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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
La fotografia scattata dal Sindacato Pensionati della Cgil prende in esame le aliquote comunali e le esenzioni.
Addizionale Irpef, Barbiero: “Si vada verso l’omogeneità”.
Paolino Barbiero: “Scelte diversificate che aumentano la disuguaglianza sociale all’interno del territorio.
Anche sul piano della fiscalità locale vogliamo lavorare insieme ai Sindaci perché si vada verso l’identificazione di un equilibrio tra spesa e gettito che allinei le aliquote”.
LO STUDIO - Per il 2014, le rilevazione, aggiornata al 30 giugno scorso, fotografa una situazione composita, che vede tra i 29 dei 95 Comuni trevigiani che hanno già deliberato 11 adottare un’aliquota differenziata con caratteristiche di progressività, di questi 4 fanno riferimento ad esenzioni determinate da ragioni di carattere reddituale o sociale. Le altre 18 Amministrazioni comunali hanno, invece, optato per l’aliquota unica: cinque di questi applicheranno per l’anno in corso lo 0,8% (Mareno di Piave, Orsago, Pederobba, Sarmede, Segusino), tre lo 0,7% (Follina, Gorgo al Monticano, Motta di Livenza), due lo 0,6% (Cimadolmo e Villorba), tre lo 0,5% (Mansue’, Moriago della Battaglia, Paderno del Grappa), due lo 0,4% (Altivole e Farra di Soligo) e due lo 0,45% (Trevignano e Volpago del Montello), solo Vidor lo 0,2%, senza esenzioni. Sono la maggior parte, ben 21, quei Comuni che non applicano nessun tipo di esenzione.
Per i 66 Comuni che devono ancora decidere l’aliquota per il 2014 lo studio ha preso in considerazione le aliquote applicate lo scorso anno. Da questa rilevazione emerge che 14 Comuni hanno adottato aliquote differenziate (solo 5 con detrazioni), 15 l’aliquota unica dello 0,8%, uno l’aliquota dello 0,75%, 4 dello 0,7%, 8 dello 0,6% , 12 lo 0,5%, 5 lo 0,4%, 3 lo 0,3%, uno lo 0,25%, 2 lo 0,2% e solo Fregona non ha applicato l’addizionale comunale Irpef. Quasi due terzi, 43 Comuni, non hanno adottato per il 2013 nessuna tipologia di detrazioni o esenzioni.
Duro attacco della CGIL di Treviso al presidente del Veneto Zaia: “Non affronta le questioni della Sanità”.
Steward ospedalieri, Bernini: “Operazione spot, i problemi sono a monte”.
Ivan Bernini: “I cittadini non hanno alternativa che affollare gli ospedali e pagare i ticket perché senza l’attuazione del PSSR manca un’efficace risposta al bisogno sanitario sul territorio”.
“All’indomani dell’entusiasmo registrato dall’inserimento degli steward nei Pronto Soccorso del Veneto sul quale il Presidente Zaia si è così tanto speso, non possiamo fare a meno di mettere in evidenza alcune realtà che pare i nostri amministratori non vogliano affrontare – ha spiegato il segretario CGIL di Treviso – questioni ciclicamente coperte da proclami e da interventi a spot: ieri le prestazioni diagnostiche h24 e il varo della programmazione socio-sanitaria, che sempre più appare come irrealizzabile, oggi l’inserimento degli steward che – ricorda Ivan Bernini - dovrebbero costituire un’attività istituzionale normalmente svolta dal personale dipendente, se gli organici lo consentissero”.
“Vale la pena di ragionare su due numeri – continua Benini - 90mila accessi l’anno in Pronto Soccorso nella sola provincia di Treviso (pari a 246 accessi medi al giorno, 10,25 l’ora) di cui, praticamente la metà, il 46% codici bianchi e il 37% verdi che nell’insieme rappresentano quelle situazioni per le quali il cittadino non ha bisogno dell’intervento in pronto soccorso e può rivolgersi al proprio medico, e per i quali dal 2011 la regione Veneto ha introdotto i ticket pari a 25 euro fissi più ulteriori 45 euro massimi per ogni prestazione. Chi entra in pronto soccorso ne esce, indirizzato al medico di base, con un esborso medio di 45,50 euro”.“Nel frattempo che il PSSR venga adottato, che venga realizzata un’efficiente rete di servizi territoriali h24, con o senza gli steward, i pronto Soccorso scoppiano e questo perché non c’è per il cittadino un’alternativa alle carenze funzionali della medicina territoriale: gli ambulatori dei medici di base sono affollati e le guardie mediche rinviano alle strutture ospedaliere. Da qui bisogna allora partire – conclude Bernini – basta operazioni a spot, si affrontino in profondità i nodi critici del sistema sanitario al fine di offrire il miglior servizio e contenere i costi per i cittadini che già attraverso l’imposizione fiscale contribuiscono alla Sanità regionale”.
Ufficio Stampa
L’analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sulle poste di bilancio 2007-12 relative alle spese in conto capitale dei 95 Comuni della Marca e della Provincia.
Opere pubbliche, in 5 anni più che dimezzati gli investimenti.
Paolino Barbiero: “La Marca si sta impoverendo anche a causa dell’assenza di investimenti in opere pubbliche che mettano in sicurezza e qualifichino il territorio. Solo grazie a un nuovo assetto
della governance locale gli amministratori intercetteranno le risorse sufficienti e potranno liberarsi dai vincoli del Patto di Stabilità, identificando inoltre dei bacini ideali di gestione del territorio stesso”.
L’OGGETTO DELLO STUDIO - Nel periodo 2007–2012 il territorio della provincia di Treviso ha subito un taglio di 181.936.531 euro, pari al 58,5% di 311.027.892 euro, alle spese in conto capitale, ovvero quelle partite che fanno riferimento all’acquisto di terreni e fabbricati destinati a strutture di uso pubblico (strade, scuole, impianti sportivi, parcheggi ecc.), alla messa a norma e in sicurezza di impianti e strutture, alla sostituzione di caldaie per riscaldamento, all’acquisto di arredi ed attrezzature per uffici e di materiali e al noleggio di attrezzature per realizzazioni in economia. Ma anche agli incarichi professionali relativi a opere pubbliche come gli studi di impatto ambientale, progettazione, direzione e collaudo lavori e i contributi per qualificazione di aree protette, miglioramento strutture agrarie, interventi di forestazione e di risanamento ambientale.
L’ANALISI - Rispetto all’anno preso quale termine di confronto, il 2007, complessivamente il taglio alle spese in conto capitale di Comuni e Provincia è stato di euro 41.348.309 (-13,29%) nel 2008; nel 2009 di euro 24.207.147 (-8,98%); nel 2010 di euro 12.829.519 (-5,23%); nel 2011 di euro 89.716.919 (-38,56%) e nel 2012 di euro 13.834.637 (-9,68%). Nello specifico i Comuni della Marca hanno perso nel periodo considerato 165.313.651 euro (-62,79%) e la Provincia 16.622.880 euro (-34,83%). Tra i 95 Comuni ben 17 superano l’80% di mancati investimenti, 7 oltre il 90%. Al vertice della classifica col segno meno Pievo di Soligo col 97,03% e San Zenone degli Ezzelini col 97%. Sul versante positivo, rileva l’analisi, sono solo 14 Comuni, dei quali Crocetta del Montello e Sarmede, rispettivamente col 93,42% e 91,25%, Gorgo al Monticano col 119,42% e Portobuffolè, mosca bianca, che svetta col più 510% ma con una base di partenza, pari a 322.620 euro, nettamente inferiore alla media di investimenti del 2007, ovvero 2.771.557 euro per Comune. Media che nel 2012 si è abbassata a 1.031.413 euro. I dati dei bilanci consuntivi di Comuni e Provincia relativi all’anno 2013 non sono ancora disponibili, ma è difficilmente prevedibile un rallentamento o una inversione di tendenza, anzi secondo il Sindacato si può presumere che la situazione sarà ulteriormente peggiorata.IL COMMENTO - “Il recente dramma di Refrontolo ha suscitato angoscianti interrogativi sulle cause e sulle eventuali responsabilità per fatti del genere, domande cui una commissione di esperti nominata dal tribunale di Treviso cercherà di dare una risposta nei prossimi mesi. Una prima indicazione – spiega Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso - può essere data proprio dall’impoverimento del territorio in termini di investimenti in opere pubbliche dovuto alla riduzione di risorse da parte degli Enti locali, costretti, com’è noto, a pesanti risparmi imposti dal Patto di Stabilità”.
“È necessario allora – continua il segretario generale dello SPI CGIL - che gli amministratori prendano coscienza di questa drammatica situazione e costituiscano, anche grazie alle fusioni dei Comuni, che intercetterebbero ingenti risorse irraggiungibili in altre modalità e permetterebbero loro di sforare le maglie del Patto di Stabilità, dei bacini ideali di governance al fine di invertire la tendenza verso l’azzeramento degli investimenti, migliorare la pianificazione e la salvaguardia del territorio e ritornare ad essere propulsori dell’economia locale, recuperando l’occupazione e l’attività produttiva venuta meno”.
“Un territorio, il nostro, - aggiunge Barbiero - stravolto negli ultimi anni da coltivazioni agricole intensive e devastato da una cementificazione selvaggia, dove la possibilità di casi del tipo Molinetto della Croda e di alluvioni come quelle che si sono abbattute in Veneto e nella nostra provincia negli ultimi anni cresce sempre più, e in particolar modo proprio anche per l’assenza di interventi in termini di salvaguarda idrogeologica. Altresì – conclude Barbiero - anche la situazione degli impianti e degli edifici pubblici (scuole, ospedali, impianti sportivi, ecc.) sta diventando, sempre a causa di mancate risorse e mancati investimenti, meno rispondente alle norme di sicurezza igienico-ambientale e antisismiche, costituendo così un altro grave fattore di rischio”.
Ufficio Stampa
L’analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso sui 92 Comuni che hanno deliberato la Tasi 2014: rispetto alla vecchia IMU 2012 saranno i titolari
delle rendite catastali più basse a pagare di più.
Tasi, Paolino Barbiero: “Trevigiani tartassati e maltrattati”.
Il Segretario generale: “La Tasi, non ancorando le detrazioni al reddito, è la tassa dell’ingiustizia sociale. Le Amministrazioni facciano scelte lineari per il 2015.
Sul fronte della fiscalità locale si crei sul territorio un sistema il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità”.
Alle diverse aliquote Tasi corrispondono innumerevoli e svariate forme di detrazioni per ciascun Comune. Solo l’Amministrazione di Castelfranco Veneto ha configurato detrazioni in base al reddito stabilendo come soglia i 15mila euro anni lordi.
Sulla base dei dati raccolti dal Dipartimento il Centro Studi della CGIL di Treviso ha elaborato, a partire da diverse rendite catastali, delle simulazioni che raffrontano la Tasi all’IMU 2012, ovvero l’ultimo anno di applicazione sulla prima casa. Tali simulazioni rilevano che complessivamente i trevigiani andranno a pagare meno la Tasi rispetto all’IMU ma che paradossalmente saranno i contribuenti con una rendita catastale più bassa a pagare importi superiori, anche 133 euro in più, per una rendita pari a 400 euro, come nel caso di Castello di Godego.
Se sopra alla fascia di rendita catastale di 800 euro sono solo 4 i Comuni (Carbonera, Castelfranco, Castello di Godego e Cordignano) per i quali i titolari di prima casa pagheranno importi superiori all’IMU, e comunque inferiori ai 40 euro, per la fascia di rendita catastale di 700 euro sono 10 i Comuni dove si pagherà di più, sulla fascia di 600 euro di rendita sono 14, sulla fascia di rendita di 500 sono 28 e su quella più bassa di rendita di 400 euro sono ben 55.
Ufficio Stampa
Il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive invia per errore due volte la richiesta di pagamento dei contributi e concessioni 2014.
Doppi pagamenti al Consorzio, SPI CGIL: “Subito i rimborsi”.
Paolino Barbiero: “Per non causare ulteriori disagi si proceda tempestivamente a rimborsare, d’ufficio e senza richieste da parte degli utenti, quanto non dovuto a coloro che hanno effettuato il doppio versamento”.
“In questi giorni il Consorzio di bonifica Acque Risorgive, che in provincia di Treviso conta i comuni di Casale sul Sile, Casier, Castelfranco Veneto, Istrana, Mogliano, Morgano, Preganziol, Resana, Treviso, Vedelago e Zero Branco, sta recapitando ai propri consorziati l’avviso di pagamento per il contributo di gestione dell’anno 2014. Come lo stesso Consorzio da notizia, autonomamente, l’Istituto bancario, al quale il Consorzio si è appoggiato per il servizio di incasso tramite procedura MAV elettronica postale, ha contemporaneamente inviato un ulteriore bollettino per le stesse finalità. Ai contribuenti sta quindi arrivando una doppia richiesta causando incertezza e smarrimento relativamente a quale dover considerare. Diversi utenti, inoltre - sottolinea il segretario generale dello SPI di Treviso – hanno proceduto pagando due volte il dovuto”.
“L’errore, ammesso dallo stesso Consorzio – continua Paolino Barbiero – ha creato un disagio tra gli utenti ai quali oggi viene indicato di procedere solo con il pagamento della richiesta inviata dal Consorzio stesso e che contiene la descrizione dei motivi del contributo. Per contenere i disagi – conclude Barbiero – ci auguriamo che quanto prima si incrocino i dati con l’Istituto bancario per determinare il quadro complessivo dei versamenti e, come è stato dichiarato, oltre a ritenere valide entrambe le forme di pagamento effettuate, anche quelli attraverso la banca, si attivino in modo tempestivo e d’ufficio, senza aspettare richieste da parte degli utenti, le procedure di restituzione nel caso sia stato versato due volte il tributo, senza che questo costituisca un danno per il Consorzio e dunque per il contribuente”.
Ufficio Stampa
Viene pubblicato il nuovo calendario delle consulenze FLC per l'anno 2014/2015.
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Sunia e Spi CGIL chiedono un preciso indirizzo e un sostegno da parte della Regione Veneto per affrontare l’emergenza abitativa sui territori.
Gava-Barbiero: “Esenzione dalla Tasi per inquilini e Ater”.
La segretaria provinciale SUNIA: “L’alienazione degli immobili aggrava il problema. Si mettano in campo politiche di valorizzazione
degli alloggi che coinvolgano direttamente gli affittuari attraverso una scontistica del canone. Solo così si offre una risposta al crescente bisogno abitativo e si agisce positivamente sulla coesione sociale”.
“È indispensabile – hanno spiegato i segretari, Alessandra Gava e Paolino Barbiero - che gli alloggi popolari, ovvero quelli mirati a soddisfare un interesse generale contribuendo alla riduzione del disagio abitativo e agendo fattivamente per la coesione sociale, vengano sgravati da tassazioni vessatorie che tolgono agli enti gestori l’ossigeno sufficiente alla sopravvivenza degli stessi. In quest’ottica – precisano dal Sindacato - nei mesi scorsi le due sigle sindacali si sono mosse chiedendo al Comune di Treviso di riconoscere l’esenzione dalla Tasi non solo agli assegnatari ma all’Ater stesso. Il Sunia e lo Spi sollecitano, inoltre, una maggior attenzione non solo da parte delle Amministrazioni locali ma in particolare della regione Veneto”.
“L’assenza dell’assessore regionale ai lavori pubblici e all’edilizia abitativa della regione Veneto, Giorgetti, relativamente a tale questione – sottolineano Gava e Barbiero - costituisce non solo l’assenza stessa della politica nella gestione dell’emergenza abitativa ma segna un grave vuoto di indirizzo e supporto nei riguardi delle Ater”.
“Per queste ragioni – finisce la Gava - è indispensabile che anche a Treviso si giunga presto ad un accordo con gli enti gestori affinché si possano assegnare anche le case da manutentare, permettendo agli inquilini di intraprendere le opere necessarie al riassetto degli alloggi consegnati e vedendosi risarcire le spese sostenute con uno sconto sull’affitto. Un processo che andrebbe così a valorizzare un patrimonio immobiliare altrimenti destinato ad un lento e progressivo declino”.
Ufficio Stampa
ALLE TUTELE CRESCENTI SI CONTRAPPONGANO I PRIVILEGI CALANTI.
Nella nuova versione del welfare prospettata dal governo sarà l'anzianità di servizio a determinare il livello di godimento dei diritti da parte dei lavoratori, dunque, nella generalità dei casi, l'età dello stesso lavoratore.
In questo schema proposto in materia di rapporti di lavoro si legge di fatto un limite alla libertà e all’uguaglianza, e un rovesciamento dei principi costituzionali a garanzia della pari dignità sociale dei cittadini
di una Repubblica che, non dimentichiamoci, è fondata sul lavoro e che ha il compito di rimuovere gli ostacoli proprio di ordine economico e sociale.
Per eliminare le discrepanze esistenti tra lavoratori "tradizionali" e lavoratori "atipici", certamente non si dovrebbe iniziare a occuparsi, al ribasso, dei diritti dei primi. Piuttosto bisognerebbe mettere mano alla giungla di contratti che negli anni ha generato il mare di precariato in cui sono immersi i secondi. Si ci dovrebbe porre, in sostanza, il problema di estendere le tutele a chi oggi non ce l'ha, non a livellarle verso il basso, istituzionalizzando nuove forme di discriminazione su base generazionale.
Il problema delle risorse mancanti per far fronte a tutele collettive e individuali.. Presto risolto, al contratto a tutele crescenti, io proporrei, oltre a una ferrea lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, una manovra a “privilegi calanti”. Ecco, pari dignità e rimozione degli ostacoli, esattamente il contrario di ciò che il governo sta prospettando
Paolino Barbiero, Segretario generale SPI CGIL di Treviso
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