![]() |
Questo menu' consente la consultazione dell'archivio dei comunicati stampa.
Alcuni documenti possono essere allegati in formato Acrobat Reader.
Se non si dispone del plug in cliccare qui:
Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
La corruzione e il malaffare,
non possiamo far finta di nulla ma dobbiamo rialzarci dalla polvere.
L’illegalità diffusa prospera quando per indifferenza, pigrizia, o magari anche per rassegnazione e paura,
facciamo finta di non vedere quello che succede intorno a noi, con la giustificazione che “tanto fanno tutti così” e che oggi vivere onestamente “non paga”.
Treviso si scopre più vulnerabile ed è per questo che bisogna cominciare a riconoscere i fenomeni che hanno attraversato il tessuto sociale della Marca, chiamandoli con il loro nome.
I casi di corruzione, collusione, malaffare, non sono isolati ma si alimentano da relazioni multilaterali, tra il mondo dell’economia e della politica. La spudoratezza con la quale si utilizzano le risorse pubbliche, il senso di impunità che pervade i responsabili di tali azioni, non sarebbero possibili in assenza di reciprocità. Chi ha fatto gli affari con il potente di turno non è meno responsabile.
Chi dietro al ricatto dell’appalto e del lavoro ha acconsentito di “stare al gioco” è altrettanto responsabile. È complice.
Ivan Bernini
Segretario generale FP CGIL Treviso
Centenario della Grande Guerra
48 ore prima della fine della Pace
Venerdì 22 maggio 2015
dalle ore 9:30
Auditorium “Don Enrico Vidotto”
Maserada sul Piave (Treviso
Il 24 maggio 1915 il Regno d’Italia scende in campo contro l’esercito austroungarico. E il Veneto, regione del fronte e dell’occupazione, diventerà simbolo della rinascita nazionale, con le battaglie del Solstizio e di Vittorio Veneto. Durante la guerra a milioni muoiono nei campi di battaglia, erano soldati ma ancor prima giovani lavoratori, e in tantissimi, soprattutto donne, vengono inghiottiti dal sistema industriale, con ritmi di lavoro inumani e divieto di sciopero. Per il centenario del conflitto la CGIL senza retorica, mette luce sui processi che hanno investito contadini, donne, piccole aziende, rappresentanza, sfollati e famiglie assediate dallo straniero in Veneto e Friuli.
In occasione dell’anniversario, la CGIL vuole ricordare la Grande Guerra 48 ore prima del suo scoppio, cento anni fa, il 24 maggio 1915. E lo fa in uno dei luogo simbolo del conflitto: a Maserada sul Piave, lungo il fronte del nordest. L’iniziativa, patrocinata dal Comune trevigiano, vede in programma, a partire dalle ore 9:30, un momento di evocazione e riflessione storica all’Auditorium “Don Enrico Vidotto” di Maserada, dove si alterneranno immagini di repertorio (della Biblioteca Cedos di San Polo di Piave), le canzoni del tempo (con i live di Francesca Gallo), alcune letture di brani e l’intervento di Lisa Bregantin. Poi, in conclusione il dibattito tra il giornalista editorialista Edoardo Pittalis, il segretario generale della CGIL di Treviso Giacomo Vendrame e Susanna Camusso. Presenta il segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, Paolino Barbiero, introduce Elena Di Gregorio, segretaria generale CGIL Veneto, sarà presente a portare il saluto del Comune il Sindaco Anna Sozza.Successivamente, per i partecipanti, previsti in 400, l’opportunità di visitare il Museo Storico della Grande Guerra di Maserada, mentre la Camusso con una delegazione CGIL si recherà al monumento dei caduti italiani e inglesi a Salettuol, sull’argine del Piave, dove si è combattuta la battaglia del Solstizio che ha cambiato le sorti dell’Italia. Qui sarà deposta una corona celebrativa in memoria dei caduti e intonato l’inno nazionale dagli Coro degli Alpini A.N.A. “I Gravaioli”.
Alle ore 13:00, infine, presso il circolo AUSER di Maserada sarà servito il “rancio di trincea” con i piatti che i soldati consumavano allora.Ufficio Stampa
Il Sindaco di Castello di Godego, Pier Antonio Nicoletti: “La strada verso l’Unione ci consentirà di razionalizzare la spesa e trovare le risorse da destinare a servizi e sociale”.
Firmato l’accordo 2015 tra Castello di Godego e OOSS.
Le Organizzazioni Sindacali: “Cresce quel percorso di dialogo e consulenza per orientare gli interventi dei Sindaci rispetto alla tenuta della coesione sociale e al sostegno delle famiglie in difficoltà”.
In particolare, il Comune rendiconta che da consuntivo 2014 per la spesa sociale sono stati superati i 530mila euro in interventi rivolti alla popolazione anziana, ai disabili, ai minori, alle famiglie in difficoltà, alle fasce deboli della società e anche per quanto riguarda il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione. Per il servizio di mensa e di trasporto scolastico, i sussidi e i contributi, i progetti e gli aiuti alle materne paritarie, l’insieme delle spese per l’istruzione ha superato i 400mila euro. In un quadro di riduzione dei trasferimenti statali, dunque di maggior razionalizzazione della spesa, i Sindacati esprimono soddisfazione per l’avvio del percorso di Unione dei Comuni della Marca Occidentale.
Una strategia di aggregazione che in ambito provinciale deve appartenere anche ai gestori dei servizi pubblici locali. L’intento sottoscritto, infatti, continua a essere quello di mantenere e non intaccare la qualità dei servizi erogati. Così, si vede necessario per i redditi più bassi, e solo attraverso opportuna verifica ISEE, garantire un accesso agevolato ai servizi. Dentro questa politica di salvaguardia della coesione sociale sta inoltre la richiesta avanzata dalle Organizzazioni Sindacali e accolta dall’Amministrazione di sviluppare la progressività dell’addizionale IRPEF comunale e di esentare i redditi fino ai 15mila euro, di non aumentare le aliquote Tasi e IMU e al contempo a ridurre la Tari.“Ben 1.143 contribuenti beneficeranno dell’esenzione sull’addizionale IRPEF comunale prevista per i redditi 2015 sotto i 15mila euro – ha precisato Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso – ovvero con una contrazione solo dell’11% del gettito IRPEF, che corrisponde a un minor prelievo di 43.300 euro, il 29,7% del totale dei contribuenti, lavoratori e pensionati con un reddito mensile di 1.150 euro al mese, in media sarà fiscalmente alleggerito di 40 euro pro capite”.
Le sigle sindacali ribadiscono la necessità di vincere la scommessa sulla sanità territoriale attuando quanto prima le linee previste dal Piano Socio Sanitario Regionale relativamente alla realizzazione delle Centrali Operative Territoriali e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali a oggi solo sulla carta, tanto quanto la trasformazione delle Case di Riposo in Centri di Servizi intergrati agli ospedali di comunità. Un impegno particolare va poi alla qualificazione delle attività ambulatoriali specialistiche e alla costituzione delle attività di medicina di base integrata di gruppo, col mantenimento del presidio medico nelle frazioni.Infine, si valuta importante realizzare una buona progettazione e gestione del sistema locale dei Servizi sociali, che entro 31 dicembre 2015 si intende trasferire all’Unione dei Comuni, per uniformare e migliorare la risposta che le Amministrazioni sapranno dare all’intero territorio.
All’incontro erano presenti il Sindaco, Pier Antonio Nicoletti, il vicesindaco, Roberto Morosin, l’assessore al sociale, Barbara Gardiman, e Paolino Barbiero, Gino Zancanaro, Dario Guidolin, Vincenzo Caputo, Giancarlo Moretto, (CGIL); Bruno Michielin, Mario Civiero, Egidio Bobbato (CISL); Pietro Beraldo, Fortunato Santi, (UIL).
Ufficio stampa
Il Sindacato promuove un calendario di incontri sul territorio rivolti agli inquilini della alloggi popolari per dare informazioni utili relativamente alle detrazioni fiscali sull’affitto.
Incontri pubblici: CGIL, SPI e SUNIA incontrano le comunità.
Il segretario generale, Giacomo Vendrame: “Partendo dalle nostre comunità possiamo capire e interpretare meglio bisogni del territorio,
confrontarci sulle soluzioni che il Sindacato elabora sui vari temi che poi portiamo all’attenzione delle Amministrazioni e dei gestori dei servizi locali”.
“Lo scopo di questi tre incontri è quello di dare informazioni utili – spiega il segretario generale CGIL Giacomo Vendrame – in particolare ci preme comunicare ai residente negli alloggi sociali che per loro vi è oggi la possibilità di ottenere agevolazioni fiscale. Infatti, è ora possibile anche per questa tipologia di contratti, a canone convenzionato, detrarre, in sede di dichiarazione dei redditi, l’affitto. Per coloro che hanno un reddito fino a 15.493,71 euro annui la detrazione può arrivare anche a 900 euro, mentre per chi percepisce un reddito compreso tra i 15.493,71 e i 30.987,41 euro è possibile arrivare a una detrazione pari a 450 euro. Un’agevolazione per le fasce deboli della quale non tutti sono ancora a conoscenza”.
“La CGIL di Treviso – ha aggiunto Giacomo Vendrame – fermamente crede, sostiene e sviluppa un dialogo non solo con le Istituzioni locali ma con la cittadinanza. A partire dalle nostre comunità possiamo capire e interpretare meglio bisogni e criticità del territorio – ha sottolineato Vendrame – spiegare e confrontarci sulle soluzioni che il Sindacato intravede ed elabora sui vari temi quotidiani e di prospettiva futura che poi portiamo all’attenzione delle Amministrazioni comunali e dei gestori dei servizi pubblici locali. Per questa ragione, con il Sindacato dei Pensionati e quello degli inquilini – ha concluso Vendrame – abbiamo quest’anno avviato un percorso fatto di incontri direttamente sul territorio. Il primo avrà luogo giovedì 11 alle ore 17:00 al Dina Orsi di Conegliano e a seguire, nelle prossime settimane, è in programma un incontro a Castelfranco e uno nel capoluogo”.Agli incontri prenderanno parte Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso, e Alessandra Gava, segretaria provinciale SUNIA CGIL di Treviso.
In allegato il volantino del primo incontro a Conegliano.
Ufficio stampa
Gent. Direttore,
la politica di gestione dei profughi richiedenti asilo e dei migranti è ormai fuori controllo.
La decisione di far arrivare nuovi profughi a Treviso, malgrado la indisponibilità di strutture e di associazioni in grado di accoglierli,
rischia di creare situazioni ingestibili per la città e inaccettabili per la dignità di queste persone, come ad esempio l’idea di ammassarle in 200 in una caserma.
Questa situazione peraltro ha prodotto un business dell’emergenza, con gravi episodi di corruzione quando non di infiltrazioni mafiose.
Se il Governo non riesce a costringere l’Europa ad assumersi le proprie responsabilità non può scaricare sui Comuni il problema come sta avvenendo in queste ore.
Nicola Atalmi, Cgil Treviso
Gli studenti sono il futuro del nostro Paese, la classe dirigente, i lavoratori, i genitori, di domani.
Incontro quotidianamente giovani studenti, più preparati e socialmente attenti di me quando avevo la loro età.
Su di loro dobbiamo nutrire grandi speranze,
su di noi la responsabilità di consegnare loro strumenti e preparazione per essere cittadini consapevoli, donne e uomini protagonisti d’Europa, forza creatrice di civiltà e progresso sociale.
Ricostruire partendo da una buona scuola, un luogo dove la conoscenza non è prodotta come in una catena di montaggio ma dove le complessità dell’istruzione si configurano come sfide quotidiane e si snodano dentro cicli e lunghi percorsi. Dunque, quando si affronta la questione scuola non si può banalizzare, non si può ridurre tutto ai minimi termini o a binomi scuola-azienda, insegnati-dipendenti, o peggio insegnanti-fannulloni, dirigenti-manager. Invece, sembra proprio che nel dibattito aperto in merito alla riforma della scuola promossa dal Governo Renzi, l’ennesima in Italia, scompaia una voce fondamentale: gli studenti. La discussione sviluppata nel mettere tutto in discussione non fa nulla di più che puntare il dito contro coloro che lavorano con e per i nostri ragazzi, e che anche in condizioni spesso difficili - perché si insegna ancora con la lavagna visto che mancano i basilari strumenti informatici che dovrebbero essere presenti in tutte le aule, perché il costo dei libri ormai è insostenibile per una famiglia, perché nessuno dice che ormai siamo arrivati al punto che la carta igienica te la porti da casa - cercano di offrire e garantire la qualità dell’istruzione e della formazione.
Ma siamo in un Paese che su questi fattori non investe, infatti, anche la tanto sbandierata riforma non va in questo verso. Così, come la partecipatissima mobilitazione dei lavoratori dello scorso 5 maggio ha cercato di evidenziare, il gioco è solo al ribasso e il metodo, controproducente nel raggiungere un fine, qualsiasi sia, resta sempre quello del dividere e non del dialogo. Ancora una volta si evita il confronto con i lavoratori, in questo caso gli insegnanti, incrinando e affievolendo non solo il rapporto tra lo Stato che è datore di lavoro e i dipendenti pubblici, ma altresì la fiducia che le famiglie ripongono sui docenti stessi. Fiducia che si sta perdendo e dalla quale, invece, si dovrebbe ripartire. Questo non significa giustificare tutto e tutti ma valorizzare il buono che ancora c’è e che io vedo nell’intreccio famiglia-ragazzi-insegnanti, nella filiera educazione a casa, istruzione a scuola, formazione nei luoghi di lavoro. Aspetti questi che meritavano la giusta attenzione da parte di chi si è proposto di riformare.
Questioni non affrontate che rilevano quanto poco si voglia investire sulla nostra società e sul mondo del lavoro, e di un progetto di paese che deve avere al centro la scuola.
I nostri ragazzi non si meritano di essere meno istruiti dei loro colleghi europei, di essere cittadini e genitori incompleti e impreparati, noi non ci meritiamo che qualcuno disegni così il futuro dei nostro figli.
Giacomo Vendrame
I Sindacati dei Pensionati giovedì 18 giugno 2015 saranno in piazza per parlare pensioni, rivalutazione bloccata, potere
d’acquisto,sentenza ed effetti della sentenza della Consulta e decreto del Governo, e molto altro.
Pensionati, le OOSS fissano un’assemblea aperta.
Le Organizzazioni Sindacali SPI CGIL – FNP CISL – UILP UIL: “Abbiamo invitato tutti gli esponenti politici, i parlamentari, il governatore Zaia e i consiglieri regionali del nostro territorio.
È necessario che le Istituzioni escano dal silenzio, avviando il confronto sul tema dell’organicità e solidarietà del sistema previdenziale”.
“Consapevoli delle gravi difficoltà del Paese e delle criticità persistenti che gravano sulle sue risorse, i Sindacati, portatori di istanze sociali e territoriali, chiedono con forza di tornare sui tavoli della contrattazione e di ricostituire, in primis, un sistema di rivalutazione a fasce orizzontali decrescenti ma valido per tutte le indennità pensionistiche, frutto del lavoro di una vita e non di ruberie – spiegano Paolino Barbiero (SPI CGIL di Treviso), Rino Dal Ben (FNP CISL Belluno/Treviso) e Antonio Confortin (UILP UIL Belluno/Treviso).
L’azione di risanamento, avviata col Governo Monti, ha investito una sola parte della popolazione, mentre i Sindacati confederali chiedevano inascoltati di recuperare le risorse attraverso una patrimoniale su rendite e grandi ricchezze. Fortunatamente, sul Decreto Salva Italia l’azione unitaria di Cgil, Cisl e Uil ha portato allo spostamento del blocco della rivalutazione delle pensioni da zero a tre volte il minimo. Ma non è abbastanza – tuonano i Sindacati - inasprimento fiscale, rincari sulle tariffe, incremento del costo della vita e blocco delle perequazioni: i pensionati italiani e trevigiani hanno pagato e continuano a pagare, questa è la verità. E sono stanchi di essere dipinti come cittadini egoisti che tolgono il futuro ai giovani, magari a quei figli che senza il loro supporto di nonni e genitori, sarebbero schiacciati dal già così alto grado di precarietà imposto dal mondo del lavoro”.
“La riforma Fornero deprime la capacità di consumo dei cittadini, riduce il diritto alla pensione allungandone i tempi di accesso e colpisce il lavoro, con migliaia di esodati nel limbo tra disoccupazione e pensione. La recente sentenza della Corte Costituzionale ci ha dato ragione – hanno continuato le Organizzazioni Sindacali - ma la risposta del governo Renzi è debole e inefficace, con un sistema di rivalutazione che seppur migliorato resta inequivocabilmente insufficiente. Infatti, la perdita registrata in questi anni si traduce in un arretramento per il futuro, perché il bonus Poletti risarcisce solo parzialmente un danno stabilizzato. Bisogna invece recuperare il potere di acquisto dei pensionati di oggi e garantire un futuro sereno anche a quelli di domani”.
Per tutte queste ragioni SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL hanno organizzato e promosso un’assemblea aperta dei pensionati trevigiani nel cuore del capoluogo.
“Vogliamo spiegare ai cittadini, pensionati di oggi e di domani, cos’è successo alle loro pensioni negli scorsi anni e cosa succederà ancora in quelli avvenire. Cos’è stato loro sottratto e quanto poco verrà restituito. Vogliamo spiegare le nostre ragioni e le proposte dei Sindacati – hanno concluso Barbiero, Dal Ben e Confortin - in difesa dei diritti e per un sistema pensionistico equo e finanziariamente sostenibile”.
Ufficio Stampa
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |