quanto già fatto dai governi precedenti, identificando nel Sindacato Confederale e nei soggetti di rappresentanza il male estremo da eliminare in quanto portatore di interessi corporativi ancorati con il passato che negano la possibilità del cambiamento. Se è questa la rivoluzione che ha in mente deve sapere che non c’è nulla di nuovo rispetto a quel passato che dice di voler combattere.
Diamo un unico suggerimento, che non è emerso da quell’atto partecipativo della “consultazione online” – rivoluzione@governo.it - alla quale hanno risposto 39.000 cittadini italiani (pari allo 0,065% della popolazione): affronti compiutamente i temi legati alla illegalità, alla corruzione, alla concussione nella Pubblica Amministrazione.
Questo si sarebbe, per il nostro Paese, un atto rivoluzionario
.

Il Segretario Generale FP CGIL, Ivan Bernini

COMUNICATO STAMPA FP  15_07_2014

Funzione Pubblica

Le proposte del Sindacato e la preoccupazione per eventuali esuberi di personale.
Riforma delle Camere di Commercio, FP: “Basta interventi di taglio”.

Ivan Bernini: “Serve una riforma che migliori l’attività delle CCIAA e che mantenga sul territorio le risorse erogate dalle imprese”.

Il diritto annuale versato dalle imprese alla CCIAA di Treviso rappresenta una voce di bilancio pari a circa a 18 milioni di euro. Con la riforma della PA diventeranno 9 milioni. Partano dal territorio proposte reali di cambiamento, razionalizzando, reperendo risorse dall’abbattimento degli sprechi ed eliminando quella tassazione che, contrariamente all’attività di promozione portata avanti sul territorio dalla CCIAA, non va asostenere l’impresa ma costituisce solo un inutile peso economico”.

Lo ha detto oggi Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Treviso, intervenendo relativamente alla riforma delle Camere di Commercio avanzata con decreto del Governo.
“Il decreto legge che riforma la Pubblica Amministrazione prevede che con decorrenza 2015 (art. 28) l’importo del diritto annuale versato dalle imprese alla CCIAA sia dimezzato del 50%. Sostanzialmente il diritto annuale consente alle Camere di Commercio di svolgere l’attività promozionale, in termini di intervento e sostegno alle imprese locali.
Sono circa 18 i milioni che le imprese versano alla CCIAA di Treviso, dunque 9 a seguito del decreto. A questi – ha spiegato il segretario generale FP CGIL di Treviso - si aggiungono altri circa 4,5 milioni di euro incassati dai diritti di segreteria. Il bilancio 2015 raggiungerà così 13,5 milioni di euro. Entrate di poco superiori alla spesa per il funzionamento dei servizi istituzionali e del personale.
Nel 2015 si potranno verificare due gravi situazioni: la riduzione delle attività di promozione ed la possibilità di esuberi di personale. Esuberi che non verranno meno neanche nell’ipotesi di accorpamento delle Camere di Commercio venete in un’unica regione”.

Come FP CGIL – ha continuato Ivan Bernini - riteniamo, vale per le CCIAA come per tutte le altre Amministrazioni Pubbliche, che manca una vera capacità di procedere a riformare e modernizzare gli Enti. E che tali determini scelte imposte dall’alto ma senza un reale progetto strategico si configurano quali interventi di contenimento della spesa pubblica privi di una responsabile distinguere di quanto vada tagliato daquanto va conservato e migliorato. A questo disordine come Sindacato proponiamo anziché di tagliare il diritto annuale, che a Treviso, mediamente, vale attualmente 200 euro annui a impresa, si faccia risparmiare alle aziende pari importo (100 euro/annui) semplicemente eliminando l’obbligo di versare le numerose quanto inutili imposte di bollo o la tassa di concessione governativa che vale 168 euro e che di certo, contrariamente alle attività della CCIAA, non va a sostenere il tessuto economico trevigiano.
Si dovrebbe evitare alle imprese – ha aggiunto Bernini - il versamento dei diritti di segreteria (il versamento del diritto annuale, da solo, giustificherebbe l’accesso gratuito a tutti i servizi camerali) e, anche attraverso accorpamenti sulle funzioni istituzionali e sui servizi generali, si autoriformi la governance delle CCIAA, mantenendo i presidi di attività diretta sul territorio, garantendo autonomia di bilancio e prevedendo riqualificazioni del personale attraverso una riorganizzazione seria dei servizi, anche con il trasferimento di nuove competenze, come quelle oggi in capo alla Provincia. Si dovrebbe poi rendere trasparenti e meglio comprensibili l’utilizzo ed il rendiconto funzionale dei finanziamenti erogati a titolo di attività promozionali”.

Anche in merito alle società partecipate è ormai indispensabile valutare quelle che effettivamente svolgono un ruolo utile e necessario per il territorio da quelle che, francamente, appaiono ridondanti o di nessun valor aggiunto. Solo a seguito di queste operazioni se vi dovessero essere degli esuberi ci si dovrà impegnare perché nel raggiungere accordi, come fatto per le Province, sulla ricollocazione del personaleevitando altri disoccupati.
Queste – ha concluso Bernini - sono alcune delle proposte che dovrebbero trovare confronto nella fase di passaggio tra decreto legge e successivo recepimento in legge chedovrà avvenire nei prossimi 60 giorni

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Ufficio Stampa

MOBILITAZIONE NAZIONALE  

Mobilitazione

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COMUNICATO STAMPA SPI  22_07_2014

Paolino Barbiero

L’analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sulle poste di bilancio 2012 evidenzia le disparità tra i 95 Comuni della Marca.
Sociale, SPI CGIL: “Il 43% gestita da terzi, un quarto dalle Uls”.
Paolino Barbiero: “I Comuni attraverso processi di aggregazione delle funzioni si riapproprino della governance sociale. È indispensabile individuare una dimensione ideale che contenga i costi e permetta di erogare sul territorio servizi di qualità”.

Nel prendere in esame i bilanci di tutti i 95 Comuni della Marca, il Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI CGIL di Treviso ha affidato al Centro Studi della CGIL provinciale l’analisi di una di quelle voci di bilancio fondamentale, secondo il Sindacato Pensionati, per lo sviluppo e per la coesione sociale: la funzione 10, ovvero la composizione della spesa sociale. Il dato che emerge è che l’uscita destinata al sociale viene per il 42,74% trasferita dai Comuni della Marca ad altri soggetti per lo svolgimento dei servizi, in particolare sono le tre Uls trevigiane a gestire il 24,51%.

Dalla ricerca, che punta la lente d’ingrandimento sul dato del 2012 (ultimo disponibile), emergono anche in questo, come per altri aspetti relativi ai bilanci comunali dei Comuni trevigiani, notevoli differenze sulla gestione delle risorse pubbliche. Sul totale della spesa corrente, che complessivamente ammonta nell’anno di riferimento a 438.457.123 euro il 18,71% è destinato ai servizi sociali, pari a 82.020.005 euro, con una media pro capite che si attesta a 92,28 euro annui. Una media superata da 21 Comuni della Marca. Su tutti è quello di Giavera del Montello che con 155,88 euro per residente supera tutti spendendo per il sociale il 31,2% del totale della spesa corrente. All’altro capo della classifica stilata dal Centro Studi, tra i 22 che rientrano nella fascia più bassa, il Comune di Refrontolo con un pro capite pari a 46,23 euro e appena il 7,53% della spesa corrente destinato al sociale. 52 sono le Amministrazioni comunali che si collocano nella fascia intermedia, con valori che vanno dai 70,07 euro pro capite di Motta di Livenza ai 91,76 di Asolo.

Analizzando più da vicino la composizione della voce di bilancio dedicata alla spesa sociale lo studio evidenza ulteriori differenze. Mediamente il 54,51% della spesa sociale riguarda le “spese per il personale” e per “servizi e interventi” gestiti direttamente dal Comune, per un valore complessivo pari a 44.714.192 euro. Nel dettaglio delle uscite per il personale la media provinciale si attesta al 13,38% della spesa sociale.
Anche in questo caso alcuni Comuni differiscono di non poco: Refrontolo (28,37%), San Zenone degli Ezzelini (25,32%), Vittorio Veneto (23,52%), Montebelluna e Ponzano poco più del 22%, 27 Comuni tra il 15 e il 10%, 30 al di sotto di questa soglia e, infine, 10 sono i Comuni che nel proprio bilancio non indicano nessun valore per il personale dei servizi sociali, ovvero hanno completamente esternalizzato tale funzione. Nello specifico, mentre con 10.973.754 euro il costo del personale è pari al 13,38%, con 33.740.438 euro, la sola voce “servizi e interventi” copre mediamente il 41,13% della spesa sociale.
Per questa attività, nel corso del 2012, 19 Comuni trevigiani hanno speso da 2 a 20 euro pro capite, da 21 a 37 euro pro capite 39 Comuni, da 38 a 70 euro pro capite si sono collocati altri 36 Comuni. Al primo posto Giavera del Montello col 72,47% e 106,89 euro pro capite. Tutti i Comuni con popolazione superiore ai 20mila abitanti si collocano sopra il 55%.

Oltre a queste poste, gestite direttamente, il 42,74% della spesa sociale esce dalle casse comunali sotto forma di quota capitale alle Ulss di competenza (20.101.708 euro) e di altri trasferimenti (14.954.931 euro), rispettivamente il 24,51% e il 18,23% della spesa sociale complessiva. Pur avendo come base lo stesso valore pro capite i trasferimenti alle Ulss variano; ben 74 Comuni superano la media. Da queste medie provinciali si registrano consistenti variazioni. Il punto massimo per i trasferimenti, all’Ulss e a terzi, è toccato dal Comune di Istrana che nel 2012 ha destinato all’Ulss l’84,44%, e solo il 14,28% per l’esercizio diretto dei servizi. Rispetto all’equilibrio tra spesa per i servizi gestiti direttamente e quelli esternalizzati, oltre a quello di Istrana, altri 36 Comuni della Marca stanno al di sopra del 50%. Un ulteriore 2,75% della spesa sociale è dato da altri costi di gestione e per ammortamenti.

Dobbiamo ricercare l’equilibrio tra qualità e governance dei servizi sociali erogati sul territorioha commentato Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Trevisolo si può fare identificando dei bacini ideali con un congruo numero di utenti, al fine di contenere i costi a carico dei Comuni e attivando economie di scala.
Tale processo è necessario anche per eliminare le evidenti disparità tra un Comune e l’altro sia sul fronte della spesa sociale che della fiscalità locale, aspetti connessi l’uno all’altro. Solo le Uls riescono a far fronte in modo strutturato e capillare ai bisogni dei cittadini.
L’intervento sul sociale, infatti, in questo momento di difficoltà per i bilanci comunali, si è ulteriormente contratto e, a loro volta, dal 2012 ad oggi, anche le differenze si sono accentuate. Una diversa risposta al disagio sociale, ai problemi assistenziali e ai bisogni dell’infanzia rischia allora di compromettere la coesione sociale.
Non possiamo permetterci, inoltre – conclude Barbiero - che siano interessi economici privati a determinare gli indirizzi strategici e le politiche sociali”.

Ufficio Stampa

COMUNICATO/INVITO STAMPA  22_07_2014

Unitario

SIT-UNITARIO delle OOSS e dei Sindacati dei Pensionati della zona di Conegliano.
Mercoledì 23 luglio 2014
dalle ore 10:00 alle ore 11:30
di fronte al Municipio di San Vendemiano

Protesta pubblica contro i Sindaci che non hanno dopo sei mesi di richieste concesso alle Parti Sociali un incontro per presentare le loro proposte.
Seguirà alle ore 11:30 un incontro con la stampa. Dopo sei mesi dalla richiesta di incontro con le Amministrazioni Comunali, promossa da CGIL, CISL e UIL e dal Sindacato Pensionati della provincia di Treviso, solo la metà delle Amministrazioni Comunali dell’area del coneglianese hanno risposto.

All’appello mancano Miane, Follina, Cison di Valmarino, Mareno di Piave, Gaiarine, Godega di Sant’Urbano, Santa Lucia di Piave, San Fior, Orsago, San Vendemmiano. Tra le Amministrazioni assenti al confronto, inoltre, Miane, San Vendemiano e Orsago da anni non ricevono le Organizzazioni Sindacali.
“Ciò comporta che i pensionati e i lavoratori non riescono a incidere sulle politiche della tassazione comunale IUC (TASI, IMU, TARI) e sugli interventi di tipo socio-assistenziale sanitario. Su questi temi di notevole importanza per la tutela del reddito delle famiglie e per la qualità dei servizi, i Sindaci sfuggendo al confronto con le Parti Sociali evitano di assumere decisioni non più rimandabili, come la lotta all’evasione fiscale, la semplificazione della pubblica amministrazione, la riorganizzazione degli assetti comunali, la fusione, nonché la governance dei servizi”. Ha detto Ottaviano Bellotto, responsabile di zona per lo SPI CGIL di Treviso.

La volontà dei Sindacati trevigiani – ha spiegato Ottaviano Bellotto - è quella di trovare con gli amministratori locali le condizioni per un nuovo sviluppo economico-industriale, superando per quanto possibile il ritardo della politica e delle istituzioni anche a livello nazionale. In questo ambito si registra infatti un’assenza di qualità di ruolo non solo della politica, ma anche degli uomini che stanno nelle istituzioni, che si preoccupano il più delle volte solo di come garantire i propri consensi elettorali piuttosto di affrontare e risolvere i complessi problemi che attanagliano le nostre comunità - ha tuonato Bellotto - tempo di fare un salto di qualità e di avviare un percorso di rinnovamento e innovazione anche a livello locale, rafforzando i criteri di equità e giustizia riqualificando la pubblica amministrazione”.

Un giudizio positivo – ha continuato Bellotto - va espresso sull’attività avviata dalle sei amministrazioni del Quartier del Piave (ovvero: Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Sernaglia della Battaglia e Farra di Soligo) che hanno avviato la fase dell’unione di alcune funzioni importanti, con l’obiettivo di stabilire una regia di governo unificata del territorio. Le Organizzazioni Sindacali chiedono che questo passaggio importante sia completato attraverso la fusione di tutti i comuni del Quartier del Piave. CGIL, CISL, UIL e il Sindacato Pensionati, chiedono pertanto che le Amministrazioni Comunali aprano un confronto serio con le Parti Sociali sulle politiche del lavoro, dello sviluppo e dell’assetto del territorio, come la riorganizzazione delle aree industriali e urbane, nonché sul sistema della tassazione locale e la lotta all’evasione fiscale. Va evidenziata inoltre – ha aggiunto Bellotto - la necessità di gestire i servizi socio sanitari e alla persona in generale, coinvolgendo i Comuni, le ULSS e le case di riposo”.

Le Organizzazioni Sindacali chiedono alle Amministrazioni Comunali, che non hanno ancora risposto, di mettere in calendario gli incontri e informano che promuoveranno per il giorno 23 luglio 2014, dalle 10:00 alle 11:30, un sit-in di protesta davanti al Municipio di San Vendemiano. Seguirà poi, presso il bar vicino alla piazza del municipio un incontro con la stampa, alla presenza del segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, Paolino Barbiero.
Data l’importanza dell’oggetto, la presenza della Vostra Testata sarà particolarmente gradita.

Ottaviano Bellotto, Cell 348 5281802 - Ufficio Stampa

NOTA FLC  24_07_2014

FLC

Con sentenza n. 104 dell’ 11 luglio 2014 il MIUR è stato condannato davanti al Giudice del Lavoro di Treviso in una causa gestita dall’Ufficio Legale FLC CGIL tramite l’avv.to Carmine Mazzola avente ad oggetto la restituzione in favore dei lavoratori della scuola dell’ illegittima trattenuta del 2,50% sul TFR degli ultimi 5 anni.
Il Giudice, ritenendo la trattenuta illegittima perché applicata solo ai danni dei lavoratori pubblici creando dunque un “ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati ha condannato l’Amministrazione a restituire una somma pari circa a euro 3000,00".
La FLC di Treviso sarà pronta ad aprire nuove vertenze sul tema TFR in favore di tutti i lavoratori della scuola.
Si invita chi volesse ricorrere a recarsi presso le nostre sedi di consulenza territoriale subito dopo la pausa estiva
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link In allegato si pubblica il modello di diffida.

COMUNICATO STAMPA  25_07_2014

Giacomo Vendrame

Il segretario generale della CGIL di Treviso interviene sul caso MOM.
Vendrame replica a Sartor: “Non accettiamo accuse di omertà”
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Giacomo Vendrame: “Non facciamo polemica e basta con accuse infondate sull’azione dei Sindacati, quando troppo e quando nulla. Sono i fatti che parlano dell’impegno che quotidianamente e pienamente svolgiamo a tutela dei lavoratori e degli utenti”.

Il Sindacato non è portatore di atteggiamenti omertosi, anzi li combatte estenuamente e quotidianamente nei posti di lavoro e, relativamente all’amministrazione e alla governance del territorio, nelle sedi istituzionali” – tira dritto Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, intervenendo sul caso MOM e difendendo a spada tratta l’operato dell’Organizzazione trevigiana “sempre attenta a preservare e garantire l’interesse dei lavoratori, dei pensionati, di utenti e dei cittadini”.

Ho trovato inopportuno l’attacco di Sartor – continua Vendrame – la Cgil è da sempre a chiedere controlli stringenti su diverse situazioni di irregolarità sulle quali ogni giorno incappiamo svolgendo l’attività sindacale.
Possiamo sbagliare anche noi – sottolinea Vendrame – ma ci prendiamo le nostre responsabilità di fronte ai lavoratori e cerchiamo di correggerci. Ma non è questo il caso, e parlare di atteggiamento omertoso è fortemente lesivo dell’immagine del Sindacato e di tutti quegli uomini e donne che si prodigano perché aziende, pubbliche e private, gli imprenditori e le amministrazioni, rispettino le leggi”.

Siamo stanchi – tuona Vendrame – di essere tacciati di essere irreprensibili quando chiediamo il rispetto delle regole e di essere omertosi se non lo facciamo.
Senza un dato oggettivo non si possono avanzare accuse, così come non dovrebbe farlo Sartor – pungola Vendrame – e se segnalazioni ci sono state probabilmente non avevano questo fondamento. Puntualizzo, inoltre, che non siamo noi deputati a svolgere i controlli, ci sono organi di vigilanza titolari a questa funzione. Credo che la mancanza di fiducia nell’attività del Sindacato, che appunto non è di mero controllo, sia essa stessa un fenomeno degenerativo. Noi siamo qui a tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini e se qualcuno ha sbagliato dovrà, nei giusti tempi e modi, prendersi le proprie responsabilità”.

Stop alla polemica dunque spero che MOM affronti con obiettività il caso.
Ci auguriamo poi che oltre ad affrontare la revisione della datata normativa sanzionatoria – conclude Vendrame – la società investa sempre più sulla formazione e sulla sicurezza”.

Ufficio Stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina