COMUNICATO STAMPA FP 15_07_2014
Le proposte del Sindacato e la preoccupazione per eventuali esuberi di personale.
Riforma delle Camere di Commercio, FP: “Basta interventi di taglio”.
Ivan Bernini: “Serve una riforma che migliori l’attività delle CCIAA e che mantenga sul territorio le risorse erogate dalle imprese”.
“Il diritto annuale versato dalle imprese alla CCIAA di Treviso rappresenta una voce di bilancio
pari a circa a 18 milioni di euro. Con la riforma della PA diventeranno 9 milioni. Partano dal
territorio proposte reali di cambiamento, razionalizzando, reperendo risorse dall’abbattimento
degli sprechi ed eliminando quella tassazione che, contrariamente all’attività di promozione
portata avanti sul territorio dalla CCIAA, non va asostenere l’impresa ma costituisce solo un inutile
peso economico”.
Lo ha detto oggi Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Treviso,
intervenendo relativamente alla riforma delle Camere di Commercio avanzata con decreto del
Governo.
“Il decreto legge che riforma la Pubblica Amministrazione prevede che con decorrenza 2015 (art.
28) l’importo del diritto annuale versato dalle imprese alla CCIAA sia dimezzato del 50%.
Sostanzialmente il diritto annuale consente alle Camere di Commercio di svolgere l’attività
promozionale, in termini di intervento e sostegno alle imprese locali.
Sono circa 18 i milioni che le
imprese versano alla CCIAA di Treviso, dunque 9 a seguito del decreto. A questi – ha spiegato il
segretario generale FP CGIL di Treviso - si aggiungono altri circa 4,5 milioni di euro incassati dai
diritti di segreteria. Il bilancio 2015 raggiungerà così 13,5 milioni di euro. Entrate di poco superiori
alla spesa per il funzionamento dei servizi istituzionali e del personale.
Nel 2015 si potranno
verificare due gravi situazioni: la riduzione delle attività di promozione ed la possibilità di esuberi di
personale. Esuberi che non verranno meno neanche nell’ipotesi di accorpamento delle Camere
di Commercio venete in un’unica regione”.
“Come FP CGIL – ha continuato Ivan Bernini - riteniamo, vale per le CCIAA come per tutte le altre
Amministrazioni Pubbliche, che manca una vera capacità di procedere a riformare e
modernizzare gli Enti. E che tali determini scelte imposte dall’alto ma senza un reale progetto
strategico si configurano quali interventi di contenimento della spesa pubblica privi di una
responsabile distinguere di quanto vada tagliato daquanto va conservato e migliorato. A questo
disordine come Sindacato proponiamo anziché di tagliare il diritto annuale, che a Treviso,
mediamente, vale attualmente 200 euro annui a impresa, si faccia risparmiare alle aziende pari
importo (100 euro/annui) semplicemente eliminando l’obbligo di versare le numerose quanto
inutili imposte di bollo o la tassa di concessione governativa che vale 168 euro e che di certo,
contrariamente alle attività della CCIAA, non va a sostenere il tessuto economico trevigiano.
Si
dovrebbe evitare alle imprese – ha aggiunto Bernini - il versamento dei diritti di segreteria (il
versamento del diritto annuale, da solo, giustificherebbe l’accesso gratuito a tutti i servizi
camerali) e, anche attraverso accorpamenti sulle funzioni istituzionali e sui servizi generali, si
autoriformi la governance delle CCIAA, mantenendo i presidi di attività diretta sul territorio,
garantendo autonomia di bilancio e prevedendo riqualificazioni del personale attraverso una
riorganizzazione seria dei servizi, anche con il trasferimento di nuove competenze, come quelle
oggi in capo alla Provincia. Si dovrebbe poi rendere trasparenti e meglio comprensibili l’utilizzo ed
il rendiconto funzionale dei finanziamenti erogati a titolo di attività promozionali”.
“Anche in merito alle società partecipate è ormai indispensabile valutare quelle che
effettivamente svolgono un ruolo utile e necessario per il territorio da quelle che, francamente,
appaiono ridondanti o di nessun valor aggiunto. Solo a seguito di queste operazioni se vi
dovessero essere degli esuberi ci si dovrà impegnare perché nel raggiungere accordi, come fatto
per le Province, sulla ricollocazione del personaleevitando altri disoccupati.
Queste – ha concluso
Bernini - sono alcune delle proposte che dovrebbero trovare confronto nella fase di passaggio tra
decreto legge e successivo recepimento in legge chedovrà avvenire nei prossimi 60 giorni” .
Ufficio Stampa
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