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Comunicati Stampa

LUGLIO 2008

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

COMUNICATO NIDIL CGIL    10_7_2008

Nidil

IN FASE DI RINNOVO IL CCNL DEI LAVORATORI IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALI). Il CCNL INTERESSA PIU' DI 20.000 LAVORATORI DELLA PROVINCIA DI TREVISO. NEL 2007 A TREVISO 1 LAVORATORE SU 5 E' STATO ASSUNTO COME INTERINALE.

E' stato finalmente raggiunto l'accordo per il rinnovo del Ccnl dei lavoratori in somministrazione tra NIdiL-Cgil Alai-Cisl Cpo-Uil, in rappresentanza dei lavoratori, ed Assolavoro, in rappresentanza di 81 Agenzie per il Lavoro.
Il nuovo Ccnl, che sarà sottoscritto il 16 luglio 2008, introduce importanti misure per il miglioramento delle condizioni di lavoro, attraverso un sistema di prestazioni sociali a carico della bilateralità ed un rafforzamento delle tutele.
NIdil Cgil di Treviso ritiene che la firma dell'accordo rappresenti un rilevante traguardo, anche per la specificità di questo contratto nazionale che interessa una tipologia contrattuale il cui utilizzo, in questi ultimi 10 anni, si è rivelato in costante crescita.

Nel 2007 i lavoratori in Italia, che hanno avuto almeno un contratto di lavoro interinale, sono stati quasi 600mila, contro i 508mila del 2006. L'incremento è stato pertanto del 13% in un anno.
Lo stesso numero delle agenzie autorizzate è sensibilmente aumentato: dalle 33 società operanti nel 1988 si è passati alle 81 del 2007.
In base ad una ricerca dell'Osservatorio Ebitemp (ente bilaterale dei lavoratori interinali) pubblicata a maggio del 2008, il lavoro in somministrazione rappresenta oramai circa l'1,2% dell'occupazione dipendente, era lo 0,4% nel 2000, ed il 12,5% dell'occupazione atipica (esclusi i parasubordinati). E' inoltre cambiato il target dei lavoratori interessati da questa tipologia contrattuale.

La percentuale dei giovani con meno di 30 anni è, infatti, diminuita di circa 8 punti negli ultimi cinque anni, attestandosi al 49,4% nel 2007. Sono invece aumentati i lavoratori con più di 40 anni, che rappresentano quasi il 20% dei lavoratori interinali (erano il 13% nel 2003), e sono addirittura raddoppiati gli over 50, passati dal 2,6% al 4,3%. Questi dati dimostrano come il lavoro interinale non rappresenti più solamente un canale d'ingresso nel mercato del lavoro per i giovani, ma sia divenuto anche uno strumento di ricollocazione per i lavoratori con esperienza lavorativa. Anche la presenza delle donne è aumentata, soprattutto tra le donne immigrate. Il genere femminile rappresenta il 43,5% del totale nel 2007, contro il 39,9% nel 2002.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la diffusione di questa forma contrattuale ha interessato soprattutto le regioni settentrionali, dove sono occupati circa il 72% dei lavoratori interinali e l'85% degli interinali stranieri (in particolar modo nel Nord Est, dove un interinale su quattro è immigrato).
La prima regione italiana per numero di interinali è la Lombardia, con circa 168mila lavoratori pari al 29,4% del totale interinali; seguita dal Veneto con 72.880 interinali (12,7%del totale), di cui 24.787 immigrati.
Nella nostra regione, il ricorso ai contratti di somministrazione è predominante nel settore manifatturiero, che determina oltre il 60% delle missioni totali, in particolare nell'industria meccanica.

I dati del 2005 rivelano che, nel Veneto, le missioni hanno costituito il 17% delle assunzioni totali ed il 24% dei contratti temporanei. Anche in provincia di Treviso l'occupazione interinale si è caratterizzata per una costante crescita: sono 19.573 le assunzioni effettuate con contratto di lavoro in somministrazioni nel 2006 (di cui il 57% maschi ed il 42% immigrati), mentre sono state 5.432 nel 2000. Il peso del lavoro interinale sul totale assunzioni è quindi passato dal 6% nel 2000 al 20,4% nel 2006.

Le assunzioni hanno interessato soprattutto le aziende del settore industriale, con incidenza superiore alla media nelle zone di Oderzo e di Conegliano (rispettivamente pari al 30% e al 25%.
Relativamente alla durata delle missioni a livello nazionale, nel 2007, un lavoratore interinale è stato praticamente assunto e licenziato in media 4 volte e la durata del contratto è stata mediamente di 44 giornate. Per quanto riguarda il Veneto, nel 2005, si è evidenziato il prevalere di missioni di breve o brevissima durata. Le prestazioni lavorative inferiori ai 30 giorni sono state, infatti, il 50% delle missioni e quelle comprese tra uno e tre mesi hanno rappresentato il 28%.
E' in tale contesto che il nuovo contratto nazionale introduce significative misure per il governo di quella flessibilità propria del lavoro in somministrazione e che troppo spesso si traduce in vere forme di precariato. Per la prima volta si è, infatti, cercato di dare una certa stabilità a questa tipologia contrattuale, con la previsione della trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per almeno 12 mesi.

L'assunzione automatica da parte delle agenzie si determina dopo 36 mesi di missione presso lo stesso utilizzatore o dopo 42 mesi presso utilizzatori diversi, anche non continuativi, purché tra una missione e la successiva non intercorrano più di 12 mesi per il rifiuto da parte del lavoratore ad una congrua proposta di lavoro. Si è contemporaneamente prevista una flessibilità in uscita, attraverso l'erogazione di 6 mesi di indennità di disponibilità (7 per gli over 50), a carico dell'agenzia e della bilateralità, nel caso in cui, per mancanza di lavoro, sia impossibile, il mantenimento del rapporto di lavoro. Le nuove previsioni contrattuali hanno inoltre determinato la realizzazione di un nuovo welfare, aggiuntivo a quello garantito dallo Stato, e specificatamente dedicato ai lavoratori in somministrazione a carico della bilateralità.

Si sono rafforzate le prestazioni esistenti sull'accesso al credito, sugli infortuni, sulla tutela sanitaria e si sono introdotte ulteriori misure di intervento, quali ad esempio la costituzione di un Fondo chiuso di settore per la previdenza integrativa ed il sostegno al reddito per i lavoratori disoccupati da 45 giorni (con almeno 6 mesi lavorati negli ultimi 12).
Per quanto concerne la tutela della maternità, si è concordata la corresponsione di un assegno pari a 1.400 euro alle lavoratrici che cessano la missione entro i primi 180 giorni di gravidanza, se non hanno diritto a percepire l'indennità a carico dell'Inps; mentre si è convenuto di definire un sostegno per le spese legate all'asilo nido. Si è anche stabilito il diritto di precedenza al riavvio in missione di pari livello professionale, se la lavoratrice presenta richiesta entro 30 giorni dalla fine della maternità.
Particolare importanza si è, inoltre, data alla formazione continua, quale strumento di riqualificazione professionale e di reinserimento lavorativo, tramite l'introduzione di voucher individuali a valere sul fondo Fomatemp, e alla formazione sulla sicurezza di settore e d'impresa, prevedendo la possibilità di dimissioni per giusta causa, in caso di mancata ottemperanza dell'utilizzatore degli obblighi formativi sulla sicurezza previsti dalle norme o da contratto.

NIdiL Cgil di Treviso esprime, pertanto, piena soddisfazione per un accordo che risulta essere particolarmente innovativo, che tende a garantire più sicurezza e tutele, che valorizza la bilateralità per dare maggiori protezioni sociali.
Ci auguriamo che l'intesa raggiunta possa rappresentare un primo passo verso una più puntuale regolamentazione delle diverse forme di lavoro flessibile, sempre più diffuse nel nostro mercato del lavoro.
Segretaria generale NIdiL Cgil Treviso
M.Cristina Furlan

link Il verbale di accordo del 16 maggio 2008 siglato tra NIDIL CGIL, ALAI-CISL, CPO-UIL ed Assolavoro è scaricabile qui.

COMUNICATO STAMPA    18_7_2008

Euro

Per il segretario della Camera del lavoro di Treviso serve liberare le famiglie dalla morsa delle società finanziarie che speculano sulle crescenti difficoltà economiche.

Indebitamento dipendenti, la Cgil propone l'alternativa Tfr.
Barbiero:"Patto con le imprese per prevedere, nella contrattazione di secondo livello, un allargamento delle possibilità di utilizzo anticipato della liquidazione. Possibile anche ipotizzare un meccanismo di finanziamento costruito sugli anticipi di salario".
Nella Marca aumentano il numero dei i fallimenti e delle esecuzioni immobiliari e mobiliari.

COMUNICATO STAMPA    21_7_2008

Edilizia produttiva in Veneto

Crescono gli stati di crisi, dati gennaio-luglio peggiori delle previsioni Semestre nero per l'occupazione, mobilità a quota 2.166.
Rilevazione dell'Ufficio Studi della Cgil. Balzo dei licenziamenti nei primi sei mesi dell'anno. Difficoltà finanziarie e calo della domanda spingono le riduzioni del personale.
Barbiero: "In atto un silenzioso ma insidioso processo di selezione delle imprese".

"Le dinamiche del mercato del lavoro vanno molto peggio di quanto avessimo previsto dopo il primo trimestre. E' in corso una vera e propria selezione delle imprese, un processo silenzioso ma insidioso, che rimette al centro dell'attenzione il problema della tenuta occupazionale e delle retribuzioni nel sistema economico trevigiano".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, commentando i dati di una rilevazione compiuta dall'Ufficio Studi della Cgil di Treviso sugli stati di crisi, i licenziamenti e la cassa integrazione nel periodo gennaio-prima decade di luglio 2008.
Secondo la ricerca, in poco più di sei mesi sono stati 2.166 i lavoratori interessati da procedure di mobilità, sia nella grande che nelle piccola e media impresa. Di questi 1.336, sottoposti ai procedimenti previsti dalla legge 236/93, sono completamente sprovvisti di ammortizzatori sociali.

Al dato si aggiunge la rilevazione sugli stati di difficoltà, aggiornata alla fine di giugno. Quarantacinque le imprese coinvolte, di cui 29 per riduzione di personale, 6 in chiusura, 2 in stato di crisi 2 sottoposte a procedura concorsuale, 1 per riconversione, 2 in difficoltà per cambio appalto e un fallimento. 194 i lavoratori in cassa integrazione straordinaria.
Fra le cause di questa situazione prevalgono le difficoltà economico-finanziarie e il calo della domanda (20 aziende), mentre si registrano 7 casi di riorganizzazione, 5 stati di difficoltà a per concorrenza internazionale, 2 delocalizzazioni, 2 crisi per difficoltà di mercato, 2 per calo delle commesse, 6 con ragioni non specificate.

Secondo la ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil trevigiana, i numeri di luglio segnano una controtendenza rispetto all'andamento dei primi tre mesi del 2008 e, soprattutto, marcano un netto aumento delle mobilità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui le procedure erano state 1.787, in calo rispetto alle e 2.208 del 2006, alle 2.595 del 2005 e alle 2.325 del 2004. "Dati preoccupanti, ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, le nostre proiezioni indicavano un valore di poco sopra ai 1.500 licenziamenti. Questo trend ci riporta invece vicini all'andamento del 2005, che è stato un vero e proprio anno terribile per l'occupazione nella Marca".

"Quello che appare evidente, ha proseguito Barbiero, è che stiamo assistendo ad una vera e propria selezione delle imprese. Si tratta di una fase poco evidente, ma molti impattante sulla coesione sociale, dato che l'aumento dei licenziamenti e la tendenza all'incremento delle procedure di cassa integrazione si sovrappongono alla crescente difficoltà economica che caratterizza l'attuale contingenza".

"Dando uno sguardo alle cause degli stati di difficoltà – ha concluso Barbiero – balza all'occhio come a prevalere siano le difficoltà economico-finanziarie, legate al calo delle commesse e quindi al calo della domanda. Di fronte alla fortissima competizione determinata dai mercati globali, è incontrovertibile che a pagare di più sia la piccola impresa , endemicamente sottocapitalizzata e con problemi di liquidità, messa in difficoltà anche dal crescente indebitamento e dalla progressiva stretta creditizia determinata dalle nuove regole di Basilea 2.

L'aver inseguito la competitività puntando alla contrazione del costo del lavoro attraverso la flessibilità e la compensazione quantitativa della produzione rispetto alla qualità di quello che si produce si dimostrano sempre più scelte che non pagano. Oramai è urgente una riflessione seria e coraggiosa sul nostro posizionamento produttivo, senza scorciatoie che ci portino sempre e solo a ricercare altrove - costo del lavoro o pressione fiscale che sia - le ragioni della debolezza strutturale".
Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA    25_7_2008

Euro

Studio della Cgil di Treviso: vecchio regime tecnicamente più conveniente del nuovo.
Straordinari, la nuova imposta penalizza poveri e famiglie numerose.
Gli effetti del provvedimento: i vantaggi calano all'aumentare dei carichi famigliare e al diminuire del salario.
Stangata sulle famiglie monoreddito con tre figli, ma ci si guadagna se a lavorare in casa sono in due. Solo il conguaglio nel Cud fa recuperare le cifre perse ogni mese se viene applicata la tassazione al 10%. Barbiero: "Prove tecniche di iniquità" .

"Le analisi approfondite dimostrano come il valore reale della manovra sulla detassazione degli straordinari e i premi è solo quello di una grande operazione di immagine.
Ma dal punto di vista sostanziale, l'operazione non contribuisce minimente a sostenere le famiglie a basso reddito, ovvero quelle più bisognose di attenzioni. Anzi, la struttura tecnica fa si che si sia di fronte ad una redistribuzione al contrario, ovvero alla sperimentazione di nuove iniquità".

Lo ha detto oggi il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, Paolino Barbiero, commentando i risultati di una ricerca, realizzata dall'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, sugli effetti reali del provvedimento sulla detassazione degli straordinari e dei premi per i lavoratori al di sotto dei 30 mila euro lordi annui di reddito.
Secondo lo studio, gli effetti della detassazione diminuiscono, fino ad annullarsi e poi a diventare negativi, al decrescere del reddito e all'aumentare dei carichi familiari.
"Una stangata sulle famiglie monoreddito – l'ha definita Barbiero – tanto più forte quanto minore è il reddito disponibile.

DETRAZIONI E NUOVA IMPOSTA
Secondo lo studio, a creare l'effetto discorsivo che rende più conveniente per gli incapienti e per i redditi più bassi il regime di tassazione precedente, è il combinato tra gli effetti della nuova imposta al 10%, introdotta dal Governo e, dall'altra parte la struttura delle detrazioni che operano rispetto ai a carico.
A sostegno l'Ufficio Studi porta alcuni esempi ritenuti "significativi della realtà salariale e della struttura sociale consolidata per quanto afferisce alle condizioni più diffuse di basso reddito e quindi maggiormente bisognose di sostegno, come il monoreddito con carichi familiari o il genitore single" della provincia di Treviso.
Il valore del premio o del monte orario di straordinario calcolato è di euro 1.711,31, mentre nel caso del part time è di euro 1.500.

Nella prima simulazione, un lavoratore con reddito di 1.346 euro mensili, per tredici mensilità, con coniuge e 3 figli a carico, di cui 2 con età inferiore ai 3 anni e 1 di età superiore, vede teoricamente ridurre il suo imponibile fiscale, grazie alla tassa al 10%, da 17.446 a 15.891, con un risparmio di imposta lorda di quasi 420 euro.
Ma alla fine, proprio grazie effetto delle detrazioni rispetto al regime d'imposta ordinario, l'imposta netta diventa pari a zero – dato che le detrazioni, con la tassazione al 23%, sono superiori all'imposta lorda - e quindi intasca 17.114,32 euro; mentre con la tassa al 10% il suo netto annuo diventa di 16.988,44, perdendo quindi circa 125 euro.

Nel secondo caso, quello di una lavoratrice part time con 2 figli a carico di età superiore ai tre anni, il saldo negativo è ancora più evidente: da un reddito annuo di 8.546,93, per effetto delle detrazioni applicate sul regime di tassazione del 23%, il risultato finale sarà di 8.950,27, mentre applicando la tassazione al 10% il netto raggiunge gli 8.839,93 euro, con un saldo negativo pari 110,97.
Paradossalmente, un lavoratore con la retribuzione di 1.346 euro al mese, con coniuge occupato e solo due figli a carico , avrà un beneficio effettivo dalla nuova imposta pari a 357 euro annui se il carico fiscale dei figli è soltanto al 50% e di 368 euro annui se il carico è al 100%.

APPESANTIMENTO BUROCRATICO
In realtà, la perdita secca reddituale prodotta dal nuovo regime di tassazione può essere recuperata in sede di compilazione del CUD dal parte del datore di lavoro, tenuto a verificare, sotto forma di conguaglio, quale dei due regimi risulti effettivamente il più vantaggioso per il lavoratore.
"Ma questo, sottolinea Barbiero, produce due effetti: il primo è che il lavoratore recupera la migliore prestazione fiscale soltanto al momento della compilazione del CUD; e questo, per i nuclei famigliari più in difficoltà, significa in ogni caso rinunciare a seppur piccole quote di reddito disponibile mensili e quindi favorisce l'indebitamento. Dall'altro obbliga i datori di lavoro ad una procedura di controllo e verifica macchinosa.
Inoltre, per coloro che hanno cambiato una o più occupazioni nel corso dell'anno, il recupero può essere effettuato soltanto presso un Caaf, alla presentazione dei diversi CUD. L'alternativa per il lavoratore è quella di affidarsi a qualcuno che, sulla base dei carichi famigliari e del reddito, faccia due conti e gli consenta di scegliere da subito il corretto regime di tassazione da comunicare al datore di lavoro".

REDISTRIBUZIONE AL CONTRARIO
E' questa la valutazione che lo studio della Cgil di Treviso fa sulla struttura tecnica dell'intero provvedimento. "Di fronte alla crisi economica che assedia le famiglie – ha detto Barbiero – è ovvio che la priorità dovrebbe andare a chi è in maggiore stato di bisogno, anche se si trattasse di un numero quasi residuale di individui o famiglie. Invece siamo al paradosso di un provvedimento che, tecnicamente, è un capolavoro di iniquità, perché penalizza in maniera significativa le famiglie monoreddito a basso reddito.
Lampante l'esempio che viene dal confronto fra due nuclei, uno con entrambi i coniugi occupati e aventi un reddito che consente di ottenere lo sconto di imposta, l'altro che si regge sul guadagno di un monoreddito al di sopra della soglia definita dal governo.
Per quanto il reddito complessivo della prima famiglia possa anche essere di poco inferiore al doppio di quello della seconda (ad esempio 56 e 31 mila euro lordi rispettivamente), il monoreddito si ritrova penalizzato perché la norma è individualista, guarda alla situazione reddituale del singolo occupato e non si occupa minimamente della famiglia".

EFFETTI MARGINALI SULLA PLATEA DEGLI OCCUPATI
Secondo la ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, il provvedimento di detassazione si rivolge in realtà a non più di 80 mila lavoratori trevigiani, a fronte di un totale di lavoratori dipendenti di circa 400 mila unità in provincia.
"Questo, ha spiegato Barbiero, è il risultato di un complesso di circostanze che vanno dalla selezione naturale operata tecnicamente, ovvero la soglia salariale, la gravissima e discriminatoria esclusione dei lavoratori del comparto pubblico, la scarsa incidenza degli straordinari in molti settori, la forte contrazione nella distribuzione di premi contrattualizzati soprattutto nei comparti in crisi, lo scarso numero di ore di straordinario effettuate dalla platea delle donne lavoratrici. Oltre ovviamente all'esclusione da qualsiasi azione di sostegno del reddito dei cassaintegrati.
La verità è che la detassazione è una manovra a costo zero e ad alto guadagno di immagine, perché è stata illustrata per slogan. Di fatto non tocca minimante le condizioni di povertà e difficoltà economiche che si stanno diffondendo anche nella Marca trevigiana.
E, soprattutto, scardina l'accordo sul welfare firmato dai sindacati con il precedente governo, dando un colpo mortale al contributo che la contrattazione di secondo livello può dare al miglioramento delle condizioni salariali dei lavoratori dipendenti. Invito il ministro Sacconi a fare ciò che già fece il sottosegretario Visco quando furono il Caaf Cgil Nord Est e la Cgil di Treviso a scovare il "baco" della finanziaria del 2007, per cui i singles ottenevano maggiori vantaggi fiscali rispetto alle famiglie numerose. Il governo intervenne prontamente per correggere il tiro.
Ci auguriamo che anche questa ricerca contribuisca a far focalizzare meglio le priorità nella battaglia contro l'impoverimento dei redditi da lavoro dipendente."

Ufficio Stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina