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Comunicati Stampa

LUGLIO 2006

Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.

DIGNITA' PER I MIGRANTI: SIT IN DAVANTI ALLA QUESTURA

Dignità per i migranti

Partecipa anche tu al sit-in sabato 1 luglio 2006 alle ore 10.30 davanti alla Questura di Treviso (Ufficio stranieri - via Commenda)

Per dire BASTA alle lunghe file di attesa ed ai tempi lunghi nella consegna e rinnovo dei titoli di soggiorno.
Per favorire un sistema che rispetti di più gli immigrati.
Per permettere agli immigrati di farsi le ferie a casa propria e non essere costretti a rimanere in Italia da un sistema disumano che, di fatto, ne impedisce il rimpatrio.

Di fronte alla incomprensibile situazione di incertezza sul futuro del rinnovo dei permessi di soggiorno a Treviso che vede in smobilitazione il sistema attuale senza che ci sia un credibile sistema alternativo proponiamo a chi ha responsabilità istituzionali di convocare un tavolo che veda riunite tutte le principali istituzione e associazioni e affronti il problema.

Troviamoci in tanti, manifestiamo insieme

Promuovono: CGIL-CISL-UIL, Coordinamento Fratelli D'Italia, Caritas, ANOLF, Fondazione Migrantes, ACLI, Forum Territoriali sull'Immigrazione, O.G.I., Associazioni degli Immigrati della provincia di Treviso

COMUNICATO UFFICIO STAMPA _10/07/2006

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Diffusi i dati della rilevazione sui primi sei mesi del 2006 realizzata dalla Cgil.
Occupazione, nella Marca la crisi diventa strutturale.
Confermati i trend negativi dello scorso anno. Lieve miglioramento nella grande imprese, peggiora invece la situazione nelle altre. Crescono le difficoltà per il piccolo commercio. Barbiero: "Chiederemo la convocazione di un consiglio provinciale straordinario"

I primi sei mesi del 2006 confermano, per quanto riguarda i trend del mercato del lavoro in provincia di Treviso, la tendenza negativa registrata nell'anno scorso.
E' quanto emerge da una ricerca condotta dall'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso, che ha preso in esame le procedure di mobilità avviate nelle piccole e nelle grandi aziende della Marca.
Secondo la rilevazione della Cgil, a giugno del 2006, sono già 1.990 i lavoratori che hanno perso l'occupazione, contro i 1.971 dello stesso periodo del 2005.

A preoccupare, stando alle valutazioni dell'Ufficio Studi del sindacato, è la dinamica delle uscite nelle piccole imprese, le realtà che offrono le minori coperture, in termini di ammortizzatori sociali, ai licenziati. In questo comparto si passa infatti dalle 1.018 mobilità dei primi sei mesi del 2005 alle 1.177 dello stesso periodo di quest'anno. Cala invece il numero di licenziamenti nelle aziende medio gradi, dai 953 di gennaio-giugno 2005 agli 813 del primo semestre 2006.
Nelle realtà produttive di dimensioni maggiori prosegue la crisi della meccanica, che ha perduto 305 posti di lavoro, pari al 37,52% del totale, seguita dal calzaturiero-tessile-abbigliamento, che ha lasciato sul campo 181 addetti, il 22,26% del totale. Dalla rilevazione della Cgil provinciale di Treviso emerge la difficoltà del legno, dove sono stati bruciati 98 posti di lavoro, pari al 12,05% del totale delle mobilità.

Tra le piccole aziende prevale, in senso negativo, il tessile-abbigliamento-calzaturiero, con 255 licenziamenti, mentre precipita il commercio, che adesso, tra le piccole imprese, è il secondo comparto nella classifica della crisi, con 208 mobilità, pari al 17,67% del totale. Seguono l'edilizia (142 licenziati) e la metalmeccanica, con 181 "Il raffronto fra i di due periodi del 2005 e del 2006 - ha detto oggi il segretario provinciale della Cgil di Treviso Paolino Barbiero - mette in evidenza la situazione strutturale della crisi occupazionale in provincia di Treviso. Il rallentamento della dinamica delle fuoriuscite nelle grandi imprese è il segnale di un riposizionamento del comparto, che recupera modesti livelli di efficienza proprio attraverso la contrazione degli addetti, ma che evidentemente non ha ancora agganciato la mini ripresa in corso".

"Diversa e più seria è la situazione delle piccole imprese - ha proseguito Barbiero - che nella catena del sistema produttivo sono le ultime a poter beneficiare del miglioramento del quadro economico. In questa area del sistema impresa trevigiano si intensificano i licenziamenti e gli stati di crisi. L'evoluzione in corso segna una trasformazione profonda del quadro di riferimento e pone dei grandi punti di domanda sulla capacità di rioccupare gli espulsi, soprattutto coloro che hanno basse qualifiche o che sono over 45.
A questo punto, continuando a sperare che il sistema impresa della Marca riesca a trovare le energie e le intelligenze per agganciare la ripresa continentale, abbiamo la necessità di riavviare un confronto a tutto campo, in particolare chiamando in causa la Provincia.
Per questo la Cgil intende chiedere, in maniera unitaria con Cisl e Uil, l'apertura di un dialogo serrato, che prenda avvio con una convocazione straordinaria di un Consiglio provinciale interamente dedicato al tema dell'occupazione. Le istituzioni e gli attori economici hanno, a tre anni dall'inizio della grande flessione, l'onere di rompere gli indugi e smetterla di cullare l'illusione di un miglioramento generato meccanicisticamente dalle dinamiche del mercato".
Ufficio Stampa

LETTERA AL DIRETTORE DEL CORRIERE DEL VENETO _10/07/2006

Paolino Barbiero. Fonte: Archispi

Gentile direttore,
trovo "infinitamente" curioso che, all'indomani dell'esito del referendum che ha bocciato al riforma costituzionale voluta a maggioranza dal centrodestra, un importante esponente della Lega come Luca Zaia si esprima sostenendo che il Nord "pretende risposte". Assumendo, ovviamente, che il Nord di cui parla il vice presidente della Regione Veneto siano in realtà il Veneto e la Lombardia, le uniche due regioni che hanno promosso la legge di riforma; e dando per scontato che il Carroccio abbia ancora i titoli per dirsi rappresentante, se non portavoce, degli umori e delle necessità settentrionali.

In democrazia è il voto a determinare gli indirizzi. E come in ogni competizione anche in democrazia c'è un vincitore e c'è un perdente. Si capisce poco, francamente, quale sia la forza per cui il perdente, che per Zaia è il Nord produttivo e per me sono invece la Lega e Berlusconi, possa "pretendere" risposte che il Paese ha invece già dato proprio attraverso la consultazione referendaria. La questione settentrionale, anzi la questione lombardo-veneta, se posta in questi termini è allora la "questione dei perdenti". Perché, chiedo, anteporre le ragioni degli sconfitti e non mettere invece l'accento sulle indicazioni che sono venute dalla maggioranza?

La verità è che la "questione settentrionale" vive, più che nella realtà, nell'immaginario della politica, nella misura in cui serve alle ragioni di una parte: al centrodestra, per tenere alta la pressione sul nuovo governo, che per il Polo sarebbe inviso ai cittadini dal Rubicone in su.
A un pezzo degli industriali, per reclamare le ricette che servono per la competizione fatta al ribasso. E alla Lega, che oggi deve digerire una sconfitta pesante, uno squasso che fa piazza pulita di un'azione politica almeno ventennale, che doveva sublimarsi con la devoluzione e della quale, adesso, resta poco o nulla.

Se proprio si vuole guardare alla parte del Paese che negli anni passati ha prodotto i maggiori livelli di crescita, anche se si è trattato di uno sviluppo caotico ed anarchico, riproporre la discussione in termini di "questione" è fuorviante.
Il Veneto e la sua storica scelta verso i cosiddetti moderati, prima la Dc, poi la Lega, oggi la Casa delle Libertà, è una questione tanto quanto quella della Baviera, che da sempre vota centrodestra. Appunto: non è una questione, è un dato di fatto.

Altro è invece porsi responsabilmente in una ottica di coesione, puntando all'inclusione nel sistema di quei ceti sociali che, in Lombardia e in Veneto, non solo votano in maniera diversa dal resto del Paese, ma che spingono anche per una ristrutturazione profonda dello Stato. Non sono io a poter dire quanto il federalismo possa essere davvero utile all'ammodernamento dell'Italia, al rilancio dell'economia nazionale e del sistema produttivo del Nord Est; e di quale gradazione di federalismo ci sia bisogno.

Di sicuro il merito di questo referendum è quello di aver cancellato non solo il tentativo di instaurare una democrazia autoritaria e di aver salvato la democrazia rappresentativa ed il ruolo dei sui corpi intermedi, anche del sindacato.
Ma è anche quello di aver stoppato l'applicazione di un federalismo isituzionale sbagliato e costoso, privo di riferimenti al nodo dei traferimenti e della fiscalità, ideologicamente costruito sul mito dei "fatti da soli", che invece di porsi il problema del perché lo Stato sia lontano dal rispondere ai veri bisogni dei cittadini, rifiutano le regole per farsene delle proprie.

Il federalismo del "noi e loro", dei "polentoni" e dei "terroni". Un federalismo da fuga, che non apre nuove prospettive ma ci fa chiudere in noi stessi.
Altre sono le questioni: ad esempio la colpevole e continua arretratezza economica, sociale e strutturale del Sud, o la piaga dell'evasione fiscale, rispetto alla quale sarebbe interessante e utile capire quanto contribuisca il prospero Nord, per poi intervenire in maniera realistica sul carico fiscale e sui relativi trasferimenti alle autonomie locali, sempre più impegnate nell'erogazione di prestazioni di welfare.
La mistica della questione settentrionale, della diversità del lombardo-veneto, più che alla ricerca di soluzioni efficienti ci costringe a ragionamenti da riserva indiana. Quindi: per affrontare i problemi che ci sono, e che nessuno vuole negare, più che la commiserazione degli sconfitti per non essere stati capiti o le offese all'Italia che fa schifo, servirebbe la buona volontà per arrivare a un contributo ragionato da parte di tutte le culture politiche, e quindi anche di quella leghista, su come rendere migliore l'Italia intera, smettendola di inseguire il localismo balcanico e da quattro soldi del "padroni a casa nostra".
Paolino Barbiero Segretario generale, Cgil provinciale Treviso

COMUNICATO STAMPA _21_7_2006

Dignità per i migranti

Si ripropone il problema dei tempi di rinnovo del permesso di lavoro.
Immigrati, soggiorno obbligato nella Marca per 35 mila.

Il segretario provinciale Paolino Barbiero: "Lesione dei diritti fondamentali, queste persone non solo non possono trascorrere le ferie in patria ma rischiano di essere presi per clandestini se trovati fuori provincia o fuori dalla regione Veneto". Protesta anche il sindacato di polizia Siulp, che il 9 luglio ha inviato una nota urgente al Ministero degli Interni. La Cgil chiede l'adozione di un progetto straordinario e urgente, finanziato con i 2 milioni di euro del fondo provinciale per la residenzialità dei lavoratori stranieri.
"Trentacinquemila persone, immigrati, lavoratori e lavoratrici extracomunitari che hanno presentato richiesta di rinnovo del permesso di lavoro, sono costrette letteralmente ad uno stato di soggiorno obbligato, o peggio di prigionia, nella provincia di Treviso a causa del pessimo funzionamento del meccanismo del rinnovo, le cui modalità e i cui tempi esorbitanti configurano una chiara ed evidente lesione di diritti fondamentali".

Lo ha detto oggi il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, lamentando la condizione di "limbo giuridico" in cui si trovano i lavoratori migranti residenti nella Marca che hanno presentato la richiesta del rinnovo del permesso di lavoro.
"A causa dei tempi biblici necessari per il rilascio dei documenti e della non validità della prenotazione a fini dell'espatrio - ha proseguito Barbiero - queste persone saranno costrette, come già successo l'anno scorso ad altre decine di migliaia di cittadini extracomunitari, a rinunciare al rientro in patria per le ferie.

Non solo: quello che è più grave è che al di fuori dei confini provinciali, e soprattutto della Regione, questi soggetti, che possono dimostrare solo la prenotazione dell'appuntamento, sono considerabili di fatto dei clandestini. Le generiche rassicurazioni della Questura, che nei giorni scorsi ha dichiarato la disponibilità a valutare i casi in cui il lavoratore straniero voglia trascorrere le ferie in patria, non sono sufficienti. I diritti fondamentali devono essere esigibili, non possono essere sottoposti alla discrezionalità e alla disponibilità del personale della Questura, sicuramente oberato di lavoro in particolare nel periodo estivo e in concomitanza con le ferie".
"La Cgil - ha puntualizzato il segretario generale - concorda pienamente con le posizioni esposte dal sindacato di polizia Siulp in un documento inviato il 9 luglio scorso al Ministero dell'nterno e al Questore, nel quale, oltre a richiamare l'attenzione sulla carenza di organico a Treviso, si rimarca come questa situazione privi gli immigrati di diritti basilari, come la scelta del medico, l'acquisto di un'auto, la sottoscrizione di un mutuo, cioè attività ben più importanti delle stesse ferie di cui i lavoratori migranti vengono esclusi a causa della mancanza di documentazione valida. Di fronte a questo stato di cose la Cgil chiede una assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e l'adozione di un progetto straordinario e urgente che, attingendo al fondo provinciale di 2 milioni di euro destinato alla residenzialità degli immigrati e fino ad oggi rimasto intoccato, allestisca in tempi rapidi una task force in grado di espletare la procedure dei rinnovi in maniera tale da garantire e ristabilire la legalità e la fruizione dei diritti".

"Riteniamo inaccettabile - ha concluso il segretario della Camera del Lavoro trevigiana - proseguire con questa situazione assurda, da attribuirsi totalmente alla metodologia ingiusta e inefficace con cui viene gestita l'intera procedura. La parcellizzazione a varie associazioni dei centri di prenotazione e la concentrazione delle competenze presso la Questura determinano uno stato di fatto insostenibile.
Nel frattempo giace sul tavolo delle istituzioni una nostra proposta, concordata con i Comuni trevigiani , per la creazione di una rete di amministrazioni comunali in grado di gestire il meccanismo che porta all'appuntamento per il rinnovo del permesso di lavoro anche attraverso la consegna di un documento attestante non solo la prenotazione, ma anche il diritto dell'individuo a risiedere nel territorio italiano. Un documento che, proprio perché rilasciato da una autorità pubblica, garantirebbe il godimento della libertà di movimento dei lavoratori migranti. Il fatto che, malgrado i disagi causati, le istituzioni preposte non abbiano minimamente preso in considerazione questa possibilità è una dimostrazione dell'indifferenza e dell'inefficienza con cui nella Marca viene gestita la materia relativa alla presenza e alla vita de lavoratori stranieri e delle loro famiglie. Adesso, per=, si deve e si pu= voltare pagina".
Ufficio Stampa

MEDIAFONDO DI PRIMAVERA : NUOVA DATA DI LUGLIO

Manifesto della manifestazione Mediafondo 2006

Campionato Provinciale Treviso e Veneto
EDIZIONE DEL CENTENARIO: 23 luglio 2006, Cà Florens Istrana.
Il cicloraduno è aperto a tutti/tutte gli iscritti/e alle varie associazioni e Gruppi Ciclistici. E' valido come prova unica del Campionato Provinciale Treviso e Regionale Veneto UDACE.

I percorsi sono tre:
- corto da km 63
- medio da km 98
- lungo da km 110 con percorso cronometrato da km 40.
Ritrovo ore 7.30. La partenza avverrà "alla francese" dalle ore 8.00 alle ore 9.00.
Per il percorso cronometrato ritiro del chip con cauzione di Euro 10,00 ( servizio gestito da Winning Time ).
Le iscrizioni già effettuate rimangono valide..
Le nuove iscrizioni si possono effettuare presso la CGIL di Treviso ( tel. 0422 4091 o 348 5279540) o Cicli Biesse Mestre tel. 041 940091).
Quota d'iscrizione Euro 7.00 percorso breve e medio, Euro 10,00 percorso lungo.
Moduli o documenti scaricabili in formato PDF Acrobat:

LA FORMAZIONE INDIVIDUALE CONTINUA DEI LAVORATORI OCCUPATI

Regione Veneto - Sistema Voucher
E' stata, finalmente, pubblicata la Direttiva Regionale 2006/2007 che regolerà la Formazione Individuale Continua per l'anno in corso e per il 2007.
La nuova direttiva, che ha introdotto delle novità rispetto al passato, prevede la possibilità di accedere, da settembre 2006, ai corsi di formazione erogati da Enti di formazione accreditati dalla Regione Veneto.
Scaricare qui il testo completo sulla formazione Individuale Continua

Per ulteriori informazioni rivolgersi allo sportello Orientalavoro

COMUNICATO STAMPA _31_7_2006

Orientalavoro

Ricerca dello sportello OrientaLavoro e dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso sui tirocini: nel 2005 solo il 9,6% dei partecipanti lo ha visto trasformato in un contratto.
Veneto, crolla il numero di assunzioni dopo gli stage in azienda.
Nel 2003 la percentuale di chi trovava lavoro dopo l'esperienza formativa era il 24,6%. Boom dei tirocini nel settore pubblico: sono il 13,91% del totale, meno soltanto di metalmeccanica e servizi alle imprese. Percentuali migliori solo per gli inserimenti dei portatori di disabilità. Il segretario della Camera del lavoro di Treviso Paolino Barbiero: "Oramai sta diventando uno strumento utile solo a creare lavoro temporaneo gratuito".

"In netta difformità dallo spirito della legislazione vigente in materia, il tirocinio è diventato, in Veneto, uno strumento per acquisire lavoro temporaneo gratuito e non ricopre più la funzione naturale di strumento che favorisca l'ingresso nel mondo del lavoro".
E' questo l'allarme lanciato oggi dal segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso Paolino Barbiero, che ha commentato i risultati di una ricerca, condotta dallo sportello Orientalavoro della Cgil di Treviso diretto dalla dott.ssa Cristina Furlan, in collaborazione con l'Ufficio Studi della Camera del Lavoro trevigiana, sull'utilizzo dello strumento del tirocinio nella nostra regione.

La ricerca ha evidenziato un sostanziale raddoppio dell'utilizzo dei tirocini e degli stage, passati dai 1.566 registrati nel 2003 ai 3.074 del 2005, mentre cala il numero delle assunzioni in azienda successive allo stage.
Analizzando i dati sull'attività di promozione dei tirocini da parte dei Centri per l'impiego della Regione Veneto, risulta infatti che se nel 2003 la percentuale delle assunzioni effettuate nel 2003 era pari al 24,6% dei partecipanti agli stage, nel 2005 questo valore sarebbe crollato al 9,6%, passando per il 19,7% del 2004.
Le possibilità di assunzione a seguito di tirocinio sono diminuite nel biennio 2003-2004 proprio nella fascia d'età in cui la persona cerca di definire il proprio percorso professionale in ambiti più stabili, vale a dire quella tra i 25 e i 29 anni. Nei due anni in esame in questa classe d'età la percentuale di assunzioni è passata infatti dal 25,7% al 20,5%.
Un dato interessante riguarda poi l'elevato numero di tirocini attivati nel settore pubblico, dove peraltro lo stage non pu= offrire possibilità di assunzione per effetto delle specifiche norme di reclutamento del personale. Tra il 2003 e il 2006 gli stage attivati nella pubblica amministrazione del veneto sono stati 1.034, su un totale di 7.432. Questi dati pongono sorprendentemente la burocrazia pubblica al terzo posto nella classifica dei settori in cui maggiormente si utilizzano i tirocini con il 13,91% del totale, preceduta soltanto dall'industria metalmeccanica (16,82%) e dai servizi alle imprese (16,10%).

"Il risultato di questa ricerca - ha commentato il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero - portano a dire che gli imprenditori veneti non sono interessati agli stage come occasione di "conoscenza" dei futuri lavoratori, in una logica di ingresso ragionato sul posto di lavoro. Oramai i tirocini sono al più una occasione per realizzare esperienze professionali, talora per= molto modeste, da inserire come valore aggiunto nel curriculum. Ma non esiste più un nesso tra stage e possibilità di instaurare un rapporto di lavoro nell'immediato".
Diverso, secondo lo studio della Camera del lavoro di Treviso, il ruolo che lo stage assume quando è promosso in programmi di inserimento mirati, come nel caso di lavoratori disabili, nell'ambito di convenzioni d'integrazione lavorativa ex L. 68/99. Rispetto al totale dei tirocini attivati tra il 2001 ed il 2004 (complessivamente 1.542), si è riscontrato che ben il 58,3% dei tirocini ha avuto esito positivo, con assunzione presso la stessa azienda del tirocinante.
"Questo - ha concluso Barbiero - dimostra che se c'è una valutazione preventiva delle condizioni di accoglienza e delle finalità nell'utilizzo del tirocinio da parte dell'azienda, gli obiettivi che stanno alla base di questo particolare istituto possono essere raggiunti".

Definizione dello stage
Lo stage o tirocinio formativo di orientamento costituisce un inserimento temporaneo di un soggetto all'interno di un'azienda al fine di agevolare le scelte professionali, mediante conoscenza diretta del mondo del lavoro, e realizzare momenti d'alternanza tra studio e lavoro nell'ambito di processi formativi (art. 18 L.196/97).
Il tirocinio non costituisce rapporto di lavoro, come tale non è in alcun modo retribuito (è consentito il rimborso di spese documentate).
Lo stage si configura come un rapporto triangolare tra: L'Ente Promotore stipula con l'Azienda una convenzione dove sono esplicitate le modalità di svolgimento del tirocinio (luogo e mansioni da svolgere, durata, nomi dei responsabili). La convenzione deve essere corredata da un progetto formativo e di orientamento, concordato dall'azienda e dal tirocinante. L'Ente Promotore e l'azienda devono indicare un proprio tutor. Il tirocinante deve essere assicurato presso l'Inail e presso una compagnia assicuratrice per la responsabilità civile verso terzi.

Durata massima del tirocinio
- 4 mesi per studenti che frequentano la scuola secondaria;
- 6 mesi per inoccupati o disoccupati, inclusi lavoratori in mobilità;
- 6 mesi per allievi di istituti professionali di Stato, di corsi di formazione professionale, di attività formative post-diploma o post-laurea, anche nei 18 mesi successivi al termine degli studi;
- 12 mesi per studenti universitari, studenti che frequentano corsi di diploma universitario, dottorati di ricerca o corsi di perfezionamento e specializzazione post-secondari anche non universitari, anche nei 18 mesi successivi al termine degli studi;
- 12 mesi per persone svantaggiate (Legge 381/91);
- 24 mesi per soggetti portatori di handicap.
Ufficio Stampa

CAMERA DEL LAVORO DI TREVISO, Via Dandolo 4 - tel. 0422 4091 fax 0422 403731 Risali la pagina