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Archivio dei comunicati stampa della Segreteria e della Categorie.
Partecipa anche tu al sit-in sabato 1 luglio 2006 alle ore 10.30 davanti alla Questura di Treviso (Ufficio stranieri - via Commenda)
Per dire BASTA alle lunghe file di attesa ed ai tempi lunghi nella consegna e rinnovo dei titoli di soggiorno.Di fronte alla incomprensibile situazione di incertezza sul futuro del rinnovo dei permessi di soggiorno a Treviso che vede in smobilitazione il sistema attuale senza che ci sia un credibile sistema alternativo proponiamo a chi ha responsabilità istituzionali di convocare un tavolo che veda riunite tutte le principali istituzione e associazioni e affronti il problema.
Troviamoci in tanti, manifestiamo insiemePromuovono: CGIL-CISL-UIL, Coordinamento Fratelli D'Italia, Caritas, ANOLF, Fondazione Migrantes, ACLI, Forum Territoriali sull'Immigrazione, O.G.I., Associazioni degli Immigrati della provincia di Treviso
Diffusi i dati della rilevazione sui primi sei mesi del 2006 realizzata dalla Cgil.
Occupazione, nella Marca la crisi diventa strutturale.
Confermati i trend negativi dello scorso anno. Lieve miglioramento nella grande imprese, peggiora invece la situazione nelle altre. Crescono le difficoltà per il piccolo commercio. Barbiero: "Chiederemo la convocazione di un consiglio provinciale straordinario"
A preoccupare, stando alle valutazioni dell'Ufficio Studi del sindacato, è la dinamica delle uscite nelle piccole imprese, le realtà che offrono le minori coperture, in termini di ammortizzatori sociali, ai licenziati. In questo comparto si passa infatti dalle 1.018 mobilità dei primi sei mesi del 2005 alle 1.177 dello stesso periodo di quest'anno. Cala invece il numero di licenziamenti nelle aziende medio gradi, dai 953 di gennaio-giugno 2005 agli 813 del primo semestre 2006.
Nelle realtà produttive di dimensioni maggiori prosegue la crisi della meccanica, che ha perduto 305 posti di lavoro, pari al 37,52% del totale, seguita dal calzaturiero-tessile-abbigliamento, che ha lasciato sul campo 181 addetti, il 22,26% del totale. Dalla rilevazione della Cgil provinciale di Treviso emerge la difficoltà del legno, dove sono stati bruciati 98 posti di lavoro, pari al 12,05% del totale delle mobilità.
Tra le piccole aziende prevale, in senso negativo, il tessile-abbigliamento-calzaturiero, con 255 licenziamenti, mentre precipita il commercio, che adesso, tra le piccole imprese, è il secondo comparto nella classifica della crisi, con 208 mobilità, pari al 17,67% del totale. Seguono l'edilizia (142 licenziati) e la metalmeccanica, con 181 "Il raffronto fra i di due periodi del 2005 e del 2006 - ha detto oggi il segretario provinciale della Cgil di Treviso Paolino Barbiero - mette in evidenza la situazione strutturale della crisi occupazionale in provincia di Treviso. Il rallentamento della dinamica delle fuoriuscite nelle grandi imprese è il segnale di un riposizionamento del comparto, che recupera modesti livelli di efficienza proprio attraverso la contrazione degli addetti, ma che evidentemente non ha ancora agganciato la mini ripresa in corso".
"Diversa e più seria è la situazione delle piccole imprese - ha proseguito Barbiero - che nella catena del sistema produttivo sono le ultime a poter beneficiare del miglioramento del quadro economico. In questa area del sistema impresa trevigiano si intensificano i licenziamenti e gli stati di crisi. L'evoluzione in corso segna una trasformazione profonda del quadro di riferimento e pone dei grandi punti di domanda sulla capacità di rioccupare gli espulsi, soprattutto coloro che hanno basse qualifiche o che sono over 45.
Gentile direttore,
trovo "infinitamente" curioso che, all'indomani dell'esito del referendum che ha bocciato al riforma costituzionale voluta a maggioranza dal centrodestra, un importante esponente della Lega come Luca Zaia si esprima sostenendo che il Nord "pretende risposte". Assumendo, ovviamente, che il Nord di cui parla il vice presidente della Regione Veneto siano in realtà il Veneto e la Lombardia, le uniche due regioni che hanno promosso la legge di riforma; e dando per scontato che il Carroccio abbia ancora i titoli per dirsi rappresentante, se non portavoce, degli umori e delle necessità settentrionali.
In democrazia è il voto a determinare gli indirizzi. E come in ogni competizione anche in democrazia c'è un vincitore e c'è un perdente. Si capisce poco, francamente, quale sia la forza per cui il perdente, che per Zaia è il Nord produttivo e per me sono invece la Lega e Berlusconi, possa "pretendere" risposte che il Paese ha invece già dato proprio attraverso la consultazione referendaria. La questione settentrionale, anzi la questione lombardo-veneta, se posta in questi termini è allora la "questione dei perdenti". Perché, chiedo, anteporre le ragioni degli sconfitti e non mettere invece l'accento sulle indicazioni che sono venute dalla maggioranza?
La verità è che la "questione settentrionale" vive, più che nella realtà, nell'immaginario della politica, nella misura in cui serve alle ragioni di una parte: al centrodestra, per tenere alta la pressione sul nuovo governo, che per il Polo sarebbe inviso ai cittadini dal Rubicone in su.Se proprio si vuole guardare alla parte del Paese che negli anni passati ha prodotto i maggiori livelli di crescita, anche se si è trattato di uno sviluppo caotico ed anarchico, riproporre la discussione in termini di "questione" è fuorviante.
Il Veneto e la sua storica scelta verso i cosiddetti moderati, prima la Dc, poi la Lega, oggi la Casa delle Libertà, è una questione tanto quanto quella della Baviera, che da sempre vota centrodestra. Appunto: non è una questione, è un dato di fatto.
Di sicuro il merito di questo referendum è quello di aver cancellato non solo il tentativo di instaurare una democrazia autoritaria e di aver salvato la democrazia rappresentativa ed il ruolo dei sui corpi intermedi, anche del sindacato.
Ma è anche quello di aver stoppato l'applicazione di un federalismo isituzionale sbagliato e costoso, privo di riferimenti al nodo dei traferimenti e della fiscalità, ideologicamente costruito sul mito dei "fatti da soli", che invece di porsi il problema del perché lo Stato sia lontano dal rispondere ai veri bisogni dei cittadini, rifiutano le regole per farsene delle proprie.
Si ripropone il problema dei tempi di rinnovo del permesso di lavoro.
Immigrati, soggiorno obbligato nella Marca per 35 mila.
Il segretario provinciale Paolino Barbiero: "Lesione dei diritti fondamentali, queste persone non solo non possono trascorrere le ferie in patria ma rischiano di essere presi per clandestini se trovati fuori provincia o fuori dalla regione Veneto". Protesta anche il sindacato di polizia Siulp, che il 9 luglio ha inviato una nota urgente al Ministero degli Interni. La Cgil chiede l'adozione di un progetto straordinario e urgente, finanziato con i 2 milioni di euro del fondo provinciale per la residenzialità dei lavoratori stranieri.
"Trentacinquemila persone, immigrati, lavoratori e lavoratrici extracomunitari che hanno presentato richiesta di rinnovo del permesso di lavoro, sono costrette letteralmente ad uno stato di soggiorno obbligato, o peggio di prigionia, nella provincia di Treviso a causa del pessimo funzionamento del meccanismo del rinnovo, le cui modalità e i cui tempi esorbitanti configurano una chiara ed evidente lesione di diritti fondamentali".
Non solo: quello che è più grave è che al di fuori dei confini provinciali, e soprattutto della Regione, questi soggetti, che possono dimostrare solo la prenotazione dell'appuntamento, sono considerabili di fatto dei clandestini. Le generiche rassicurazioni della Questura, che nei giorni scorsi ha dichiarato la disponibilità a valutare i casi in cui il lavoratore straniero voglia trascorrere le ferie in patria, non sono sufficienti. I diritti fondamentali devono essere esigibili, non possono essere sottoposti alla discrezionalità e alla disponibilità del personale della Questura, sicuramente oberato di lavoro in particolare nel periodo estivo e in concomitanza con le ferie".
"La Cgil - ha puntualizzato il segretario generale - concorda pienamente con le posizioni esposte dal sindacato di polizia Siulp in un documento inviato il 9 luglio scorso al Ministero dell'nterno e al Questore, nel quale, oltre a richiamare l'attenzione sulla carenza di organico a Treviso, si rimarca come questa situazione privi gli immigrati di diritti basilari, come la scelta del medico, l'acquisto di un'auto, la sottoscrizione di un mutuo, cioè attività ben più importanti delle stesse ferie di cui i lavoratori migranti vengono esclusi a causa della mancanza di documentazione valida. Di fronte a questo stato di cose la Cgil chiede una assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e l'adozione di un progetto straordinario e urgente che, attingendo al fondo provinciale di 2 milioni di euro destinato alla residenzialità degli immigrati e fino ad oggi rimasto intoccato, allestisca in tempi rapidi una task force in grado di espletare la procedure dei rinnovi in maniera tale da garantire e ristabilire la legalità e la fruizione dei diritti".
Campionato Provinciale Treviso e Veneto
EDIZIONE DEL CENTENARIO: 23 luglio 2006, Cà Florens Istrana.
Il cicloraduno è aperto a tutti/tutte gli iscritti/e alle varie associazioni e Gruppi Ciclistici. E' valido come prova unica del Campionato Provinciale Treviso e Regionale Veneto UDACE.
Regione Veneto - Sistema Voucher
E' stata, finalmente, pubblicata la Direttiva Regionale 2006/2007 che regolerà la Formazione Individuale Continua per l'anno in corso e per il 2007.
La nuova direttiva, che ha introdotto delle novità rispetto al passato, prevede la possibilità di accedere, da settembre 2006, ai corsi di formazione erogati da Enti di formazione accreditati dalla Regione Veneto.
Scaricare qui il testo completo sulla formazione Individuale Continua
Ricerca dello sportello OrientaLavoro e dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso sui tirocini: nel 2005 solo il 9,6% dei partecipanti lo ha visto trasformato in un contratto.
Veneto, crolla il numero di assunzioni dopo gli stage in azienda.
Nel 2003 la percentuale di chi trovava lavoro dopo l'esperienza formativa era il 24,6%. Boom dei tirocini nel settore pubblico: sono il 13,91% del totale, meno soltanto di metalmeccanica e servizi alle imprese. Percentuali migliori solo per gli inserimenti dei portatori di disabilità. Il segretario della Camera del lavoro di Treviso Paolino Barbiero: "Oramai sta diventando uno strumento utile solo a creare lavoro temporaneo gratuito".
La ricerca ha evidenziato un sostanziale raddoppio dell'utilizzo dei tirocini e degli stage, passati dai 1.566 registrati nel 2003 ai 3.074 del 2005, mentre cala il numero delle assunzioni in azienda successive allo stage.
Analizzando i dati sull'attività di promozione dei tirocini da parte dei Centri per l'impiego della Regione Veneto, risulta infatti che se nel 2003 la percentuale delle assunzioni effettuate nel 2003 era pari al 24,6% dei partecipanti agli stage, nel 2005 questo valore sarebbe crollato al 9,6%, passando per il 19,7% del 2004.
Le possibilità di assunzione a seguito di tirocinio sono diminuite nel biennio 2003-2004 proprio nella fascia d'età in cui la persona cerca di definire il proprio percorso professionale in ambiti più stabili, vale a dire quella tra i 25 e i 29 anni. Nei due anni in esame in questa classe d'età la percentuale di assunzioni è passata infatti dal 25,7% al 20,5%.
Un dato interessante riguarda poi l'elevato numero di tirocini attivati nel settore pubblico, dove peraltro lo stage non pu= offrire possibilità di assunzione per effetto delle specifiche norme di reclutamento del personale. Tra il 2003 e il 2006 gli stage attivati nella pubblica amministrazione del veneto sono stati 1.034, su un totale di 7.432. Questi dati pongono sorprendentemente la burocrazia pubblica al terzo posto nella classifica dei settori in cui maggiormente si utilizzano i tirocini con il 13,91% del totale, preceduta soltanto dall'industria metalmeccanica (16,82%) e dai servizi alle imprese (16,10%).
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