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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
IN FASE DI RINNOVO IL CCNL DEI LAVORATORI IN SOMMINISTRAZIONE (EX INTERINALI). Il CCNL INTERESSA PIU' DI 20.000 LAVORATORI DELLA PROVINCIA DI TREVISO. NEL 2007 A TREVISO 1 LAVORATORE SU 5 E' STATO ASSUNTO COME INTERINALE.
E' stato finalmente raggiunto l'accordo per il rinnovo del Ccnl dei lavoratori in somministrazione tra NIdiL-Cgil Alai-Cisl Cpo-Uil, in rappresentanza dei lavoratori, ed Assolavoro, in rappresentanza di 81 Agenzie per il Lavoro.Nel 2007 i lavoratori in Italia, che hanno avuto almeno un contratto di lavoro interinale, sono stati quasi 600mila, contro i 508mila del 2006.
L'incremento è stato pertanto del 13% in un anno.
Lo stesso numero delle agenzie autorizzate è sensibilmente aumentato: dalle 33 società operanti nel 1988 si è passati alle 81 del 2007.
In base ad una ricerca dell'Osservatorio Ebitemp (ente bilaterale dei lavoratori interinali) pubblicata a maggio del 2008, il lavoro in somministrazione rappresenta oramai circa l'1,2% dell'occupazione dipendente, era lo 0,4% nel 2000, ed il 12,5% dell'occupazione atipica (esclusi i parasubordinati).
E' inoltre cambiato il target dei lavoratori interessati da questa tipologia contrattuale.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la diffusione di questa forma contrattuale ha interessato soprattutto le regioni settentrionali, dove sono occupati circa il 72% dei lavoratori interinali e l'85% degli interinali stranieri (in particolar modo nel Nord Est, dove un interinale su quattro è immigrato).
La prima regione italiana per numero di interinali è la Lombardia, con circa 168mila lavoratori pari al 29,4% del totale interinali; seguita dal Veneto con 72.880 interinali (12,7%del totale), di cui 24.787 immigrati.
Nella nostra regione, il ricorso ai contratti di somministrazione è predominante nel settore manifatturiero, che determina oltre il 60% delle missioni totali, in particolare nell'industria meccanica.
Le assunzioni hanno interessato soprattutto le aziende del settore industriale, con incidenza superiore alla media nelle zone di Oderzo e di Conegliano (rispettivamente pari al 30% e al 25%.
Relativamente alla durata delle missioni a livello nazionale, nel 2007, un lavoratore interinale è stato praticamente assunto e licenziato in media 4 volte e la durata del contratto è stata mediamente di 44 giornate. Per quanto riguarda il Veneto, nel 2005, si è evidenziato il prevalere di missioni di breve o brevissima durata. Le prestazioni lavorative inferiori ai 30 giorni sono state, infatti, il 50% delle missioni e quelle comprese tra uno e tre mesi hanno rappresentato il 28%.
E' in tale contesto che il nuovo contratto nazionale introduce significative misure per il governo di quella flessibilità propria del lavoro in somministrazione e che troppo spesso si traduce in vere forme di precariato.
Per la prima volta si è, infatti, cercato di dare una certa stabilità a questa tipologia contrattuale, con la previsione della trasformazione del rapporto a tempo indeterminato per almeno 12 mesi.
Si sono rafforzate le prestazioni esistenti sull'accesso al credito, sugli infortuni, sulla tutela sanitaria e si sono introdotte ulteriori misure di intervento, quali ad esempio la costituzione di un Fondo chiuso di settore per la previdenza integrativa ed il sostegno al reddito per i lavoratori disoccupati da 45 giorni (con almeno 6 mesi lavorati negli ultimi 12).
Per quanto concerne la tutela della maternità, si è concordata la corresponsione di un assegno pari a 1.400 euro alle lavoratrici che cessano la missione entro i primi 180 giorni di gravidanza, se non hanno diritto a percepire l'indennità a carico dell'Inps; mentre si è convenuto di definire un sostegno per le spese legate all'asilo nido. Si è anche stabilito il diritto di precedenza al riavvio in missione di pari livello professionale, se la lavoratrice presenta richiesta entro 30 giorni dalla fine della maternità.
Particolare importanza si è, inoltre, data alla formazione continua, quale strumento di riqualificazione professionale e di reinserimento lavorativo, tramite l'introduzione di voucher individuali a valere sul fondo Fomatemp, e alla formazione sulla sicurezza di settore e d'impresa, prevedendo la possibilità di dimissioni per giusta causa, in caso di mancata ottemperanza dell'utilizzatore degli obblighi formativi sulla sicurezza previsti dalle norme o da contratto.
Il verbale di accordo del 16 maggio 2008 siglato tra NIDIL CGIL, ALAI-CISL, CPO-UIL ed Assolavoro è scaricabile qui.
Per il segretario della Camera del lavoro di Treviso serve liberare le famiglie dalla morsa delle società finanziarie che speculano sulle crescenti difficoltà economiche.
Indebitamento dipendenti, la Cgil propone l'alternativa Tfr.Crescono gli stati di crisi, dati gennaio-luglio peggiori delle previsioni
Semestre nero per l'occupazione, mobilità a quota 2.166.
Rilevazione dell'Ufficio Studi della Cgil. Balzo dei licenziamenti nei primi sei mesi dell'anno. Difficoltà finanziarie e calo della domanda spingono le riduzioni del personale.
Barbiero: "In atto un silenzioso ma insidioso processo di selezione delle imprese".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, commentando i dati di una rilevazione compiuta dall'Ufficio Studi della Cgil di Treviso sugli stati di crisi, i licenziamenti e la cassa integrazione nel periodo gennaio-prima decade di luglio 2008.
Secondo la ricerca, in poco più di sei mesi sono stati 2.166 i lavoratori interessati da procedure di mobilità, sia nella grande che nelle piccola e media impresa. Di questi 1.336, sottoposti ai procedimenti previsti dalla legge 236/93, sono completamente sprovvisti di ammortizzatori sociali.
Secondo la ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil trevigiana, i numeri di luglio segnano una controtendenza rispetto all'andamento dei primi tre mesi del 2008 e, soprattutto, marcano un netto aumento delle mobilità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui le procedure erano state 1.787, in calo rispetto alle e 2.208 del 2006, alle 2.595 del 2005 e alle 2.325 del 2004. "Dati preoccupanti, ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, le nostre proiezioni indicavano un valore di poco sopra ai 1.500 licenziamenti. Questo trend ci riporta invece vicini all'andamento del 2005, che è stato un vero e proprio anno terribile per l'occupazione nella Marca".
"Quello che appare evidente, ha proseguito Barbiero, è che stiamo assistendo ad una vera e propria selezione delle imprese. Si tratta di una fase poco evidente, ma molti impattante sulla coesione sociale, dato che l'aumento dei licenziamenti e la tendenza all'incremento delle procedure di cassa integrazione si sovrappongono alla crescente difficoltà economica che caratterizza l'attuale contingenza"."Dando uno sguardo alle cause degli stati di difficoltà – ha concluso Barbiero – balza all'occhio come a prevalere siano le difficoltà economico-finanziarie, legate al calo delle commesse e quindi al calo della domanda. Di fronte alla fortissima competizione determinata dai mercati globali, è incontrovertibile che a pagare di più sia la piccola impresa , endemicamente sottocapitalizzata e con problemi di liquidità, messa in difficoltà anche dal crescente indebitamento e dalla progressiva stretta creditizia determinata dalle nuove regole di Basilea 2.
L'aver inseguito la competitività puntando alla contrazione del costo del lavoro attraverso la flessibilità e la compensazione quantitativa della produzione rispetto alla qualità di quello che si produce si dimostrano sempre più scelte che non pagano. Oramai è urgente una riflessione seria e coraggiosa sul nostro posizionamento produttivo, senza scorciatoie che ci portino sempre e solo a ricercare altrove - costo del lavoro o pressione fiscale che sia - le ragioni della debolezza strutturale".Studio della Cgil di Treviso: vecchio regime tecnicamente più conveniente del nuovo.
Straordinari, la nuova imposta penalizza poveri e famiglie numerose.
Gli effetti del provvedimento: i vantaggi calano all'aumentare dei carichi famigliare e al diminuire del salario.
Stangata sulle famiglie monoreddito con tre figli, ma ci si guadagna se a lavorare in casa sono in due. Solo il conguaglio nel Cud fa recuperare le cifre perse ogni mese se viene applicata la tassazione al 10%. Barbiero: "Prove tecniche di iniquità" .
"Le analisi approfondite dimostrano come il valore reale della manovra sulla detassazione degli straordinari e i premi è solo quello di una grande operazione di immagine.
Ma dal punto di vista sostanziale, l'operazione non contribuisce minimente a sostenere le famiglie a basso reddito, ovvero quelle più bisognose di attenzioni. Anzi, la struttura tecnica fa si che si sia di fronte ad una redistribuzione al contrario, ovvero alla sperimentazione di nuove iniquità".
Lo ha detto oggi il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, Paolino Barbiero, commentando i risultati di una ricerca, realizzata dall'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, sugli effetti reali del provvedimento sulla detassazione degli straordinari e dei premi per i lavoratori al di sotto dei 30 mila euro lordi annui di reddito.
Secondo lo studio, gli effetti della detassazione diminuiscono, fino ad annullarsi e poi a diventare negativi, al decrescere del reddito e all'aumentare dei carichi familiari.
"Una stangata sulle famiglie monoreddito – l'ha definita Barbiero – tanto più forte quanto minore è il reddito disponibile.
Nella prima simulazione, un lavoratore con reddito di 1.346 euro mensili, per tredici mensilità, con coniuge e 3 figli a carico, di cui 2 con età inferiore ai 3 anni e 1 di età superiore, vede teoricamente ridurre il suo imponibile fiscale, grazie alla tassa al 10%, da 17.446 a 15.891, con un risparmio di imposta lorda di quasi 420 euro.
Ma alla fine, proprio grazie effetto delle detrazioni rispetto al regime d'imposta ordinario, l'imposta netta diventa pari a zero – dato che le detrazioni, con la tassazione al 23%, sono superiori all'imposta lorda - e quindi intasca 17.114,32 euro; mentre con la tassa al 10% il suo netto annuo diventa di 16.988,44, perdendo quindi circa 125 euro.
APPESANTIMENTO BUROCRATICO
In realtà, la perdita secca reddituale prodotta dal nuovo regime di tassazione può essere recuperata in sede di compilazione del CUD dal parte del datore di lavoro, tenuto a verificare, sotto forma di conguaglio, quale dei due regimi risulti effettivamente il più vantaggioso per il lavoratore.
"Ma questo, sottolinea Barbiero, produce due effetti: il primo è che il lavoratore recupera la migliore prestazione fiscale soltanto al momento della compilazione del CUD; e questo, per i nuclei famigliari più in difficoltà, significa in ogni caso rinunciare a seppur piccole quote di reddito disponibile mensili e quindi favorisce l'indebitamento. Dall'altro obbliga i datori di lavoro ad una procedura di controllo e verifica macchinosa.
Inoltre, per coloro che hanno cambiato una o più occupazioni nel corso dell'anno, il recupero può essere effettuato soltanto presso un Caaf, alla presentazione dei diversi CUD. L'alternativa per il lavoratore è quella di affidarsi a qualcuno che, sulla base dei carichi famigliari e del reddito, faccia due conti e gli consenta di scegliere da subito il corretto regime di tassazione da comunicare al datore di lavoro".
EFFETTI MARGINALI SULLA PLATEA DEGLI OCCUPATI
Secondo la ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, il provvedimento di detassazione si rivolge in realtà a non più di 80 mila lavoratori trevigiani, a fronte di un totale di lavoratori dipendenti di circa 400 mila unità in provincia.
"Questo, ha spiegato Barbiero, è il risultato di un complesso di circostanze che vanno dalla selezione naturale operata tecnicamente, ovvero la soglia salariale, la gravissima e discriminatoria esclusione dei lavoratori del comparto pubblico, la scarsa incidenza degli straordinari in molti settori, la forte contrazione nella distribuzione di premi contrattualizzati soprattutto nei comparti in crisi, lo scarso numero di ore di straordinario effettuate dalla platea delle donne lavoratrici. Oltre ovviamente all'esclusione da qualsiasi azione di sostegno del reddito dei cassaintegrati.
La verità è che la detassazione è una manovra a costo zero e ad alto guadagno di immagine, perché è stata illustrata per slogan. Di fatto non tocca minimante le condizioni di povertà e difficoltà economiche che si stanno diffondendo anche nella Marca trevigiana.
E, soprattutto, scardina l'accordo sul welfare firmato dai sindacati con il precedente governo, dando un colpo mortale al contributo che la contrattazione di secondo livello può dare al miglioramento delle condizioni salariali dei lavoratori dipendenti. Invito il ministro Sacconi a fare ciò che già fece il sottosegretario Visco quando furono il Caaf Cgil Nord Est e la Cgil di Treviso a scovare il "baco" della finanziaria del 2007, per cui i singles ottenevano maggiori vantaggi fiscali rispetto alle famiglie numerose. Il governo intervenne prontamente per correggere il tiro.
Ci auguriamo che anche questa ricerca contribuisca a far focalizzare meglio le priorità nella battaglia contro l'impoverimento dei redditi da lavoro dipendente."
CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 | Risali la pagina |